Tag Archives: Piero Marcialis Aladinews

Ci battiamo per una alternativa, per una terza via, lontano dalla destra e da una sinistra fasulla, per fare di Cagliari città capitale, capitale sarda

AladinDibattito-CA_2_2-300x130
Piero Marcialis 1ELEZIONI A CAGLIARI
di Piero Marcialis

Le elezioni del prossimo 5 giugno per il rinnovo del Consiglio Comunale di Cagliari, non hanno valore solo amministrativo, hanno valore politico.
Rinnovare Sindaco e Consiglio della prima città della Sardegna ha riflessi consistenti sulla politica italiana.
All’indomani dei risultati sentiremo commentare “ i sardi sono con noi, condividono la nostra politica”.
E il riflesso manderà effetti sul voto del referendum di ottobre e sulla prossima legge elettorale. E’ fatale.
Naturalmente, prima delle elezioni, si fa l’operazione contraria: sono amministrative, non sono politiche.
E questo verrà detto dai furbi che sanno che è falso, ma anche dagli ingenui che credono che il governo di una città sia solo un fatto di buona amministrazione.
I nostri maestri di scienze sociali e di cultura politica ci hanno da tempo insegnato la differenza abissale tra “buona amministrazione” e governo politico.
La buona amministrazione consiste nell’applicare le regole, quelle esistenti, la può fare la sinistra e ugualmente la destra: potrebbe farla un calcolatore elettronico.
Il governo politico consiste nel cambiare le regole, nel distinguere tra quelle giuste e quelle ingiuste, nel decidere per regole più favorevoli alla classe che vuoi rappresentare.
In genere le regole esistenti rappresentano lo statu quo, gli interessi della classe dominante, e limitarsi ad applicarle è sempre una politica di destra, anche se lo fa la sinistra.
Naturalmente c’è un governo politico che opera sulle leggi modificandole in senso maggiormente favorevole alla classe dominante: è la politica di destra e quando la fa un partito che proviene dalla sinistra significa semplicemente che ha cambiato campo, è diventato di destra.
Assistiamo nella attuale sonnolenta campagna elettorale cagliaritana a malinconiche parabole.
Un sindaco uscente, che aveva esordito legato a Vendola, chiude la sua parabola legato a Renzi.
Assistiamo, con tristezza, alla parabola di giovani che erano schierati per la sinistra, per l’ecologia, per la libertà, portare acqua al mulino di un partito che ormai con la sinistra ha poco a che vedere, con l’ecologia sta nel campo opposto, con la libertà ha autoritari sentimenti di odio.
Assistiamo, con sospetto, a militanti del fu comunismo che sventolano la gloriosa bandiera rossa in appoggio a chi di essa ha fatto stracci, a chi odia i partigiani, la Costituzione nata dalla Resistenza, la riscossa del popolo.
Assistiamo, con desolazione, al coalizzarsi di vari partiti sardisti con gente che odia il sardismo, la lingua sarda, Sa Die de sa Sardigna, la patria sarda, ed è complice della occupazione militare, dello scempio ambientale, dei padroni di turno della nostra Isola.
Di fronte a tutto ciò l’allegra baldanza della coalizione di destra che, immemore del suo passato, lancia programmi di risanamento ambientale, di rifare la spiaggia, di liquidare Equitalia, e tante belle cose, a cui si replica solo denunciando il passato, ma non proponendo miglior futuro. Ed è per questo miglior futuro, perchè meglio di prima non ci basta (figuriamoci peggio!), che ha senso battersi per una alternativa, per una terza via, lontano dalla destra e da una sinistra fasulla, per fare di Cagliari città capitale, capitale sarda, non finta metropoli, capoluogo alla stregua di una qualsiasi provincia italiana.

