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Sardine «CheFare?»

sardine-su-repubblica-monaco
lampadadialadmicromicro13Dopo le riuscite manifestazioni di massa in tutte le città e in moltissimi paesi dell’Italia, il movimento delle Sardine si interroga sul fatidico “Che fare?”. Sono state fatte apposite riunioni nel presente mese e altre sono state programmate per i primi mesi del nuovo anno. Tutto questo lavoro di elaborazione politica troverà una prima sintesi in un maxi evento che si terrà a Bologna entro le prime settimane del gennaio 2020. Intanto il dibattito si sviluppa nei media e nei social. Anche Aladinpensiero vi contribuisce dando spazio ad analisi e proposte, tra queste ultime segnaliamo quelle del Comitato per la democrazia costituzionale (che in Sardegna è rappresentato dal CoStat e dai Comitati sardi per la democrazia costituzionale). Coerenti con l’impostazione delle organizzazioni citate riportiamo un contributo di Franco Monaco, che condividiamo in toto, pregevole per la incisiva concretezza.
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Un suggerimento alle Sardine: comitati per la Costituzione
di Franco Monaco*

Chi, in positivo, coltiva una concezione partecipativa della democrazia e, per converso, nutre preoccupazione per la qualità del confronto politico non può non provare simpatia per le Sardine.

Un movimento allo stato nascente che si segnala positivamente per più ragioni: l’attiva mobilitazione (scendere fisicamente in piazza), il suo tratto immune da un sentimento antipolitico, la singolare attivazione di giovani spesso estranei o distratti rispetto ai problemi della polis. Difficile avanzare previsioni sugli sviluppi delle Sardine. Anche gli osservatori più simpatetici mettono in guardia il movimento dalla tentazione di farsi partito e dalle lusinghe di chi volesse annetterseli.

Giusto. Trattasi di fenomeno spontaneo e fluido. Piegarlo forzosamente verso un’opzione politica di parte ne segnerebbe il declino. E tuttavia, penso, neppure si può immaginare che la loro ragione sociale possa esaurirsi in quello che fu l’incipit originario: la prima autoconvocazione di Bologna che mirava a testimoniare che la piazza non è monopolio di Salvini. La ricerca e la riflessione che impegnano le Sardine circa il loro futuro si situa qui, in questo territorio mediano: né partito, né semplice alterità/opposizione alla destra illiberale e nazionalista. Si tratta di prospettare una idea aggregante e mobilitante in positivo.

Mi permetto un suggerimento meno generico di quanto possa sembrare a prima vista: dedicarsi alla Costituzione vivente. Essa non è o almeno non dovrebbe essere di parte. Ma, per converso, non è neppure neutrale o indifferente rispetto alla politica e alle politiche (le policies). La Costituzione dovrebbe rappresentare il quadro di principi e valori condivisi nel quale tutte le parti politiche, in competizione tra loro, tuttavia si riconoscono. Solo che – e qui appunto potrebbe innestarsi la mission delle Sardine – nel vissuto e nella prassi non è così.

Vi sono forze politiche che se ne discostano palesemente e, soprattutto, nella coscienza diffusa, vi è stato e vi è un distanziamento da quel patrimonio/patto di convivenza.

In concreto, si potrebbero immaginare tre linee d’azione:

1) dare vita a comitati di cittadini – che si avvalgano anche di adeguate competenze specie tra i costituzionalisti – che monitorino e vaglino la conformità alla nostra Carta delle deliberazioni o delle proposte avanzate dagli attori politici;

2) approntare un piano d’azione culturale ed educativa teso a coltivare e promuovere una “coscienza costituzionale” aggiornata su base popolare;

3) isolare due o tre questioni di merito (issues) di rilevanza costituzionale sulle quali incalzare gli attori politici, spesso distratti, pavidi o ostili, perché ossessionati dal consenso facile e a breve. Due esempi: il tema della cittadinanza dei nuovi italiani o la giustizia tra le generazioni (dal ripensamento del welfare all’ambiente).

Chi, se non un movimento animato da giovani, può mettere efficacemente in discussione una politica largamente tarata sulle sole esigenze dell’elettorato adulto e anziano? Penso a Comitati di cittadini situati nel territorio, nelle città e nei paesi, con un sobrio coordinamento nazionale.

