POLITICA
Geopolitica
Geopolitica digitale, la sfida Musk-Altman per controllare l’AI
14 Febbraio 2025 su Democraziaoggi.
Il nemico esterno e il nemico interno: l’unico antagonista dell’amministrazione Trump sembra essere la giustizia, dalla Corte penale internazionale ai tanti tribunali disseminati sul territorio americano che nelle ultime settimane stanno congelando la valanga di ordini esecutivi emanati dalla Casa Bianca. Una cornice in cui la stessa Corte […]
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Costituente Terra – Convocazione all’assemblea delle socie e dei soci del 26 febbraio 2025
Carissime e carissimi,
il prossimo 26 febbraio è convocata a Roma, presso la biblioteca Vallicelliana, in Piazza della Chiesa Nuova n.18, dalle ore 15.00 alle ore 19.00, in presenza e in diretta streaming,
l’Assemblea generale 2025 di Costituente Terra, sul seguente tema: Progettare il Futuro. Per una alternativa democratica al fascio liberismo e al tecno-feudalesimo dei nuovi padroni del mondo.
Dibattito politico. Intervento di Piero Comandini su “La Voce Serafica della Sardegna”.
«Uno degli impegni di questa legislatura dovrà essere dare una nuova struttura
amministrativa e organizzativa alla Regione, che funziona ancora con norme risalenti a quasi 50 anni fa». Così il Presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, in un’intervista pubblicata nel numero di febbraio di “Voce Serafica della Sardegna”, la rivista dei frati cappuccini fondata 104 anni fa.
Estote parati!
L’attacco alla Corte Penale Internazionale in corso è un atto eversivo pari ad un colpo di stato. Un colpo di stato internazionale contro la giustizia, la legalità democratica e il diritto internazionale. E dunque la libertà e la pace.
L’obiettivo dei golpisti è chiaro: distruggere tutte le regole per poter dettare le proprie, distruggere la “Costituzione mondiale” (la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale penale e dei L diritti umani) per imporre la propria, distruggere quel che resta dell’Onu e del sistema di Agenzie specializzate per non dover più rendere conto a nessuno.
Siamo ad un passo dalla cancellazione di tutte le più importanti conquiste democratiche dell’umanità degli ultimi 80 anni. Attenzione! Oggi tocca all’Onu, domani toccherà a noi!
L’adozione di misure sanzionatorie contro la Corte Penale Internazionale (CPI), i suoi funzionari e il suo personale, e contro coloro che cooperano con essa in conformità con lo Statuto di Roma (1998) da parte del Presidente degli Stati Uniti Trump, rappresenta un attentato gravissimo allo stato di diritto internazionale e all’architettura multilaterale con al centro il sistema delle Nazioni Unite, fondamentale per promuovere la pace e la sicurezza globale.
Le stesse autorità russe hanno avviato un processo di delegittimazione della CPI e hanno emesso mandati di arresto contro i giudici e il procuratore della Corte quale ritorsione per il mandato d’arresto contro il presidente Vladimir Putin.
Tali misure mettono gli Stati Uniti, la Russia e i paesi che le difendono, come l’Italia, dalla parte degli eversori e dei criminali.
La Corte Penale Internazionale è uno strumento di giustizia internazionale che trova il suo fondamento giuridico nella Carta delle Nazioni Unite e nelle Convenzioni internazionali sui diritti umani. La sua legittimità e capacità d’azione va difesa, costi quel che costi, insieme al diritto internazionale dei diritti umani: un diritto per la sicurezza umana che ha come soggetto primario la persona e i gruppi umani, non più lo Stato. Un diritto che impone agli Stati il dovere di promuovere e salvaguardare la vita e la pace. Prendersi cura della CPI significa prendersi cura delle vittime e dei sopravvissuti alle violazioni dei diritti umani che hanno il sacrosanto diritto alla giustizia.
Oggi, la responsabilità di indagare e punire i crimini è un obbligo giuridico per gli Stati. Né la ragione politica né la ragion di Stato possono essere invocati per non rispettare questo obbligo. Nessuno può essere al di sopra della legge.
Bene hanno fatto, dunque, i 79 paesi che hanno sottoscritto la “Dichiarazione congiunta a sostegno della Corte Penale Internazionale”. Il governo italiano ha scelto di non firmare compiendo una gravissima scelta di campo contraria agli
articoli 10 e 11 della Costituzione, all’orientamento del Presidente della Repubblica e alla volontà della quasi totalità dei paesi dell’Unione Europea (come l’Italia si sono comportati solo l’Ungheria e la Repubblica Ceca).
