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E lo sventurato rise

Fernand Leger Il circodi Nicolò Migheli*

Passato il tempo dei cachinni e dei sarcasmi restano l’amaro e lo sconcerto. Come è stato possibile che Ugo Cappellacci presidente dei Sardi si sia lasciato trattare in quel modo e ne abbia riso. E con lui, gli altri che sabato primo di febbraio, erano alla fiera di Cagliari? Ritornano alla mente le memorie di Ivan Sanchin, proiezionista di Stalin, che racconta dei terribili dopocena del dittatore, quando questi si dilettava ad insultare con barzellette oltraggiose i suoi collaboratori. L’offeso era quello che rideva di più, nel terrore di ritrovarsi l’indomani mattina gli agenti della NKVD davanti alla porta di casa.
Molotov, ministro degli esteri, nel 1948 non seppe votare contro l’arresto della moglie Polina, che rivide solo nel 1953 dopo la morte di Stalin. Che il modello di esercizio del potere dell’ex cavaliere fosse la satrapia asiatica era già noto, come note sono le sue frequentazioni ed amicizie con i dittatori ex sovietici. Dobbiamo però ringraziarlo Berlusconi, perché con quell’epiteto escrementizio ha rivelato l’idea che lui ha dei suoi fedeli e per esteso, visto che l’insulto era rivolto al nostro presidente, anche dei Sardi. Un popolo, per lui, degno solo di essere ammesso alle briciole dei suoi banchetti. Un popolo di veline, camerieri e boys da campi da golf. - segue -