Libri

Martedì 27 maggio 2025

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CHI NON L’AVESSE ANCORA FATTO È INVITATO A COMPILARE IL MODULO ONLINE PER LA RACCOLTA DEI
DATI DI CONTATTO
https://forms.gle/EniJanphb7yQ5iAC6
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I primi cento giorni di Trump: la guerra civile fredda
26 Maggio 2025 su Democraziaoggi
Alfonso Gianni
I primi cento giorni di Trump meritano certamente un primo bilancio che si compone di vari aspetti, tutti significativi e coerenti con il profilo che il tycoon ha voluto delineare di sé sia negli anni della sua prima presidenza che durante la rumorosa campagna elettorale che lo ha riportato alla Casa Bianca.[…]
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Sabato 31 maggio 2025 Gianni Ibba a Barisardo

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Oggi martedì 29 aprile 2025 Tempus de Sardigna

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“L’ordito e la trama” Martedì 29 aprile 2025 ad Abbasanta

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Oggi 3 aprile 2025 giovedì – Sapienza del vivere e felicità

img_2473Dalle piazze alla politica: l’urgenza di un’Europa protagonista per la pace
2 Aprile 2025 su Democraziaoggi
Alfiero Grandi
La manifestazione di Piazza del Popolo era molto partecipata. Se sommiamo le manifestazioni contemporanee a Roma – certo con impostazioni diverse – è confermato che esiste una richiesta di partecipazione democratica in controtendenza con il crescente astensionismo elettorale, che invece indebolisce la democrazia. Per questo, quelle domande devono trovare risposte e, attraverso queste, arrivare […]
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img_2465Connessioni.
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Il metodo pedagogico di Danilo Dolci

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Oggi venerdì 31 gennaio 2025, ultimo giorno del mese.

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Caso Todde: urgente una nuova legge elettorale
31 Gennaio 2025 su Democraziaoggi
Maria Grazia Caligaris, presidente associazione “socialismo Diritti Riforme ODV”
Non sono interessata a dipanare questioni squisitamente tecnico-giuridico-costituzionali, non ne ho le competenze né sono argomenti che mi appassionano. Ci sono autorevoli voci da ascoltare, non certo la mia. C’è però un insegnamento, a mio modesto avviso, che deriva prepotente dalla […]
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Il governo impugna la legge regionale sulle aree idonee, ma…
31 Gennaio 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Il governo ha dunque impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge regionale sulle aree idonee. Non c’è da meravigliarsi. L’esecutivo rimane sulla scia di una tradizione sedimentata degli organi centrali volto alla compressione dell’autonomia regionale. La questione è resa possibile da un sistema costituzionale barocco, che intreccia la potestà legislativa regionale con quella nazionale, […]
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Trump, l’Europa e la crisi del modello americano – di
Michele Rutigliano su PoliticaInsieme.
https://www.politicainsieme.com/trump-leuropa-e-la-crisi-del-modello-americano-di-michele-rutigliano/
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Dare un’anima alla politica

Una bella sala. Pubblico numeroso, attento e partecipe.
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La frase più citata: “La politica è organizzare la speranza. E per sperare negli uomini bisogna amarli” (Tina Anselmi).
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img_0873Una buona riuscita dell’incontro. L’organizzazione non è stata e non è mai una passeggiata.
A sa prossima!
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img_0875Nel suo intervento di benvenuto, il preside della Facoltà mons. Mario Farci, ha comunicato che l’intera registrazione dell’incontro sarà disponibile tra qualche giorno nello spazio YouTube della Facoltà Teologica. Vi faremo sapere. Saludos
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Nel giorno della Memoria

Martedì 28 gennaio 2025

Carissimi,
ieri abbiamo scritto questa lettera agli Ebrei nel “Giorno della Memoria” che qui vi inviamo per conoscenza, con cordiali saluti

Raniero La Valle

DA: “PRIMA LORO”: LETTERA AGLI EBREI NEL GIORNO DELLA MEMORIA

MAI PIU’

