Monthly Archives: febbraio 2022

Che succede?

c3dem_banner_04 L’ULTIMATUM DI DRAGHI. LA POLITICA E LA SUA CRISI
20 Febbraio 2022 su C3dem
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CHE SUCCEDE?

c3dem_banner_04 UCRAINA, LA GUERRA SOSPESA
20 Febbraio 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem
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Oggi lunedì 21 febbraio 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni————-
Partiti. Fare una legge basta a risolverne la crisi?
21 Febbraio 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
L’ordinanza del Tribunale di Napoli, che ha sospeso la nomina di Conte a leader dei pentastellati, ha risollevato la questione della disciplina dei partiti, a cui qualcuno ha fatto seguire il problema della loro rivitalizzazione. Ma è proprio così? Cassese, ad esempio, ha messo in luce la contraddizione presente in organismi, che con le […]
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Carlo Molari

È morto Carlo Molari, il
Teologo dell’ascolto
.

di Brunetto Salvarani su SettimanaNews.
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Alla metà degli anni Ottanta l’editrice Marietti ebbe l’idea di invitare dieci illustri teologi italiani a stendere delle testimonianze sul senso del loro lavoro, che finirono in un bel libro dal titolo Essere teologi oggi.

Tra loro c’era anche Carlo Molari, che nel suo contributo esordiva così: “Fare teologia non è un mestiere o un semplice servizio reso agli altri, ma è un modo concreto di vivere la fede ecclesiale, è uno stile di vita, e per me, oggi, è componente di identità personale, ragione di tutta la mia storia”.

Qualche anno prima, nel ’72, nella prefazione a La fede e il suo linguaggio (uscito per Cittadella) in cui compaiono suoi saggi pioneristici sul rapporto tra fede e la sua espressione verbale, egli già sosteneva che la sincerità è la condizione di verità della teologia: “per questo ogni libro di teologia è una specie di confessione”.

Per Molari è stato davvero così, e questo è (solo) uno dei motivi per cui affrontare un suo testo, un libro, un saggio o un articolo, risulta sempre un’avventura avvincente.

Percorso di vita

La figura di don Carlo, nato a Cesena il 25 luglio 1928 e morto ieri, 19 febbraio 2022, sempre nella città romagnola, ha rappresentato un unicum nell’orizzonte della teologia italiana, quella di uno studioso tanto solido quanto dotato di grande umanità, e in grado di dialogare ad alto livello non solo con la teologia contemporanea internazionale, ma con il pensiero scientifico e le scienze umane. Conservando costantemente i suoi tratti caratteriali della prima giovinezza, la mitezza, l’umiltà, la disponibilità all’ascolto e a mettersi in gioco.

Laureato in Teologia dogmatica e Diritto alla Lateranense, Molari è stato negli anni docente nella stessa università, all’Urbaniana e alla Gregoriana, segretario dell’Associazione Teologica Italiana (ATI) e membro del Comitato di consultazione della rivista Concilium. Credenziali di tutto rilievo, dunque, che si sono accompagnate a un’attività di relatore e conferenziere particolarmente apprezzata in molti contesti diversi.

Lui parlava volentieri delle varie famiglie che l’hanno accompagnato nel tempo della sua lunga esistenza, attiva fino agli ultimi anni: la famiglia del sangue che l’ha segnato persino nella parlata (rimasta sempre fedele all’accento romagnolo, nonostante gli spostamenti ancor giovane su Roma), la famiglia del San Leone nella capitale, dove ha svolto attività pastorale all’Istituto dei Fratelli maristi dal 1967 al 2011, la famiglia degli appartenenti alla FUCI, frequentata dal 1955 in avanti, e poi quella del Gruppo teologico che si riuniva a Camaldoli, legato all’ATI, e quelle allargate del SAE (Segretariato Attività Ecumeniche), di Ore Undici, della Cittadella di Assisi, e così via.

