Monthly Archives: marzo 2021

Oggi venerdì 19 marzo 2021

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Beni comuni e amministrazione condivisaIl punto di Labsus
Per un piano di rilancio dell’Europa che incoraggi la sussidiarietà orizzontale
Le piattaforme digitali cooperative francesi vogliono inviare le risorse del Piano di ripresa per l’Europa a coloro che agiscono nell’interesse generale

di Daniela Ciaffi, Alix Nicole, Jean-Louis Bancel15 Marzo 2021 su LabSus
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L’isola bianca e l’invasione dei mongoli
19 Marzo 2021
Amsicora su Democraziaoggi.
Cosa vi avevo detto? L’isola candida in un contesto di colori cupi è un’attrazione fatale per lumbard, romani e continentali vari. Cosa c’è di meglio che farsi una vacanza tranquilla in Sardegna tra aperitivi, movide e quant’altro. Libertà finalmente dopo mesi di clausura e di paura. Certo, chi viene dalle zone rosse può infettare, ma […]
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mercoledì 17 febbraio 2021
UNA PAROLA GLORIOSA
di Raniero La Valle, sul suo blog.

Che succede?

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MYANMAR. CINA-USA-RUSSIA. ITALIA, DRAGHI E I PARTITI IN CRISI
18 Marzo 2021 su C3dem.
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Posso?

schermata-2021-03-18-alle-12-17-01La competenza e la Sinistra
di Gianni Pisanu
Ormai oltre che una nazione di commissari tecnici della nazionale di calcio, siamo una nazione di virologi epidemiologi e ultimamente anche di esperti di vaccini. Forse era inevitabile e anche giusto.
Ma ultimamente va di moda la competenza. Prendiamo Draghi e il “cambio di passo”. Schiere di giornalisti e politologi dalle trasmissioni di tutti i canali TV elencano i prodigi del nuovo governo, iniziando dall’orario delle riunioni del consiglio dei ministri, comunicate come “riunioni di Mario Draghi con i suoi ministri”, cioè non con se stesso, poi non più “ristori” ma “sostegni”, cambio della formazione nel comitato tecnico scientifico con l’inserimento di “previsori” che finora non ne hanno azzeccato una nemmeno per sbaglio, e ancora apprezzamenti per la “comunicazione silenziosa” che al contrario di prima dovrebbe convincere gli italiani del “cambio di passo”, oggetto misterioso decantato dalla quasi totalità dei media. Ovviamente alle lodi per la politica della pretesa competenza si aggiungono critiche e attacchi fino al dileggio se qualcuno ancora si permette di parlare di evasione fiscale, diseguaglianze, o sfiorare problematiche con qualche idea anche vagamente assimilabile a qualcosa di sinistra. Vedasi il trattamento riservato a Zingaretti già da quando si è permesso di diventare segretario del suo partito stravincendo il congresso, cosa ormai superata e considerata archeologia otto-novecentesca. [segue]

Covid-19. Quando la politica ascolta i cittadini

f8d10944-97d7-4e7f-acc2-983cb5f5dd49Sardegna Zona bianca. Che ci rimanga!. Quando la politica risponde alle esigenze dei cittadini.
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L’ordinanza del Presidente della Regione.
ORDINANZA N.9 DEL 17 MARZO 2021
Oggetto: Ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da COVID-19 nel territorio regionale della Sardegna. Ordinanza ai sensi dell’art.32, comma 3, della legge 23 dicembre 1978, n.833 in materia di igiene e sanità pubblica.
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ART.1) L’ingresso in Sardegna con la finalità di recarsi presso le proprie abitazioni diverse da quella principale (c.d. seconde case) da parte di persone “non residenti” è consentito solo in presenza di comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità e/o di indifferibilità documentata ovvero per motivi di salute e, comunque, secondo le prescrizioni dell’Ordinanza regionale n.5/2021.
(…)

Oggi giovedì 18 marzo 2021

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni——————————
Come va la partecipazione in Toscana?
18 Marzo 2021 su Democraziaoggi.
LABORATORIO PER LA SUSSIDIARIETÀ
Democrazia partecipativa, saperi civici e Amministrazione condivisa

