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Auguri, Auguri, Auguri! Trasformare il mondo per salvarlo. Il comune campo di impegno per l’umanità tracciato dalla Laudato si’ e dall’Agenda Onu 2030 sullo sviluppo sostenibile.

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Venerdì 20 dicembre nell’aula del Consiglio comunale di Cagliari è stato presentato il dossier 2019 della Caritas della Diocesi di Cagliari. Presenti con un numeroso pubblico il presidente del Consiglio comunale Edoardo Tocco, il sindaco Paolo Truzzu, il prefetto Bruno Corda e l’arcivescovo Arrigo Miglio. Con la regia di don Marco Lai e di Maria Chiara Cugusi, dopo gli interventi delle autorità, la relazione sui contenuti del dossier è stata tenuta da Franco Manca. Mons. Franco Puddu ha invitato tutti alla Marcia nazionale per la Pace che si terrà a Cagliari martedì 31 dicembre. Ha concluso i lavori don Marco Lai che ha ringraziato tutti, ma, in modo particolare l’arcivescovo Arrigo Miglio, che, come si sa, ha chiuso il suo mandato pastorale di titolare Chiesa di Cagliari per raggiunti limiti di età, rimanendone vescovo emerito. I presenti hanno tributato un lungo e caloroso applauso, un’autentica standing ovation, al Vescovo Miglio.
Torneremo sul rapporto. Intanto anticipiamo il contributo presente nel volume del direttore Franco Meloni.
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Trasformare il mondo per salvarlo. Il comune campo di impegno per l’umanità tracciato dalla Laudato si’ e dall’Agenda Onu 2030 sullo sviluppo sostenibile.
di Franco Meloni
“Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti”. Così cantava Fabrizio De André in una delle sue canzoni più “dure” e “politicamente impegnate”(1), con la quale se la prendeva con i benpensanti incuranti delle ragioni del movimento della contestazione studentesca e operaia del 1968. Si tratta di un’invettiva che mi piace condividere con i lettori, separandola arbitrariamente dai fatti del passato a cui si riferisce, perché credo ben si attagli all’atteggiamento odierno di “indifferenza generalizzata” davanti a quanto sta succedendo al nostro Pianeta, attraversato da una crisi climatica ed ecologica, tanto grave e urgente da esserne minacciata la stessa sopravvivenza. Questo atteggiamento negativo riguarda innanzitutto i governanti degli Stati, a tutti i livelli, ma ad essi purtroppo si accompagna quello della stragrande maggioranza degli abitanti del Globo, noi compresi. Non voglio qui sminuire l’importanza delle reazioni alla situazione della Terra, tese a contrastarne la deriva di autodistruzione, sia per quanto attiene ai responsabili politici (e, in generale, alle classi dirigenti), sia ai cittadini, singoli e associati. Per quanto riguarda i primi, possiamo citare gli impegni presi dagli Stati nelle varie Conferenze internazionali sui cambiamenti climatici (2), e con l’Agenda Onu 2030, sulla quale mi soffermerò (3); mentre per i secondi basta rammentare le lotte dei movimenti ecologici in tutto il mondo, come quello encomiabile dei ragazzi di Fridays For Future (4). Queste iniziative vanno valorizzate e anche enfatizzate essendo precisamente nella giusta strada, ma emerge la loro complessiva inadeguatezza, rispetto alla gravità e urgenza dei problemi, così come avvertono gli scienziati competenti per materia e dotati di sensibilità culturale e sociale. 
Laudato si’. L’approccio dell’ecologia integrale.
Su dette problematiche, che costituiscono una costante preoccupazione del suo pontificato fin dal suo insediamento, Papa Francesco ha scritto la “Laudato si’. Lettera enciclica sulla cura della casa comune”, datata 24 maggio 2015, autentica pietra miliare dalla quale il Papa continuamente riparte con piccole e grandi iniziative, tra le quali ultime l’istituzione della «Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato» il primo settembre di ogni anno, con le connesse iniziative del «Tempo del Creato» (5), e lo storico Sinodo sull’Amazzonia, celebrato a Roma dal 6 al 27 ottobre 2019. La Laudato si’ è oggetto di studio e approfondimenti in tutto il mondo; costituisce un testo di riferimento che unifica credenti e non credenti (6) nell’impegno per la “Casa comune”. Sono innumerevoli le iniziative in tal senso e anche noi nella nostra come nelle altre Diocesi della Sardegna, abbiamo fatto e facciamo la nostra parte. Tuttavia sentiamo l’insufficienza di tale attività e di conseguenza la necessità di aumentare gli sforzi e il coinvolgimento di più soggetti. E’ anche questo lo scopo del presente articolo, nel quale non mi soffermo tanto sull’Enciclica, che comunque ne costituisce assoluto riferimento, quanto sulle iniziative “laiche” che sono consonanti con l’impostazione complessiva della stessa. Il documento laico più vicino all’Enciclica, che ha analogo “respiro”, è appunto l’Agenda Onu 2030. Vedremo più avanti. Intanto ci piace riportare dalla Laudato si’ l’appello di Papa Francesco, che ne sintetizza lo scopo ultimo, unendo le preoccupazioni alla Speranza sostenuta dal riconoscimento di quanto di positivo già si fa. (Laudato sì’, 13, 14) “13. La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona (…). L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo. (…) 14. Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta (…) Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche.(…)”.
