Chiesa
Oggi giovedì 22 maggio 2025
ANPI: congelare accordo UE/Israele
21 Maggio 2025 su Democraziaoggi
«Fin dal 2024 l’ANPI e tante altre associazioni avevano chiesto all’Unione Europea e al governo italiano di sospendere l’accordo di cooperazione commerciale con Israele sottoscritto nel 2000, perché esso è vincolato al rispetto dei diritti umani. Finalmente, sia pur con gravissimo ritardo, la maggioranza dei Paesi europei ha manifestato l’intenzione di congelare tale accordo, anche […]
Tre mandati, meglio no
21 Maggio 2025. Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Si discute molto dell’opportunità di consentire i tre mandati a livello regionale. La questione investe anche i comuni. C’è una forte spinta degli interessati che incidono anche sulle posizioni dei partiti. I favorevoli invocano la sovranità popolare, affermando che, in fondo, è il corpo elettorale che deve decidere se eleggere o meno un candidato […]
Defensores Kalares: urge restaurare e riaprire l’Ipogeo di Sant’Agostino
Siamo d’accordo con Michele Pintus e sollecitiamo interventi dagli Enti competenti, Comune di Cagliari in primis.
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- La chiesa è l’ipogeo di Sant’Agostino su Aladinpensiero (articolo di Carla Deplano).
E’ il Papa della gioia
di Raniero La Valle
Cari Amici,
prima di quanto potessimo aspettarcelo, abbiamo avuto un papa nuovo, che ha lenito il dolore per la morte di papa Francesco. Noi lo abbiamo salutato come “il Papa della gioia“, perché ci ha detto che il male non prevarrà. E ci ha colpito la gioia con cui è stato accolto da parte di tutti: a cominciare dai cardinali che lo avevano eletto e lo hanno attorniato sul balcone di piazza san Pietro, per ascoltare il suo primo saluto in cui in 100 secondi per dieci volte ha fatto appello alla pace.
Che significa questa gioia, esplosa in piazza san Pietro e nel mondo? Inaspettata com’era, ci è apparsa come un segno dei tempi. E che tempi sono questi? Secondo papa Leone i tempi saranno buoni, se noi li viviamo bene. Ma, citando sant’Agostino, che è a monte della sua spiritualità, ha affermato che “noi siamo i tempi”. E questo lo ha detto ai giornalisti, per esortarli a stare nella storia, e questo è un cimento anche per noi, dato che ciascuno è responsabile di tutto. E l’altra esortazione, rivolta ai giornalisti ma valida per tutti, è che anche la parola deve essere “disarmata e disarmante”, come la pace, non viziata e faziosa: perché tutto comincia dalla parola, “in principio era la Parola”, appunto.
Ma i tempi sono anche cattivi. C’è un Barbaro insediato alla Casa Bianca e c’è in corso una guerra pericolosissima a due passi da noi, addirittura contro la Russia, una guerra che come tutte le guerre si vorrebbe che finisse al più presto, e che invece l’Europa fa di tutto perché non finisca; e c’è un genocidio che non si può chiamare tale, perché se no chi lo sta facendo si offende.
Per questo è una gran cosa che sia arrivato un Papa così. Viene dall’America, anzi dalle due Americhe, insieme periferia e centro del mondo; e ci ha detto che dobbiamo tenerci per mano, tutti gli uomini, tutti i popoli, mano nella mano con la mano di Dio: e ha gridato: “mai più la guerra”, esprimendo una continuità nel servizio petrino mai venuta meno da Giovanni XXIII in poi.