In una Regione come la Sardegna, dove la pratica della partecipazione è desueta, nonostante la legislazione d’avaguardia approvata al tempo della Giunta comunista-sardista, guidata da Mario Melis, può essere utile a stimolare il dibattito l’esperienza della Toscana[…]
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forum-soc-civOGGI: “Qualcosa di buono. Sardegna per lo Sviluppo Sostenibile 2030″
Forum Regionale per lo Sviluppo Sostenibile: 18 marzo 2021, ore 15.45-19, tavolo dedicato alla società civile.
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Gramsci e le donne.

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di Roberto Paracchini
Il valore simbolico dell’8 marzo, giorno di lotta per le donne, è in questo anno ancora più importante. Da qui la rilevanza del dibattito stimolato dal webinar su “Gramsci e le donne” promosso dalla Scuola di cultura politica Francesco Cocco, da cui le seguenti brevi riflessioni prendono le mosse.
“Sono, è vero, da molti, da molti anni abituato a pensare che esista una impossibilità assoluta, quasi fatale, che io possa essere amato”, scriveva Antonio Gramsci nel 1923 a Eugenia, una delle due sorelle della moglie Giulia. Nella stessa lettera ricorda anche le difficoltà della sua salute: “Da ragazzo, a 10 anni, ho cominciato a pensare così per i miei genitori. Ero costretto a fare troppi sacrifici e la mia salute era così debole che mi ero persuaso di essere un sopportato, un intruso nella mia stessa famiglia”. Il filosofo e dirigente politico sardo soffriva, ma allora non si sapeva, della malattia di Pott, una particolare infezione dei dischi vertebrali e delle vertebre (di cui soffrì anche Giacomo Leopardi). Ed è per questo che la sua salute era così cagionevole. [segue]

Che succede?

c3dem_banner_04UN NUOVO ULIVO? PRIME NOTE SULL’AGENDA LETTA
17 Marzo 2021 by Giampiero Forcesi |su C3dem.
Emilia Patta, “Da Calenda a IV, Letta tesse al centro” (Sole 24 ore). Salvatore Vassallo, “Come sarà il nuovo Ulivo immaginato da Letta (e con Conte)” (Domani). Michele Prospero, “Letta, liberati del populismo gentile di Conte per ridare un’anima al Pd” (Il Riformista). Roberta De Monticelli, “Letta, cercare la verità senza perdere il consenso” (Domani). Fabrizio Cicchitto, “Il cambio di passo di Letta e la sfida di una forza riformista” (Il Riformista). Federico Fornaro, “Con un nuovo Pd noi di Articolo Uno potremmo tornare” (intervista a Il Fatto). Norma Rangeri, “Un nuovo fronte? Sì, di sinistra” (Manifesto). Alberto Leiss (più cauto della Rangeri), “Le contraddizioni tra il compagno Letta e noi….” (Manifesto). LETTA E IL CASO ROMA: Stefano Folli, “Roma, laboratorio del nuovo Pd” (Repubblica). Paolo Pombeni, “Battaglia per Roma già avvelenata” (Il Quotidiano). SULL’AGENDA LETTA: Gianni Cuperlo, “Ecco perché lo ius soli serve adesso” (Domani). Dario Di Vico, “La sortita di Letta sulla partecipazione. Non sarà ‘antica’ se aprirà al 4.0 e al capitalismo Esg” (Corriere della sera). Nando Santonastaso, “Se anche il Pd di Letta nasconde la visione Sud” (Mattino). Alessandro Rosina, “Cinque buoni motivi per il voto ai sedicenni” (Sole 24 ore). Cesare Mirabelli, “Per dare il voto ai sedicenni bisogna renderli maggiorenni” (intervista all’Huffpost). Francesco Clementi, “Il voto ai sedicenni farebbe bene al paese” (intervista a Formiche.net)