Dell’Enciclica voglio rimarcare in modo particolare un concetto chiave, quello dell’ECOLOGIA INTEGRALE. Dice il Papa (Laudato si’, 137):  ”Dal momento che tutto è intimamente relazionato e che gli attuali problemi richiedono uno sguardo che tenga conto di tutti gli aspetti della crisi mondiale, propongo di soffermarci adesso a riflettere sui diversi elementi di una ecologia integrale, che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali.”. Dunque: l’ECOLOGIA AMBIENTALE, ECONOMICA E SOCIALE, l’ECOLOGIA CULTURALE, l’ECOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA, IL PRINCIPIO DEL BENE COMUNE, LA GIUSTIZIA TRA LE GENERAZIONI, tutti ingredienti compresi nell’accezione “Ecologia integrale”, che come vedremo, vengono puntualmente ripresi nell’Agenda Onu 2030, forse senza un confortevole respiro religioso, ma tale è il valore aggiunto che caratterizza il sentire dei credenti e non solo (6). Vi invito a soffermarvi innanzitutto sul “preambolo” del documento dell’ONU, proprio per evidenziarne la consonanza con la Laudato si’ (che lo ha preceduto), quasi come risposta concreta all’appello del Papa, anzi sembra davvero che lo abbia scritto lui, sicuramente, penso io, ha contribuito ad ispirarlo.
Trasformare il nostro mondo: l’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo Sostenibile approvata il 25 settembre 2015, dall’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
“PreamboloQuest’Agenda è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Essa persegue inoltre il rafforzamento della pace universale in una maggiore libertà. Riconosciamo che sradicare la povertà in tutte le sue forme e dimensioni, inclusa la povertà estrema, è la più grande sfida globale ed un requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile. Tutti i paesi e tutte le parti in causa, agendo in associazione collaborativa, implementeranno questo programma. Siamo decisi a liberare la razza umana dalla tirannia della povertà e vogliamo curare e salvaguardare il nostro pianeta. Siamo determinati a fare i passi audaci e trasformativi che sono urgentemente necessari per portare il mondo sulla strada della sostenibilità e della resilienza. (…) . PersoneSiamo determinati a porre fine alla povertà e alla fame, in tutte le loro forme e dimensioni, e ad assicurare che tutti gli esseri umani possano realizzare il proprio potenziale con dignità ed uguaglianza in un ambiente sano. PianetaSiamo determinati a proteggere il pianeta dal degradazione, attraverso un consumo ed una produzione consapevoli, gestendo le sue risorse naturali in maniera sostenibile e adottando misure urgenti riguardo il cambiamento climatico, in modo che esso possa soddisfare i bisogni delle generazioni presenti e di quelle future. ProsperitàSiamo determinati ad assicurare che tutti gli esseri umani possano godere di vite prosperose e soddisfacenti e che il progresso economico, sociale e tecnologico avvenga in armonia con la natura. PaceSiamo determinati a promuovere società pacifiche, giuste ed inclusive che siano libere dalla paura e dalla violenza. Non ci può essere sviluppo sostenibile senza pace, né la pace senza sviluppo sostenibile. CollaborazioneSiamo determinati a mobilitare i mezzi necessari per implementare questa Agenda attraverso una Collaborazione Globale per lo sviluppo Sostenibile, basata su uno spirito di rafforzata solidarietà globale, concentrato in particolare sui bisogni dei più poveri e dei più vulnerabili e con la partecipazione di tutti i paesi, di tutte le parti in causa e di tutte le persone.”
Occorre evidenziare il carattere fortemente innovativo dell’Agenda, nella misura in cui si basa su un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo (in particolare di quello egemone capitalistico neo liberista), non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. Si afferma pertanto una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo. Tutti i Paesi – senza distinzioni tra Paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo, anche se evidentemente le problematiche possono essere diverse a seconda del posizionamento socio-economico – devono impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli SDGs entro il 2030. Rispetto a tali parametri, ciascun Paese viene valutato periodicamente sui risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato dall’Onu e dagli Stati nazionali, auspicabilmente sostenuto dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali. L’attuazione dell’Agenda richiede pertanto un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese alle pubbliche amministrazioni, dalla società civile, al volontariato e alle entità del terzo settore, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura. 
In questo intervento non mi occupo dei risultati conseguiti (a oltre quattro anni dal varo dell’Agenda), preferendo rimanere sui dati informativi dell’iniziativa. Dobbiamo constatare peraltro che tuttora permane una scarsa conoscenza dell’Agenda (così pure della Laudato si’) per cui è necessario incrementarne la diffusione e le iniziative di sensibilizzazione a tutti i livelli e in ogni possibile circostanza. Ci saranno sicuramente altre occasioni per effettuare opportune valutazioni, a cui non mancheremo. Per l’Italia i check-up annuali sono curati (a partire dal 2016) dall’ASviS, ultimo relativo al 2019 è stato presentato il 4 ottobre 2019 (8).
Goals e Targets (Obiettivi e Traguardi)
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