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Lettere di speranza. Invito a sostenere Costituente Terra

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un popolo
una Costituzione
una scuola

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Newsletter n.29 del 20 gennaio 2021

INVITO AL FUTURO

Care amiche ed amici,

mentre i più lungimiranti sperano che l’uscita dal Covid sia l’occasione di un grande cambiamento delle vigenti politiche e culture che sono causa di gravi danni e pericoli per i singoli e l’umanità, un segnale positivo giunge dagli Stati Uniti dopo lo scempio della presidenza Trump e dei modi della sua conclusione. La prima decisione del presidente Biden è stata infatti quella di giungere a vaccinare 100 milioni di persone nei prossimi cento giorni, il che vuol dire una mobilitazione di energie e di risorse quale finora si è verificata solo in ragione di una guerra. Infatti il presidente americano intende fare ricorso al Defence Production Act che è una legge emanata nel settembre 1950 all’inizio della guerra di Corea e richiamata in servizio nelle guerre successive ed è volta a stabilire una tavola di priorità subordinando tutto il privatissimo sistema dei servizi e delle industrie americane alla produzione delle forniture e all’erogazione delle risorse necessarie per lo sforzo bellico. A questa priorità della guerra si sostituisce ora la priorità della cura. Naturalmente è una cosa di tutta ragione, se si pensa che la pandemia ha già causato 400.000 morti americani come solo la II guerra mondiale era stata capace di fare; ma è una cosa straordinaria che la guerra esca dalla ragione (“alienum a ratione!) e vi entri la cura.

Questo passaggio, che potrebbe essere banalizzato e ridotto a un caso di emergenza, contiene invece in se stesso un grande potenziale di cambiamento per l’identità stessa degli Stati Uniti. Basta pensare che in un Paese che fin qui aveva rifiutato la sanità pubblica non solo alla generalità dei cittadini ma anche ai poveri più poveri, diviene ora una priorità conservare in vita ogni singola persona senza distinzioni. Per quanto infatti possano sopravvivere le nefaste pulsioni al razzismo, alle discriminazioni e agli scarti, saranno infatti vaccinati neri, bianchi, portoricani, ispano-americani, cittadini e stranieri. Insieme a questa misura è stato annunciato che sarà arrestata la costruzione del muro ai confini col Messico, saranno ricongiunte le famiglie, integrati gli immigrati, abolito il divieto di ingresso in America dai Paesi a maggioranza musulmana.