OGGI mercoledì 17 marzo 2021

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IN PRIMO PIANO
Ci sarà una transizione ecologica?
Volerelaluna – 15-03-2021 – di: Angelo Tartaglia
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NOI E IL VIRUS
Pandemia: le fasi del nostro sconcerto
Volerelaluna – 16-03-2021 – di: Michela Chiarlo
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Letta segretario. Una riedizione aggiornata del Partito Popolare, ribattezzato per l’occasione Partito di prossimità
Democraziaoggi – 17-03-2021 – di Fernando Codonesu.
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COMMENTI
I molti propositi e i fragorosi silenzi di Letta
Pd. Per ricostruire il partito al nuovo segretario del Pd non auguriamo di stare sereno, ma di arrabbiarsi molto.
il manifesto – 17-03-2021 – di: Massimo Villone.
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E’ online il manifesto sardo trecentoventicinque

pintor il manifesto sardoIl numero 325
Il sommario
L’importazione di rifiuti extraregionali avviene quotidianamente da anni. Il caso Sardegna (Stefano Deliperi), Radici (Amedeo Spagnuolo), Al Letta di governo rispondiamo con la sinistra (Alfonso Gianni), Prove tecniche di riavvicinamento tra Turchia ed Egitto (Emanuela Locci), Il conflitto perenne tra giovani e adulti (Graziano Pintori), Cosa fare dei soldi del Recovery Plan? (Roberto Loddo), L’opportunità del Recovery Plan: dalla programmazione alla gestione (Graziella Pisu), 17 marzo 1861, l’Unità d’Italia: una data infausta? (Francesco Casula), Crisi climatica: «Basta parole, vogliamo fatti» (Luca Martinelli), Riforma elettorale: ritornare alla Costituzione (red), Libertà o morte (Gianfranca Fois).

Qualcosa di buono. Sardegna per lo Sviluppo Sostenibile 2030

sardegna-2030-marzo-2021Forum Regionale per lo Sviluppo Sostenibile: 18 marzo, tavolo dedicato alla società civile
Il 18 marzo si terrà l’incontro del Forum Regionale per lo Sviluppo Sostenibile dedicato alla società civile, ovvero alle imprese e al terzo settore. L’incontro si terrà dalle ore 15:30 alle ore 19.00. Sono invitati a partecipare università, centri di ricerca, aziende sanitarie, altri enti pubblici, organismi di informazione, attori privati organizzati (associazioni di categoria, associazioni sindacali, consorzi di imprese del territorio, ordini professionali etc.), imprese, associazioni, terzo settore, società civile, soggetti gestori dei CEAS. Per iscriversi cliccare qui.
Il Forum Regionale per lo Sviluppo Sostenibile per l’elaborazione della Strategia Sardegna 2030 proseguirà in connessione con il processo di elaborazione del Programma Operativo FESR 2021-27 attraverso il percorso che puoi scaricare cliccando qui.
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- I LABORATORI TEMATICI ********** COME ISCRIVERSI **********
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Tutti gli aggiornamenti del processo partecipativo saranno disponibili in questa pagina e nel calendario.
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Non siamo saliti sul carro di Draghi, ma la sua Agenda è la nostra Agenda. Come realizzarla è la vera questione. Cosa cambia con Enrico Letta?