Ma questa volta c’è una novità nella ricezione di questa parola, finora inascoltata da tutti i potenti. E la novità è che ora un potente sembra d’accordo, e riprende la motivazione che fu di papa Giovanni: tutti i Papi hanno denunciato l’inumanità della guerra, la sua crudeltà, il suo essere sempre una sconfitta, come da ultimo diceva papa Francesco, motivi molto congeniali al ministero papale; ma papa Giovanni aveva dato il motivo nuovo e più moderno del ripudio della guerra (“in questa età”, precisava la “Pacem in terris”): il motivo era che essa è “fuori della ragione”, cioè è da dementi. Ed ecco che due giorni dopo Trump dice a Zelensky e a Putin: “fate finire questa stupida guerra”: finire la guerra non solo perché è malvagia, ma soprattutto perché è stupida: “Ho un messaggio per entrambi: fate finire questa stupida guerra. Stiamo perdendo cinquemila soldati a settimana, sia russi che ucraini”.
Per questo se ne può uscire: perché è così stupida da travolgere e punire prima di tutto chi la fa, e tanto più se la fa “senza ragione”. In questo senso oggi il più stupido di tutti è Zelensky, che si è tirato addosso e ha voluto continuare a tutti i costi una guerra che non gli toccava affatto e per la quale ha dato in olocausto il suo Paese; ma tutte le guerre dal Novecento in poi sono state stupide rovesciandosi contro i loro autori: gli Imperi centrali nella prima guerra mondiale, Hitler, Mussolini, il Giappone, tutti suicidi, la guerra del Vietnam, l’Iraq (le due Torri!), l’Afghanistan, la Libia, e naturalmente l’Ucraina, per non parlare di Gaza.
E qui c’è una logica nel fatto che a proclamare la follia della guerra sia il più folle dei governanti di oggi. Se Trump non vuole la guerra, non è perché la giudica cattiva (se no non manderebbe armi a Israele), ma perché è stupida, non fa “grande” l’America, costa un sacco di soldi e mette a rischio il dollaro: e lui lo comprende perché è un folle lucido più degli altri, e preferisce non il burro, ma i dazi ai cannoni. Perciò ora possiamo sperare che almeno la guerra d’Ucraina pur all’insaputa dell’Europa illuminista, e nonostante l’Europa, stupida com’è, finalmente, finisca.
Di seguito pubblichiamo il discorso di Papa Leone XIV ai giornalisti. Nel sito Prima Loro un’intervista all’Unità su papa Leone XIV.
Con i più cordiali saluti,
da “Prima Loro” (Raniero La Valle).
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Incontro con i Rappresentanti dei Media convenuti a Roma per il Conclave, 12.05.2025
[B0309]
Alle ore 11.00 di questa mattina [12.05.2025], nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Leone XIV ha incontrato i Rappresentanti dei Media convenuti a Roma per il Conclave.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto loro:
Discorso del Santo Padre
Buongiorno! Good morning, and thank you for this wonderful reception! They say when they clap at the beginning it doesn’t matter much… If you are still awake at the end, and you still want to applaud… Thank you very much!
[traduzione italiana: Buongiorno e grazie per questa bellissima accoglienza! Dicono che quando si applaude all’inizio non vale granché! Se alla fine sarete ancora svegli e vorrete ancora applaudire, grazie mille!]
Fratelli e sorelle!
Do il benvenuto a voi, rappresentanti dei media di tutto il mondo. Vi ringrazio per il lavoro che avete fatto e state facendo in questo tempo, che per la Chiesa è essenzialmente un tempo di Grazia.
Nel “Discorso della montagna” Gesù ha proclamato: «Beati gli operatori di pace» (Mt 5,9). Si tratta di una Beatitudine che ci sfida tutti e che vi riguarda da vicino, chiamando ciascuno all’impegno di portare avanti una comunicazione diversa, che non ricerca il consenso a tutti i costi, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla. La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza: dobbiamo dire “no” alla guerra delle parole e delle immagini, dobbiamo respingere il paradigma della guerra.
Permettetemi allora di ribadire oggi la solidarietà della Chiesa ai giornalisti incarcerati per aver cercato di raccontare la verità, e con queste parole anche chiedere la liberazione di questi giornalisti incarcerati. La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle Nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa.