Cari Amici delle Comunità Ebraiche di Israele e della Diaspora,
al giungere del “Giorno della Memoria”, riteniamo di potervi esprimere anche a nome di innumerevoli nostri contemporanei e a nome dei 310 illustri mittenti che hanno voluto scrivervi la lettera del 27 novembre scorso (e se qualcuno non si riconoscesse in questo ulteriore dialogo può non mantenervi la sua firma) l’affetto e la solidarietà commossa che tale celebrazione rinnova verso di voi. La Shoà non sarà mai cancellata dal martirologio della storia umana. Noi abbiamo compreso la vostra vibrante reazione a sentire parlare di genocidio in relazione alla guerra di Gaza; infatti benché di analoghi eventi sia stata purtroppo costellata la storia anche prima della Shoà, il genocidio perpetrato dai nazisti contro gli Ebrei è inassimilabile a qualsiasi altro per crudeltà, numero e diabolica pretesa di scientificità, ultimità e finalismo. Da questa aberrazione è scaturito l’irretrattabile “mai più” che tutti ci accomuna.
Perché allora la parola è tornata? Perché, ad onta della Convenzione per la prevenzione e la repressione di tale orribile delitto, che fu la prima delle grandi decisioni postbelliche, la pratica di tale crimine associata al livello estremo cui è giunta la guerra moderna, è stata implicitamente ammessa nei media e ostentata agli occhi di tutti, se non addirittura legittimata come giustificata e non sanzionabile. Secondo il criterio più specifico adottato dalla Convenzione dell’ONU, che è l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte (anche in parte), un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale, genocidi sono stati in passato quelli degli Indiani d’America o degli Armeni, prima dell’abisso della Shoà volta a distruggere gli Ebrei in quanto Ebrei; c’è stata poi l’intenzione di distruggere i Giapponesi in quanto Giapponesi a Hiroshima e Nagasaki, i Cambogiani in quanto Cambogiani per nascita e cultura a Phnom Penh, gli Israeliani in quanto Israeliani in Palestina, i Palestinesi in quanto Hamas a Gaza e, da ultimo, ai nostri giorni, l’eccidio dei Congolesi a milioni per la sfortuna di vivere in un Congo ricco di stagno, tungsteno, tantalio, oro e altri metalli necessari all’elettronica del mondo intero, nel silenzio dei più. La guerra stessa oggi, con le testate nucleari sulle punte dei fucili, si può assimilare al genocidio. È dunque contro questo nuovo flagello dell’umanità, contro questa normalizzazione di guerre genocide, che tutti insieme, Ebrei e Gentili, dovremmo levarci e combattere, risolvendo intanto il contenzioso aperto tra noi.
Di questo fa parte senza dubbio la questione palestinese, a cui per molto tempo si è creduto (da qualcuno anche in Israele) si potesse dare risposta con la soluzione dei due Stati. Oggi, salvo eventi straordinari, si è fatto evidente che questa soluzione è stata resa impossibile. Anche gli avvenimenti di Jenin lo dimostrano. Non si apre allora qui la strada maestra della riconciliazione e condivisione, di Terra e di mensa, cioè di vita, dei due popoli in lotta?
È stato emozionante vedere al momento del rilascio delle quattro donne soldato israeliane a Gaza, l’intreccio dei colori israeliani e palestinesi, lo scambio di gesti, fossero pure artefatti, come se l’odio fosse finito; così come lo è stato il vedere i fiumi di palestinesi uscire dalle carceri israeliane, come se un unico Stato, per Ebrei e Palestinesi, fosse già esistente, anche se troppi Palestinesi aventi casa in prigione.
Perché non dovrebbe essere possibile in Palestina, o se volete in Giudea, Samaria, Galilea, uno Stato giusto e accogliente, casa di tutti? Potrebbe e forse dovrebbe non essere uno Stato laico, secolare e autoidolatrico, quale è nelle ideologie della modernità occidentale; potrebbe essere uno Stato confederale, né secolare né teocratico, né religioso né aconfessionale, né integralista né agnostico, ma potrebbe essere uno Stato abramico o “abramitico” come, secondo la Promessa, dovrebbero essere tutti gli Stati e i territori atti ad accogliere e a far vivere insieme tutte le famiglie della terra. Esso potrebbe essere dotato di ordinamenti innovativi, riconosciuti e tutelati dalla comunità internazionale; e se l’intreccio di Ebrei e Palestinesi, anche al di là del territorio dello Stato, si realizzasse altresì in una convivenza più diffusa nel vasto mondo esterno, si potrebbero adottare misure atte a mantenere una giusta proporzione tra popolazione arabo-palestinese ed ebrea-israeliana in Palestina. O non si può fare nient’altro che quello che è stato già fatto?
Ciò vorrebbe dire una riconciliazione e una pace anche al di là di quella tra Israeliani e Palestinesi. Qualcuno potrebbe chiedere, come ha fatto la comunità ebraica di Bologna rispondendo alla nostra precedente lettera, perché proprio un piccolo Paese come Israele dovrebbe farsi carico di una risposta al problema di 5-6 milioni di profughi gettati nel mondo che nessun Paese finora è riuscito a risolvere. La risposta ci pare sia che non c’è un altro popolo che ha avuto il mandato di tessere l’unità umana. Non tocca a noi ricordare i testi della vostra grande tradizione protesa alla pace e all’universalità dell’intera famiglia delle nazioni.
Oggi, dopo la tregua di Gaza, voi siete stati esposti a una gravissima provocazione, proveniente dal neoeletto Capo della più grande potenza militare della Terra, che vi esorta a estirpare l’intera popolazione di Gaza da quella terra tormentata, e nello stesso tempo vi invia le armi e i dollari per farlo. Purtroppo anche qualcuno dotato di autorità nel governo di Israele ha detto che si tratta di un’idea “meravigliosa”. Si tratterebbe di un orrore deciso e programmato a freddo, quale non si è dato nemmeno nella pulizia etnica del Sudafrica prima della sua conversione all’umano. E non comprendiamo come i costruttori di amene villette sulla costa deliziosa di Gaza, potrebbero non essere inquietati dalla percezione che quel risultato felice sarebbe stato conseguito in seguito e per effetto di un doppio flagello, il genocidio, subito ieri dagli Ebrei in Europa e l’estirpazione violenta oggi dei due milioni di superstiti a Gaza. Ci sembra che in questo momento il passaggio cruciale nel rapporto tra Israele e la comunità internazionale stia nel respingere senza ambiguità questa proposta presentata come la soluzione definitiva della questione palestinese, e paradossalmente frutto della tregua di Gaza. E ci sembra che anche l’Italia, pur nel rapporto ambiguo stabilito tra il presidente Trump e la presidente del Consiglio Meloni, dovrebbe respingere questo aberrante progetto politico, che griderebbe vendetta alla luce della nostra Costituzione e della nostra identità nazionale.
Infine un accenno a un problema interno alle Chiese. Papa Francesco ha detto, celebrando la settimana per l’unità dei cristiani, che la Chiesa cattolica è disposta ad adottare qualsiasi data per la Pasqua, superando le “diatribe” del passato, pur di celebrarla nello stesso giorno nelle diverse confessioni cristiane. La data della Pasqua degli Ebrei non si discute: ma non potrebbe aprirsi un dialogo anche su questo, in vista della futura unità? Dopo tutto è celebrando la “Pasqua dei Giudei” che Gesù è stato consegnato alla morte dal brutale e pilatesco potere romano.
Rinnovando la nostra condivisione con Voi nel Giorno della Memoria, vi inviamo i più cordiali saluti