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di Franco Meloni
Riproduciamo ancora una volta l’editoriale che Luciana Castellina ha scritto per Sbilanciamoci! perchè nella sostanza esprime con esemplare chiarezza la mia posizione sul governo Draghi, con qualche precisazione e aggiornamento soprattutto in relazione alla elezione di Enrico Letta alla segreteria del Pd. Parlando di prospettive, cioè del “Che fare?” assumo poi come riferimento il contributo di Alfonso Gianni, sul Manifesto, ripreso anche dal manifesto sardo e da aladinpensiero.
Ribadiamo: l’Agenda del governo Draghi è la nostra Agenda. Vi sono elencati i titoli delle priorità da affrontare ora e per lungo tempo, durante e dopo la pandemia. Come non apprezzare il fatto che Draghi richiami l’Agenda Onu 2030 sullo Sviluppo sostenibile, così come assunta e declinata dall’Unione Europea, in particolare nell’adozione del Next Generation Eu? E’ evidente che la vera questione è come realizzare detti obbiettivi, per definizione tutti virtuosi, e quali interessi si vogliono tutelare e in qual modo e in quale misura… Al riguardo si possono richiamare le diverse questioni, ma mi limito in questa sede agli aspetti della “transizione ecologica” con la citazione della posizione di Greenpeace, che condivido, invitando ad aderire alla relativa Campagna [vedi sotto]. Comunque, certamente Draghi ha a cuore gli interessi di tutti, ma secondo la sua scala di priorità, che è quella di un esponente dell’alta borghesia, che tutela la sua classe innanzitutto, tuttavia è un keynesiano e anche un cattolico-sociale che non trascura il popolo. Il conflitto di classe che non è morto, serve proprio a spostare gli interessi, per noi appunto verso il popolo, verso la generalità dei cittadini. Per questo occorrerebbe una forte Sinistra, non importa se al governo o all’opposizione, purchè ben salda nei principi e decisa nell’attività politica al servizio delle masse popolari, come si diceva un tempo. Questa Sinistra oggi non c’è, almeno rispetto alle necessità della fase storica. Ne avremo bisogno. E bisogna costruirla. Come? Per noi partendo da quanto si muove nel Paese, fuori da palazzo, nei movimenti di cui parlano Luciana Castellina, Alfonso Gianni e altri, anzi soprattutto altre, come Norma Rangeri e Elly Schlein. Dobbiamo certo collegare l’esterno con l’interno, cioè quanto si riesce a fare di organizzato nel territorio (i movimenti della democrazia di base, le organizzazioni sindacali, etc.) con le forze buone dei partiti che agiscono sopratutto negli ambiti istituzionali. Una porta tra questi due mondi (l’interno e l’esterno, per semplificare) per quanto riguarda il Pd ci sembra individuabile nella proposta di Enrico Letta delle Agorà democratiche, su cui, contrariamente a quanto sostiene Alfonso Gianni, io credo occorra investire e, quindi, impegnarci di conseguenza. E, ancora, la conquista dello ius soli è uno degli importanti obbiettivi che condividiamo e che dobbiamo praticare con convinzione. Che dire poi sul Next Generation Eu – Recovery Plan? C’è moltissimo da lavorare da qualsiasi parte si stia. Noi sappiamo dove.
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Le lacune di Draghi
Luciana Castellina

Sbilanciamoci! 24 Febbraio 2021 | Sezione: Editoriale, Politica
Quanto mi delude e mi allarma del governo Draghi non è la presenza dei partiti di Salvini o Brunetta, in qualche modo scontata quando si ricorre a un governo di emergenza. E’ invece soprattutto la scelta dei tecnici di fiducia operata dal nuovo presidente del Consiglio che in questo si è fidato solo di manager. […]
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Appena si è saputo che è a Mario Draghi che sarebbe stato affidato il governo d’emergenza proposto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’area politica vasta ma destrutturata cui io appartengo – la sinistra – ha immediatamente protestato. ”E’ un banchiere” – hanno gridato quasi tutti con orrore.

Io no. Perché, poiché non mi pare ci si trovi in un tempo in cui è pensabile l’eliminazione a breve delle banche, che lui sia uno abituato a dirigerle non mi è apparso uno scandalo. Ho anzi considerato buona cosa che dopo una così accesa e ormai prolungata ondata di sovranismo ci sarebbe stato in Italia un primo ministro non certo di sinistra e però leader autorevolissimo di quell’ala, fino ad oggi assai minoritaria, impegnata a battersi per cambiare l’Unione nel senso in cui ogni ragionevole esponente della sinistra dovrebbe voler andare. E cioè su una linea che preveda un bilancio comune, una autonoma capacità fiscale, il potere di emettere eurobond e di abolire le più rigide (e catastrofiche) regole relative al pareggio dei bilanci, rendendo così disponibili le risorse indispensabili ad avviare uno sviluppo sostenibile. Insomma, una correzione sostanziale della pessima struttura disegnata dai Trattati.

In questa direzione Draghi si è in effetti mosso da parecchi anni, al limite delle sue competenze (e persino un po’ oltre).