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Con coraggio e amore
Dobbiamo reagire!
L’impunità è l’ostacolo più grande alla giustizia e alla riparazione dei torti subiti delle vittime e dai sopravvissuti alle violazioni dei diritti umani e ai crimini di guerra e contro l’umanità. L’impunità mina la fiducia nelle istituzioni politiche e nei principi di
democrazia e stato di diritto a livello nazionale e internazionale.
L’alternativa alla Corte Penale Internazionale, all’Onu e al sistema
multilaterale democratico è la legge del più forte, il dominio dell’illegalità, dell’arbitrio e dell’impunità, la violazione sistematica dei fondamentali diritti umani, delle libertà e della democrazia.
Facciamo appello a tutte le donne, gli uomini, le associazioni e le istituzionindemocratiche che hanno a cuore i principi di libertà, uguaglianza, dignità, diritti umani, giustizia, democrazia e pace. Uniamo le nostre voci e i nostri sforzi per:
1. difendere e potenziare la Corte Penale Internazionale e la lotta contro l’impunità, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra (vedi il doc. “Difendi la Corte”, 27 novembre 2024);
2. salvare, democratizzare e rilanciare l’Onu, presidio indispensabile
dell’impegno dell’umanità per la pace, la libertà, la giustizia e la
promozione di tutti i diritti umani per tutti (vedi il doc. “Salviamo l’Onu” 24 ottobre 2024).
Aderisci anche tu al Comitato nazionale per la difesa della Corte Penale Internazionale e dell’Onu. Continuiamo a lottare per costruire un mondo più giusto e pacifico.
Il Comitato nazionale per la difesa della Corte Penale Internazionale e dell’Onu è aperto al contributo di persone, associazioni, organizzazioni, enti locali, scuole, università e istituzioni. Il Comitato si impegna a sostenere la Campagna per il rafforzamento e la democratizzazione dell’Onu promossa in occasione dell’80° anniversario delle Nazioni Unite (1945-2025) che culminerà con l’Assemblea dell’Onu dei Popoli (6-12 ottobre 2025) e la Marcia PerugiAssisi
della pace e della fraternità “Imagine All The People” del 12 ottobre 2025.
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Marco Mascia, Presidente Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” –
Università di Padova
Flavio Lotti, Presidente Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace
10 febbraio 2025
Per aderire clicca qui https://forms.gle/CMUVj6RohAQYadGc9
Chiedi al tuo Comune di approvare l’Ordine del Giorno per difendere i diritti e il diritto
Per info: Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, via della viola 1 (06122) Perugia – Tel. 335.1401733 – email adesioni@perlapace.it – www.perlapace.it – www.perugiassisi.org
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Dichiarazione congiunta
Sanzioni alla Corte Penale Internazionale (CPI)
7 febbraio 2025
Noi, gli Stati Parte dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale (CPI), ribadiamo il nostro continuo e incrollabile sostegno all’indipendenza, imparzialità e integrità della CPI. La Corte funge da pilastro vitale del sistema di giustizia internazionale garantendo la responsabilità per i crimini internazionali più gravi e giustizia per le vittime.
Oggi la Corte sta affrontando sfide senza precedenti. Sono state adottate misure sanzionatorie contro la Corte, i suoi funzionari e il suo personale, e contro coloro che cooperano con essa in risposta al fatto che la Corte sta svolgendo il suo mandato in conformità con lo Statuto di Roma.
Tali misure aumentano il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciano di erodere lo stato di diritto internazionale, cruciale per promuovere l’ordine e la sicurezza globali. Inoltre, le sanzioni potrebbero compromettere la riservatezza di informazioni sensibili e la sicurezza di coloro che sono coinvolti, compresi vittime, testimoni e funzionari della Corte, molti dei quali sono nostri connazionali.
Le sanzioni minerebbero gravemente tutte le situazioni attualmente oggetto di indagine poiché la Corte potrebbe dover chiudere i suoi uffici sul campo.
Promuovere il lavoro vitale della CPI serve il nostro interesse comune nel promuovere la responsabilità, come dimostrato dal sostegno fornito alla Corte sia dagli Stati Parte che dai non Stati Parte.
In qualità di forti sostenitori della CPI, deploriamo qualsiasi tentativo di minare l’indipendenza, l’integrità e l’imparzialità della Corte. Siamo impegnati a garantire la continuità operativa della CPI in modo che possa continuare ansvolgere le sue funzioni in modo efficace e indipendente.