Grazie, cari amici, per il vostro servizio alla verità. Voi siete stati a Roma in queste settimane per raccontare la Chiesa, la sua varietà e, insieme, la sua unità. Avete accompagnato i riti della Settimana Santa; avete poi raccontato il dolore per la morte di Papa Francesco, avvenuta però nella luce della Pasqua. Quella stessa fede pasquale ci ha introdotti nello spirito del Conclave, che vi ha visti particolarmente impegnati in giornate faticose; e, anche in questa occasione, siete riusciti a narrare la bellezza dell’amore di Cristo che ci unisce tutti e ci fa essere un unico popolo, guidato dal Buon Pastore.
Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità. La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia. Come ci ricorda Sant’Agostino, che diceva: “Viviamo bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi” (cfr Discorso 80, 8).
Grazie, dunque, di quanto avete fatto per uscire dagli stereotipi e dai luoghi comuni, attraverso i quali leggiamo spesso la vita cristiana e la stessa vita della Chiesa. Grazie, perché siete riusciti a cogliere l’essenziale di quel che siamo, e a trasmetterlo con ogni mezzo al mondo intero.
Oggi, una delle sfide più importanti è quella di promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla “torre di Babele” in cui talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi. Perciò, il vostro servizio, con le parole che usate e lo stile che adottate, è importante. La comunicazione, infatti, non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto. E guardando all’evoluzione tecnologica, questa missione diventa ancora più necessaria. Penso, in particolare, all’intelligenza artificiale col suo potenziale immenso, che richiede, però, responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti, così che possano produrre benefici per l’umanità. E questa responsabilità riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali.
Cari amici, impareremo con il tempo a conoscerci meglio. Abbiamo vissuto – possiamo dire insieme – giorni davvero speciali. Li abbiamo, li avete condivisi con ogni mezzo di comunicazione: la TV, la radio, il web, i social. Vorrei tanto che ognuno di noi potesse dire di essi che ci hanno svelato un pizzico del mistero della nostra umanità, e che ci hanno lasciato un desiderio di amore e di pace. Per questo ripeto a voi oggi l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra. Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana.
Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace.
Grazie a tutti voi. Che Dio vi benedica!
[00533-IT.02] [Testo originale: Italiano]
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Oggi lunedì 12 maggio 2025
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Trattative in Turchia. Miracolo di Leone o di Donald? Speriamo bene. L’importante è che von der Leyen & C. stiano alla larga
11 Maggio 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Lo so che sarò accusato di putinismo, ma da Mosca giungono buone notizie. Posso dire meglio che a Kiev, dove i volenterosi, ridicolmente, dopo aver perso sempre, minacciano sanzioni a Mosca, se non tratta? In realtà, le trattative ci sono già state in Turchia nel 2022, poco dopo l’inizio della guerra, ed erano giunte […]
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Quale utilizzo culturale, in aggiunta a quello cultuale, della chiesa di San Giuseppe a Stampace? Discutiamone.
Come è noto non tarderanno i lavori di restauro della chiesa di San Giuseppe a Stampace con la sua riapertura al culto e a pertinenti usi culturali. Tra questi ultimi circolano diverse idee che comunque prevedono utilizzi polivalenti, ovviamente nel rispetto del contesto sacrale del luogo. Ci riferiamo, ad esempio, alle “proposte aperte” avanzate dall’associazione Giuseppe Toniolo della parrocchia di Sant’Anna, dalla Congregazione degli Artieri di San Michele, nonché dal MEIC (Movimento Ecclesiale d’Impegno Culturale): tutte organizzazioni che hanno promosso la riapertura della chiesa, incontrando la encomiabile disponibilità della “Fondazione istituti riuniti di ricovero minorile”, che ne è proprietaria, e la benevola attenzione dell’Arcivescovo Baturi, che, ai sensi della normativa concordataria, ne dispone riguardo alla destinazione d’uso. Nel contributo che segue di Franco Meloni si propone, mutatis mutandis, un’idea attuata tempo fa nella Diocesi di Milano dal suo Vescovo cardinale Carlo Maria Martini e sostanzialmente ripresa a Roma dal cardinale Gianfranco Ravasio.
