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Potere al Popolo: Siamo sempre presenti nelle lotte e non partecipiamo alla scadenza elettorale. Una posizione coerente e da rispettare.

img_3442[Nota stampa di Potere al Popolo - Sardegna]
Perché non troverete una vera alternativa di classe sulla scheda elettorale
Chi, alle prossime elezioni regionali, sperava di poter sostenere un progetto popolare di alternativa al polo unico che da decenni gestisce il potere in Sardegna, rimarrà delusə.
Noi di Potere al Popolo abbiamo iniziato a ragionare molto presto sull’esigenza di costruire un blocco di reale alternativa per le Regionali del 2024, e abbiamo in più occasioni, già all’indomani delle elezioni politiche del 2022, indicato la strada maestra nell’esperienza di Unione Popolare – fiduciosз, del resto, che il Partito della Rifondazione Comunista, che ha condiviso con noi quel percorso, sentisse la medesima esigenza, pur nella comune volontà di mettere quella piattaforma a disposizione di tutte le soggettività interessate a partecipare ad un processo di discussione pubblica, inclusivo e senza preconcetti, che portasse all’unità delle sinistre anticapitaliste sarde.
Su proposta del Partito della Rifondazione Comunista abbiamo, con pazienza e senso di responsabilità, partecipato per mesi ad un confronto con altre sigle, organizzato eventi pubblici perché un tale dialogo fosse trasparente e partecipato, mostrato la nostra disponibilità a superare certe rigidità in nome dell’urgenza del momento. Infine, pur manifestando una serie di perplessità, abbiamo fatto un passo indietro sulla nostra proposta di continuità del simbolo di Unione Popolare, favorendo l’inclusione del campo indipendentista nel nascente fronte di opposizione, per costruire in esso una proposta fondata sui temi decisivi dei beni comuni e del diritto all’autodeterminazione aggrediti dalla barbarie capitalistica. È da queste premesse che nasceva il “Secondo Polo”.
Dopo mesi di discussione, durante i quali il tentativo di rimuovere ogni riferimento alla sinistra di classe ha prevalso sull’esigenza di ragionare sui programmi, le e gli indipendentistз hanno deciso di abbandonare il tavolo del “Secondo Polo” per entrare nella coalizione padronale e leaderistica di Renato Soru. Per quanto il nostro giudizio su tale scelta sia severo, essa non ci sorprende; riteniamo invece assai più incongruente che, a stretto giro, la stessa risoluzione sia stata assunta dal Partito della Rifondazione Comunista, non tanto e non solo perché le nostre organizzazioni partecipano al comune progetto di Unione Popolare, ma anche e soprattutto in quanto una tale alleanza – al di là delle formule con cui la si è giustificata, parlando di “desistenza” – è oggettivamente irricevibile per ragioni che non dovrebbe essere necessario spiegare a chi si dichiara comunista.
Le acrobazie retoriche non ci appartengono.