Mentre ci sforziamo collettivamente di sostenere la giustizia internazionale, sottolineiamo il ruolo indispensabile della CPI nel porre fine all’impunità, promuovere lo stato di diritto e favorire il rispetto duraturo del diritto internazionale e dei diritti umani.
Afghanistan, Albania, Andorra, Antigua and Barbuda, Austria, Bangladesh, Belgium, Belize, Bolivia, Bosnia and Herzegovina, Brazil, Bulgaria, Cabo Verde, Canada, Chile, Colombia, Comoros, Costa Rica, Croatia, Cyprus, Democratic Republic of the Congo, Denmark, Dominican Republic, Estonia, Finland, France, Gabon, Gambia, Germany, Ghana, Greece, Grenada, Guatemala, Honduras, Iceland, Ireland, Jordan, Latvia, Lesotho, Liechtenstein, Lithuania, Luxembourg, Maldives, Malta, Mexico, Mongolia, Montenegro, Namibia, Netherlands,
Nigeria, North Macedonia, Norway, Panama, Peru, Poland, Portugal, Republic of Moldova, Romania, Saint Kitts and Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent and the Grenadines, San Marino, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Slovakia, Slovenia, South Africa, Spain, State of Palestine, Sweden, Switzerland, Timor-Leste, Trinidad and Tobago, Tunisia, Uganda, United Kingdom, Uruguay, Vanuatu.
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CARITAS ROMA INVITA A FIRMARE QUESTA PETIZIONE: La discussione sulla trasparenza nel finanziamento all’export di armi torna al centro del dibattito politico. Dal 6 febbraio, infatti, il Parlamento ha ripreso l’iter di modifica della Legge 185/90, suscitando forti preoccupazioni tra molte organizzazioni della società civile. Le proposte in discussione rischiano di compromettere seriamente i principi di trasparenza e controllo che questa normativa garantisce da oltre trent’anni.
Insieme a Caritas Italiana, aderiamo alla Campagna della Rete Pace Disarmo e sosteniamo la seguente dichiarazione, anche in quanto membri della rete dei Soci di Riferimento di Banca Etica:
“La proposta di modifica della Legge 185/90 mette in discussione un importante risultato della società civile italiana: l’obbligo di trasparenza da parte delle banche rispetto al finanziamento alla produzione ed export di armi. Riteniamo grave questo passo indietro, una rinuncia a un diritto di informazione ottenuto dopo lunghi e importanti confronti e contrattazioni. Chiediamo al Parlamento di aprire un dibattito onesto e aperto. Ricordiamo che il mercato delle armi è uno dei più corrotti al mondo e strumenti di controllo sono necessari per continuare a costruire la pace e non la guerra. Crediamo in una finanza che costruisce e sostiene la pace.”
Per opporsi a questi cambiamenti, è stata lanciata la petizione “Basta favori ai mercanti di armi! Fermiamo lo svuotamento della Legge 185/90”. Se lo ritieni puoi firmare a questo link: https://retepacedisarmo.org/petizione-basta-favori-ai-mercanti-di-armi-fermiamo-lo-svuotamento-della-legge-185-90/
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https://www.cittanuova.it/export-di-armi-attacco-finale-alla-legge-185-del-90/?ms=003&se=020
A proposito di questa petizione… qua trovate un articolo che spiega bene l’evoluzione di questa legge.
Venerdì 14 marzo 2025 Ferrajoli a Cagliari, alla Facoltà Teologica
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Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna – Via Sanjust 13 Cagliari. Venerdì 14 marzo 2025, ore 17.
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L’umanità al bivio: un nuovo modo di abitare la terra?
Saluti del Preside della Facoltà mons. prof. Mario Farci.
Presentazione del relatore a cura del prof. Gianni Loy.
Relazione del prof. Luigi Ferrajoli.
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Dibattito
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Oggi sabato 8 febbraio 2025
Editoriale datato e pur sempre valido*
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*Editoriale di Cittàquartiere n.6/7 luglio/novembre 1986
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E’ online Rocca 4/2025
“ Una pericolosa deriva, rispetto alla quale tutta la comunità giuridica, tutti coloro che hanno a cuore la democrazia liberale, dovrebbero prendere posizione.”
Comunicato di Magistratura Democratica
Le dichiarazioni rese oggi in Parlamento dal Ministro della Giustizia sul caso Almasri rappresentano una grave ferita allo Stato di diritto.
