Monthly Archives: marzo 2020

Anpi provinciale di Cagliari sull’emergenza Coronavirus

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Oggetto: Agli organi di stampa
Oggetto: posizione dell’ANPI Provinciale sull’emergenza Coronavirus
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RIFLESSIONI ESSENZIALI: «La differenza più importante non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa ai grandi interrogativi dell’esistenza»

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Una riflessione condivisa dal filosofo Norberto Bobbio e dal cardinale Carlo Maria Martini.

Che succede?

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IL VIRUS E LA PASQUA 2020
22 Marzo 2020 su C3dem.
Gianni Cardinale, “Indulgenza e assoluzioni ai malati. Ecco le regole” e “Come cambia il triduo pasquale” (Avvenire). Il card. Mauro Piacenza: “L’indulgenza, un grande manto di misericordia in quest’ora di crisi” (intervista a Vatican News). Il teologo Roberto Repole, “Riscoperta la gratuità del perdono” (intervista a Avvenire). Il commento di Andrea Grillo, “Stile curiale e sguardo sul reale” (come se non). ANCORA CHIESE APERTE O CHIUSE? Enzo Bianchi, “La forza della carità cristiana” (La Stampa). Vito Mancuso, “Se la chiesa chiude le porte” (Repubblica). Andrea Grillo e Mauro Festi, “La liturgia in quarantena e un modello di celebrazione” (come se non). Ghislain Lafont, “L’eucarestia oltre le abitudini” (Settimana News, in sostegno al qui già postato Francesco Cosentino, “Chiesa italiana: un’occasione”). Enrico Peyretti, “Chiesa più sacramentale o spirituale?” (Settimana News).
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IL VIRUS E GLI ULTIMI. L’ECONOMIA, LA DEMOCRAZIA, IL FUTURO
22 Marzo 2020 by Forcesi | su C3dem.

Tempo obbligato di riflessione

RIFLESSIONI ESSENZIALI: «La differenza più importante non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa ai grandi interrogativi dell’esistenza»
f6d36c1b-fd4d-488c-93af-12f902f71745Libertà, politica, comunicazione, cattolici: quattro spunti di riflessione nei giorni del virus
18 Marzo 2020 by sammarco | su C3dem
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[C3dem] Con questo intervento intendiamo sollecitare una riflessione a più voci sull’impatto che il Coronavirus sta avendo e avrà sulla nostra vita, sul nostro domani. Chi vorrà portare un suo contributo, un pensiero, una suggestione dovrà utilizzare l’apposito spazio, qui accanto, nell’home page del sito, dove già un primo contributo è pervenuto: quello di Vittorio Sammarco