Poiché io sono fra quelli che ritengono quanto accade a livello europeo di massima importanza, della sua nomina ero dunque contenta. Credo infatti che la dimensione nazionale non sia più sufficiente a recuperare la sovranità popolare che la globalizzazione ha cancellato, e che dunque solo quella europea potrebbe, forse, consentirci di tornare ad esercitarla. Così restituendo ruolo alla politica, cioè agli umani, per limitare il potere deliberativo oggi affidato quasi esclusivamente al pilota automatico del mercato.

Ad una settimana dal conferimento dell’incarico a Draghi sono tuttavia molto scontenta: trovo infatti – come del resto quasi tutta la sinistra – davvero impresentabile la compagine governativa messa insieme dal nostro primo ministro. Che in questo si è rivelato proprio un banchiere, fiducioso solo nei manager, come se il disastro ambientale non fosse soprattutto responsabilità delle miopissime scelte per lo più operate dalla loro categoria, per la quale obiettivi prioritari sono profitto e Pil.

Stridono – a fronte delle scelte compiute da Draghi – le sue belle parole sull’importanza dell’ecologia, visto che non c’è, fra i tecnici che proprio lui ha scelto, neppure un ecologo, che è come portare un malato a curarsi da un ingegnere anziché da un medico. Così come la centralità che attribuisce all’innovazione tecnologica, quando l’elemento decisivo è piuttosto il mutamento dell’umanità, sempre più drammaticamente ignara di esser solo l’insignificante 0,6 % delle specie che abitano la terra con le quali se si vuole sopravvivere si dovrà ben interagire. Non servono a molto manager e tecnocrati per passare ad una economia circolare, concetto a loro per lo più oscuro e però centrale se si vuole davvero una trasformazione del nostro modo di consumare, produrre, vivere, della gerarchia dei nostri piaceri.

Dice Draghi che non andranno più finanziate le aziende che non sono vitali. Ma chi è vitale? Chi guadagna un sacco di soldi riempiendo i supermarket di prodotti superflui che consumano risorse non rinnovabili? Chi giudicherà quali sono le aziende migliori: i “migliori” fra coloro che hanno contribuito a portarci al dissesto che è sotto i nostri occhi? La cosa più preoccupante che questa crisi politica ci rivela è la scarsissima conoscenza della complessità dell’ecosistema da parte dell’establishment politico del nostro paese. E Draghi non sembra fare eccezione.

Non è un caso che fra i riferimenti delle linee guida dei bandi del Recovery Plan e quelli dei progetti annunciati, sia dal PNRR del governo Conte, sia, ora e ancor più, da quelli annunciati da Draghi, vi sia tanta poca coincidenza. Basta guardare alle parole: 109 volte la parola “ecosistema” nel documento europeo, 2 in quello italiano, tanto per fare un esempio. La stessa proporzione per parole altrettanto importanti, quali, per esempio, “biodiversità”, che non si protegge facendo crescere qua e là dei bei boschetti. Il rischio che Bruxelles ritenga le nostre richieste incompatibili con i requisiti fissati non è fantasia!

Sono osservazioni che possono sembrare pignolerie, ma sono invece indici allarmanti della storica sottovalutazione del dramma ambientale e dunque di quello sanitario, che al primo è strettamente collegato. Per un governo che è stato definito d’emergenza proprio in nome dell’urgenza della questione salute e di quella ecologica, non c’è male.

Ma è considerazione che riguarda anche la questione sociale, perché sembra non si capisca che pensare di affrontare in modo serio la questione sociale grazie alla ripresa del vecchio modello di sviluppo, magari accelerato da un prevedibile “sblocca cantieri”, non è “efficienza” e “modernità”, ma cultura da dinosauri.

