News
Oggi giovedì 12 settembre 2024
Un altro Borrell No. L’Europa ritrovi il suo ruolo per la pace
12 Settembre 2024
Alfiero Grandi su Democraziaoggi.
L’alto rappresentante per la politica estera europea Borrell (titolo altisonante ma senza un ruolo corrispondente) non si farà rimpiangere quando tra qualche settimana lascerà il suo mandato. Ha insistito anche a Cernobbio per spingere l’Italia a dare il consenso all’Ucraina per colpire il territorio russo con le armi fornite dalla Nato e dai […]
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Oggi mercoledì 11 settembre 2024
Tuili. Segnali gravi nell’opposizione all’assalto delle multinazionali sull’energia. Occorre un cambio di passo di tutti
11 Settembre 2024
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Che il clima si stia surriscaldando è già emerso, nei giorni scorsi, dalla distruzione di una pala eolica in attesa di sistemazione, ma l’incendio di 2000 pannelli solari a Tuili rappresenta una conferma che una parte dei sardi si va convincendo della inefficacia degli strumenti legali di difesa. Questa convinzione, a tinte esasperate, si […]
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Guerra maledetta guerra
Su Volerelaluna.
Con l’invasione del territorio russo nella zona di Kursk da parte di truppe corazzate ucraine, armate ed equipaggiate dalla NATO, e con la pretesa ucraina di utilizzare sistemi d’arma occidentali per colpire obiettivi strategici in profondità in Russia, si è verificato un salto di qualità nell’escalation del conflitto russo-ucraino, che ci riguarda e ci coinvolge direttamente.
Lev Tolstoj, in Guerra e Pace, per descrivere Napoleone Bonaparte che ordina l’avanzata in territorio russo nel 1812 ricorre al noto aforisma di Dio che fa impazzire quelli che vuole perdere. La catastrofe della guerra in Russia indubbiamente fu frutto del delirio di potenza che aveva oscurato la mente di Napoleone. Oggi ci troviamo di fronte alla programmazione di una nuova e più catastrofica campagna di Russia, di cui l’invasione ucraina nel territorio di Kursk, rappresenta il detonatore, se Zelensky non verrà ridotto a più miti consigli. La mini-invasione della Russia intrapresa dall’Ucraina con i mezzi corazzati, l’armamento e la copertura di intelligence della NATO, è un’operazione che non ha grandi prospettive sul piano meramente militare, addirittura potrebbe apparire un non senso, dal momento che l’Ucraina ha dovuto distogliere una parte delle sue truppe migliori dal Donbass dove non riesce ad arrestare la lenta ma inesorabile avanzata delle truppe russe. Tuttavia, al di là della sua opinabile rilevanza militare, l’incursione ucraina, rappresenta una provocazione politica che punta a esasperare il conflitto e a indurre la Russia a massimizzare la violenza, provocando così l’ingresso definitivo in guerra della NATO.
L’offensiva dei dirigenti politici ucraini che punta a ottenere mano libera per usare sistemi missilistici USA e NATO allo scopo di colpire siti di valore strategico in Russia e la dichiarata intenzione di Zelensky di presentare un “Piano per la vittoria”, lasciano intendere che la direzione di marcia del piccolo Napoleone di Kiev è quello di provocare l’avversario anche sfidando il rischio che, messa con le spalle al muro, la Russia, ricorra all’uso delle armi nucleari tattiche. La decisione di USA, Gran Bretagna e di numerosi Stati europei, con il sostegno dei vertici dell’Unione Europea, di permettere all’Ucraina di utilizzare sistemi d’arma occidentali sempre più performanti per colpire in profondità nei territori della Russia, rappresenta un crescendo di ostilità che ci coinvolge sempre di più nel conflitto. Qui siamo molto al di là dal sostegno alla resistenza delle forze armate ucraine a fronte dell’attacco russo scatenato il 24 febbraio 2022, ci troviamo di fronte a una alleanza de facto per sostenere una guerra che punta alla “vittoria” dell’Ucraina, attraverso la disfatta militare e l’umiliazione della Russia. Senonché l’unica possibilità di “vittoria” per un Paese più debole come l’Ucraina consiste nel provocare l’intervento dei Paesi della NATO nella guerra contro la Russia. Per ottenere questo risultato qualsiasi azzardo è giustificato, anche quello di spingere la Russia ad utilizzare le sue armi nucleari tattiche. Quella compiuta dall’Ucraina è la più rilevante incursione in territorio russo dalla Seconda guerra mondiale. Le reminiscenze di un passato tragico non possono che attizzare risposte irrazionali nella società e nel potere russo.
