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ELETTA la SEGRETERIA e la DIREZIONE NAZIONALE della CONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA-CSS

Giacomo MELONI segr gen CSSIl Consiglio Nazionale della CSS, riunito a Cagliari/Pirri venerdì 29 maggio 2015, ha eletto a grande maggioranza la Segreteria e la Direzione Nazionale, Css loghetto biscompletando così gli Organismi Sindacali dopo il VII Congresso Nazionale del 22 marzo 2015.
La Nuova Segreteria Naz.le è così composta:
Giacomo Meloni Segretario Generale Nazionale
Antonello Carai Segretario Nazionale
Antonio Casula Segretario Nazionale
Pietro Doneddu Segretario Nazionale
Marco Mameli Segretario Nazionale
Giampiero Marras Segretario Nazionale
Vincenzo Carlo Monaco Segretario Nazionale
La Nuova Direzione Nazionale, oltre il Segretario Generale e l’intera Segreteria Nazionale, comprende tutti i Segretari Nazionali di Federazione ed i Segretari Territoriali:
- segue -

Oggi domenica, dominigu, 22 marzo 2015

aladinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: VII Congresso CSS / Invece l’evento ParteciPIAZZA! causa avverse condizioni meteorologiche è rinviato a data da destinarsi (probabilmente sarà inserito nelle iniziative di Monumenti aperti del 9/10 maggio 2015).
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La Confederazione Sindacale Sarda al Settimo Congresso Nazionale

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La CSS verso il 7° Congresso Nazionale
di Francesco Casula
La Confederazione Sindacale Sarda (CSS) si avvia verso il 7° Congresso nazionale che celebrerà il 22 marzo prossimo a Cagliari. Coincide quest’anno con il 30° Anniversario: una bella età, soprattutto se si tiene conto che gli avversari, ad iniziare da CGIL-CISL UIL, impietosamente bollati come “sindacati di stato”, le avevano pronosticato qualche anno di vita.
La CSS è nata infatti il 20 Gennaio 1985: è il terzo Sindacato etnico in Italia dopo quello valdostano (SAVT), fondato nel 1952 e quello Sudtirolese (ASGB) nato nel 1978.
Con questi due sindacati etnici italiani come con i sindacati etnici europei (Corsi, Baschi, Galeni e Catalani) che saranno tutti presenti al Congresso di Marzo, la CSS ha un rapporto di tipo federativo.
Secondo il compianto Eliseo Spiga, l’ideatore nonché primo segretario nazionale, il sindacato sardo – o della Nazione sarda, come ama definirsi – nasce per difendere i sardi sia come lavoratori (salario, occupazione, orario e condizioni di lavoro) sia come sardi e dunque nella loro dimensione culturale e linguistica. Di qui la battaglia campale della CSS a favore del Bilinguismo.
Ma, anche in forte polemica con i Sindacati italiani – CGIL-CISL-UIL in primis – nasce soprattutto contestando duramente il tipo di sviluppo che lo Stato – con la complicità delle classi politiche sarde e degli stessi sindacati – ha imposto alla Sardegna negli ultimi 50 anni,uno sviluppo tutto giocato sulle industrie nere e inquinanti della grande industria in specie quella chimica e petrolchimica ma anche metallurgica (privata ma soprattutto di stato): sviluppo che dai poli si sarebbe diffuso nel territorio, creando occupazione e sviluppo: ma nessuno di questi obiettivi è stato raggiunto. Di contro, tale industrializzazione ha devastato e depauperato il territorio, la risorsa più pregiata che l’Isola possiede; ha degradato e inquinato l’ambiente; ha sconvolto gli equilibri e le vocazioni naturali dell’Isola; ha distrutto il tessuto economico tradizionale e quel minimo di imprenditorialità locale (soprattutto nel settore agro-alimentare); ha attentato alla cultura e alla identità etno-nazionale dei sardi, tentando di eliminare le specificità linguistiche, culturali e storiche, magari con il pretesto dei combattere il banditismo: è il caso soprattutto di Ottana.
Proprio Ottana riassume emblematicamente il fallimento dell’industrializzazione in Sardegna. Per capirla è necessario fare un po’ di storia. Alla fine degli anni ’60 la Commissione parlamentare d’inchiesta sul banditismo, presieduta dal senatore Medici individuò nell’ambiente agropastorale e nelle condizioni economiche e sociali del Nuorese la causa prima del banditismo: di qui la scelta di Ottana e della grande industria che avrebbe dovuto trasformare il pastore in operario, con la tuta e non più con la mastruca. “Nella Rinascita c’è un posto anche per te” si promise a tutti i barbaricini e ai disoccupati in primis. Si è trattato di un mostruoso tentativo di rivoluzione antropologica e culturale prima ancora che economica e sociale. Furono previsti e promessi 8-10 mila posti di lavoro. Oggi sono in liquidazione anche gli ultimi operai rimasti.
Plurimi e di diversa natura i motivi del clamoroso fallimento: si è trattato di grandi industrie filiali e succursali di grandi complessi statali che “esportavano”

