EUROPA
Oggi 4 agosto 2025 lunedì

———————————————————————
La vittoria di Trump nella guerra dei dazi
3 Agosto 2025
di Alfonso Gianni – transform italia – Su Democraziaoggi.
La partita dei dazi fra Usa e Ue si è giocata non a caso a Turneberry, in uno dei campi di golf di proprietà di Trump e si può tranquillamente dire che è stata una debacle per gli interessi europei. Ci vuole una buona dose di faccia tosta per affermare, […]
———————————————-
Oggi 31 luglio 2025 giovedì
Prendi nota. Punta de billete. Save the data.

———————————————————————


———————————————————————
Accordo sui dazi: suicidio per l’EU, a spese dei popoli europei
29 Luglio 2025 – Gianfranco Pagliarulo – presidente naz. ANPI
“L’accordo sui dazi, assieme agli altri dispositivi di dipendenza economica e militare dagli Stati Uniti, rappresenta il suicidio dell’Unione europea. Chi ne farà le spese saranno i popoli europei: bassi salari e meno welfare per tutti. Il Modello Sociale Europeo va in soffitta e l’autonomia della UE diventa una chimera. Ci […]
————————
La UE si prostra a Trump. L’alleanza occidentale è una burletta?
29 Luglio 2025 – Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Già la location (come si dice oggi) è tutta un programma. Non in una sede istituzionale ma in un resort di Trump in Scozia, patria della madre. Tra una partita di golf e una passeggiata il presidente col ciuffo comunica alla von der Leyen le sue decisioni. Alla napoletana aveva fissato i dazi al […]
———————————————-
I crimini di Israele. Pulizia etnica dei palestinesi di Gaza

GIDEON LEVY – È CHIARO: ISRAELE HA UN PIANO PER LA PULIZIA ETNICA DEI PALESTINESI DI GAZA
Qualcuno l’ha concepito, si sono discussi pro e contro, sono state suggerite alternative, e tutto si è svolto in sale conferenze climatizzate. Per la prima volta dall’inizio della guerra di vendetta a Gaza, è chiaro che Israele ha un Piano, ed è di vasta portata.
Di Gideon Levy – 20 luglio 2025
Adolf Eichmann iniziò la sua carriera Nazista come capo dell’Agenzia Centrale per l’Emigrazione Ebraica presso l’agenzia di sicurezza incaricata di proteggere il Reich. Joseph Brunner, padre del direttore del Mossad David Barnea, aveva tre anni quando fuggì dalla Germania Nazista con i suoi genitori, prima che il Piano di evacuazione fosse attuato.
Pace e Guerra: niente pace mentre la guerra infuria nel mondo. E a Domusnovas si costruiscono armi di morte.
APPELLO alla Chiesa sarda e ai cattolici sardi.
Riceviamo e pubblichiamo la lettera del Segretario generale della CSS – Confederazione Sindacale Sarda, Giacomo Meloni, anche a nome di altre organizzazioni sindacali, politiche, culturali, sulla vicenda della fabbrica di bombe, ribattezzata fabbrica di morte, RWM di Domusnovas.
————————————-
Questo è un mio pressante messaggio, rivolto ai 20 sacerdoti, un Arcivescovo ed un Vescovo emeriti, con cui ho mantenuto nel tempo fruttuosi contatti, stima e affetto reciproco.
Carissimi,
nei giorni scorsi vi ho inviato un Appello per la Pace ed il Disarmo nel Mondo con le parole del compianto Papa Benedetto Francesco e dell’attuale Papa Leone XIV.
La Confederazione Sindacale Sarda-CSS, unitamente ai Movimenti: Sardegna Pulita, Donne Ambiente Sardegna, Assotziu Consumadoris de Sardigna,ASARP, Liberi Agricoltori e Pastori de Sardigna, Ufficio Studi G.Maria Angioy della CSS, War for free di Iglesias, Comitato per la riconversione RWM/Italia di Domusnovas/Iglesias ed altri, hanno organizzato per
Venerdì 1 Agosto 2025 alle ore 19
una fiaccolata davanti alla recinzione della fabbrica RWM di Domusnovas/Iglesias, della quale da anni chiedono la riconversione da Fabbrica di bombe e distruzione di massa a Fabbrica di cose utili per la vita, ripudiando la fabbrica di ordigni micidiali che provocano morte.
Lunedì 14 luglio 2025