Mentre combattiamo questa inaspettata e difficilissima battaglia contro il virus; mentre piangiamo le vittime e solidarizziamo con i malati, con chi li cura eroicamente, con chi rimane più solo, con chi rischia di perdere il lavoro o subisce ingenti danni economici; mentre nutriamo speranza per la fine del contagio e per le misure dello Stato e delle altre istituzioni a favore dei cittadini; mentre ammiriamo chi riesce comunque a stare vicino a chi soffre, a prendersi cura dei più fragili, dei bambini, dei giovani, degli studenti; mentre ringraziamo chi offre aiuto materiale, morale e spirituale (non di solo pane vive l’uomo…); mentre ci incoraggiamo a rispettare le regole, per il bene nostro e di tutti; mentre viviamo tutto questo e molto altro; quante riflessioni, pensieri, osservazioni si stanno moltiplicando, sui media, in rete, fra le persone! E’ importantissimo che ciò avvenga: gli esseri umani non sono fatti solo per subire la realtà ma per ragionare su di essa e cercare di imprimerle una direzione, sperabilmente in direzione del bene, del giusto e del bello (anche se la storia, anche di questi giorni, ci insegna che purtroppo spesso non è così, se pensiamo alle tante guerre, al conflitto in Siria e alla tragedia dei profughi respinti alle porte dell’Europa).
E allora, senza alcuna pretesa, vorrei aprire questo spazio di dibattito che molto opportunamente gli amici della redazione del portale c3dem hanno aperto con alcune annotazioni, tra le tante possibili, molto parziali.
Primo tema: la libertà. Le misure per il contrasto al virus sono, con tutta evidenza, misure che comprimono la libertà personale, innanzitutto quella di movimento, con punte drammatiche come quelle purtroppo resesi obbligatorie nelle aree di focolaio. C’è anche chi sta ragionando su questo dilemma: fino a che punto si può comprimere la libertà sulla base di decreti governativi? Ma non ho le competenze per esprimermi su tale complesso nodo. Quello che vorrei invece sottolineare, anche se può apparire paradossale, è che questa compressione di libertà non sarebbe possibile senza la libertà stessa, intesa come libera scelta delle persone. Non bastano infatti qualche sanzione e qualche minaccia: se improvvisamente i cittadini non aderissero, pur sapendo di pagare un alto prezzo, alle ordinanze, e decidessero, per assurdo, di ribellarsi tutti assieme e di uscire di casa e aprire negozi e ristoranti ecc., come se nulla fosse, nessun decreto e probabilmente nessuna forza di polizia potrebbe arrestare il fenomeno, se non con una svolta autoritaria e atti di violenza illegittimi. Dunque, dentro il concetto di libertà ci sta anche la libertà di autolimitare se stessi, obbedendo a un ordine e fidandosi di esso, per il bene proprio e degli altri. Si dirà: lo si è sempre saputo ed è sempre stato così. Vero, ma forse questo passaggio drammatico ci porta a considerarlo con maggiore profondità. In questo senso, l’autolimitazione collettiva della libertà può anche essere un segno di maturità democratica e potrebbe rivelarsi importante anche per future scelte, meno drammatiche e non così altrettanto cogenti nell’immediato: ad esempio per l’uso dei mezzi privati e dell’energia, per lo spreco di risorse, per il consumo compulsivo… Aggiungo: la libertà di comunicare (vedi punto successivo) forse si dimostra oggi davvero fondamentale: cosa vorrebbe dire starsene isolati senza poter comunicare con gli altri e col mondo esterno? In questo senso, una riflessione non solo sulla libertà come concetto generale ma sulle libertà, al plurale, che contano davvero nella nostra vita forse varrebbe la pena di essere condotta.
Secondo tema: la politica. Sappiamo quanto negli ultimi decenni la centralità della politica è stata via via erosa da altre dimensioni, in primis quella economica. Insieme a questo, le istituzioni e chi le rappresenta sono stati spesso aspramente criticati (in diversi casi per giuste e motivate ragioni), fino quasi a forme di rifiuto radicale. In queste situazioni di crisi, riscopriamo tutti che le istituzioni servono (il che non vuol dire che non sbaglino), che non si può vivere o convivere senza la politica, e che i mercati da soli non sono in grado di rispondere a situazioni come quella che stiamo vivendo, salvo accettare passivamente una cinica logica di selezione che lasci morire, nell’abbandono o nell’indigenza, migliaia o milioni di persone. E’ una questione che andrà assolutamente ripresa. Non solo: ma da sostenitore di una politica partecipativa “dal basso”, dico anche che neppure questa può essere assolutizzata. Nessun cordone sanitario attorno ai focolai sarebbe stato possibile con un percorso partecipativo. E qui entra in gioco anche il concetto di autorità (non certo di autoritarismo, sia chiaro). Dire che senza la politica, le istituzioni rappresentative, l’autorità (democraticamente legittimata) non si va da nessuna parte non vuol dire certo che non ci siano molte cose da migliorare nel modo con cui questi istituti sono organizzati o precludere la possibilità di altre forme di partecipazione democratica, a cui lo stesso Moro ci richiamava in anni ormai lontani misurando la distanza tra i partiti tradizionali e le nuove aspirazioni che agitavano la società di allora. Ma nello stesso tempo, teniamo a mente che la complessità, e a maggior ragione l’imprevedibilità, hanno bisogno di politica, buona, certo, con la P maiuscola, certo, come dice il Papa.