Fu assai sensibile al cammino del dialogo ecumenico e interreligioso, fornendo volentieri i suoi apporti sul quadro teorico in cui inserire le esperienze di dialogo vissuto che si sono avviate nel Paese nel post-concilio. Aiutante di studio alla Congregazione per la dottrina della fede, nel 1978 Molari chiese la pensione anticipata, dopo che la prefazione al Dizionario teologico (Borla 1972) e proprio il libro citato La fede e il suo linguaggio furono accusati di sostenere posizioni non conformi alla dottrina.

I censori non accettavano il fatto che di Dio non si possa dire nulla di definitivo in quanto la sua comprensione cresce con l’evolversi dell’uomo e delle sue capacità cognitive.

Leggere Molari

Il suo registro, in effetti, – lo testimonia ampiamente il suo ultimo lavoro, la summa Il cammino spirituale del cristiano, uscito da Gabrielli editori nel 2020 – si colloca in una prospettiva evolutiva (l’amato Teilhard de Chardin!) da tempo tracciata dal pensiero scientifico e ora finalmente fatta propria anche dalla chiesa cattolica nei suoi documenti ufficiali.

Il suo riferimento costante era ai dati elaborati dalle scienze: dalle riflessioni sul cervello a quelle sul tempo, dalla fisica del cosmo alla fisiologia, dall’antropologia agli studi storico-linguistici. Ne è derivata una teologia perennemente in progress e sempre in ricerca, sviluppatasi appieno all’interno di una visione del mondo attualissima, e capace di gettare una luce inedita sul vivere dell’uomo e sulla creazione, sulle sue meraviglie e i suoi abissi; dunque, per chi crede, sul nostro rapporto con il divino.

Leggere Molari fa bene al cuore e alla mente, anche per i non addetti ai lavori: provare per credere. Per fare solo un esempio, in un intervento del 2013 per l’associazione Biblia su Le ragioni cristiane del dialogo, tema a lui particolarmente caro, metteva in luce la possibile tentazione, e quindi il rischio grave, di elaborare una teologia delle religioni prima di avere intrapreso un dialogo con esse.

D’altra parte – proseguiva – occorre sempre tenere presente che il dialogo suppone sempre una teologia, ma una teologia che disponga al cambiamento e solleciti la conversione. L’impegno del dialogo con le altre religioni, un’eredità conciliare inrealtà tutta da costruire, implica già di per se stesso che la Chiesa si esponga a un cambiamento, a delle continue sfide, a una messa in discussione, genuini. Perciò, secondo Molari, la riflessione teologica e il dialogo sono due momenti di un unico processo: la teologia guida il dialogo; ma il dialogo guida anch’esso, e addirittura trasformerà, la teologia.