Anziché rendere conto delle ragioni dell’omessa trasmissione degli atti alla Procura generale di Roma, ai fini dell’applicazione della custodia cautelare al cittadino libico Almasri e della sua consegna alla Corte penale internazionale, in esecuzione del mandato d’arresto emesso dalla Corte, il Ministro si è scagliato contro la Corte penale internazionale, non solo sindacando nel merito il mandato d’arresto, ma addirittura qualificandolo come “atto nullo” e “completamente sballato”.
Becchetti
[Avvenire 5 febbraio 2025] Viviamo certo, tra timori per l’irruzione dell’intelligenza artificiale e strappi populisti dopo le ultime elezioni americane, un’epoca difficile; ma è per altri versi un momento storico straordinario per la declinazione del messaggio e dei principi cristiani, a partire dalla Dottrina sociale della Chiesa. La potenza è nulla senza controllo, diceva una vecchia pubblicità di pneumatici. Parafrasando, l’intelligenza artificiale può essere devastante per la nostra civiltà se non è accompagnata da intelligenza relazionale.
Addio a Giuseppe Andreozzi
I funerali di Giuseppe Andreozzi Venerdì alle 15,30 nella chiesa di San Paolo, piazza Giovanni XXIII ————————————————–
Apprendiamo da una telefonata di un comune amico della morte di Giuseppe Andreozzi, avvenuta questo pomeriggio. Avvocato, politico, intellettuale, nostro amico di sempre.
Sapevamo delle sue condizioni di salute, ultimamente aggravatesi irrimediabilmente. Ma come capita per le persone a noi più care, speravamo nell’impossibile miracolo. Che grande tristezza la perdita di un amico carissimo, con cui abbiamo percorso impegni politici e culturali colmi di passione ed entusiasmo, con stima consolidatasi ed accresciutasi nel tempo. Condoglianze e vicinanza alla moglie Rosa, alle figlie Giulia e Martina e rispettive famiglie, a tutti gli amici che, come noi, gli hanno voluto il gran bene che meritava. Giuseppe era nato a Lanusei il 6 dicembre 1952.
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Così si proponeva agli elettori come candidato consigliere comunale di Cagliari nelle elezioni del 2011
MI PRESENTO
Progetto Sardegna e altre Organizzazioni rilanciano la mobilitazione popolare unitaria per una nuova legge elettorale sarda. Al riguardo emerge un nuovo protagonismo dei Cattolici.
Cando si tenet su bentu
Est prezisu bentulare
Fortza paris! Nel suo duplice significato: forza insieme e forza uguali!
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Il documento-appello che di seguito pubblichiamo, redatto dai rappresentanti delle formazioni che avevano espresso la candidatura di Renato Soru alle elezioni regionali, a cui per l’occasione se ne sono aggiunte altre come Sinistra Futura e la Confederazione Sindacale Sarda, non è definitivo, in quanto ancora al vaglio delle stesse aggregazioni per la formulazione finale. Attendibilmente il documento finale non se ne discosterà sostanzialmente. Eppoi si tratta pur sempre di un documento di principi, suscettibile di interventi tesi ad ampliare in partenza la platea dei consensi.
E allora, perché non aspettare alcuni giorni o magari una settimana? Semplicemente: 1) intanto perché anche in questa versione sostanzialmente lo condividiamo, 2) perché con questa piccola forzatura vogliamo simbolicamente sottolineare l’urgenza che si crei una pressione popolare che costringa il Consiglio regionale della Sardegna a discutere ed approvare una nuova legge elettorale, profondamente innovata rispetto alla pessima in vigore. Pensiamo che sia arrivato il momento buono per raggiungere questo scopo. Lo sosteniamo anche in relazione all’interessante dibattito che su dette tematiche si sta sviluppando in ambito cattolico, a cui anche noi stiamo contribuendo. Citiamo al riguardo il tour di incontri in tutta l’Isola (Sassari, Cagliari, Oristano, Tempio) sulla tematica “diamo un’anima alla politica” che ha avuto come filo conduttore i contenuti del libro, di uguale titolo, di don Bruno Bignami. Sta scritto che la politica senza la partecipazione attiva dei cittadini non è democratica; e la partecipazione dei cittadini si esprime in modo importante, anche se non esaurientemente, con il voto in libere elezioni. Dunque sono necessarie leggi elettorali che la consentano nella misura più ampia possibile. Cosa decisamente impensabile con le attuali leggi, sia al livello nazionale, sia al livello regionale. Occorrono nuove leggi elettorali che appunto favoriscano la partecipazione e nella rivendicazione di queste constatiamo, con soddisfazione, si stanno muovendo importanti movimenti cattolici, come il MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale), che coinvolgono numerose altre associazioni laicali.