Trattasi di un suggerimento che attingo anche dalla memoria di un precedente: tra il 1994 e il 1995 il vecchio costituente Giuseppe Dossetti, dopo trent’anni di riserbo monastico, propose di dare vita a “comitati (di cittadini) per la Costituzione”. Più d’una le analogie: anch’essi nacquero contro un progetto di riforma costituzionale (cui lavorò Miglio) propugnato dal governo Berlusconi-Bossi e che mixava bonapartismo e secessionismo, ma poi furono riconvertiti in positivo (comitati per); nel proporli, Dossetti fece due riflessioni che si attagliano anche al presente: 1) è opportuno scommettere sulle giovani generazioni, in quanto – osservava con una certa radicalità – gli adulti sono troppo organici a un tempo e a una cultura che hanno visto corrodere la coscienza costituzionale; 2) sul compito dei suddetti comitati – cito – “non collegati ad alcuna parte politica”, Dossetti precisava: “circa la grande differenza tra loro e i media, semplicissimamente, direi così: non creare una suggestione, ma provare a ragionare, per forgiare una vera coscienza costituzionale”.

Espressione ancor più pregnante di quella del patriottismo costituzionale, in quanto allude all’appropriazione personale di esso. Mi pare di scorgere una stretta consonanza con il punto 3 del decalogo delle Sardine, laddove si fa cenno alla ragione e al pensiero critico opposti alle pulsioni, alle emozioni, alla borborigmi della pancia.
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*Già Deputato Pd, su huffingtonpost.it
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matteo
La «Mappa dei valori»
Ecco i 10 comandamenti delle 6.000 sardine:
1. I numeri valgono più della propaganda e delle fake news;
2. È possibile cambiare l’inerzia di una retorica populista. Come? Utilizzando arte, bellezza, non violenza, creatività e ascolto;
3. La testa viene prima della pancia, o meglio, le emozioni vanno allineate al pensiero critico;
4. Le persone vengono prima degli account social. Perché? Perché sappiamo di essere persone reali, con facoltà di pensiero e azione. La piazza è parte del mondo reale ed è lì che vogliamo tornare;
5. Protagonista è la piazza, non gli organizzatori. Crediamo nella partecipazione;
6. Nessuna bandiera, nessun insulto, nessuna violenza. Siamo inclusivi;
7. Non siamo soli, ma parte di relazioni umane;
8. Siamo vulnerabili e accettiamo la commozione nello spettro delle emozioni possibili, nonché necessarie. Siamo empatici;
9. Le azioni mosse da interessi sono rispettabili, quelle fondate su gratuità e generosità degne di ammirazione. Riconoscere negli occhi degli altri, in una piazza, i propri valori, è un fatto intimo ma rivoluzionario;
10 Se cambio io, non per questo cambia il mondo, ma qualcosa comincia a cambiare. Occorrono speranza e coraggio.
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matteo
Le sei proposte delle sardine ai politici – Se nei giorni scorsi era circolato il manifesto delle 6mila sardine, a Roma il 14 dicembre il fondatore Santori dal palco ha annunciato le sei proposte che fanno ai politici:
Uno. Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi politiche invece di fare campagna elettorale permanentemente.
Due. Pretendiamo che chiunque ricopre la carica di ministro comunichi solamente nei canali istituzionali.
Tre. Pretendiamo trasparenza nell’uso che la politica fa dei social network, sia economica che comunicativa.
Quattro. Pretendiamo che il mondo dell’informazione traduca lo sforzo” che facciamo “in messaggi fedeli ai fatti.
Cinque. Pretendiamo che la violenza venga esclusa dai toni e dai contenuti della politica in ogni sua forma. E’ il momento che la violenza verbale venga equiparata alla violenza fisica.
Sei. Chiediamo di ripensare il decreto Sicurezza: c’è bisogno di leggi che non mettano al centro la paura, ma il desiderio di costruire una società inclusiva. Ci auguriamo che la politica possa migliorarsi, la politica è partecipazione. Oggi state facendo politica”.
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Con le sardine riparte il movimento, rilanciamo l’iniziativa del Comitato per la democrazia costituzionale
19 Dicembre 2019 (a cura di Red su Democraziaoggi e su Aladinpensiero online)

Mentre con le sardine riparte il movimento di massa, il Coordinamento per la democrazia costituzionale ha varato un documento come base di una discussione collettiva in vista di una Assemblea nazionale dei Comitati, da tenersi nelle prime settimane del nuovo anno. Ecco un sintesi del documento.

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Bozza per la discussione

Ragioni ed obiettivi del Coordinamento
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