—————————————————-

——————————————————————-
Bombe e profitti? No grazie. Presidio di protesta il 14 a Cagliari
13 Luglio 2025, su Democraziaoggi.
La guerra, con le sue pretese oscene, bussa anche alla porta degli uffici regionali responsabili della protezione del territorio, dell’ambiente, della salute e della sicurezza della popolazione di una Sardegna sempre più coinvolta nel conflitto in corso.
L’isola è diventata l’epicentro nel Mediterraneo della preparazione alla guerra degli eserciti NATO, con una crescita impressionante di uomini, mezzi, […]
—————————————————————
Decadenza Todde, dalla nobiltà del dramma politico alla miseria della farsa giudiziaria
14 Luglio 2025. Fernando Codonesu su Democraziaoggi.
Il tema della decadenza della Todde è una questione politica non un caso giudiziario.
Non sono un giurista e credo che questo status sia paradossalmente un vantaggio nell’analizzare il caso Todde e dire la mia. Questo perché da elettore, impegnato sul fronte politico culturale […]
—————————————————————-
Il cattolicesimo borghese e il buon samaritano – di Rocco D’Ambrosio su PoliticaInsieme.
https://www.politicainsieme.com/il-cattolicesimo-borghese-e-il-buon-samaritano-di-rocco-dambrosio/
—————————————————————-
E’ morto Emilio Molinari, un compagno sempre e per sempre militante della Sinistra /senza aggettivi.
Emilio e sua moglie Tina durante la Carovana per il diritto all’acqua in Kurdistan, in occasione del Newroz nel 2009.

Apprendiamo da un articolo sulla News Sbilanciamoci che il 4 luglio è morto Emilio Molinari. Compagno di lunga data, quantunque più anziano di me, una parte della sua biografia coincide con la mia. Lui proveniente da Avanguardia Operaia, io dal Movimento Politico dei Lavoratori, finimmo per militare negli stessi partiti, il Pdup di Vittorio Foa e Silvano Miniati prima e successivamente Democrazia Proletaria. Fummo, in tempi diversi, entrambi consiglieri comunali di Democrazia Proletaria, io al Comune di Cagliari, lui a quello di Milano. Emilio divenne poi europarlamentare per un solo anno (1984-1985), in quanto si dimise scegliendo di fare il consigliere regionale della Lombardia.
Rete Nazionale delle Donne per la Pace: “10, 100, 1.000 PIAZZE”
Comunicato Stampa
“10, 100, 1.000 PIAZZE”
Il 26 giugno dalle 18.00 alle 20.00 la Rete Nazionale delle Donne per la Pace farà una manifestazione in molte piazze d’Italia.
In Sardegna la Rete Donne per la Pace sarà presente in 3 città: a Cagliari in Piazza Costituzione, a Oristano in Piazza Eleonora, a Sassari in Piazza Tola.
Oggi venerdì 23 maggio 2025

Il governo di Israele è fuori dal diritto internazionale e dalle regole di umanità e così i governi e le istituzioni (come l’Italia e la UE) che non lo sanzionano
22 Maggio 2025 su Democraziaoggi
Andrea Pubusa
Basta leggere la nostra Costituzione e le Carte internazionali per sapere che al centro degli ordinamenti e dell’azione dei paesi civili c’è il rispetto della persona e la promozione dei suoi diritti inalienabili. Non occorre lunga discussione per mostrare che il governo di Israele ha superato da molto e abbondantemente queste prescrizioni normative e […]
———————————————
Oggi giovedì 22 maggio 2025


ANPI: congelare accordo UE/Israele
21 Maggio 2025 su Democraziaoggi
«Fin dal 2024 l’ANPI e tante altre associazioni avevano chiesto all’Unione Europea e al governo italiano di sospendere l’accordo di cooperazione commerciale con Israele sottoscritto nel 2000, perché esso è vincolato al rispetto dei diritti umani. Finalmente, sia pur con gravissimo ritardo, la maggioranza dei Paesi europei ha manifestato l’intenzione di congelare tale accordo, anche […]
Tre mandati, meglio no
21 Maggio 2025. Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Si discute molto dell’opportunità di consentire i tre mandati a livello regionale. La questione investe anche i comuni. C’è una forte spinta degli interessati che incidono anche sulle posizioni dei partiti. I favorevoli invocano la sovranità popolare, affermando che, in fondo, è il corpo elettorale che deve decidere se eleggere o meno un candidato […]
E’ il Papa della gioia