Naturalmente è solo un segnale, una promessa. Vedremo come si attuerà e come sarà l’America dopo questa conversione. Ma certo è anche un auspicio e una indicazione di ciò che deve avvenire in tutto il mondo; se un indizio di cambiamento viene dall’America, vuol dire che il cambiamento è possibile ovunque, e non deve trattarsi di un piccolo aggiustamento ma di un grande rovesciamento; i 100 milioni di vaccini americani devono essere tra le prime pietre (si stanno mettendo anche in Italia e in Europa) di un sistema sanitario mondiale, e la lotta per realizzarlo è il primo passo nella lotta per un sistema di diritti umani universali e di garanzie planetarie per renderli effettivi. Insomma, una Costituzione della Terra.
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Noi siamo a questo, a questo siamo interessati e chiamati, e questo invito rivolgiamo a tutti quelli che vorranno associarsi all’impresa, un invito al futuro. Costituente Terra inaugura il proprio secondo anno di vita e apre la campagna di iscrizioni per chi voglia partecipare alle attività dell’Associazione, sostenerne gli sforzi, usufruire del materiale pubblicato nei siti, ivi compresa la “Biblioteca di Alessandria”, e soprattutto coinvolgersi in questa impresa collettiva volta a realizzare un costituzionalismo mondiale. L’invito è rivolto sia ai già iscritti del 2019 e 2020, sia a quanti altri, soprattutto tra i destinatari di questa newsletter, vorranno unirsi a noi. Per la quota di iscrizione dobbiamo ripetere quanto abbiamo scritto nell’appello-proposta per la creazione dell’Associazione e della Scuola, “Perché la storia continui”: “La quota annua di iscrizione, all’Associazione e alla Scuola, è libera, e sarà comunque gradita. Per i meno poveri, per quanti vogliano e possano contribuire a finanziare la Scuola, eventuali borse di studio e il processo costituente, la quota è stata fissata nella misura significativa di 100 euro, con l’intenzione di sottolineare che la politica, sia a pensarla che a farla, è cosa tanto degna da meritare da chi vi si impegna che ne sostenga i costi, contro ogni tornaconto e corruzione, ciò che per molti del resto è giunto fino all’offerta della vita. Naturalmente però è inteso che ognuno, a cominciare dai giovani, sia libero di pagare la quota che crede, minore o maggiore che sia, con modalità diverse, secondo le possibilità e le decisioni di ciascuno”. Le domande di iscrizione possono essere inviate rispondendo a questo indirizzo; per i versamenti occorre fare attenzione che rispetto all’anno scorso abbiamo cambiato nome e ragione sociale, per cui mentre l’IBAN è rimasto lo stesso: IT94X0100503206000000002788 (dall’estero BIC BNLIITRR), il nome a cui corrisponde non è più “Comitato promotore partito della Terra”, ma semplicemente “Costituente Terra”, a cui pertanto va intestato il bonifico, ciò di cui vi ringraziamo fin d’ora.
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Confermiamo il Seminario del 27 gennaio alle ore 16 su “Geopolitica della conoscenza digitale” in video-conferenza. Quanti vogliano parteciparvi e non ne abbiano ancora dato notizia, devono chiedere il relativo link rispondendo a questa newsletter o scrivendo a paolosordi@pm.me. In preparazione pubblichiamo una nota di Luigi Narducci su un premonitore monito di Stefano Rodotà.

Nel sito pubblichiamo anche l’ultima parte delle storie di ordinario sfruttamento dei lavoratori agricoli immigrati vittime del caporalato e delle mafie, e un prezioso appello lanciato dall’ANPI insieme a molti partiti associazioni e sindacati per un’alleanza democratica e antifascista per la salvezza dell’Italia.
Unendoci a questo augurio, per l’Italia appena uscita da una difficile crisi di governo, e per il mondo, vi inviamo i più cordiali saluti

www.costituenteterra.it
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TRUMP E FRANCESCO
di Raniero La Valle.