Terzo tema: la comunicazione. Siamo in un’epoca in cui gli strumenti di comunicazione presentano possibilità enormi, inaudite, inedite e anche rischi, da vari punti di vista, come tutti ben sappiamo. Non mi soffermo su tale questione, sempre attuale e su cui il pensiero umano dovrà continuare a interrogarsi, per non rinunciare mai, anche di fronte alle migliori invenzioni, a un sano esercizio critico. Vorrei qui però spezzare una lancia per i sistemi di comunicazione di cui disponiamo, che permettono oggi di garantire qualcosa di estremamente prezioso: la possibilità, anche a distanza, di tenersi in relazione, di interagire, di condividere, cioè di rispondere a un’esigenza fondamentale dell’essere umano, quella della relazione, fondamentale quasi quanto la salute e la nutrizione. Certo, era possibile farlo anche in passato, con le lettere e poi col telegrafo e quindi il telefono e l’ormai romantico fax. Ma il passaggio all’e-mail ( qualcosa di incredibile, se ci pensiamo bene : un testo, tra l’altro senza limiti di spazio, e immagini che possono in pochi secondi andare da un posto all’altro del mondo a migliaia di chilometri di distanza…), e poi al web, ai social e a tutto il resto, assume oggi un significato particolare: si può parlare, dialogare, relazionarsi in modo molto più fluido e diretto anche stando distanti. Per lavoro, certo, per interessi culturali, ma pensiamo anche a nonni e nipoti che si possono vedere tramite due semplici dispositivi, così come figli, parenti o amici in altri luoghi del mondo (o magari lontani solo qualche chilometro…). Inutile dirlo: tutto questo non può (io credo e spero: non potrà) mai sostituire la ricchezza e la bellezza dell’incontro diretto, di cui personalmente sento molto la mancanza, come tutti… Ma proviamo anche ad apprezzare i vantaggi di questi strumenti, senza perdere il giusto approccio critico che ci eviti di idolatrarli. Infine: l’informazione, dei quotidiani, settimanali, televisiva, ha offerto luci e ombre (molto ci sarebbe da dire) ma anche qui diamo a Cesare quel che è di Cesare: quando fatta con la giusta deontologia, si rivela uno strumento decisivo di informazione e un alleato prezioso della democrazia, dei cittadini e della crescita culturale. Purtroppo non è così per tutte le testate e tutti i/le giornalisti/e, lo sappiamo, ma in tanti casi, sì.
Quarto tema: noi cattolici. La sospensione delle messe e la riduzione al minimo dei funerali, l’interruzione o rinvio dei percorsi di catechesi, formazione, di convegni, incontri… tutto questo ci lascia sgomenti. Ma noi sappiamo che Dio non abbandona mai il suo popolo e che dice “beati gli afflitti, perché saranno consolati”. Sarebbe contrario alla nostra fede – che non confida nelle strutture, ma nella presenza misericordiosa del Signore nella e oltre la storia – non riflettere fin da ora su cosa tutto questo sollecita alla nostra coscienza di credenti. In terre ed epoche in cui la fede non si può professare pubblicamente è sempre esistita una “chiesa del silenzio”. Non siamo certo abituati a questo in un Paese come il nostro. Cosa vuol dire per noi questa provocazione sul piano spirituale e formativo? Ci eravamo forse disabituati a coltivare una dimensione spirituale personale e non solo assembleare-liturgica? E la Parola di Dio, è nostro nutrimento? Di converso, questa forzata separazione non dovrebbe portarci ad amare e valorizzare ancora di più la vita comunitaria, la gioia dello stare assieme, la formazione comune, il ritrovarsi in assemblea celebrante, soprattutto la domenica, oltre le troppe refrattarietà di tanti credenti e oltre una certa abitudinarietà in chi vi partecipa (non tutti, per fortuna!), impegnandoci a rendere la liturgia sempre più consapevole, preparata, curata, partecipe, in ascolto della Parola e provocata dal pane spezzato per tutti e dal vino a tutti offerto senza distinzioni? Guai se ci abituassimo alla messa in TV o sul web! E da tutta questa esperienza, cosa apprendere per essere ancora più pronti, in futuro, a garantire – assieme alla solidarietà concreta e alla carità, che per fortuna sono molto presenti e che possono essere ancora meglio, per così dire, organizzate per fronteggiare situazioni emergenziali – la vicinanza e condivisione spirituale (soprattutto a chi è più nella sofferenza), la formazione, l’incontro, sia fisico che a distanza? Non sarebbe necessario cercare e potenziare nuove forme di ministerialità laicale, anche per essere a fianco dei nostri presbiteri, spesso umanamente soli nell’affrontare situazioni sempre più difficili e complicate?
Da ultimo, ma non meno importante, che contributo dare dal punto di vista della direzione da imprimere a livello sociale, politico ed economico dopo quel che è successo? Nello sperare che tutto finisca presto, sono in molti a chiedersi cosa ci insegna questa drammatica vicenda e cosa cambiare nei meccanismi politici ed economici nazionali, europei e mondiali. Come ridurre, anziché ulteriormente aumentare, disuguaglianze e ingiustizie, rispettando il pianeta. Non c’è forse uno spazio per continuare ed ampliare ulteriormente quel contributo di proposta “politica” dei cattolici che Papa Francesco ha aperto con la Laudato Si’, magari cercando – appena sarà di nuovo possibile – opportuni momenti di confronto, sintesi e rilancio?
Un abbraccio forte a tutti e a tutte. Ce la faremo, ma non senza il contributo di ciascuno e ciascuna.
Sandro Campanini
Socio de Il Borgo – Parma