nell’Isola manager, dirigenti, personale qualificato, tecnologie. I centri quindi economici-finanziari-decisionali stavano fuori non in Sardegna.
Di industrie che lavoravano – soprattutto quelle chimiche – materie prime di cui la Sardegna non disponeva e dunque soggette alle variazioni e alle crisi del mercato: è bastato l’aumento del petrolio e/o la dotazione da parte dei paesi produttori di industrie di trasformazione per mettere in crisi Ottana e company. già negli anni Settanta con la crisi petrolifera.
Si è trattato inoltre di industrie ad alta intensità di capitale (si è arrivati a un miliardo di vecchie lire per posto di lavoro e siamo prima dell’euro!); a poca intensità di mano d’opera; senza stimoli per il mercato interno, senza creazione di indotto proprio perché senza alcun rapporto e collegamento con il territorio e le risorse locali . Che dunque non crea sviluppo endogeno e autocentrato.
Soprattutto si è trattato di una industrializzazione che prevedeva solo le prime lavorazioni o comunque fasi limitate del ciclo produttivo: raffinerie o produzione di etilene (fibre) quando tutti gli economisti sostengono che è nelle seconde e terze lavorazioni ma soprattutto nella chimica fine che si ha molto sviluppo, ovvero: molta occupazione, poca intensità di capitale ma soprattutto molta ricchezza che deriva dal “valore aggiunto”.
Nonostante le chiacchiere e le richieste dei Sindacati italiani – peraltro mai troppo convinte – di avere in Sardegna le seconde e terze lavorazioni e la chimica fine, l’Isola per decenni ha sempre continuato con la petrolchimica di base e dunque ha continuato a operare quel meccanismo infernale neocoloniale, – tipico del colonialismo, compreso quello interno – che gli economisti chiamano “lo sviluppo ineguale”. Secondo il quale la Sardegna – e molte zone del Meridione – produce ed esporta semilavorati mentre importa prodotti finiti ad alto valore aggiunto, in questo scambio ineguale la Sardegna continua a impoverirsi e il Nord Italia dove si fanno le seconde e terze lavorazioni si arricchisce viepiù. Per convincersi guardare i dati ISTAT di ieri e di oggi, per quanto attiene al PIL ma non solo.
Di qui la proposta della CSS perché finalmente si imbocchi una rotta radicalmente diversa per uno sviluppo endogeno, autocentrato ed ecocompatibile, basato sulle risorse locali. La strategia dello sviluppo – scrive Giacomo Meloni l’attuale segretario della CSS – è vincente se ha la capacità di creare coesione, ascoltare la pluralità delle voci del popolo sardo e far assurgere a valori identitari, insieme alla lingua, alla cultura, ai saperi tradizionali anche l’ambiente l’economia e i sapori della nostra terra.
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CONGRESSO CSS
Comunicazioni della Segreteria
LA PRIMA PARTE DEL CONGRESSO E’ APERTA AL PUBBLICO,
OLTRE CHE AI 150 DELEGATI, AGLI OSPITI SARDI ED INTERNAZIONALI.
RICORDEREMO I 30 ANNI DELLA CSS 1985-2015.
IL CONGRESSO SARA’ APERTO ALLE ORE 10 DA PROF. FRANCESCO CASULA,
GIA’ SEGRETARIO NAZ.LE E DALLA RELAZIONE DELL”ATTUALE SEGRETARIO
GENERALE DELLA CSS DR. GIACOMO MELONI.
SARANNO PRESENTI TUTTI I FONDATORI DELLA CSS E RICORDATI COLORO
CHE NON CI SONO PIU’ A PARTIRE DA DR. ELISEO SPIGA, PRIMO SEGRETARIO
NAZIONALE DELLA CONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA
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Sciopero generale 12 dicembre 2014. Manifestiamo uniti per i diritti!

Sciopero generale venerdì 12 dicembre 2014 - Manifestiamo uniti per il lavoro e per tutti gli altri diritti!