Domenico Quirico su La Stampa ha colto che «oggi dopo Kursk qualcosa è cambiato, di profondo, al di là della irrilevanza militare della incursione ucraina» e ha osservato che «un sistema politico, esiste solo se risponde in maniera adeguata a ciò che lo mette in pericolo. Finché riesce a reagire e ad annientare ciò che punta alla sua fine sopravvive. Quando dimostra di non avere più i mezzi per rispondere, subito, drasticamente, muore. La Russia putiniana è forse arrivata a questo dilemma senza vie di uscita». Se Quirico quasi si compiace dell’indebolimento del potere di Putin, noi, al contrario non possiamo che allarmarci. Come farà quel sistema politico a rispondere in maniera adeguata a ciò che lo mette in pericolo?
Persino Tajani e Crosetto, si sono resi conto che stiamo varcando la soglia della guerra con la Russia e hanno messo le mani avanti dichiarando contrarietà all’uso di nostri sistemi d’arma per colpire obiettivi in territorio russo poiché: «noi non siamo in guerra con la Russia». I politici italiani sono campioni mondiali di servilismo, oggi verso la NATO, ieri verso la Germania hitleriana, ma non sono pazzi al punto da rischiare il suicidio per amore di servilismo. L’impazzimento invece dilaga nel territorio dell’Unione Europea e offusca le menti dei dirigenti politici se l’Alto Rappresentante per la politica estera Josep Borrell ha tacciato di ridicolo le esitazioni italiane: «Io credo che sia ridicolo dire che se si permettono di colpire obiettivi militari in Russia allora vuol dire essere in guerra contro Mosca, come dicono alcuni Stati membri». Evidentemente per Borrell dirigere le nostre armi contro obiettivi strategici in Russia e colpirli pesantemente non è un atto di ostilità e la Russia non deve considerarlo come tale. Purtroppo nulla ci garantisce che i generali russi condividano questa tesi.
In questo momento – direbbe Tolstoj – il delirio di potenza circola nelle Cancellerie dei principali Paesi europei, specialmente in Gran Bretagna e nei Paesi nordici. L’Italia non conta nulla, ma facciamo pur sempre parte della NATO e lo scoppio della guerra con la Russia ci coinvolgerà inevitabilmente. Il nostro Paese, come tutti i popoli europei, non ha alcun interesse reale a entrare in guerra con la Russia: sarebbe una tragedia enorme che sovrasterebbe i lutti e le distruzioni provocate dalla Seconda guerra mondiale. La guerra con la Russia non è inevitabile, come sostengono i vertici della NATO, e i leader europei profeti di sventura, ma noi ci troveremmo inevitabilmente coinvolti se continuassimo a fornire a Zelensky gli strumenti per attuare i suoi piani di provocazione politica e militare nei confronti della società e del potere russo.
L’escalation del conflitto russo ucraino è arrivata a un punto di svolta. Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare che questa svolta si compia, non basta mettere la testa sotto la sabbia e proclamare (invano) la nostra contrarietà all’uso di armi italiane su territorio russo, bisogna invertire la direzione di marcia respingendo il mito della “vittoria” ucraina come unica soluzione auspicabile del conflitto. Nessuna delle due parti può conseguire la vittoria: l’unica soluzione è un negoziato da attuarsi mediante una Conferenza di Pace sul modello Helsinki 1975. È urgente una mobilitazione delle coscienze per spingere Governo, partiti e strutture della società civile a dire no alla guerra con la Russia, senza se e senza ma. È proprio il caso di dire che si tratta di una questione di vita o di morte.