Quanto mi delude e mi allarma del governo Draghi non è dunque la presenza dei partiti di Salvini o Brunetta (in qualche modo scontata quando si ricorre a un governo di emergenza). E’ invece soprattutto la scelta dei tecnici di fiducia operata dal nuovo presidente del Consiglio: la transizione ambientale affidata a Cingolani, specialista di nanotecnologie che, quando si è pronunciato sul cambiamento energetico, ha parlato più del gas che di rinnovabili; l’accorpamento del ministero dell’Ambiente con quello dello Sviluppo che non solo non si fa come pure promesso, ma quest’ultimo viene affidato a un esponente del partito che vuole il ponte di Messina; l’innovazione tecnologica nelle mani di Colao che, oltre ad aver dato vita alla prima commissione di esperti fallita ancor prima di cominciare, viene ora decantato perché brillantissimo manager della Vodafone, fautore della modernizzazione 5G, quando la vera modernità sarebbe portare la rete nei territori, e quartieri definiti in gergo “non interessanti per il mercato” perché poveri di clienti e che infatti dalla sua azienda, così come dalle altre, proprio per via di questa povertà sono state lasciate senza collegamenti digitali. (Questo rischia fra l’altro di far fallire ogni tentativo di riportare i giovani nelle campagne per animare la trasformazione più indilazionabile che è quella dell’agricoltura).

La cosa più preoccupante è che queste scelte appaiono dettate soprattutto dall’arretratezza culturale dell’establishment che compone questo governo, di destra, di centro, e di buona parte di quella che si definisce di sinistra. Non è un bello spettacolo.

Un’ultima aggiunta: la delusione maggiore che mi ha dato Draghi è proprio sul terreno su cui mi aspettavo di più: quello della politica europea. Perché forse per la prima volta non ci sarà più un ministro per gli Affari europei. Capisco che Draghi l’abbia ritenuto inutile visto che c’è lui che ne sa più di ogni altro, ma, santiddio, il simbolico pesa in politica, eccome! E non sarà un bel segnale: adesso, infatti, avremo probabilmente a sostituzione del ministro, un sottosegretario agli Esteri incaricato dell’Europa. Tanto per far capire al mondo che noi, l’UE la consideriamo “estero”, non la Comunità di cui facciamo parte e con la quale quotidianamente condividiamo scelte che non hanno a che vedere con la politica estera.

Prima di concludere: dal nuovo governo credo non possiamo aspettarci molto, visto che nasce da una sconfitta della sinistra: la deliberata operazione liquidatoria animata da Matteo Renzi (per conto di forze ben riconoscibili) per togliere di mezzo il governo Conte, pieno di difetti e sorretto da una maggioranza confusa e fragile, ma pur sempre orientato a sinistra e forte di una conduzione del paese nel momento di una crisi senza precedenti assai migliore di quanto chiunque si sarebbe aspettato. Nonostante le mie amare considerazioni su quanto è prevedibile che ora accada non sono pessimista: non tutto dipende per fortuna dal governo, in Italia sopravvive una società per nulla passiva, animata da una gran quantità di organizzazioni ambientaliste autorevoli e molto attive, da sindacati forti, da movimenti sociali radicati sul territorio, da una combattiva presenza femminista. La sua rappresentanza politica istituzionale è frantumata e perciò poco visibile. Ma c’è, e si farà sentire. Se Draghi è bravo e ben intenzionato, dovrebbe esser capace di utilizzare la sua mobilitazione.

La versione tedesca di quest’articolo appare sulla rivista online IPG della Friedrich Ebert Stiftung, la fondazione della Spd tedesca, http://www://ipg-journal.de/
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letta-microAl Letta di governo rispondiamo con la sinistra
16 Marzo 2021
di Alfonso Gianni
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(…) C’è un’unica possibilità. Aprire un processo costituente inclusivo, in cui forze più o meno organizzate, associazioni, gruppi, esperienze di lotte territoriali si possano incontrare considerandosi transitorie per raggiungere un esito non predefinito e non predefinibile, essendo appunto il frutto di un processo costituente. Le energie per aprire un simile processo non mancano se si guarda non tanto a ciò che resta della sinistra d’alternativa organizzata, ma soprattutto alla vivacità di azione e di pensiero che è emersa, proprio in questa drammatica crisi pandemico-economica, a livello della società civile.
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TRANSIZIONE ECOLOGICA: dalle parole ai fatti. La Campagna di Greenpeace.
transizione-ecologica

