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Una mattina al museo… Non solo Soprintendenze, le responsabilità in capo anche ad altri soggetti pubblici: la Regione, il Comune, l’Università

museo cagliari 30 8 15Museo archeologico 30 8 15
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Il museo sotto tiro

ape-innovativa2 di Franco Meloni

Ha cominciato Vito Biolchini sul suo blog, poi seguito da un caustico intervento-denuncia di Maria Antonietta Mongiu su L’Unione Sarda (ripubblicato in versione integrale su SardegnaSoprattutto) e, ancora, da una lettera allo stesso blog (di Vito) di Antonello Gregorini. Il pretesto è stato il servizio apparso su L’Espresso su “gli orrori dei musei italiani”, individuati anche nel Museo archeologico di Cagliari. Il discorso, come era prevedibile, si è allargato e sotto accusa è finita la politica culturale della Giunta comunale di Cagliari e, ovviamente, di quella regionale. Tale “allargamento” caratterizza tutti gli interventi, soprattutto quello di Vito, che inserisce le specifiche problematiche nella sua consueta (lodevole) fustigazione dei comportamenti (e delle politiche) dei nostri amministratori regionali e comunali. Il soprintendente archeologo Marco Minoja ha replicato per la parte in cui è stato chiamato in causa (il Museo) sia a Maria Antonietta (su L’Unione Sarda di oggi 30 agosto), sia alle testate nazionali. Di tutto questo diamo informazione e documentazione, ripubblicando gli interventi sulla nostra news e/o linkandoli nei siti in cui sono apparsi. Al di la delle asperità polemiche, che comunque ci stanno bene, non possiamo che gioire di questo dibattito, perché segnalare quanto va male non fa che contribuire a migliorare le situazioni. E anche per quanto riguarda la cultura ne abbiamo veramente bisogno. Ovviamente questa funzione positiva della critica e del dibattito funziona quando gli interlocutori che hanno potere di intervenire, ascoltano e lo fanno per correggere e superare le criticità. Non sempre questo accade, anzi.
Restando sullo specifico della situazione del nostro Museo archeologico, con uno sguardo fuggente all’adiacente Pinacoteca e agli altri spazi della “Cittadella Giovanni Lilliu” (sì, perché al nostro Sardus Pater è stata opportunamente intitolata, ma pochi lo sanno), ho voluto dedicare la mattinata domenicale a una gratis ai musei 30 8 2015visita, quasi un’ispezione, breve ma sufficiente per consentirmi alcune considerazioni che riporto più avanti. Devo dire che il fatto di essere giornalista mi ha consentito di non preoccuparmi del costo dei biglietti rispetto al tempo breve delle visite, in quanto per i giornalisti l’ingresso è gratuito. E questo è bene solo se commisurato ad un’effettiva prestazione professionale, che è giusto rendere anche quando a carattere volontario.
La mia visita-lampo è cominciata con una delusione: constatare che la mostra “La memoria ritrovata” (Van Gogh, Raffaello, … ) la domenica è aperta solo dalle 14 alle 19 e che negli altri giorni chiude comunque alle 19. Assurdo! Ne ha parlato di recente Giorgio Pisano sulla sua rubrica “Non ci sto” nell’Unione Sarda. Condivido quanto ha scritto… e vado oltre. Vado fisicamente al punto più alto della Cittadella dove ti riconcili con la tua città anche per quanto ne avresti di che lamentarti.
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retablo sanBernardinoQuindi, così rinfrancato entro a visitare la Pinacoteca. Da sempre mi incantano i retabli, che sostengo siano pochissimo conosciuti (ai cagliaritani perfino). La funzionaria di turno mi segnala tre dipinti in prestito temporaneo da parte di un Museo di Firenze e pubblicizza la pagina fb della Pinacoteca (di cui volentieri riporto il link).
E ora l’ispezione al Museo.
Non la faccio lunga. Complessivamente dico che non siamo mica messi male, almeno non quanto sembra emergere dalle note polemiche. Altri che hanno titolo più di me hanno mosso osservazioni pertinenti, per esempio sulla distribuzione delle opere rispetto alle datazioni, concordando con le critiche di Maria Antonietta. A mia volta non posso che concordare. Per tutti mi piace condividere un commento – cortese ma senza sconti – del signor Nicola Minasi, riportato oggi nella pagina fb del Museo: “Caro Soprintendente, congratulazioni per la bellissima collezione del Museo Nazionale di Cagliari, che ho appena visitato. Capisco la sua risposta e apprezzo il suo impegno, come pure quello del personale, ma oggettivamente alcune cose sono urgenti e non posso che ripetere quanto appena scritto sul libro dei visitatori: a parte ripensare il percorso espositivo, che mescola siti ed epoche (senza indicazioni lungo la visita), dovrebbero sparire subito le didascalie corrette a mano, quelle attaccate col nastro adesivo e riposizionate quelle che ora stanno in posizioni illeggibili. Servono traduzioni in inglese per tutte le indicazioni (oltre che una revisione di quelle attuali, non sempre corrette e impreziosite da varie perle). Molti reperti sono senza didascalia e i pezzi più importanti (come la prima iscrizione che cita la Sardegna) non sono per nulla valorizzati. La sala fenicio-romana grida vendetta. Il prezzo del biglietto è irrisorio e avrei pagato volentieri di più per un’esposizione migliore. I commenti degli stranieri sono giustamente entusiasti, ma si può e si deve fare di più. Non ci sarebbe bisogno di direttori stranieri per i musei italiani, se cominciassimo a fare almeno quello che risulta evidente. Con i più sinceri auguri di buon lavoro”. Ecco, non aggiungo altro, salvo lamentarmi per i vetusti servizi igienici (ma il Soprintendente ci ha detto che a breve inizieranno i lavori di rifacimento, già finanziati dalla Regione) e per l’assoluta mancanza di centri di ristoro (credo che in questo caso la responsabilità sia in buona parte attribuibile all’Università che ha la proprietà dei locali da adibire allo scopo, come peraltro lo erano in tempi recenti, seppure con standard da aggiornare rispetto al passato). Quest’ultimo problema ci porta a evidenziarne un altro tra i più importanti: quello del coordinamento MuseumShop Cagliari logotra i diversi soggetti pubblici che operano nella Cittadella: lo Stato, la Regione, il Comune e l’Università. E’ necessaria una migliore intesa e l’esercizio di capacità gestionali comuni, di cui si sente la necessità, per ragioni di economicità, efficienza ed efficacia della stessa gestione. Un’ultima considerazione riguarda lo shop del museo. Quantunque relegato in uno spazio angusto, mi è parso dignitoso e senza dubbio utile, apprezzato dai turisti che ho visto personalmente utilizzarlo. Giacomo, socio della cooperativa che gestisce il servizio, si è lamentato del fatto che Maria Antonietta Mongiu non abbia sentito il parere della sua organizzazione prima di scrivere l’articolo su L’Unione. In parte rimediamo noi di Aldinews con il presente richiamo. Chiudo auspicando che il dibattito prosegua e che i sardi (i cagliaritani in primis) si preoccupino dei loro Musei, sollecitando con puntigliosità alle Istituzioni interessate il miglioramento dei servizi relativi. Al riguardo sarebbe bene disporre di una ricerca (scientifica) che ci mostrasse, dati alla mano, quel’è la conoscenza dei loro musei dei cittadini sardi (i cagliaritani in primis) e non solo, quanto li frequentano… e così via. Anche da lì si possono trarre informazioni per migliorare il servizio culturale indispensabile rappresentato dai musei. Attenzione: questa è una proposta alla nostra Università.
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- Di seguito la documentazione citata.