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Non si deve ulteriormente sopportare il blocco della Camera di commercio di Cagliari

logo RAS microULTIMISSIME DALLA REGIONE: bene Pigliaru sul commissariamento della Camera di Commercio di Cagliari.
Camera di Commercio di Cagliari, presidente informa Giunta su esiti attività di vigilanza. Il presidente, con proprio decreto, concluderà l’iter amministrativo procedendo allo scioglimento del Consiglio camerale e al commissariamento dell’Ente.
CAGLIARI, 23 GIUGNO 2015 – Si è conclusa l’attività istruttoria relativa alla procedura di vigilanza sul normale funzionamento della Camera di Commercio di Cagliari, posta in essere dagli uffici della Presidenza ex articolo 5 comma 2 della legge 580 del ’93. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha oggi informato la Giunta sulle conclusioni di tale attività. Il presidente, con proprio decreto, concluderà l’iter amministrativo procedendo allo scioglimento del Consiglio camerale e al commissariamento dell’Ente.
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Non si deve ulteriormente sopportare il blocco della Camera di commercio di Cagliari
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ape-innovativa2di Franco Meloni

Quando Matteo Renzi rese note le sue idee di forte ridimensionamento delle Camere di Commercio italiane mi sembrò che esagerasse proprio. In sostanza, come si legge nella proposta riportata integrale in calce, lui voleva ricondurre le Camere alla tenuta del registro imprese (e poco più), cosa che potrebbe essere fatta benissimo da un ufficio terminale dello Stato o della Regione. Ero e continuo ad essere contrario alla “soluzione renziana”, in larga misura rientrata per far posto a una autoriforma (le Camere sono passate da 105 a 60 e in Sardegna ne dovrebbero sopravvivere solo due, al Nord e al Sud, salvo un ricupero dell’ipotesi di una terza Camera centrale). Perchè? Perchè conosco l’utilissimo ruolo svolto da numerose Camere di Commercio per il sostegno alle imprese, soprattutto a quelle di nuova costituzione, nonchè alla formazione (e aggiornamento) manageriale dei vecchi e nuovi imprenditori. In alcune sedi le Unioncamere regionali gestiscono importanti progetti cofinanziati dall’Unione Europea e dalle Regioni. Spesso i progetti sono affidati dalle Regioni direttamente alle Camere di Commercio, attraverso apposite “cabine di regia”. A vedere invece quanto sta succedendo dalle nostre parti, rischiamo di dare ragione al presidente del Consiglio. Capita infatti che la Camera di Commercio di Cagliari sia bloccata da circa due anni, per contrasti virulenti tra l’attuale presidente, rimasto in minoranza in tutti gli organi collegiali (Giunta e Consiglio camerale), e i suoi avversari ormai in maggioranza. Le vicende sono note e sono state oggetto di un nostro recente editoriale, nel quale non ci interessava, come non ci interessa, schierarci con una delle due parti in causa, quanto invece lamentare i danni del mancato o precario funzionamento della Camera di Commercio. C’è da rimanere allibiti davanti all’indifferenza che circonda la vicenda della Camera, come se fosse cosa che riguarda i contendenti e non i cittadini, che si aspettano l’erogazione dei servizi che la Camera deve istituzionalmente rendere. Ecco perchè riteniamo che allo stato non rimanga altro che il commissariamento della Camera, che dovrebbe durare abbastanza poco: il tempo necessario per ripristinarne un normale funzionamento democratico e riportarla alla sua importante missione, anche recuperando la sua storia gloriosa di cui ha recentemente parlato lo storico cagliaritano Paolo Fadda.
E, allora: Pigliaru (a cui compete il decreto di commissariamento) si muova subito, nell’interesse dell’economia della provincia e di tutta la Sardegna!
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Questo è scritto nel calderone delle 100 proposte di Matteo Renzi, presentate alla Leopolda nell’autunno 2011, a proposito di Camere di Commercio.
9. Le camere di commercio regolino il mercato, non siano imprese. Le camere di commercio dovrebbero limitarsi a tenere il registro delle imprese, garantire il mercato e non spendere soldi nella promozione, nell’acquisto e partecipazione nelle imprese, nella formazione e quant’altro non sia missione pubblica di regolazione. Inoltre bisogna portare la democrazia nella scelta dei consigli direttivi. Gli organi di governo delle camere non siano nominati dalle associazioni, ma siano eletti liberamente e direttamente dalle imprese. Anche chi non è iscritto alle associazioni ha diritto di scegliere chi governa le camere di commercio. Il tributo delle imprese sia volontario non obbligatorio.