Priorità ai diritti delle persone

Importante contributo segnalato nella pagina fb di Vittorio Pelligra, docente dell’Università di Cagliari.

21a056ac-7e1c-48fe-927b-d694d1c20637Greg Mankiw [nella foto] non è un pericoloso rivoluzionario, né un incallito statalista. E’ professore di Economia ad Harvard ed è stato capo dei consiglieri economici di George W. Bush. E’ piuttosto un dichiarato conservatore. A proposito delle misure economiche necessarie per affrontare questa prima fase di emergenza negli USA, suggerisce:
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Oggi lunedì 23 marzo 2020

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————————————–Opinioni,Commenti e Riflessioni,Appuntamenti———————-——————
La pandemia dimostra che la sanità deve essere pubblica e unica per tutta l’Italia
23 Marzo 2020
Alfiero Grandi su Democraziaoggi.
La battaglia contro il corona virus non è finita. È sperabile che le misure consentano di bloccare i contagi, ma il successo finale ha bisogno di individuare cure efficaci per tutti i pazienti, come è avvenuto con pandemie precedenti, in sinergia con i paesi che possono fare la differenza per trovare cure innovative, fino […]
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MIND THE ECONOMY
Coronavirus, come potrebbe cambiare le regole sociali: tra altruismo e opportunismo
Abbiamo bisogno di cittadini responsabili ed empatici, non di sceriffi illiberali. C’è da augurarsi che le istituzioni non si facciano prendere dalla smania di facili scorciatoie
di Vittorio Pelligra
23 marzo 2020 su Il sole24ore.
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gianluigi-gessa-foto-micro[Unione sarda online] L’INTERVENTO 21 marzo 2020.
Caccia al vaccino “a la carte” con test su topi e uomini volontari
Il farmacologo Gessa: “Come in guerra, nella corsa per il vaccino, i ricercatori disattendono il principio etico di non sperimentare sull’uomo prima di averlo fatto sugli animali”