Banner_sciopero_12_dicembre_2014 CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI
Sono otto le manifestazioni territoriali organizzate da Cgil e Uil per lo sciopero nazionale del 12 dicembre. A Cagliari, il corteo da piazza Garibaldi, Via Sonnino, via XX Settembre, Via Regina Margherita fino alla terrazza del bastione San Remy dove ci sarà il comizio conclusivo con Domenico Pantaleo, segretario nazionale Flc Cgil e Francesca Ticca, segretaria generale Uil Sardegna. A Sassari, corteo da porta S. Antonio a piazza Fiume con gli interventi di Antonio Rudas, segretario Camera del Lavoro Cgil e Pietro Pellegrini, segretario nazionale Uila. A Nuoro corteo con partenza dal quadrivio e conclusione davanti alla Prefettura con Salvatore Barone, Cgil nazionale Area della Contrattazione e Felicina Corda, segretario generale Uil Nuoro. A Oristano il corteo da piazza Mannu fino a piazza Corrias per il comizio con Caterina Cocco, segretaria regionale Cgil e Angelo Medde, segretario generale Uil Oristano. A Olbia il percorso del corteo è da definire, la manifestazione verrà conclusa dagli interventi di Riccardo Sanna, Cgil nazionale Area delle politiche economiche e Federico Fadda, Uil Gallura. A Villacidro presidio nella zona industriale con Efisio Lasio, segretario generale Camera del Lavoro Medio Campidano e Gianni Olla, segretario regionale Uil. A Carbonia, corteo dalla stazione ferroviaria a piazza Roma, dove ci sarà il comizio con il segretario generale Cgil Sardegna Michele Carrus e Adolfo Tocco, Uil regionale. In Ogliastra il presidio nella statale 125 e gli interventi di Raffaele Lecca, segretario regionale Flai Cgil, e Marco Foddai, segretario generale Feneal Uil. LA CONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA-CSS SARA’ PRESENTE NELLE PIAZZE CON LE PROPRIE BANDIERE E PORTERA’ DAL PALCO IL SALUTO AI MANIFESTANTI. A Cagliari parlerà Giacomo Meloni, segretario nazionale Sardegna.

IS OLLIERAS de PIERO MARCIALIS

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Augurius de sighit a fai su chi seis faendi po sa felicidadi de is sardus finas a binci contras a sa prepotenzia de is meris mannus sardus e furisteris.

Le questioni Carbosulcis e Alcoa come occasioni per una svolta verso un nuovo e diverso modello di sviluppo per la Sardegna

Giacomo Meloni CSS

di Giacomo Meloni (*)

