I giovani sardi scoprono l’agricoltura. Ci vuole più formazione e professionalità. Convegno finale del progetto Isidoro Cultivar

Isidoro  Cultivar conv 1BlogoSocial_parole-condivise2 Venerdì 4 dicembre Convegno di chiusura del Progetto formativo Isidoro Cultivar. Alla Fiera Internazionale della Sardegna.
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I giovani sardi scoprono la campagna
di Alessandro Zorco – 16 novembre su BLOG O SOCIAL
Molti sono laureati, ma anziché aprirsi uno studio da avvocato, da commercialista o da ingegnere hanno deciso di cambiare stile di vita e puntare sul lavoro in campagna. Molti sono ragazzi che continuano l’attività dei genitori, magari con un po’ di innovazione. Altri sono agricoltori di prima generazione. Negli ultimi anni circa 70 mila giovani in tutta Italia hanno scelto il lavoro in campagna. In Sardegna dal 2011 al 2014 gli imprenditori agricoli under 35 sono quasi raddoppiati, passando da 252 a 470. Da una recente indagine della Coldiretti risulta che nel 2015 i giovani agricoltori siano ulteriormente aumentati del 35% nell’isola e il 50% degli imprenditori agricoli di prima generazione sono laureati. Segno che la reputazione dell’agricoltura nel sentire comune sta cambiando profondamente: secondo i dati della Coldiretti, sale infatti al 57% la percentuale dei giovani sardi che preferiscono gestire un agriturismo piuttosto che fare l’impiegato in banca (18%), mentre un genitore su 3 (il 29%) consiglia al proprio figlio di fare l’agricoltore.
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«Questi dati testimoniano il fatto che l’agricoltura è un settore trainante», ha dichiarato il presidente regionale della Coldiretti Battista Cualbu in occasione della sessantacinquesima Giornata del ringraziamento tenutasi a Cagliari nello scorso weekend, durante la quale la Coldiretti ha chiesto alla politica regionale una «maggiore attenzione e sostegno» ad un settore trainante come quello agricolo.

«La crisi degli ultimi otto anni ha portato molti a rifugiarsi nella campagna», ha spiegato il segretario generale della Cisl sarda, Oriana Putzolu. «Gli agricoltori divengono destinatari di molte responsabilità: sentinelle del creato, produttori di un’agricoltura remunerativa, riferimento socioculturale del territorio. Questa molteplicità di ruoli ha bisogno di essere interpretata in chiave moderna e la significativa presenza di tanti giovani richiama le forze politiche e di governo, soprattutto in Sardegna, a mettere in campo misure in grado di sostenere gli impianti agricoli e agroindustriali e la gestione delle attività».

I fondi regionali per la campagna

La riscoperta del mondo agricolo si legge peraltro anche nelle risorse stanziate dal POR per l’Italia: dai 16 miliardi e mezzo del periodo 2007/2013 si è passati ai 20 miliardi per il 2014/2020 con un Piano di sviluppo rurale che dà alla campagna sarda la dotazione di un miliardo e 300 milioni.

Nel suo intervento alla manifestazione, organizzata dalla CEI in collaborazione con le maggiori organizzazioni agricole di ispirazione cristiana, l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha, ricordato il ruolo fondamentale che da secoli i pastori e gli agricoltori hanno nella custodia e nella cura dei territori della nostra Isola. «Un ruolo riconosciuto e valorizzato – ha aggiunto – dal nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020 che mette alla base del suo progetto il tema della terra come bene comune”. Ricordando i tanti giovani che stanno scegliendo il lavoro in campagna, l’assessore ha illustrato il risvolto etico che accompagna il nuovo PSR: «Il messaggio di Papa Francesco a Expo è stato: “si deve lavorare per garantire il cibo a tutti i cittadini del mondo, ma si deve garantire che questo accada anche per le prossime generazioni”. E solo con un atteggiamento responsabile questo sarà possibile. Il risvolto etico della nuova programmazione, la sua anima, è tutta racchiusa nel concetto di qualità agroalimentare che deve venire dalle nostre campagne. La ricchezza che contraddistingue i prodotti sardi nei mercati internazionali viene dalla qualità ambientale, che ci permette di coltivare e realizzare cibi sani».

Una testimonianza diretta è stata infine data da Valentina Dessì, giovane segretaria dell’Ugc Cisl: “Bisogna ritornare a su connottu – ha detto – e convogliare i giovani facendogli capire che la campagna può regalare tanto”.
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