Contro le elezioni anticipate: un inutile spreco di soldi, perché nulla cambierebbe sostanzialmente, stante l’attuale pessima legge elettorale (Rosatellum) voluta da Pd, Forza Italia, Lega

disperazione AladinIn Parlamento c’è una maggioranza in grado di esprime il Governo del Paese? Io credo di sì. Si trovino i meccanismi perchè questo sia possibile!
- Per scherzosa analogia: come risolse il problema il popolo quando i cardinali non riuscivano a eleggere un nuovo Papa: https://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/conclave-1268-chiesa-cardinali-murati-1501383/
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Un po’ di storia (da il Sole 24 ore).
La maggioranza pro-Rosatellum
Sul Rosatellum bis si compone una maggioranza larghissima che va dal Partito Democratico a Forza Italia, dalla Lega Nord ad Alternativa Popolare di Alfano ad Ala di Denis Verdini. Ma l’approvazione non è quel che si definirebbe una passeggiata. La riforma arriva in aula alla Camera con lo spettro dei franchi tiratori che già avevano affossato il tentativo precedente. Il Movimento Cinque stelle considera la nuova legge cucita su misura delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra e contro l’unica formazione che non è disponibile a fare alleanze. E la tensione si alza quando il governo decide di porre la fiducia per bypassare le centinaia di voti segreti che pesano sulla legge. L’ultima coda polemica al Senato, dove dopo cinque fiducie sul testo, l’Mdp di Bersani esce dalla maggioranza. Oggi, quasi per paradosso, il partito che più aveva osteggiato il Rosatellum – la formazione di Di Maio – ha vinto le elezioni e i due partiti che più hanno creduto nella nuova legge – Pd e Forza Italia – ne hanno fatto le spese. A conferma che sull’esito del voto pesano mille variabili. La legge elettorale è solo una delle tante.
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beppe-andreozziL’autorevole parere dell’avv. Giuseppe Andreozzi
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Ho cercato invano di nascondermi, ma, assediato da amici che con ogni mezzo mi sollecitano un’opinione sul (mancato) governo, risponderò. Con la precisazione (già fatta a voce) che non parlo ne’ da giurista, ne’ da padre della Repubblica (come pretendono altri commentatori sui social), ma, al massimo, da nonno di Dario.
Il presidente Mattarella poteva rifiutare la nomina di Savona come ministro?
Tecnicamente si, la risposta è nella Costituzione, art. 92: “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri”. Nella lingua italiana, che è quella dei costituenti, proporre significa “indicare, o consigliare, suggerire come utile, come opportuno”.Tanto è vero che la maggior parte dei costituzionalisti non discute tanto sulla vincolatività delle proposte del primo ministro (è capitato anche in passato che presidenti della Repubblica rifiutassero la nomina di ministri), quanto sui casi nei quali il presidente, per ragioni di opportunità, potrebbe intervenire.
Ha fatto bene Mattarella a provocare la rinunzia di Conte all’incarico?
In realtà Mattarella ha soltanto rifiutato, per motivi di opportunità, la nomina di Savona a ministro di economia e finanze. Non ha mai preteso ne’ che Conte rinunziasse all’incarico, ne’ di nominare un ministro non proposto; ha chiesto un altro nome e non gli è stato fatto. Questa è la novità assoluta rispetto al passato. Possibile che non esistesse un’altra figura da indicare? E che lo stesso Savona non potesse collaborare in altra forma col governo? A dire il vero, serpeggia fra amici a cinque stelle il sospetto che Salvini abbia voluto dapprima pubblicizzare il contrasto (così da rendere indecorosa un’eventuale marcia indietro di Mattarella) e poi impuntarsi sul nome allo scopo di sfilarsi dall’intesa coi nuovi alleati, per mero calcolo elettorale; forse non hanno tutti i torti.
Il timore della reazione dei mercati internazionali (rispetto alle note teorie del possibile ministro Savona), che ha mosso l’operato di Mattarella, non è umiliante per il Paese?
Penso di si. Occorre però intendersi e ricorro a una banale similitudine. Un figlio giustamente reclama la propria indipendenza con la maggiore età; ma finché dipenderà economicamente dai genitori, sarà ancora costretto a rispettarne le regole. E quando non avrà i genitori, se vivrà facendo debiti, saranno i creditori a stabilire se e cosa potrà permettersi di possedere, con quali forme e in quali tempi dovrà restituire i prestiti ricevuti, se darà garanzie sufficienti col proprio comportamento o se sarà il caso di mettergli all’asta la casa e gli altri averi.
L’Italia è, in parte, in questa situazione. Abbiamo un debito pubblico di 2.256 miliardi di euro, siamo il terzo Paese più indebitato del mondo. La fiducia dei mercati come condizione di sopravvivenza del nostro sistema economico non è una bella cosa, ma è una cosa, oggi, assolutamente necessaria.
E’ un bene che il tentativo di Conte sia fallito?
Non sono contento dell’epilogo del “governo Conte”. Ripeto e preciso: l’operato di Mattarella è stato legittimo; non ha impedito l’intesa politica fra Lega e 5Stelle, ha accettato l’indicazione del premier da loro proposto e si è limitato a rifiutare la nomina di un ministro la cui figura, a prescindere dalle qualità personali, secondo il suo pensiero avrebbe potuto nuocere all’interesse nazionale. Dunque non ha agito per fini “di parte”, ma ha utilizzato i poteri che la costituzione attribuisce al Presidente-garante eletto dal Parlamento.
Tuttavia avrei preferito che quel governo partisse e provasse, tanto per cominciare, a trovare le risorse (non dichiarate nel programma, minimo 100 miliardi all’anno) per finanziare le novità promesse su pensioni e reddito di cittadinanza e realizzare il resto del programma concordato. Mi sarebbe piaciuto anche vedere il nostro (mancato) ministro dell’economia e delle finanze spiegare nel dettaglio le proprie audaci tesi agli interlocutori della politica e della finanza internazionali e magari tornare mestamente in Patria, così da rendere plastica la differenza che sempre esiste fra teorie e prassi.
Ora ci aspettano tempi bui: un governo privo di maggioranza, con una strategia di corto respiro e mero contenimento della spesa e nuove elezioni con un Paese infuriato e deluso dalla politica. Senza avere una credibile alternativa di proposte riformiste, solidali, attente al mondo del lavoro, della scuola e della società civile e senza un ceto politico che le rappresenti in modo credibile, come alternativa alle demagogie e ai populismi.
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3 Responses to Contro le elezioni anticipate: un inutile spreco di soldi, perché nulla cambierebbe sostanzialmente, stante l’attuale pessima legge elettorale (Rosatellum) voluta da Pd, Forza Italia, Lega

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