Che succede?

c3dem_banner_04VOCI DA BERGAMO, VOCI EUROPEE, VOCI AMERICANE
21 Marzo 2020 su C3dem.
Due testimonianze schiette e toccanti da Bergamo, sul Corriere della sera: dott. Fabiano Di Marco, primario di Pneumatologia dell’Ospedale Papa Giovanni, intervistato da Marco Imarisio (“Quel giorno le nostre vite sono cambiate”); mons. Francesco Beschi, vescovo della città, intervistato da Aldo Cazzullo (“Figli e medici, benedite i morenti”). Il parere della virologa Ilaria Capua: “La vita non sarà più la stessa” (intervista al Messaggero). Due riflessioni di fondo: Mauro Magatti, “La necessità di riconoscere il legame tra l’io e l’altro” (Corriere della sera); Francesco Strazzari, “L’emergenza Covid-19 spinge verso la centralità del pubblico” (Manifesto). Un parere di molto buon senso: Gustavo Zagrebelsky, “Giusti i divieti se tutelano il diritto alla vita. Non vedo prove di dittatura” (intervista a Repubblica), una nota di Cesare Mirabelli: “Limitare le libertà si può, ma non troppo” (Il Quotidiano). Voci europee: Ursula von der Leyen, “Il patto di stabilità è sospeso. Fine degli egoismi” (Corriere della sera); il discorso di Macron del 16 marzo, e quello della Merkel del 18 marzo (Foglio); la lettera a Mattarella del presidente tedesco Franz-Walter Steinmeier (Corriere); Beda Romano, “Il liberismo del Nord e l’immunità di gregge” (Sole 24 ore). I commenti di Mario Monti,, “Eurobond, ora si può” (Corriere) e Piercarlo Padoan, “Idee per combattere la crisi con gli strumenti adatti” (Foglio). Gli Usa: Mattia Ferraresi, “Lo smarrimento di Trump” (foglio); Daniele Raineri, “Terzo mondo americano” (Foglio); Michele Serra, “Morire armi in pugno” (Repubblica).

Oggi domenica 22 marzo 2020

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Carbonia. Verso l’armistizio. Cresce la città del carbone, mentre cambia la produzione di energia a livello internazionale
22 Marzo 2020
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Abituale appuntamento domenicale sulla storia di Carbonia a partire dal primo settembre.
Scriteriata politica, quella del fascismo, anche di fronte ai grandiosi processi di ristrutturazione in atto nei paesi europei produttori di combustibili fossili che, già nel corso degli anni Venti, procedono alla chiusura di migliaia di coltivazioni per concentrare la produzione nei luoghi più […]
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Scuola. Tempo di “Note”
22 Marzo 2020
Caterina Gammaldi – CIDI Centro Iniziatva dem. Insegnanti -
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«Alcune cose non torneranno mai più». Lo scenario futuro degli studiosi
- Su Corriere.it, l’Economia.
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Che succede? Che fare?