I due movimenti – i dati della teologia e quelli del dialogo – sono due fasi essenziali e interrelate di un’unica impresa. Questa correlazione appare con maggiore chiarezza ed efficacia quando il dialogo accompagna un’azione comune. Fino a concludere: “Dialogare dopo avere agito insieme a favore dei poveri e degli oppressi è molto più facile ed efficace. Quando si mette in comune l’esercizio dell’amore le parole acquistano un senso nuovo”.
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CIAO DON CARLO!
di Renzo Salvi su fb del 19 febbraio 2022.
Stamattina, sabato 19 febbraio, ha lasciato la nostra compagnia don Carlo Molari, uno dei maggiori teologi del Novecento e di questo primo scorcio del millennio. E davvero è stato un momento di tristezza: sapevamo l’età; sapevamo i malanni che lo avevano indotto, pochi mesi fa, a “proporre” (un tratto dell’anima questa sua mitezza rispettosa) di lasciare l’impegno con Rocca: un articolo a numeri alterni, ogni mese dunque, gli risultava pesante.
Avevamo allora proposto noi – noi di redazione – e poi realizzato “… almeno” un’intervista con lui, persin divisa in due, per farlo rimanere presente ancora un po’ in quelle nostre pagine che nascono in Assisi ed in quella Pro Civitate Christiana con la quale i rapporti di don Carlo erano saldi e cordialissimi, per amicizia, per convinzione e per la reciproca condivisione di una visione di Chiesa e di mondo del presente e del futuro…
Ora ci precede – lo ha sempre fatto in realtà – in un cammino che, come Dio stesso, secondo la lezione di don Carlo, è una evoluzione continua continuamente da scoprire.
Nella contingenza c’è anche chi oggi ha voluto leggere in un “palchetto” (il sottotitolo giornalistico) dell’articolo/notizia di “Avvenire” un che di “velenoso” per il ricordo del sospetto e dell’emarginazione riservata a don Carlo dalle gerarchie ecclesiastiche nei primi anni Settanta. Chi ha notato questo cenno ha poi argomentato sulle condizioni infelici della Chiesa italiana anche a seguito di scelte come quelle: di allontanamento di figure di testimoni e maestri come lui. Cosa probabilmente vera, in parte.
Mi riesce però difficile pensare che don Carlo Molari – anche don Carlo Molari – non sia “Chiesa italiana” e che il suo pensiero per vie non ufficiali – ma dobbiamo per forza aspirare a quei riconoscimenti? – non abbia fatto scuola. E molta scuola. E buona scuola. Nella Chiesa, dopo il Concilio ma anche prima a ben vedere, tante posizioni e figure di pensiero e d’azione sono state messe ai margini e colpite. Con quel che avevamo a disposizione, di risorse e di capacità, noi (parte degli emarginati e dei colpiti o loro affini) abbiamo anche risposto. Talvolta pesantemente.
E anche se il combattere non è mai stata la nostra prima scelta, in non pochi casi abbiamo ottenuto persino buoni esiti.
L’importante – come ci ricordava spesso David Maria Turoldo – è “non scoraggiarsi, non darsi mai per vinti”.
Anche nella Chiesa, si chiederà qualcuno? Si. Anche nella Chiesa.

SULL’ORLO DEL BARATRO

547c109c-e079-4f19-97cf-e7da3c2a1d17alexzanotelli2018di Alex Zanotelli
Viviamo un momento drammatico della storia umana. Siamo sotto la minaccia dell’ “inverno nucleare” e dell’ “estate incandescente”! La prima provocata da una guerra nucleare e la seconda dalla paurosa crisi ambientale. In questo momento, per la crisi Ucraina, siamo terrorizzati dalla minaccia di una guerra nucleare.Tutto questo è il frutto amaro di una folle corsa mondiale al riarmo, soprattutto atomico. Stiamo infatti militarizzando il cielo e la terra. Il cielo è diventato anch’esso teatro di scontro. [segue]

Oggi domenica 20 febbraio 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni————-
Carbonia. Sul 14 luglio a Carbonia, il racconto degli storici. Verso la fine dell’unità sindacale, “unica testimonianza ancora esistente dello spirito della Resistenza”
20 Febbraio 2022
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Oggi domenica nuovo tassello della storia di Carbonia dal 1° settembre 2019.
Dice la prof. Di Felice, a commento delle posizioni assunte da prefetto e questore, “In un clima rimasto comunque teso, le proteste e i gravi incidenti che seguirono allo sciopero organizzato per l’attentato a Togliatti, provocarono un gran numero di denunce […]
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Oggi con Sant’Agostino

3e3dc142-b803-4f0b-a9aa-b2b35323ab1d«Sant’Agostino a Cagliari. La storia, la tradizione e le prospettive per l’oggi». È il tema al centro del convegno promosso dalla Diocesi e dall’associazione culturale Amici di Sant’Agostino.
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Oggi sabato 19 febbraio 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni————-
Il paese è in sfacello? Fino a quando si farà finta di nulla?
19 Febbraio 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Nei giorni scorsi Draghi perde le staffe e dice che un lavoro se lo sa cercare da sé, senza necessità dei suggerimenti dei politici. Dichiarazione nervosa ed evocativa di scenari politici molto mossi. Ora SuperMario, a fronte della fronda in Parlamento su proposte importanti del governo si reca al Colle e minaccia […]
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Referendum: Amato non fuga le ombre
19 Febbraio 2022
Massimo Villone su il manifesto.
Continuiamo la riflessione sulla decisione delle Consulta sui quesiti referendari con questo articolo pubblicato su Il Manifesto del […]
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Vogliamo la Pace Prepariamo la Pace