Dibattito: rompere gli schemi e azzardare perché la Sardegna abbia futuro. Ecco come la pensa Nicolò Migheli

like Picasso copia

Campus lug14Anche i professori a volte sbagliano
di Nicolò Migheli
.
.
.
.
.
Chiunque in questi ultimi vent’anni abbia seguito le tendenze demografiche della Sardegna ha consapevolezza che l’isola è destinata a perdere popolazione. Il tasso di natalità è di 1.08, uno dei più bassi della Repubblica, quando per mantenere gli attuali 1.600.000 abitanti è indispensabile che sia almeno del 2,10. Non solo, è la piramide dell’età che preoccupa. Un futuro con pochi giovani che dovranno mantenere generazioni sempre più anziane. Molti piccoli paesi resteranno deserti, anche perché la popolazione tende sempre più verso la città. Paesi che perdono scuole, uffici postali, caserme dei carabinieri, Chi può fugge. Un cane che si morde la coda. Si scappa perché non vi è né lavoro né servizi, ma se la popolazione si riduce, si riducono anche questi. Il professor emerito Andrea Saba sulla Nuova Sardegna del 2 di luglio, con un articolo dal titolo “Far rinascere i paesi fantasma con l’agricoltura plurietnica” dà la sua ricetta. Il professore scrive che l’impoverimento demografico è sostanzialmente figlio della crisi dell’agricoltura. Una produzione, a suo avviso, che risente troppo degli sbalzi di prezzo e non riesce a stare sul mercato, con il risultato che gli operatori finiscono per abbandonarla. Saba trova nelle colture no food ed in Matrìca la risposta. Basterebbe che una quota di terreni venisse destinata alla produzione di cardi o di oleaginose, per garantire un reddito che integrerebbe il resto. Aggiunge poi: visto che già rumeni e marocchini sono nelle nostre campagne, bisognerebbe – secondo lui – incentivare una immigrazione controllata di contadini a cui dare terreni e case. Poiché i prezzi a tutt’oggi risultano essere ancora alti, dovrebbe intervenire la regione con un programma specifico. Andrea Saba non è un economista qualsiasi, è stato docente di Economia Industriale alla “Sapienza” di Roma, assistente di Paolo Sylos Labini, laureato a Cambridge, autore di vari studi sullo sviluppo e l’articolo risente della sua posizione “industrialista”. - segue -

Gli OCCHIALI di PIERO

FRANZ KAFKA
“Ma saprà almeno di essere stato condannato?”. “Neppure questo” rispose l’ufficiale, sorridendo all’esploratore, quasi attendesse da lui qualche altra strana confidenza. “No!” disse l’eploratore, passandosi una mano sulla fronte “allora quest’uomo non sa, neppure ora, come è stata accolta la sua difesa?” “Non ha avuto modo di difendersi” disse l’ufficiale, guardando da una parte, quasi parlando fra sé, per non umiliare l’esploratore a raccontargli cose assolutamente ovvie. (Nella colonia penale, 1914).
Franz Kafka nasce il 3 luglio 1883, a Praga e muore, di tubercolosi, nel sanatorio di Kierling vicino a Vienna, il 3 giugno 1924. C’è nei suoi scritti qualcosa di profetico, come indovinasse prima degli eventi tutta la follia del secolo ventesimo (che non finisce ancora). Di famiglia ebrea, due sorelle moriranno nel 1942 nel campo di sterminio di Chelmno; la più piccola, Ottla la sua preferita, morirà ad Auschwitz nel 1943. Il suo nome è diventato un aggettivo per parlare di un mondo senza logica, asfissiato dalla burocrazia, dove uno può trovarsi condannato senza sapere di che cosa è accusato, dove un giovane può svegliarsi una mattina e accorgersi che è diventato un insetto, dove l’intellettuale non è diverso da una scimmia evoluta che parla all’Accademia. Ho avuto, e spero di avere ancora, il privilegio di recitare Relazione per una Accademia: è singolare come la pena per la scimmia derivi precisamente dal fatto che è diventata come un uomo.

GLI OCCHIALI di PIERO

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501414

Commissioni, Luciano Violante,  Emile Zola ed altro ancora…

METTI UNA SERA DIECI DONNE SAGGE…
Pensa che bello se 10 donne sagge si unissero in gruppo e cominciassero a fare programmi e ipotesi di buon governo, e tutti i giorni la pubblica opinione avesse motivo di riflessione sulla disastrosa supponenza degli uomini nella politica.
E invece…
UNA DOMANDA AL GIORNO
Cominciamo con il saggio senatore Gaetano Quagliarello.
Lei che in gioventù è stato repubblicano e poi radicale (molto radicale),
contro il nucleare si impegnò e fu arrestato nella marcia contro la base
americana di La Maddalena, è diventato saggio passando al PDL che vuole
le centrali nucleari?

