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Cagliari e cagliaritani: nella preistoria le nostre radici

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img_5021L’occupazione preistorica del Capo Sant’Elia a Cagliari
di Carla Deplano

Le radici di un lontano passato antecedente le fasi storiche della colonizzazione fenicio-punica e romana del promontorio si riferiscono a stazioni preistoriche neolitiche ed eneolitiche inquadrabili in sequenze culturali comprese tra il VI e il I millennio a. C.

Perlustrazioni e indagini ancorché saltuarie parziali e distanziate nel tempo hanno rilevato, a partire dall’Ottocento, tracce di strati archeologici e reperti ceramici litici e metallurgici che coprono un arco temporale che va dal Neolitico antico al Bronzo medio-recente e prima età del Ferro.
I primi nuclei antropici paleosardi erano dislocati a macchia di leopardo in un territorio molto esteso compreso tra la linea di costa, i colli e le pianure retrostanti. Dediti alla caccia e allo sfruttamento della pesca lungo le coste e nelle acque fluviali e lagunari, tali comunità erano verosimilmente collegate ad altri gruppi che praticavano l’allevamento e l’agricoltura nelle pianure circostanti e commerciavano manufatti di pietra, ceramica e metallo.
In alcune grotte naturali presenti capillarmente nel promontorio e abitate fin dal Neolitico antico si deduce un uso cultuale e funerario per la presenza di pittogrammi, coppelle e sepolture. Accanto a queste insistevano insediamenti all’aperto affacciati sulla costa e sugli stagni pescosi, testimoniati da fondi di capanne di pianta circolare e rettangolare.
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