E, allora, in questa battaglia, a cui partecipiamo con convinzione, vorremo che si rafforzasse un ampio schieramento di forze democratiche, senza distinzioni di carattere partitico o ideologico.
Custa est s’ora: “Cando si tenet su bentu Est prezisu bentulare” (*).
RICOSTRUIAMO LA DEMOCRAZIA SARDA.
Appello per una grande assemblea di forze politiche, sociali e di cittadini per il cambiamento della legge elettorale.
(
In Sardegna, dal 2013, ad ogni tornata elettorale assistiamo ad una lesione dei diritti dei cittadini ad essere realmente rappresentati.
La legge elettorale sarda, di impostazione maggioritaria, ha avuto e ha tuttora un ruolo nel produrre la crescita abnorme
dell’astensionismo, la sfiducia nel ruolo dei partiti e delle istituzioni, la tendenza al leaderismo e al personalismo nella politica, l’emarginazione delle iniziative dal basso.
Tale sistema elettorale, accompagnato dall’elezione diretta del capo dell’esecutivo (che sia Sindaco, Presidente di Regione o – come nel progetto di premierato, da contrastare con forza – Presidente del Consiglio dei Ministri), intendeva assegnare all’elettore il potere di scegliere da chi essere governato, ma si è rivelato un fallimento. Da un lato ha prodotto effetti distorcenti nella formazione della rappresentanza istituzionale, dall’altro è stato nettamente rifiutato dagli elettori stessi, che hanno riconosciuto l’inganno sotteso dietro la maschera di una presunta democrazia diretta.
Di fatto, il sistema maggioritario ha minato il sistema rappresentativo disegnato dalla Costituzione, a cominciare dalla decadenza della funzione dei partiti politici, che hanno perso la capacità di favorire la partecipazione dei cittadini nella elaborazione delle proposte politiche e programmatiche e si sono ridotti, nella grande maggioranza dei casi, a comitati elettorali funzionali alla riproduzione del potere di ristrette élites.
Anche l’obiettivo di garantire un adeguato livello di governabilità e di continuità nell’azione di governo delle istituzioni si è rivelato illusorio; se pure si è raggiunta una certa stabilità nella durata degli esecutivi, l’effetto dovuto al bipolarismo forzato e alla frequente alternanza delle coalizioni è stato quello di assistere a una continua e devastante successione di riforme e controriforme che hanno gettato nel caos la già debole macchina burocratica delle varie
amministrazioni senza mai affrontare le grandi questioni politiche, sociali ed economiche.
Occorre, altresì, tenere conto dei chiari indirizzi manifestati in materia elettorale dal Consiglio d’Europa e dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, non solo con riguardo all’esigenza della riduzione delle soglie di sbarramento e della piena trasparenza dei processi elettorali (art. 3 del primo protocollo CEDU), ma anche in relazione alle indicazioni di cui al punto 82 della risoluzione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa n° 1547 del 2007, che fa carico ai partiti politici della responsabilità di “assicurare un’equa rappresentanza delle minoranze nelle istituzioni elettive, tenuto conto della proporzionalità”.
Se si vuole invertire la tendenza e ricostruire processi democratici, è giunto il momento di cambiare i meccanismi elettorali, al fine di rilanciare la centralità degli organi elettivi, che rappresentano tutti i cittadini e tutti gli orientamenti politici presenti nel panorama sardo.
Risulta necessario elaborare una legge elettorale democratica che garantisca la costruzione di un Consiglio Regionale realmente rappresentativo del variegato tessuto politico sardo, dei
territori e dei generi. Quello che possiamo constatare senza possibilità di smentita è che l’attuale legge per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta contraddice questi tre obiettivi, impedendo la rappresentanza a gruppi che pure hanno ottenuto non trascurabili consensi, privilegia i territori delle circoscrizioni più grandi ed elegge un numero di donne del tutto sproporzionato rispetto al loro peso nella vita sociale.
