Oggi martedì 31 ottobre 2017

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democraziaoggiPastori: a una situazione speciale, risposta speciale
31 Ottobre 2017

Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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eddyburgCITTÀ E TERRITORIO » TEMI E PROBLEMI » ABITARE È DIFFICILE
Sulla questione abitativa
di GAETANO LAMANNA

officinadeisaperi.it, 30 ottobre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. Negli anni del pensiero unico liberista (sia dei governi di centro-destra che di centro-sinistra) l’impetuosa avanzata della rendita fondiaria è andata di pari passo con la definitiva chiusura del welfare abitativo. Un’analisi e una proposta. Eddyburg, riferimenti in calce (p.d.)
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9788807173288_quarta-jpg-600x800_q100_upscaleLa partecipazione per uscire dalla crisi. Per uscire dalla crisi occorre uscire dal capitalismo in crisi (si diceva un tempo).
Racconti, Augias: “C’è modo di uscire dalla crisi”
Perse le cornici storiche di riferimento, caduta l’ultima ideologia – il mercato motore unico dell’economia – , la politica vede ridursi le sue capacità di intervenire nelle crisi. Questo lo scenario in cui il sociologo Mauro Magatti in “Cambio di paradigma” (Feltrinelli) propone la sua soluzione: mettere tra mercato e Stato la “partecipazione dei cittadini”, nel “nuovo regime sostenibile contributivo entrerà solo chi è capace di produrre valore sociale ambientale e istituzionale”. Sarà realizzabile questo modello in Italia?
- Altri riferimenti di Mauro Magatti in Aladinews
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2 Responses to Oggi martedì 31 ottobre 2017

  1. […] alla Settimana dei cattolici italiani sul Lavoro, tenutasi a Cagliari dal 26 al 29 ottobre u.s. Le stesse riflessioni sono sviluppate da Magatti in un suo libro, che anche noi di recente abbiamo s… ———————————– “Dopo […]

  2. […] Note (1) Come ha ampiamente notato per es. lo stesso Stiglitz in Economia del settore pubblico (Hoepli, 1989), da tempo è nota una serie di indiscutibili «cause di insufficienza del mercato» lasciato a se stesso, dalle quali hanno origine i molti ed evidenti «fallimenti del mercato» sul piano sociale, ambientale, umano e anche economico. Cfr. anche Oltre Keynes (Rocca, n.13/ 2017). (2) In molti paesi, peraltro, le leggi elettorali e referendarie e le norme operative delle pubbliche istituzioni appaiono ispirate molto più alla formazione di una vera e propria casta politica – posta su una sorta di piedistallo rispetto ai «cittadini comuni» – che all’equità e alla trasparenza. La supposizione che la conquista del suffragio universale basti a dar corpo a una democrazia funzionante ed effettiva è uno degli equivoci più colossali e controproducenti in cui pare caduta gran parte dell’umanità moderna. (3) Per concretizzare questo approccio, un punto di partenza già pronto potrebbe essere costituito da norme, regolamentazioni o impegni internazionali già esistenti. Per es., al primo aspetto potrebbe essere associata una serie di diritti inclusi nella «Dichiarazione universale» del 1948 (in particolare – essendoci un’ovvia enfasi sul lavoro – nei suoi artt. 23 e 24), nel «Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali» entrato in vigore nel 1976 (con uno speciale riferimento ai suoi artt. 6, 7, 8, 9 e 10) o in qualcuna delle convenzioni dell’Ilo. Malgrado la loro piena normatività giuridica basata in molti paesi sui princìpi costituzionali stessi (che danno valore di legge a vari atti internazionali), si tratta di diritti che sono spesso disapplicati da politici e imprenditori e che, tra l’altro, sanciscono inequivocabilmente l’obiettivo pubblico di una pressoché piena occupazione. (4) Cfr. per es. gli artt. 1, 2, 3, 4, 35, 41, 42, 45 e 46 della Costituzione italiana. (5) Una tale redistribuzione consentirebbe anche di avviare una progressiva riduzione del peso abnorme e socialmente «patologico» che hanno oggi il capitale finanziario e la finanza speculativa. Cfr. per es. Dietro le quinte dell’economia internazionale (Rocca, n. 12/2016). (6) Cfr. per es. Imposta patrimoniale per chi ha di più, di Pietro Modiano (Corriere della Sera, 8/ 7/2011), dove si suggerisce anche un eccellente modo di ovviare a vari aspetti dell’evasione fiscale. (7) Un passo estremamente significativo sarebbe anche l’approvazione di norme – il più possibile internazionali – che riescano ad impedire efficacemente ai proprietari di brevetti non pericolosi di tenere segrete e/o deliberatamente inutilizzate le tecnologie brevettate. La questione potrebbe essere risolta attraverso il passaggio dall’attuale impostazione normativa ad una simile a quella impiegata per i diritti d’autore in ambito musicale. (8) Cfr. per es. Una pietra al collo, di Roberto Bosio (Emi, 1998); L’illusione umanitaria, di M. Deriu e al. (Emi, 2001); La carità che uccide, di Dambisa Moyo (Rizzoli, 2010); Da Seattle alla crisi dei mutui (Rocca, n. 8/2009); Aiuti ai paesi poveri: solo parole (La Civetta, dicembre 2010). Cfr. anche le attività concrete di Emergency, di Survival International, della Leonardo Di Caprio Foundation e di varie altre associazioni di volontariato nel Terzo mondo. (9) Cfr. per es. Debito estero: le ragioni per non pagarlo (Rocca, n. 22/2002) e gli articoli di David C. Gray (Devilry, Complicity, and Greed: Transitional Justice and Odious Debt) e di Kunibert Raffer (Odious, Illegitimate, Illegal, or Legal Debts – What Difference Does It Make for International Chapter 9 Debt Arbitration?) apparsi su Law and Contemporary Problems rispettivamente in estate e autunno 2007. ———— L’immagine in testa è tratta dalla copertina del libro di Mauro Magatti “Cambio di paradigma”. […]

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