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LE BARE DI BERGAMO. L’EUROPA A UNA SVOLTA
20 Marzo 2020 su C3dem.
Marina Corradi, “Per estrema accoglienza” (Avvenire). Mattia Feltri, “Solo un pensiero” (La Stampa). Antonio Polito, “Noi e la foto delle bare sui mezzi dell’esercito” (Corriere della sera). Michele Serra, “Ogni morto era una persona” (Repubblica). Papa Francesco, “Non abbiate paura” (intervista a D. Agasso jr, La Stampa). Ivo Lizzola, “Alla ricerca di un senso a questi giorni” (intervista a Pl. Mele, Rai News). David Grossman, “Dopo la peste torneremo a essere umani” (Repubblica). LA SFIDA ECONOMICA E POLITICA: Romano Prodi, “Così il Coronavirus ha rivoluzionato l’Europa” (colloquio con C. Cerasa, Foglio). Roberto Gualtieri, “Poderoso il piano della Bce” (intervista al Corriere). Federico Fubini, “Così Francoforte ora aiuta l’Italia” e “La lotta segreta delle due Europe” (Corriere della sera). Guido Tabellini, “La Bce stampi moneta per aiutare i paesi sotto attacco” e “Bene gli Eurobond ma devono essere irredimibili per non diventare un guaio” (Foglio). Anna Maria Furlan, “Reagire alla tempesta perfetta denunciando i vizi dell’Italia” (Foglio). Ida Dominijanni, “Il virus sovrano” (Riforma dello stato). Stefano Lepri, “Le risorse per vincere il contagio” (La Stampa). Felice Roberto Pizzuti, “Pandemia, mercato e intervento pubblico” (Manifesto).
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Il mistero della diffusione del Coronavirus
di Leonardo Becchetti.
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Oggi sabato 21 marzo 2020. È primavera!

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————————————–Opinioni,Commenti e Riflessioni,Appuntamenti———————-——————
I fantasmi di Nughelles
21 Marzo 2020
Bocazzu su Democraziaoggi.
Amici miei, l’epidemia è antica quanto l’uomo. Si può sfuggire in vario modo. Per scampare dalla peste scoppiata a Firenze nel 1348, ben si sa, dieci giovani decisero di andare in campagna, di soggiornare per due settimane in due residenze nel contado, dove trascorrono il tempo tra balli, canti e il racconto delle novelle. Ogni […]
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Coronavirus: e se ai virus-vacanzieri applicassimo il codice barbaricino?
21 Marzo 2020
Amsicora su Democraziaoggi.
Squilla il telefono. Minchia, è Bruno! Quel compagno che l’altro giorno mi ha detto che evocare Eleonora o Dante per sanzionare i continentali che hanno pensato di farsi una bella vacanza nelle nostre spiagge è antistorico. Uffa! Cosa vorrà ora? Sto leggendo i giornali… “Pronto, Bruno!” “Come va?“, risponde lui. Dopo gli immancabili “bene, ma ai […]
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Biolchini solleva un tema: il personale sanitario deve risiedere in ospedale?
21 Marzo 2020
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Vito Biolchini, con la sua solita acutezza, nel suo bel blog richiama l’attenzione su una delibera della giunta regionale. Per rispettare il decreto Conte e per “garantire il mantenimento dei servizi essenziali di cura e di assistenza alla popolazione sarda e di tutelare, al contempo, gli stessi operatori, i pazienti e […]

Newsletter

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PERCHÈ ALTRI NON CADANO

Care amiche ed amici, [segue]

CostituenteTerra Newsletter n. 8 del 20 marzo 2020

costituente-terra-logouna Terra
un popolo
una Costituzione
una scuola

Newsletter n. 8 del 20 marzo 2020

LA SANITA’? MONDIALE

Care/i Amiche/ci,
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Coronavirus Che fare?

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Coronavirus, l’appello dei docenti: “Utilizzare a fondo la tecnologia per sconfiggere prima il male”

Un gruppo di economisti, sociologi, demografi suggerisce di imitare il modello orientale per individuare le persone contagiate, ma asintomatiche: “Uno studio della rivista Science stima che l’86% dei casi non ha problemi evidenti di salute; ma questi portano la malattia al 79% dei malati accertati”
19 Marzo 2020 su LaRepubblica.it

Di fronte alla drammatica emergenza del Coronavirus il nostro Paese, come quasi sempre accade in momenti estremi, sta dando prova di civiltà e di grande solidarietà. Molte ragazze e ragazzi si sono fermati per tutelare la salute dei più anziani, il cui rischio di mortalità per il virus è molto più elevato. I canti e le bandiere sui balconi testimoniano che in momenti terribili scopriamo di avere energie e risorse inaspettate. Il personale sanitario nelle regioni più colpite, Lombardia in testa ha dato prova di piena disponibilità, spesso di eroismo.