COORDINAMENTO PROVINCIALE CAGLIARI “PREPARIAMO LA PACE”
pace
SABATO 26 FEBBRAIO 2022 ORE 10,00 PIAZZA GARIBALDI – CAGLIARI MANIFESTAZIONE CON CORTEO SU: “COSTRUIAMO LA PACE”

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Oggi venerdì 18 febbraio 2022

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Mani Pulite trent’anni dopo. Il bilancio di Colombo e Davigo: ”In Italia non c’è più un’etica condivisa”
18 Febbraio 2022 su Democraziaoggi.
Giudizi amari dai due ex pm del pool di Tangentopoli. “Ricordo i morti. La corruzione era sistema. Non si è investito nella formazione per educare al rispetto delle regole costituzionali. Hanno detto che ci siamo inventati la corruzione. Tra valori predicati e comportamenti praticati c’è una differenza abissale. I ‘cattivi’ […]
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Prepariamo la Pace. Manifestazione sabato 26 febbraio a Cagliari

8e687774-92b7-4f31-9a31-81aae998c448COORDINAMENTO PROVINCIALE “PREPARIAMO LA PACE”
COMUNICATO STAMPA
Come sardi, italiani, europei e cittadini del mondo, assistiamo con forte preoccupazione all’escalation di armamenti e militari attorno al territorio dell’Ukraina, sia da parte della Russia, che da parte della NATO. Denunciamo un uso propagandistico da parte dei media ufficiali a favore delle tesi dello schieramento USA e NATO, così come denunciamo l’utilizzo dei media dell’autocrazia russa di Putin. Vogliono abituarci all’idea che ci sia una guerra giusta, piuttosto che cercare vere mediazioni e negoziati costruttivi. Secondo noi la NATO deve rinunciare ufficialmente ad un allargamento all’Ukraina e la Russia offrire garanzie sulla rinuncia all’opzione militare. [segue]

Costituente Terra

costituente-terra-logouna Terra
un popolo
una Costituzione
una scuola

Newsletter n. 64 del 16 febbraio 2022

LA GUERRA MANCATA

Cari Amici,
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Oggi giovedì 17 febbraio 2022

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Consulta: s’ha da fare, non s’ha da fare? Meglio un Parlamento operoso e serio
17 Febbraio 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.

La Corte costituzionale ha dichiarato l’ammissibilità dei referendum, dando il «via libera» al voto dei cittadini sulla loro eventuale abrogazione. Cosa dovranno decidere gli elettori con un sì o un no? Se è meglio cancellare o mantenere la decadenza e l’incandidabilità per i parlamentari e […]
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È morto il card. Luigi De Magistris, cagliaritano

eb79076e-3e9e-4214-9819-d0344692fe39 Un post su fb del
nipote Raffaele Ibba.
È morto zio Luigi.
https://www.google.com/amp/s/www.avvenire.it/amp/chiesa/pagine/cagliari-morto-il-cardinale-de-magistris
Era cardinale, vescovo e “propenitenziere maggiore” della Chiesa Cattolica Romana (titolo che ha svariati significati, che qui trascuro) , ma per me era “zio Luigi”. Molto ci divideva, ma gli ho voluto bene per molte ragioni. La principale l’ho trovata da adulto, quando Gesù mi ha (finalmente!) preso e non mi ha più lasciato andare. Luigi De Magistris, vescovo cardinale e propenitenziere maggiore, confessore e prete, ha amato Gesù di Nàzaret e l’ha aiutato come ha potuto. Con tutta la sua vita. Ora prega per noi nella libertà di Dio, che sta finalmente conoscendo.
Ciao r
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Un post su fb di Alessandro Mongili. Il cardinale
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Sabato per la Pace

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