Lo Scriba per “Prima loro”
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————Evento imperdibile——
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Documentazione
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Appuntamenti da non perdere

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… il Papa dice “questa non è guerra, ieri sono stati bombardati i bambini, questa è crudeltà, voglio dirlo perché tocca il cuore”

logo-ok-chiesa-ranieroAi firmatari e interlocutori della Lettera ai nostri contemporanei Ebrei

A 30 MIGLIA LA SALVEZZA
Roma, 28 dicembre 2024.
Cari Amici,
facendo seguito alla corrispondenza intercorsa dopo la nostra lettera del 27 novembre scorso “ai nostri contemporanei del popolo ebraico della diaspora”, vi scriviamo spinti dall’ulteriore corso degli eventi. Ci sembra che essi ci stiano ponendo una questione di massima urgenza: ci sono da salvare i rapporti di fiducia e di amore storicamente ricostruiti tra le Genti di tutto il mondo e il popolo ebraico di Israele e della Diaspora, contro le ricadute devastanti che stanno avendo sul sentimento comune le attuali condotte dello Stato di Israele, seguite al criminale attacco di Hamas del 7 ottobre a Gaza.
Non può continuare una guerra così, perfino il Papa dice “questa non è guerra, ieri sono stati bombardati i bambini, questa è crudeltà, voglio dirlo perché tocca il cuore”. È proprio vero, perfino la guerra si offende, abbiamo detto altra volta, se chiamiamo “guerra” ciò che oggi essa è diventata su vari fronti di lotta. E la reazione del governo di Israele è stata durissima, si è detto “deluso” del Papa, ha legittimato la strage perché nel “contesto della lotta di Israele contro il terrorismo jihadista”, ha riconosciuto la crudeltà, ma degli altri non della sua. E Francesco, che di amore per gli Ebrei ne ha più di tutta la Chiesa, ha ripetuto all’Angelus del 22 dicembre: “Con dolore penso a Gaza, a tanta crudeltà, ai bambini mitragliati, ai bombardamenti di scuole e ospedali…”, E, ancora una volta, ha ricordato i “bambini mitragliati” nell’omelia della Messa dii Natale dopo l’apertura della Porta Santa, mentre a Gaza è stato distrutto l’ultimo ospedale rimasto.