Ma non solo loro: i lavoratori nelle fabbriche, gli insegnanti che con gli strumenti che la tecnologia ci offre continuano a tenere vivo il rapporto con i propri studenti. Sono prove generali di cambiamento e di un’umanità migliore.

Ma in questi giorni in cui ci domandiamo quando la quarantena potrà finire è necessario capire come organizzare la “fase di transizione” al fine di produrre la migliore exit strategy, mettendo le basi di una vera ripartenza del nostro Paese. Come contributo al dibattito di questi giorni e ai dilemmi della politica ci permettiamo, da non addetti ai lavori di questioni mediche, di mettere in campo un’ipotesi.

I dati comparati a livello internazionale sulla diffusione dell’epidemia, a partire dal primo giorno della crisi, ci segnalano il caso interessante della Corea del Sud, dove la curva del contagio è rapidamente declinata e il numero dei decessi crollato. Il Paese è passato dai 909 nuovi contagi del 29 febbraio ai 74 del 16 marzo.

Pur al netto delle differenze demografiche, sanitarie e sociali, rispetto al caso italiano, va notato come la Corea del Sud sia stata in grado di ottenere questi risultati grazie a una strategia composita: da una parte una stretta politica di distanziamento sociale, analoga a quella che si sta adottando in Italia; dall’altra, un uso estensivo dei testi anche su soggetti asintomatici e il ricorso alle più avanzate tecnologie disponibili (big data, geolocalizzazione, Intelligenza artificiale e Blockchain) per tracciare gli spostamenti dei soggetti positivi e le possibili occasioni di contagio.

Operativamente, sono stati condotti test a tappeto con visite a casa e test agli automobilisti, con una metodologia che restituisce il risultato in un tempo brevissimo. Infine, è stata messa a disposizione dei cittadini un’applicazione (Corona100) che consente di localizzare le zone dove si trovano i positivi e i loro contatti con raccolta dati, analisi immediata e tracciatura.

La ratio di questa strategia ha una logica stringente sulla quale ha iniziato ad insistere anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità. che, in un tweet di ieri (“test, test, test”), ha sottolineato l’importanza di un uso massiccio dei test sul maggior numero di cittadini.

Il dato mancante sul Coronavirus è quello sul numero di pazienti asintomatici che si stima essere molto elevato. Uno studio appena pubblicato sulla rivista Science (R. Li et al., Science 10.1126/science.abb3221, 2020), stima che l’86% dei casi è asintomatico e non rilevato, e che il contagio da asintomatici è causa del 79% dei casi accertati.

Siamo convinti che la mappatura dei positivi, anche quelli asintomatici, sia indispensabile non solo per un’efficace politica di contenimento del contagio, ma anche per la fase successiva di “ripartenza”. Nonostante la consapevolezza che sono possibili falsi negativi l’approccio usato in Corea del Sud ridurrebbe in misura importante la circolazione degli asintomatici. Non avere una mappatura precisa potrebbe voler dire, infatti, rimettere in circolo diffusori del virus e rischiare di tornare al punto di partenza.

La strategia è stata applicata in piccolissima scala anche nel nostro paese a Vò. Gli studi dell’applicazione sono sorprendenti. Come ha sottolineato in una lettera alla regione Toscana l’immunologo Sergio Romagnani il numero dei positivi asintomatici era elevatissimo, quello dei soggetti infettati è crollato e, sorprendentemente, l’isolamento degli asintomatici sembra aver protetto anche loro dall’evoluzione grave della malattia.