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Cattedra dei non credenti e Cortile dei Gentili: esperienze da proporre, opportunamente adattate, anche nella nostra realtà cagliaritana.
di Franco Meloni (*)
Una proposta, che s’iscrive nell’esortazione sinodale a «interpellare anche chi guarda alla Chiesa dall’esterno, per provare ad ascoltare quel che hanno da dirci e da chiedere» è quella di ripercorrere le orme della «Cattedra dei non credenti», del grande uomo di chiesa cardinale Carlo Maria Martini (1), cogliendone l’essenzialità, anche se in forme attuative diverse dall’esperienza originale. Forse avvicinandosi a quella tuttora viva e di largo seguito del «Cortile dei Gentili», animata dal cardinale Gianfranco Ravasi (2). Ovviamente anche qui in programmi e modalità corrispondenti alle energie che persone di buona volontà vogliono mettere in campo, risorse che non mancano anche dalle nostre parti.
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Oggi domenica 11 maggio 2025
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ANPI: contro la deriva delle manifestazioni neofasciste
10 Maggio 2025 su Democraziaoggi
«Il Comitato Nazionale dell’ANPI,
viste le continue e sempre più frequenti manifestazioni di organizzazioni di estrema destra che si riuniscono per esaltare il passato regime fascista, attraverso la riunione di un significativo numero di partecipanti, organizzati con divise e inquadramento paramilitare e/o militare, con saluti romani e chiamata del “presente”; ritenuto che negli ultimi tempi a Milano […]
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In Iran impiccato uno stupratore, da noi ai domiciliari
11 Maggio 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Se dovessi seguire il Codice barbaricino e penassi in sardo, forse dovrei gioire alla notizia che uno supratore in Iran è stato condannato a morte e impiccato. Ma ora spesso penso in italiano, seguo la nostra bella Costituzione, nata dalla Resistenza, e condivido l’insegnamento di Cesare Beccaria, la persona è inviolabile, anche quando commette orribili crimini e lo Stato non può privarla della vita.[…]
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Caro Papa Leone ti scrivo…
LA CONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA SCRIVE
AL PAPA LEONE XIV
A SUA SANTITA’ PAPA LEONE XIV
00120 CITTA’ DEL VATICANO
Caro Papa Leone,
la Confederazione Sindacale Sarda- CSS esprime tutta la sua gioia nel salutare il vicario di Cristo, che si rinnova nella Chiesa Universale tramite i propri vescovi, eredi degli Apostoli, custodi fedeli del “depositum fidei”, che, come ci ricordava Papa Giovanni XXIII nel discorso di apertura del Concilio Vaticano II (11 ottobre del 1962), è una fonte perenne di acqua pura: “Perfusa di luce, la Chiesa del Signore diffonde i suoi raggi sul mondo intero; è però un’unica luce che viene irradiata dovunque, né viene scissa l’unità del corpo. Estende i suoi rami su tutta la terra per il copioso rigoglio, espande a profusione i rivoli che scaturiscono con abbondanza; ma è unico il capo e unica l’origine e unica la madre fertile per le fortunate fecondità: da lei siamo partoriti, siamo nutriti dal suo latte, siamo vivificati dal suo spirito (San Cipriano De Catholicae Ecclesiae unitata ,5)”.
Il Presidente Sergio Mattarella scrive al Papa Leone XIV, anche a nome nostro!
Di seguito il testo della lettera che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato a Sua Santità Papa Leone XIV
«Nel partecipare al “gaudium magnum” annunziato pochi momenti fa alla cristianità e al mondo dal cardinale protodiacono, desidero far giungere, anche a nome del popolo italiano, fervidi auguri per un lungo e fecondo pontificato, oltre che per il benessere spirituale e personale di Vostra Santità.