di Raniero La Valle

Cari Amici,
prima di quanto potessimo aspettarcelo, abbiamo avuto un papa nuovo, che ha lenito il dolore per la morte di papa Francesco. Noi lo abbiamo salutato come “il Papa della gioia“, perché ci ha detto che il male non prevarrà. E ci ha colpito la gioia con cui è stato accolto da parte di tutti: a cominciare dai cardinali che lo avevano eletto e lo hanno attorniato sul balcone di piazza san Pietro, per ascoltare il suo primo saluto in cui in 100 secondi per dieci volte ha fatto appello alla pace.
Che significa questa gioia, esplosa in piazza san Pietro e nel mondo? Inaspettata com’era, ci è apparsa come un segno dei tempi. E che tempi sono questi? Secondo papa Leone i tempi saranno buoni, se noi li viviamo bene. Ma, citando sant’Agostino, che è a monte della sua spiritualità, ha affermato che “noi siamo i tempi”. E questo lo ha detto ai giornalisti, per esortarli a stare nella storia, e questo è un cimento anche per noi, dato che ciascuno è responsabile di tutto. E l’altra esortazione, rivolta ai giornalisti ma valida per tutti, è che anche la parola deve essere “disarmata e disarmante”, come la pace, non viziata e faziosa: perché tutto comincia dalla parola, “in principio era la Parola”, appunto.
Ma i tempi sono anche cattivi. C’è un Barbaro insediato alla Casa Bianca e c’è in corso una guerra pericolosissima a due passi da noi, addirittura contro la Russia, una guerra che come tutte le guerre si vorrebbe che finisse al più presto, e che invece l’Europa fa di tutto perché non finisca; e c’è un genocidio che non si può chiamare tale, perché se no chi lo sta facendo si offende.
Per questo è una gran cosa che sia arrivato un Papa così. Viene dall’America, anzi dalle due Americhe, insieme periferia e centro del mondo; e ci ha detto che dobbiamo tenerci per mano, tutti gli uomini, tutti i popoli, mano nella mano con la mano di Dio: e ha gridato: “mai più la guerra”, esprimendo una continuità nel servizio petrino mai venuta meno da Giovanni XXIII in poi.
Ma questa volta c’è una novità nella ricezione di questa parola, finora inascoltata da tutti i potenti. E la novità è che ora un potente sembra d’accordo, e riprende la motivazione che fu di papa Giovanni: tutti i Papi hanno denunciato l’inumanità della guerra, la sua crudeltà, il suo essere sempre una sconfitta, come da ultimo diceva papa Francesco, motivi molto congeniali al ministero papale; ma papa Giovanni aveva dato il motivo nuovo e più moderno del ripudio della guerra (“in questa età”, precisava la “Pacem in terris”): il motivo era che essa è “fuori della ragione”, cioè è da dementi. Ed ecco che due giorni dopo Trump dice a Zelensky e a Putin: “fate finire questa stupida guerra”: finire la guerra non solo perché è malvagia, ma soprattutto perché è stupida: “Ho un messaggio per entrambi: fate finire questa stupida guerra. Stiamo perdendo cinquemila soldati a settimana, sia russi che ucraini”.
Per questo se ne può uscire: perché è così stupida da travolgere e punire prima di tutto chi la fa, e tanto più se la fa “senza ragione”. In questo senso oggi il più stupido di tutti è Zelensky, che si è tirato addosso e ha voluto continuare a tutti i costi una guerra che non gli toccava affatto e per la quale ha dato in olocausto il suo Paese; ma tutte le guerre dal Novecento in poi sono state stupide rovesciandosi contro i loro autori: gli Imperi centrali nella prima guerra mondiale, Hitler, Mussolini, il Giappone, tutti suicidi, la guerra del Vietnam, l’Iraq (le due Torri!), l’Afghanistan, la Libia, e naturalmente l’Ucraina, per non parlare di Gaza.
E qui c’è una logica nel fatto che a proclamare la follia della guerra sia il più folle dei governanti di oggi. Se Trump non vuole la guerra, non è perché la giudica cattiva (se no non manderebbe armi a Israele), ma perché è stupida, non fa “grande” l’America, costa un sacco di soldi e mette a rischio il dollaro: e lui lo comprende perché è un folle lucido più degli altri, e preferisce non il burro, ma i dazi ai cannoni. Perciò ora possiamo sperare che almeno la guerra d’Ucraina pur all’insaputa dell’Europa illuminista, e nonostante l’Europa, stupida com’è, finalmente, finisca.
Di seguito pubblichiamo il discorso di Papa Leone XIV ai giornalisti. Nel sito Prima Loro un’intervista all’Unità su papa Leone XIV.
Con i più cordiali saluti,
da “Prima Loro” (Raniero La Valle).
———————————————-