La tecnologia può quindi essere decisiva per migliorare la raccolta e l’analisi dei dati, al fine di programmare gli interventi, anche di tipo emergenziale. E l’Italia dispone di competenze in grado di realizzare rapidamente soluzioni adeguate. Un varco legislativo importante per realizzare questo progetto vien dall’art 76 del Decreto Coronavirus del governo che istituisce una commissione di esperti di processi tecnologici che potrebbero lavorare anche a questo oltre che alla digitalizzazione della PA. Un approccio analogo a quello della Corea del Sud pone, ovviamente, il problema della privacy.

Ma nelle circostanze del tutto particolari che già impongono limiti severi alla nostra libertà di circolazione finalizzati alla tutela della salute pubblica e di un più generale “bene comune”, possiamo immaginare come la normativa possa essere adeguata così da consentire di realizzare l’azione proposta a scala nazionale da parte di un’istituzione pubblica in collaborazione con chi ha già sviluppato soluzioni tecnologiche e possiede analitiche all’avanguardia.

Andrà poi verificata la possibilità di estendere a livello europeo lo stesso approccio. La decisione di “chiudere” i confini dell’Unione europea e riaprire quelli interni (vedremo se funzionerà in pratica) impone, infatti, un approccio comune al monitoraggio dei flussi tra Paesi.

Gli italiani danno il meglio di sé nei momenti difficili e circostanze eccezionali richiedono sforzi eccezionali. Per superare questa crisi “virale” occorre però incrociare gli antichi valori della solidarietà e della fraternità con le più moderne tecnologie oggi disponibili, nell’ottica di creare una società più resiliente. In palio non c’è solo la possibilità di una rapida “ripartenza” ma quella più generale di consentire al nostro Paese un salto di qualità nella costruzione di un futuro comune oltre l’emergenza.

Leonardo Becchetti (economista Università Tor Vergata)
Enrico Giovannini (economista, ex presidente Istat, ex ministro del Lavoro)
Mauro Magatti (sociologo ed economista Università Cattolica Milano)
Alessandro Rosina (demografo Università Cattolica Milano)
Vittorio Pelligra (economista Università Cagliari)
Paolo Venturi (direttore AICCON, Centro studi Università Bologna)

Oggi venerdì 20 marzo 2020

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Coronavirus: disciplina sì, ma occhio alla Costituzione
20 Marzo 2020
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Col Coronavirus torna d’attualità la questione della costituzionalità dei decreti del presidente dell Consiglio. Conte dispone limitazioni delle libertà individuali e collettive con suo decreto. Ma è corretto tutto questo? Non è esente da dubbi di legittimità costituzionale? E’ un lusso porsi questi interrogativi nella grave situazione attuale? Pasquino si domanda se un’emergenza […]
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The Covid-19 crisis is a chance to do capitalism differently
Mariana Mazzucato su The Guardian.
[segue, in inglese e con la traduzione in italiano]

Coronavirus. 19 marzo 2020. La Chiesa italiana invita alla preghiera

429f679c-46ab-4b4c-b414-5acccf7f0371 Anche papa Francesco invita tutti i cattolici italiani a unirsi nella preghiera del rosario: “Faccio mio l’appello dei Vescovi italiani che in questa emergenza sanitaria hanno promosso un momento di preghiera per tutto il Paese. Ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa: tutti uniti spiritualmente domani alle ore 21 nella recita del Rosario, con i Misteri della luce. Io vi accompagnerò da qui”.
TRE COSE IMPORTANTI OGGI ALLE 21
► Sulla finestra di casa esponi una candela accesa o un drappo bianco.
► Alle 20.55 tutte le campane della Diocesi suoneranno devotamente per invitare i fedeli alla preghiera
► TV2000 ti offrirà la possibilità di condividere in diretta la preghiera (canale 28)
SI prega di favorire la massima diffusione della grafica allegata a questa email tramite le applicazioni di messaggistica e i social (WhatsApp, Telegram, Facebook, Instagram…)
>>> Scarica il sussidio per la preghiera.
- Sul sito web della Diocesi di Cagliari [comunicato].