Che succede in Politica? Dibattito

letta-microAl Letta di governo rispondiamo con la sinistra
16 Marzo 2021
di Alfonso Gianni*

L’avvento di Enrico Letta alla segreteria del Partito democratico non è un semplice passaggio di consegne dettato dalle dimissioni di un deluso Nicola Zingaretti e dalla assenza di altri candidati che potessero acquietare le turbolenze delle varie correnti.
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Oggi martedì 16 marzo 2021

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La democrazia ha bisogno di alcune condizioni per funzionare, a partire dal rapporto diretto tra elettore ed eletto
16 Marzo 2021
Alfiero Grandi CDC, su Democraziaoggi.
Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale ha deciso di rilanciare l’iniziativa per arrivare ad una nuova legge elettorale che sostituisca il “rosatellum”, attualmente in vigore nella versione voluta dalla Lega e purtroppo votata anche dal Movimento 5 Stelle nel maggio 2019, durante il governo Conte 1. Non è la prima volta che lanciamo l’allarme. […]
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Vaccini: il dilemma AstraZeneca.
Io l’ho fatto.

Si, l’ho fatto.
di Gianfranco Fancello su fb.
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Che succede?

c3dem_banner_04IL PD CHE VERRA’. NOTE SULL’ARRIVO DI ENRICO LETTA
15 Marzo 2021 by Giampiero Forcesi | su Democraziaoggi.
Marcello Sorgi, “Un discorso alto da vero democristiano” (La Stampa). Giovanni Orsina, “Un discorso ‘di sinistra’, ma rischia di non pescare nessun voto nuovo” (La Stampa). Donatella Di Cesare, “Una lezione di politica, e quel ‘patto migratorio’ per gli ultimi della terra” (La Stampa). Filippo Andreatta, “Una sfida dura. Da moderato con idee radicali ricostruirà il partito da zero” (intervista a Repubblica). Mauro Calise, “Quei tre siluri annunciati con tono pacato” (Mattino). Ezio Mauro, “Il campo del ‘papa straniero’” (Repubblica). Gad Lerner, “La trappola del plebiscito” (Il Fatto). Giorgio Meletti, “Ma chi glielo ha fatto fare. Indagine sul mistero Letta” (Domani). Graziano Delrio, “Così si può vincere. Dobbiamo essere l’asse portante della coalizione” (intervista al Corriere). Stefano Bonaccini, “Ora si può cominciare una nuova storia. Pd leader in un grande centrosinistra” (intervista a La Stampa). COMMENTI PRIMA DEL DISCORSO: Romano Prodi, “Il Pd che verrà, tra recupero della base e maggioritario” (Messaggero). Paolo Pombeni, “Il Pd dei circoli per battere quello dei professionisti” (Il Quotidiano). Giuseppe Fioroni, “L’antirenzismo non serve ai dem. Con Enrico saremo protagonisti” (intervista a QN). Massimo Giannini, “Letta torna contro venti e maree” (La Stampa). Rino Formica, “Il Pd appare un malato che non si vuole curare” (Domani). Gianni Cuperlo, “A Letta non consiglio di stare sereno” (intervista al Foglio). Domenico De Masi, “Tutte le cose non fatte a sinistra” (Il Fatto). Massimiliano Smeriglio, “Nuovo Ulivo eco progressista con Pd, Azione, Sinistra e M5S” (Domani).

Sardegna zona bianca. Signor Ministro, Sig. Presidente della Regione, non abbandonate la linea del rigore.

f8d10944-97d7-4e7f-acc2-983cb5f5dd49All’attenzione dell’on. le Ministro della Salute
servicedesk.salute@smi-cons.it
e p.c. – Al Presidente della Regione Autonoma della Sardegna
presidente@regione.sardegna.it – pres.urp@regione.sardegna.it
- Al Presidente di Anci Sardegna
protocollo@ancisardegna.it

Come cittadino residente in Sardegna, assieme ad altri cittadini e organizzazioni vivamente preoccupati della questione, ritengo della massima importanza la difesa della presente collocazione di questa Regione in zona bianca. [segue]