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Contus de Biddanoa

8a334f96-9573-4fe6-b112-dac191ce93a9O mi dorme o lo dormo .
Quando si avvicinavano le date delle riunioni pugilistiche la temperatura nel quartiere diventava caldissima, i ragazzi, fin dall’infanzia erano grandi esperti di pugilato, tifosissimi dei campioni cagliaritani che a fine anni ’50 e primi anni ’60, spopolavano in Europa, e si organizzavano per trovare il modo di assistere, senza pagare, ai combattimenti che si svolgevano nello stadio Amsicora. Nel quartiere di Villanova moltissimi ragazzi avevano trascorsi da boxeur quantomeno a livello di allievo, se non da novizio o da dilettante. Non mancava qualche professionista, anche se fra i prof i grandi campioni provenivano da altri quartieri o dalle frazioni, TONINO P. sarebbe sbocciato verso negli ultimi anni 60.
Era frequente in occasione delle riunioni all’Amsicora far precedere gli incontri fra i professionisti, con titoli italiani o europei in palio, da combattimenti “sottoclou” riservati a neo professionisti e anche a pugili dilettanti. In questi casi il massimo dell’entusiasmo era suscitato dalla presenza di qualche pugile del quartiere.
Fra quelli che hanno avuto una bella carriera a livello dilettantistico ricordo F. un bravo falegname che lavorava in una bottega della piazza. Era tesserato per la palestra Sardegna, ma i suoi allenamenti non finivano li. In quasi tutte le case c’era un paio di vecchi guantoni spesso malandati, e per i ragazzi era un punto d’orgoglio, specialmente nei giorni che precedevano i combattimenti, mettersi a disposizione di F. come sparring partner. Per non fare torti a nessuno F. si risparmiava in palestra, ma dopo il lavoro in bottega si produceva in scambi, schivate e in qualche uno-due pur senza affondare i colpi. Inutile dire la soddisfazione dei ragazzi che potevano vantarsi di aver incassato senza batter ciglio una scarica da F. che, anche in virtù di quella preparazione, aveva sbaragliato l’avversario, meglio se sassarese o continentale.
Nei giorni seguenti nel quartiere, ma soprattutto nella piazza si commentavano le varie fasi della riunione, incontro per incontro, ripresa per ripresa. Dopo aver dedicato la doverosa attenzione ai big Rollo, Manca, Burruni e altri beniamini d’ importazione come l’argentino Oracio Accavallo spacciato per oriundo sardo da un fantasioso giornalista, si passava all’analisi approfondita dei combattimenti di contorno, che tali non erano poiché avevano per protagonisti i pugili locali delle varie palestre cittadine contrapposti all’insegna di “o mi dorme o lo dormo”. (Segue)

Contus de Biddanoa

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Mancu mali.
Piazza San Domenico nel 1959, nel cuore del quartiere di Villanova, aveva le caratteristiche di una città nella città, nella zona di confine e di congiunzione tra Villanova e San Benedetto. Era il centro verso il quale confluiva il passaggio e il passeggio degli abitanti delle vie circostanti, che nella piazza trovavano le botteghe sia di alimentari che degli artigiani, e non mancava la piola, manco a dirlo di un seuese. Erano ancora evidenti le tracce dei bombardamenti del ’43, e il restauro o meglio la ricostruzione della chiesa di San Domenico era ancora in corso. Nella primavera del ’59 il quartiere festeggiava l’inaugurazione dell’organo della chiesa con un concerto ufficiale alla presenza delle massime autorità. [segue]