Desideriamo, perciò, porre all’attenzione dei cittadini, singoli o associati, e alle forze politiche, alcuni punti di principio sui quali crediamo che debba essere costruita la nuova legge elettorale. A partire da questi punti, chiediamo alla Giunta e al Consiglio Regionale di avviare una consultazione con le forze politiche, sociali e cittadinanza, per elaborare in maniera partecipata la nuova legge. A fronte di una crisi sempre più evidente della democrazia rappresentativa, pensiamo sia decisivo l’utilizzo di un metodo innovativo e realmente democratico, capace di far dialogare eletti ed elettori per la riscrittura delle regole del gioco.
Proponiamo i seguenti principi sui quali convocare una grande assemblea sarda per la ricostruzione della democrazia:
1. Sistema proporzionale ed elezione in Consiglio Regionale del Presidente, con eventuali correttivi necessari, quale ad esempio la cosiddetta “sfiducia costruttiva”, per rispettare quei principi di governabilità e stabilità richiesti dalla Corte Costituzionale italiana.
2. Eliminazione della possibilità del voto disgiunto che favorisce il clientelismo e la personalizzazione della politica.
3. Un abbassamento delle soglie di sbarramento per le singole liste e le coalizioni.
4. Una maggiore rappresentanza politica dei territori marginali, attraverso l’aumento delle circoscrizioni territoriali e la suddivisione delle circoscrizioni maggiori, bilanciata dalla costituzione di una circoscrizione regionale in grado di valorizzare il voto di opinione e le forze politiche minori, alla quale riferirsi anche per la quantità di firme da raccogliere per la presentazione delle liste. Per favorire questi obiettivi si potrebbe aumentare il numero dei consiglieri regionali, a parità del costo totale dell’organo legislativo e dunque a condizione di un taglio delle remunerazione degli eletti.
5. Una norma coraggiosa, costituzionalmente orientata, di vera “discriminazione positiva”, che porti ad avere obbligatoriamente una composizione del consiglio regionale almeno a 60/40% rispetto alla non perfetta suddivisione binaria tra generi.
Il maschilismo e la predominanza maschile della politica istituzionale sarda non sono più tollerabili.
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(*) Da “Procurade ‘e moderare”
P.S. Lunedì 3 luglio è previsto un incontro online del gruppo di redazione del documento pubblicato, al fine di definirne la formulazione finale. Contiamo di poter partecipare da “osservatori” a detta riunione sostanzialmente per appoggiare questo movimento riformatore, dando informazione dell’impegno nella stessa direzione di tanti cattolici singoli e organizzati. Ovviamente daremo comunicazione delle novità del dibattito in corso nel proseguo del tempo.
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————Evento imperdibile——
Documentazione
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Oggi lunedì 3 febbraio 2025
Anche senza referendum il controllo popolare resta sempre necessario
3 Febbraio 2025
Alfiero Grandi su Democraziaoggi
La decisione della Corte costituzionale blocca il referendum sull’autonomia regionale differenziata (l. 86/24) creando una difficoltà all’ampio movimento unitario, sociale e politico, cresciuto con un lavoro di anni fino ad essere temuto da Calderoli e dal governo. E’ purtroppo una battuta d’arresto per il lavoro che puntava a informare e a coinvolgere ancora di più […]
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Ruffini a Cagliari
Oggi all’incontro con Ernesto Maria Ruffini. La sala piena e ottimi contenuti negli interventi di Maria Vittoria Pala, studiosa di diritto internazionale, Mauro Usai (Sindaco di Iglesias), Massimo Zedda (Sindaco di Cagliari), Cristina Ornano, giudice, Ruffini in chiusura. Ha coordinato Flavio Soriga, giornalista.
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L’importanza dell’uguaglianza. Ho detto a Ruffini che il nostro motto di sardi “Fortza paris” ha un duplice significato, nella traduzione in lingua italiana: “forza insieme” e anche “forza uguali”.
La modifica delle leggi elettorali una priorità per favorire la partecipazione dei cittadini alle elezioni e non solo
“Bisogna modificare le leggi elettorali che ostacolano la partecipazione dei cittadini alla gestione democratica delle Istituzioni”. Così si è espresso Piero Comandini, presidente del Consiglio regionale, intervenendo all’Incontro-dibattito promosso da 14 associazioni del laicato cattolico giovedì 30 gennaio, alla Facoltà Teologica sul tema “Dare un’anima alla politica”. L’occasione è stata la presentazione del libro del teologo don Bruno Bignami, esponente della CEI, avente il medesimo titolo dell’evento, che ne ha discusso con lo stesso Comandini, l’avv. Rita Dedola, Antonio Secchi e Enzo Tramontano, coordinati dal giornalista Franco Siddi.