Con Gianni Ibba a trovare il vero padre Domenico!

img_0240Questa mattina presso il Convento dei frati francescani minori di Sant’Antonio in Quartu S.Elena, insieme con alcuni amici, abbiamo accompagnato il nostro scrittore a incontrare padre Domenico Atzei, frate francescano di 92 anni. Qual è la notizia? Padre Domenico, o meglio qualcuno che ne ricorda la persona, è stato inserito, a sua insaputa, tra i personaggi del romanzo di Gianni “L’ordito e la trama”, ambientato come si sa nell’Ottocento, a partire dai primi anni. Nel romanzo padre Domenico e’ un illustre professore universitario di botanica dell’Ateneo di Cagliari, come in effetti è stato ed è (attualmente in pensione) nella sua vita reale, seppure dell’Universita’ di Sassari. Precisamente nel romanzo, padre Domenico è lo zio di uno dei due principali protagonisti, il medico Emilio Asproni di Bono, del quale ha positivamente influenzato la formazione non solo professionale. La realtà alimenta l’immaginazione fantasiosa, generando situazioni avvincenti. Giova rileggere il libro soffermandoci sulle pagine che vedono la presenza dell’immaginario padre Domenico. Vedremo quale sarà la lettura del libro da parte del frate a cui Gianni l’ha doverosamente omaggiato.
L’incontro è stato una piacevole occasione per sentire da padre Domenico il racconto, seppure in estrema sintesi, della sua vita francescana, anche ricordando il suo sodalizio con padre Agostino Pirri (1930-2023), che fu con lui ordinato sacerdote il 14 luglio 1957.
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“Gli eroi son tutti giovani e belli”. Gianni Ibba su “L’ordito e la trama”.

img_9616Emilio Asproni, medico, 26 anni, nativo di Bono [1778].
Residente a Cagliari prima della latitanza (26 marzo 1804).
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img_9617Lorenzo Sulis, avvocato, 25 anni, nativo di Nuoro [1779].
Residente a Cagliari prima della latitanza (26 marzo 1804).
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Nelle foto, una ricostruzione fantasiosa dei volti dei due immaginari protagonisti, realizzata con l’applicazione dell’Intelligenza artificiale maneggiata da Franco Meloni con l’aiuto di Bobo Meloni (all’insaputa dell’autore del libro).
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L’ordito e la trama di Gianni Ibba

img_9624E’ in libreria “L’ordito e la trama”, romanzo di carattere storico dell’esordiente Gianni Ibba, Aipsa Edizioni (18 €). L’autore nella prefazione scrive che il suo libro “è figlio del Covid”; lo ha infatti pensato e scritto nei quattro anni in cui imperversava il morbo, come divertente e creativo passatempo nella cattività (in realtà un pretesto che, si parva licet, ricorda quello del Decameron di Boccaccio).
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Consigli per gli acquisti

L’ordito e la trama, di Gianni Ibba, Aipsa Edizioni €18.

img_9616Emilio Asproni, medico, 26 anni, nativo di Bono [1778].
Residente a Cagliari prima della latitanza (26 marzo 1804).
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img_9617Lorenzo Sulis, avvocato, 25 anni, nativo di Nuoro [1779].
Residente a Cagliari prima della latitanza (26 marzo 1804).
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Nelle foto, una ricostruzione fantasiosa dei volti dei due immaginari protagonisti, nonché un improbabile quadro con l’autore, realizzate con l’applicazione dell’Intelligenza artificiale maneggiata da Franco Meloni con l’aiuto a distanza di Bobo Meloni (all’insaputa dell’autore del libro).
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