Le prime parole dell’omelia odierna
[Dalla sala stampa vaticana] I will begin with a word in English, and the rest is in Italian.
But I want to repeat the words from the Responsorial Psalm: “I will sing a new song to the Lord, because he has done marvels.”
And indeed, not just with me but with all of us. My brother Cardinals, as we celebrate this morning, I invite you to recognize the marvels that the Lord has done, the blessings that the Lord continues to pour out on all of us through the Ministry of Peter.
You have called me to carry that cross, and to be blessed with that mission, and I know I can rely on each and every one of you to walk with me, as we continue as a Church, as a community of friends of Jesus, as believers to announce the Good News, to announce the Gospel.
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Inizierò con una parola in inglese, il resto è in italiano.
Ma voglio ripetere le parole del Salmo Responsoriale: “Canterò un canto nuovo al Signore, perché ha compiuto meraviglie”.
E non solo con me, ma con tutti noi. Fratelli Cardinali, mentre celebriamo questa mattina, vi invito a riconoscere le meraviglie che il Signore ha compiuto, le benedizioni che il Signore continua a riversare su tutti noi attraverso il Ministero di Pietro.
Mi avete chiamato a portare quella croce e ad essere benedetto con quella missione, e so di poter contare su ognuno di voi affinché cammini con me, mentre continuiamo come Chiesa, come comunità di amici di Gesù, come credenti ad annunciare la Buona Novella, ad annunciare il Vangelo.
Oggi venerdì 2025 maggio 9
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————————-Oggi Festa dell’Europa—-
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Habemus Papam. Leone XIV. Parla di pace. Speriamo bene
8 Maggio 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Sto guardando la Tv e piazza S. Pietro. Vedo tanta gioia, suonano le campane a distesa. Mi viene subito in mente il povero Francesco. Il lutto è durato poco. Ora il dolore è cancellato prevale la gioia. È un male o un bene? Non trovo immediata risposta, ma superare il dolore con la gioia […]
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Pitzalis interroga Nordio sul caso giudiziario Todde, ma incrementa solo la confusione
7 Maggio 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
L’on Pitzalis, vice presidente della Commissione giustizia della Camera, insieme ad alcuni esponenti di FI, FDI e Lega, chiede un intervento di Nordio sull’operato del dr. Poddighe, giudice della Corte d’appello di Cagliari. Questi, in qualità di presidente della Commissione di vigilanza elettorale, ha revocato al prof. Fercia, membro della stessa Commissione, il mandato […]
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La Chiesa, come spesso ha fatto, ci sorprende!
Ecco il nuovo Francis Robert Prevost: Papa Leone XIV
Ecco chi è Robert Francis Prevost, Leone XIV.
Jeffrey Sachs e le sfide globali: le 4 criticità. Il messaggio è netto: o mettiamo in pratica la pace e una nuova governance mondiale o rischiamo di non avere un futuro.
Jeffrey Sachs e le sfide globali: appello per una governance mondiale dalla conferenza di Roma
L’intervento dell’economista statunitense Jeffrey Sachs e le sfide globali sono stati al centro del partecipatissimo evento organizzato da Othernews e Università per la Pace delle Nazioni Unite.
di Cecilia Capanna, OtherNews*
Il 18 marzo 2025, a Palazzo Falletti di Roma, si è tenuta una conferenza sullo stato del mondo con personalità di altissimo livello. Hanno pensato e organizzato l’evento il giornalista Roberto Savio, fondatore e Presidente di Othernews, e l’Università per la Pace delle Nazioni Unite, prossima all’apertura della sua nuova sede romana. Ospite d’onore, l’economista statunitense Jeffrey Sachs, ha offerto una riflessione penetrante e urgente sui grandi problemi globali che mettono a rischio il futuro dell’umanità. Il suo intervento ha toccato tematiche fondamentali, dalla geopolitica all’ambiente, dall’intelligenza artificiale alla governance mondiale.