Incontro con i Rappresentanti dei Media convenuti a Roma per il Conclave, 12.05.2025
[B0309]
Alle ore 11.00 di questa mattina [12.05.2025], nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Leone XIV ha incontrato i Rappresentanti dei Media convenuti a Roma per il Conclave.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto loro:
Discorso del Santo Padre
Buongiorno! Good morning, and thank you for this wonderful reception! They say when they clap at the beginning it doesn’t matter much… If you are still awake at the end, and you still want to applaud… Thank you very much!
[traduzione italiana: Buongiorno e grazie per questa bellissima accoglienza! Dicono che quando si applaude all’inizio non vale granché! Se alla fine sarete ancora svegli e vorrete ancora applaudire, grazie mille!]
Fratelli e sorelle!
Do il benvenuto a voi, rappresentanti dei media di tutto il mondo. Vi ringrazio per il lavoro che avete fatto e state facendo in questo tempo, che per la Chiesa è essenzialmente un tempo di Grazia.
Nel “Discorso della montagna” Gesù ha proclamato: «Beati gli operatori di pace» (Mt 5,9). Si tratta di una Beatitudine che ci sfida tutti e che vi riguarda da vicino, chiamando ciascuno all’impegno di portare avanti una comunicazione diversa, che non ricerca il consenso a tutti i costi, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla. La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza: dobbiamo dire “no” alla guerra delle parole e delle immagini, dobbiamo respingere il paradigma della guerra.
Permettetemi allora di ribadire oggi la solidarietà della Chiesa ai giornalisti incarcerati per aver cercato di raccontare la verità, e con queste parole anche chiedere la liberazione di questi giornalisti incarcerati. La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle Nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa.
Grazie, cari amici, per il vostro servizio alla verità. Voi siete stati a Roma in queste settimane per raccontare la Chiesa, la sua varietà e, insieme, la sua unità. Avete accompagnato i riti della Settimana Santa; avete poi raccontato il dolore per la morte di Papa Francesco, avvenuta però nella luce della Pasqua. Quella stessa fede pasquale ci ha introdotti nello spirito del Conclave, che vi ha visti particolarmente impegnati in giornate faticose; e, anche in questa occasione, siete riusciti a narrare la bellezza dell’amore di Cristo che ci unisce tutti e ci fa essere un unico popolo, guidato dal Buon Pastore.
Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità. La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia. Come ci ricorda Sant’Agostino, che diceva: “Viviamo bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi” (cfr Discorso 80, 8).
Grazie, dunque, di quanto avete fatto per uscire dagli stereotipi e dai luoghi comuni, attraverso i quali leggiamo spesso la vita cristiana e la stessa vita della Chiesa. Grazie, perché siete riusciti a cogliere l’essenziale di quel che siamo, e a trasmetterlo con ogni mezzo al mondo intero.
Oggi, una delle sfide più importanti è quella di promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla “torre di Babele” in cui talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi. Perciò, il vostro servizio, con le parole che usate e lo stile che adottate, è importante. La comunicazione, infatti, non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto. E guardando all’evoluzione tecnologica, questa missione diventa ancora più necessaria. Penso, in particolare, all’intelligenza artificiale col suo potenziale immenso, che richiede, però, responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti, così che possano produrre benefici per l’umanità. E questa responsabilità riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali.
Cari amici, impareremo con il tempo a conoscerci meglio. Abbiamo vissuto – possiamo dire insieme – giorni davvero speciali. Li abbiamo, li avete condivisi con ogni mezzo di comunicazione: la TV, la radio, il web, i social. Vorrei tanto che ognuno di noi potesse dire di essi che ci hanno svelato un pizzico del mistero della nostra umanità, e che ci hanno lasciato un desiderio di amore e di pace. Per questo ripeto a voi oggi l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra. Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana.
Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace.
Grazie a tutti voi. Che Dio vi benedica!
[00533-IT.02] [Testo originale: Italiano]
————————————————

Oggi lunedì 12 maggio 2025


—————————————————
Trattative in Turchia. Miracolo di Leone o di Donald? Speriamo bene. L’importante è che von der Leyen & C. stiano alla larga
11 Maggio 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Lo so che sarò accusato di putinismo, ma da Mosca giungono buone notizie. Posso dire meglio che a Kiev, dove i volenterosi, ridicolmente, dopo aver perso sempre, minacciano sanzioni a Mosca, se non tratta? In realtà, le trattative ci sono già state in Turchia nel 2022, poco dopo l’inizio della guerra, ed erano giunte […]
———————————————












AService Studio