Prof. Mario Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri ROMA

Dr. Corrado Passera Ministro dello Sviluppo Economico ROMA

e p.c. On.Ugo Cappellacci Presidente della Giunta Reg. le della Sardegna

On.Claudia Lombardo Presidente del Consiglio Reg. le della Sardegna

On.li Capi-Gruppo del Cosnsiglio Reg. le della Sardegna CAGLIARI

Egregio Sig. Presidente, Egregio Sig. Ministro,

le forti proteste, l’occupazione permanete dei pozzi della miniera di Nuraxi Figus da parte dei minatori, le manifestazioni che si susseguono in tutta l’Isola ormai da mesi, non solo da parte degli operai dell’Alcoa, ma di tutte le categorie produttive, dai pastori agli agricoltori, dagli operatori del commercio e delle attività turistiche, dagli artigiani agli stessi imprenditori delle piccole e medie imprese, sono l’evidenza della gravità e drammaticità della situazione sociale e occupazionale della Sardegna percepita e diffusa in tutti i territori dell’Isola. Questo è il significato vero e “nobile“ dell’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale della Sardegna in soli tre minuti nella seduta del 29 agosto 2012 per sottolineare l’urgenza di un intervento del Governo nazionale e regionale immediato ed efficace mirato a scongiurare ulteriori e pericolose tensioni sociali. Non vorremmo però che questa unanimità oscurasse o peggio negasse le posizioni come la nostra ma di numerosissimi sardi di severa e aperta critica agli sprechi di gestione della Carbosulcis, che in 12 anni ha disperso quasi 700 milioni di euro e che ora dichiara perdite per 16 milioni di euro. Non solo, perciò, si rende necessario mandare a casa l’attuale dirigenza e l’intero CdA della Carbosulcis per manifesta incapacità, ma occorre assumere le decisioni urgenti sul Progetto CCS senza cedere a pressioni mirate da parte di chi mostra di avere altri interessi sul territorio del Sulcis per nulla coincidenti con gli interessi e le aspirazioni della popolazione che crede fortemente in un rilancio produttivo e di sviluppo dell’intero territorio. I lavoratori della Carbosulcis e dell’Alcoa lottano giustamente per il lavoro e sono determinati nel richiedere posti di lavoro veri e produttivi. Nessuno però deve confondere questa volontà, né strumentalizzarla a fini politici o peggio a bassa bottega elettorale come è avvenuto nel passato e purtroppo si ripete ancora oggi. La Confederazione Sindacale Sarda critica il nuovo Progetto conosciuto come CCS (Carbon Capture and Storage) sia perché siamo ben informati sugli esperimenti in atto in altri Paesi e soprattutto temiamo disastri come quello del Lago Nyos nel Camerum dove morirono migliaia di persone il 21 agosto 1986, ma anche perché questo Progetto non porta sviluppo nel territorio e ha una ridotta ricaduta occupazionale. L’investimento rilevante previsto (200 milioni ogni anno per un periodo di 8 anni) potrebbe essere impegnato in imprese più efficaci unitamente all’apertura immediata e diffusa di cantieri per le bonifiche oggi ancora più urgenti. Si pensi solo alla pericolosità della presenza dei bacini dei fanghi rossi sette volte superiori all’entità del bacino che recentemente ha provocato disastri in Ungheria. Diversamente il CCS rischia di trasformarsi nell’ennesimo aiuto di stato -sanzionabile dalla CE- col rischio concreto di continuare ad alimentare l’assistenzialismo legato alle basse botteghe elettorali dei boss locali politici e purtroppo talvolta anche sindacali. La Confederazione Sindacale sarda – CSS – unitamente a numerose Associazioni e Comitati di cittadini come quello di Portoscuso e Carloforte si batte perché siano attivati da subito i cantieri delle bonifiche dove troverebbero occupazione molti lavoratori della Carbosulcis e della stessa Alcoa ed Euroallumina, ma anche molti giovani in cerca di occupazione e numerosi cassaintegrati, che sono una grande forza lavoro in gran parte colpevolmente inutilizzata e forzatamente inoperosa. Diciamo basta agli sprechi. Ci sono migliaia di giovani in Sardegna diplomati e laureati che hanno frequentato master nelle migliori Università d’Europa e del mondo. Essi sono scandalizzati ed impotenti davanti alle scelte che oggi si intendono fare e su cui sembra montante l’unanimismo di maniera grazie anche a certa Stampa e Tv che ci riempiono di programmi soporiferi o di falsa e stucchevole solidarietà senza entrare nei problemi e quasi mai dando spazio alle voci critiche che non sono affatto una esigua minoranza anche in Sardegna, dove esiste una forte opposizione alle fabbriche come l’Alcoa, l’Euroallumina e la Portovesme Srl fortemente inquinanti ed energivore che hanno assorbito fin troppe risorse pubbliche a scapito di altri progetti e produzioni come l’agroalimentare, la pastorizia e agricoltura legata alle industrie di conservazione e trasformazione dei prodotti, la pesca, la cantieristica, l’artigianato e il turismo, settori dove è necessario modernizzare e investire e dove sono possibili migliaia di posti di lavoro a costi contenuti veri, utili e produttivi. Chiediamo di essere ascoltati come voci della società sarda perché l’unanimismo non sempre è vero consenso: c’è la paura, c’è il ricatto del posto di lavoro, c’è il venir meno della speranza. C’è invece tanta intelligenza e voglia di nuova imprenditorialità in Sardegna che non è sufficientemente rappresentata né dall’attuale classe politica sarda né dalle stesse organizzazioni sindacali tutte in crisi di rappresentanza. Serve giustamente una forte unità e coesione, ma essa deve poter raggiungere obiettivi credibili e concreti, altrimenti ci sovrasta nuovamente la maledizione dell’assistenzialismo che ci ha tarpato le ali e che ci ha consegnato la situazione catastrofica attuale. Oggi la Sardegna ed i Sardi hanno bisogno di scelte chiare e coraggiose, efficaci senza ulteriori rinvii, capaci di aprire orizzonti nuovi. Aiutateci a svoltare pagina, lasciandoci alle spalle gli errori del vecchio modello di sviluppo, che non solo è definitivamente tramontato, ma, che con la disperazione determinata dalla grave crisi socio-economica-occupazionale rischia di ergersi come una barriera-ostacolo alla visione di futuro a cui hanno diritto tutti i sardi ad iniziare dalle giovani generazioni che meritano una Sardegna migliore, pulita come è possibile oggi con le tecnologie e con modelli di sviluppo ecocompatibili, che sono il segno del progresso moderno e della civiltà liberante.

CAGLIARI, 31/08/2012

(*) Il Segretario Generale della CSS Dr Giacomo Meloni

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Sull’argomento approfondimenti ripresi dal blog di Aladinpensiero