Una versione ridotta dell’articolo è stata pubblicata su Il Fatto Quotidiano del 4 settembre con il titolo: Dobbiamo tirarci fuori dalla campagna di Russia
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Il manifesto sardo: il numero trecentottansette
Dalle miniere di Buggerru al primo sciopero generale (Marco Contu), Transizione ecologica, transizione energetica e rinnovabili in Sardegna. Un altro punto di vista e qualche precisazione necessaria (Fernando Codonesu), Il GrIG denuncia alla Commissione Europea il calendario venatorio sardo (Stefano Deliperi), La Sardegna di fronte alla scelta: vincolo militare o morale? (Aldo Lotta), Il grande inganno (Roberto Mirasola), La resistenza dei sardi (Francesco Casula), Sulle rinnovabili il governo viola il diritto comunitario? (red), Si scrive Pratobello e si legge GALSI? Ecco perché la Sardegna non è l’unica vittima di una transizione ingiusta (Antonio Fronteddu), Si scrive Pratobello e si legge GALSI? Ecco perché la Sardegna non è l’unica vittima di una transizione ingiusta (Roberto Mirasola), Sul riconoscimento della fibromialgia (Claudia Zuncheddu), Ferragosto coloniale (Graziano Pintori), Vi raccontiamo l’A Foras Camp 2024 (red), Sulle energie rinnovabili il libero mercato è parte del problema e non della soluzione (Enrico Lai), Psicopatologia del silenzio (Aldo Lotta), Trees4Girls, 10 ragazze kenyote lottano contro la crisi climatica dei villaggi masai (red), Docenti idonei concorso PNRR 2023/24 sul piede di guerra: “Abbiamo superato le prove ma il Governo ci abbandona alla precarietà senza alcuna prospettiva” (red), Che fare dopo l’allagamento di Bosa (red), Maria Oppo si aggiudica il titolo di campionessa sarda di Poetry Slam e l’accesso alle finali italiane (red), Per una Società Energetica Sarda (Franciscu Sedda).
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Oggi 10 settembre 2024 martedì
Sardegna: una situazione resa più difficile dalle divisioni
10 Settembre 2024
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
La Sardegna vive una situazione molto difficile. Ci sono i problemi endemici della disoccupazione, della carenza dei servizi, della intollerabilità dello stato dei trasporti interni ed esterni e della sanità, cui ora si aggiunge la grave aggressione delle multinazionali dell’energia. Questa ha i classici caratteri del neocolonialismo. Si dispone dell’isola senza tenere conto dei […]
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Rassegna stampa su ambiente, paesaggio e energie rinnovabili
Oggi domenica 8 settembre 2024
Francesco Cocco ricordato a Guspini. Proposta la raccolta dei suoi scritti
7 Settembre 2024 su Democraziaoggi.
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
A Guspini, suo paese natale, venerdì scorso è stato ricordato Francesco Cocco. L’iniziativa è stata presa dall’Ass. minatori, e questo già ci dice molto del legame che i lavoratori avevano con Francesco, che era anche iscritto all’Associazione. Francesco era un gramsciano convinto, uno studioso profondo del fondatore del partito comunista, e dunque era un […]
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Informazione e Energie rinnovabili
L’ORDINE DEI GIORNALISTI, IL GIORNALISMO E L’ENERGIA RINNOVABILE
Il Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, riunito a Cagliari, ha esaminato lo stato dell’informazione nell’Isola, anche alla luce del dibattito in atto sulla transizione energetica e sulla possibile installazione degli impianti per la produzione di energia rinnovabile.
Oggi sabato 7 settembre 2024
“Cessate il fuoco” aderisce alla marcia Perugia-Assisi
6 Settembre 2024 su Democraziaoggi.
ADESIONE ALLA MARCIA PERUGIA-ASSISI
Il gruppo CESSATE IL FUOCO, nato il 30 giugno ’23, su iniziativa di Ambasciatori a/r, generali, membri della Presidenza del Coordinamento per la democrazia costituzionale, aderisce alla marcia Perugia Assisi e all’Assemblea indette per il prossimo 21 settembre, nella giornata internazionale della Pace promossa dall’Onu. Mai come in questo momento abbiamo bisogno che […]
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Su Sardegna e Libertà
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Oggi venerdì 6 settembre 2024 – Energie rinnovabili
Su vitobiolchini.it: https://www.vitobiolchini.it/2024/09/05/pratobello24-una-mobilitazione-imponente-che-rischia-tecnicamente-di-non-servire-a-nulla-ecco-perche/
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Addio a Anna Maria Cherchi, militante storica sardista sempre dalla stessa parte, poetessa.
La ricordiamo con la bella intervista – che le fece Maria Francesca Chiappe su L’Unione Sarda del 24 aprile 2016 – che abbiamo trovato sulla sua pagina fb. Condoglianze e vicinanza alla famiglia e ai compagni e amici che l’hanno conosciuta, apprezzata e le hanno voluto bene.
Il funerale si terrà domani venerdì 6 settembre alle ore 10,30 nella Chiesa di Nostra Signora del Carmine, in viale Trieste, Cagliari.