GLI OCCHIALI di PIERO

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x150141

 

Pesci d’aprile, Aprile, Gaetano Mosca, Edgar Walles, Toshiro Mifune Tribute, Debbie Reynolds, Edmond Rostand…

ABRILE

Eo Abrile so, mes’e incantu
chi semino in sa terra ogni fiore.
In donzi coro risveglio su cantu,
in donzi anima palpitos de amore.
Mi narant sos fideles mese santu,
ch’in abrile e’ rinadu su Segnore:
donzi cosa rinaschet in abrile,
mese suave, amabile, gentile.

 

GLI OCCHIALI di PIERO MARCIALIS

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501414

NUOVE PIAZZE ITALIANE
Piazza della Non Vittoria.
Piazza della Repubblica Terza e Ultima.
Piazza della Discesa in Campo .
Piazza Unità d’Italia Salvo Complicazioni.
Piazza Maggiore o Meglio Proporzionale.
Piazza del Duomo in faccia.
Piazza del Popolo a 10 euro.
Piazza Indipendenza o Federalismo Democratico.
Piazza Pulita o Della Macchina del Fango.
Piazza dei Cavalieri o del Legittimo Impedimento.
Piazza dei Miracoli o Della Restituzione dell’Imu.
Piazza del Mercato o dell’Acquisto di Senatori.
Piazza Marinai d’Italia o della Trasferta in India.

LA RIVOLTA DI ALGHERO
25 marzo 1821. E’ sera. Dopo anni di carestia che li aveva ridotti alla fame, i popolani di Alghero assistono al passaggio verso il porto di carri e cavalli carichi di grano destinato al Continente. Il malcontento diventa rivolta: non solo si scaricano i carri e i cavalli, ma anche il grano già caricato sulla nave. Si assaltano anche i depositi. Il grano viene venduto a prezzo politico alla gente che accorre.
Invano il Regio Delegato e il Governatore con un manipolo di soldati cercano di sedare la rivolta. La mattina del 26 marzo, i rivoltosi, guidati dai fratelli Canellas, bloccano gli ingressi della città.
I commercianti, assediati in casa, cedono le chiavi dei magazzini. Le autorità non tollerano oltre. Scorre il sangue, la repressione è feroce. Di quelle due giornate si è voluto cancellare persino il ricordo.

MINA
Oggi Mina compie 73 anni. Auguri a un’interprete di 1.400 canzoni in oltre 50 anni di carriera, voce che ha accompagnato più di una generazione. Intelligenza superiore, quanto la voce è superiore a tante imposteci dal mercato discografico.

GLI OCCHIALI di PIERO MARCIALIS

OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501
GIOVANNI MARIA ANGIOY
1808, 22 marzo, muore (altri dice 22 o anche 23 febbraio) Giovanni Maria Angioy, in esilio volontario a Parigi dopo il fallimento della rivolta antifeudale del 1796.
Era nato a Bono il 21 ottobre 1751, famiglia di piccola nobiltà terriera. Studia a Sassari e a Cagliari, qui diverrà docente universitario, ricco imprenditore, giudice portavoce della Reale Udienza, salito alle più alte cariche, divenne eroe della rivoluzione sarda. Muore in miseria, sequestrati i suoi beni, assistito dalla vedova Dupont. Non si conosce il sito della sua sepoltura, forse una fossa comune.
DUE MARO’
Ora sì, ora no, ora sì, ora no,
te li do, non te li do, te li do.
ora no, ora sì, ora no, ora sì…
Governo italiano è fatto così.

GLI OCCHIALI di PIERO MARCIALIS

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x150141

20 febbraio 1945. Pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia del Decreto Legislativo luogotenenziale 2-2-1945 n.23

ESTENSIONE ALLE DONNE DEL DIRITTO DI VOTO