Care Amiche ed Amici,
ora che Trump se n’è andato e Francesco invece è rimasto, si può valutare la portata della simultanea presenza di questi due grandi leader sulla scena mondiale. Sotto il velo di un rapporto politicamente corretto (non tanto però se Bannon è venuto a insidiare la Chiesa fin sotto il soglio di Pietro) si è trattato di un grande conflitto tra un potere temporale e un potere spirituale, come ai bei tempi delle Investiture. La differenza rispetto a quel precedente era che l’uno non era capo dell’Impero e l’altro non aveva una “Cristianità” di cui pretendesse di essere il capo.
Ci sono stati dei momenti e delle partite in cui il conflitto si è manifestato con particolare potenza. Uno è stato il conflitto sul Medio Oriente e sulla Siria, che il papa ha difeso con particolare calore (fin dal momento, nel settembre 2013, in cui impedì con la forza della grande veglia in piazza san Pietro la guerra alla Siria) e che Trump voleva invece assoggettare e insanguinare fino a ordinare, come lui stesso ha rivelato nel settembre scorso, di uccidere Assad.
Un’altra contrapposizione frontale c’è stata sulla cura della Terra e del clima, quando Trump ha scelto il business e l’abuso di risorse ed ha ritirato la firma dagli accordi di Parigi, e Francesco con la Laudato Sì ha fatto appello a tutti gli abitanti del pianeta perché si facessero responsabili della Terra e non la facessero depredare.
L’altra epocale rappresentazione del contrasto si è avuta con la reazione alla pandemia, quando Trump ha preso la guida dei negazionisti, causando 400.000 morti solo in America, tanti quanti sono stati gli americani morti nella II guerra mondiale, mentre papa Francesco ha preso su di sé tutto il dolore del mondo nella solitudine di piazza san Pietro, e ha legittimato le restrizioni anche più severe e i comandi delle autorità civili, obbedendo ad essi per primo, e con lui tutta la Chiesa.
Ancora il conflitto si è manifestato sull’immigrazione, quando papa Francesco è salito a predicare fin sul muro che separa gli Stati Uniti dal Sud dell’America e del mondo, prima che Trump lo alzasse fino al cielo.
Su tutti i fronti le cause di Trump sono state sconfitte. Il Medio Oriente martoriato è ancora in cerca d’autore, e ora il papa va in Iraq fino a Ninive, la proverbiale città che Dio salvò dalla distruzione annunciata, per consegnare al mondo un messaggio antiapocalittico. Gli Stati Uniti rientrano nell’accordo sul clima. La costruzione del muro al confine col Messico è bloccata, è avviato il ricongiungimento delle famiglie, promessa l’integrazione degli immigrati, abolito il divieto di ingresso in America dai Paesi a maggioranza musulmana.
Ma soprattutto ha vinto la grande parola d’ordine della cura, la cura del creato, la cura del prossimo come fratello, che papa Francesco ha messo nel cuore delle sue due encicliche e del suo ministero, e che ha rilanciato al sorgere di questo nuovo anno: “tutto comincia da qui, dal prendersi cura degli altri, del mondo, del creato. Oltre al vaccino del corpo serve il vaccino per il cuore: e questo vaccino è la cura. Sarà un buon anno se ci prenderemo cura degli altri…” Ed ecco che negli Stati Uniti, il Paese in cui la sanità pubblica era osteggiata dai ricchi e scartava i poveri, vengono ora pianificati entro i prossimi 100 giorni 100 milioni di vaccini, il che vuol dire che conservare in vita ogni singola persona diventa una priorità della politica; ci vorrà una mobilitazione e una pianificazione della produzione pari a quelle richieste da una guerra, tanto che si farà ricorso al Defence Production Act, la legge varata per la guerra di Corea; si scambia la guerra con la cura. E per quanto possano sopravvivere le nefaste pulsioni al razzismo, alle discriminazioni e agli scarti è chiaro che saranno vaccinati i neri come i bianchi, nonché portoricani, ispano-americani, immigrati, stranieri e cittadini, senza distinzioni.
Sarebbe sciocco attribuire a papa Francesco ogni merito di tutto ciò, e di ciò che di positivo si va affacciando nel mondo. Ma quanti, anche tra i cattolici scontenti e desiderosi di riforme, hanno raggiunto Ernesto Galli della Loggia nel giudizio sulla irrilevanza cui sarebbe pervenuta la Chiesa e sul diversivo che sarebbe rappresentato dall’impegno universalistico del papa per il mondo, dovrebbero guardare a quello che sta succedendo, interrogare i segni dei tempi e vedere come invece proprio questa parola inerme che giudica il mondo, sta vincendo il mondo. Anzi proprio qui sta la vera riforma della Chiesa. E dovremmo prepararci a resistere; perché di sicuro è in agguato la controriforma, c’è chi non sopporta la Chiesa che annunzia il Vangelo ed esorcizza l’apocalisse, la Chiesa ripartita da Bangui, invisa ai signori del centro del mondo. La vera partita per impedire che la Chiesa cada nell’irrilevanza sarà giocata su questa capacità di resistenza, sulla forza di questo “katékon” opposto ai dottori della legge che ne vogliono la restaurazione. E perché non ci faccia difetto la memoria, pubblichiamo un documento delle organizzazioni cattoliche americane di base in cui si deplora l’appoggio che una parte della Chiesa cattolica americana, “controriformista”, appunto, ha dato alle politiche di Trump.
Nel nostro sito www.chiesaditittichiesadeipoveri.it pubblichiamo anche la seconda parte delle storie di ordinario sfruttamento dei lavoratori agricoli immigrati vittime del caporalato e delle mafie, registrate questa volta in Toscana e in Campania e una nota sul calvario dei profughi sulla rotta balcanica.

Con i più cordiali saluti.

www.chiesadituttichiesadeipoveri.it
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