in giro per la città capitale con la lampada di aladin

chiesa sangiuseppePerchè è chiusa e abbandonata la chiesa di San Giuseppe Calasanzio nel rione Castello di Cagliari?MonumetiAperti_2010_d0 Chiesa san giuseppe
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Sotto: la foto dei visitatori della chiesa di San Giuseppe Calasanzio in occasione della manifestazione monumenti aperti del 2010 (foto vitobiolchini)
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Chiesa_San_Giuseppe_d0http://www.comune.cagliari.it/portale/it/scheda_sito.page;jsessionid=6DA0A481EAA2E2C6605947799DBC47B9?contentId=SIT642
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ape-innovativaOggi domenica 8 giugno 2014, Franco Meloni su fb
Racconto dalla mia memoria. Non ricordo più la data ma in un periodo compreso tra il 1995 e il 1997, trovandomi a passare davanti alla chiesa di san Giuseppe, notai il portone aperto (la serratura era stata forzata) e sbirciai dentro: la chiesa era abbandonata ma vissuta da volatili che, approfittando delle aperture dovute a vetri rotti, vi avevano fatto il nido. Il pavimento era cosparso di escrementi. Chiamai per telefono i vigili urbani, che intervennero richiudendo il portone con un robusto lucchetto. Scrissi allora una lettera a l’Unione Sarda (firmata Franco Meloni, cittadino cagliaritano) sollecitando un intervento di recupero della struttura da parte di non so quale Istituzione, ma individuando il Comune comunque come primo responsabile, a prescindere. Nello stesso periodo sempre nei pressi della chiesa (ci passavo ogni giorno per andare al lavoro al Rettorato) incontrai per caso don Paolo De Magistris (già Sindaco di Cagliari, ma soprattutto uno dei più illustri storici della città) al quale posi questa domanda: “Don Paolo (così lo chiamavano tutti e anch’io, perchè un titolo bisognava pur darlo a un non laureato che a molti laureati faceva barba e capelli), lei, da fervente uomo di chiesa qual’è, sarà contrario, ma, le chiedo, cosa ne pensa di un utilizzo laico di questa chiesa?”. Don Paolo mi rispose pressapoco così: “Guardi Meloni, di chiese aperte al culto ce ne sono abbastanza. Io sarei favorevole a un utilizzo culturale sia della chiesa sia dell’intero complesso, comprendente l’ex convento scolopio di san Giuseppe. Le do ora una informazione che lei non ha: questa chiesa, come pure il resto, è di proprietà del Demanio statale. Credo che se ne libererebbe volentieri, cedendoli (la chiesa e l’ex convento) ad altra amministrazione pubblica” (1). Queste circostanze (o forse anche altre) portarono alla proposta di utilizzare la chiesa come aula magna dell’Ateneo, raccolta discretamente dal rettore Pasquale Mistretta, che fece fare un apposito studio, prendendo come modello Bologna, ovvero la trasformazione della ex chiesa di Santa Lucia in aula magna. La soluzione appariva ottimale anche dal punto di vista della localizzazione (poter disporre di uno spazio universitario aperto alla città, autonomo rispetto alla struttura del Rettorato e quindi utilizzabile senza i vincoli della presenza di uffici). Ma Mistretta giudicò comunque lo spazio insufficiente per le esigenze dell’Ateneo. Si seppe che il Demanio era disponibile a cedere la struttura all’Università a un prezzo simbolico (1 lira), ma il Rettore, prioritariamente impegnato nell’apertura della struttura della Cittadella di Monserrato, paventava un ulteriore e insostenibile impegno finanziario dell’ateneo, considerata l’entità dei lavori di restauro e riadattamento da fare. Si propose al Rettore di ricorrere ai fondi europei (allora credo esistesse il programma Urban), ma le sue preoccupazioni stavano altrove (e forse, all’epoca, anche giustamente). Come andò a finire la storia? Non so precisamente. So che la struttura venne in qualche modo messa in sicurezza (forse anche con fondi europei), che fu trasferita al Ministero dei beni culturali, precisamente per le esigenze della Biblioteca universitaria. Altro non so se non che oggi la chiesa appare in abbandono e comunque non utilizzata. Nel 2010 fu inserita nel programma del Monumenti aperti, come fa fede la foto ripubblicata recentemente da Vito Biolchini e ripresa ieri da Aladinews. Il resto è da scrivere… anche da parte nostra.
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almanaccoCA73(1) Il punto di vista di Paolo De Magistris su l’utilizzo della chiesa di San Giuseppe Calasanzio e in generale sulla valorizzazione del rione Castello è esaustivamente riportato in un suo scritto su L’Almanacco di Cagliari 1973, intitolato “La rocca da rilanciare – La valorizzazione del Castello”.

2 Responses to in giro per la città capitale con la lampada di aladin

  1. […] interventi a carattere finanziario per la sopravvivenza del Centro e concessione allo stesso della chiesa di San Giuseppe Calasanzio in Castello, allo stato in abbandono, dopo i necessari lavori di ristrutturazione […]

  2. […] La Chiesa cattolica celebra oggi, tra altri santi, San Giuseppe Calasanzio. A Cagliari a lui è dedicata una chiesa, nel quartiere Castello, facente parte dell’antico collegio degli scolopi. Purtroppo da oltre 60 anni la chiesa è chiusa, in disuso, nonostante sia strutturalmente in buone condizioni. Completamente svuotata degli arredi. Appartiene al demanio statale che l’ha trasferita al Ministero dei beni culturali per le necessità della biblioteca universitaria (statale), ma neppure mai utilizzata dallo stesso. Ecco alcune immagini postate sulla nostra news: http://www.aladinpensiero.it/p=144585. – Un’ennesima occasione per chiederne il ricupero e la sua destinazione a usi culturali. […]

Rispondi a Appello di SardegnaSoprattutto per la sopravvivenza del Centro di documentazione e studi delle donne | Aladin Pensiero Annulla risposta

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