Monthly Archives: ottobre 2014

NOTIZIE UE. La Commissione europea adotta l’accordo di partenariato con l’Italia sull’uso dei fondi strutturali e di investimento 2014-2020

cohesion data_web. La Commissione europea ha adottato un “accordo di partenariato” con l’Italia in cui si definisce la strategia per un uso ottimale dei Fondi strutturali e di investimento europei in tale paese. L’accordo odierno apre la via all’investimento di 32,2 miliardi di euro di finanziamenti totali a titolo della politica di coesione nel periodo 2014-2020 (a prezzi correnti, compresi i finanziamenti nel campo della cooperazione territoriale europea e lo stanziamento per l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile). L’Italia riceve inoltre 10,4 miliardi di euro per lo sviluppo rurale e 537,3 milioni di euro per il settore marittimo e della pesca. - SEGUE -

Abbassate i manganelli!

roma pestaggio
Roma – Cariche e manganellate contro i metalmeccanici. Dura protesta della CGIL e della Fiom. Il Governo invitato a fornire spiegazioni in aula. La ricostruzione dei fatti del Ministro degli Interni Alfano.
sedia-van-gogh4di Vanni Tola

Sulla base degli accertamenti e della documentazione in possesso del Ministero degli interni risulta evidente che i disordini sono stati fomentati da un gruppo di provocatori infiltratisi nel corteo pacifico dei metalmeccanici. Per non farsi riconoscere gli infiltrati hanno evitato accuratamente i soliti travestimenti (casco, passamontagna, bavaglio) ed hanno sfilato a volto scoperto e totalmente disarmati tanto da essere facilmente individuabili come manifestanti pacifici. Relativamente agli episodi di violenza il Ministero ha potuto accertare che i manganelli erano li, tranquilli, nelle mani dei poliziotti, quando i facinorosi si sono improvvisamente mossi in avanti. Procedendo all’indietro per indietreggiare, alcuni poliziotti sono inciampati e, per recuperare l’equilibrio, hanno istintivamente abbassato le mani dall’alto verso il basso andando cosi a colpire, per fatale combinazione, le teste di alcuni operai che si erano incautamente posizionati sotto i manganelli.
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Leopolda e reparti antisommossa sono la controparte
democraziaoggidi Andrea Pubusa su Democraziaoggi

Che senso ha il pestaggio degli operai delle Acciaierie di Terni in lotta per la difesa del lavoro? Sicuramente ha il valore che sempre hanno avuto questa azioni: la repressione della protesta in difesa delle posizioni padronali. Ma qui con Renzi ha un valore più pregnate. Il segretario PD ha celebrato la Leopolda, liquidando come vecchiume (antigoriu, dicono i sardofoni) tutto ciò che è legato alle lotte operaie o è espressione del disagio sociale. Un imprenditore rampante, ospite d’onore, rincarava la dose ventilando l’opportunità di limitare il diritto di sciopero. “Visto che non lo capiscono da sé che è uno strunento del secolo scorso, imponiamoglielo per legge“, questo il succo del discorso. Tanto più che in contemporanea si svolgeva una grande manifestazione dei lavoratori a Roma, che, al di là dei singoli punti della piattaforma, esprimeva, nelle persone e negli slongans, il malessere profondo che attraversa la società italiana , in particolare, i ceti popolari. Ora, è chiaro che si può dissentire su questa o su quella posizione, ma maltrattare quella piazza come ha fatto Renzi e le ragazzotte/i che gli stanno attorno è un manifesto politico: Renzi è contro il mondo del lavoro. Di più e peggio: vuole nasconderne le difficoltà, le necessità della stragrande maggioranza del popolo italiano, aiutato in questo da TV e stampa di regime. La ragione è semplice: quella piazza romana, riempita dalla CGIL, è la faccia vera del Paese, senza quegli imbellettamenti che Renzi e i suoi mettono in campo per nasconderla. Per disegnarne un’altra, spensierata e protesa verso un mondo tutto nuovo, dove la sofferenza sociale è bandita, non è ammessa, benché drammaticamente presente e in estensione.
Molti si chiedono se il pestaggio di Roma è stato ordinato o è scoppiato per incapacità di gestire la piazza da parte degli apparati di polizia. Ma è una domanda oziosa e perfino idiota, perché un pestaggio di quella portata sotto gli occhi del mondo non è e non può essere da addebitare al destino. Al di là di come sono andate le cose nella catena di comando, il pestaggio è il rifiuto di Renzi della realtà così com’è. Una realtà di profonda crisi, di grandi difficoltà, che non tollera risposte in forma di barzellette, battute o frasi ad effetto. Richiede anzitutto una presa d’atto dei veri termini della crisi e poi richiede un’iniziativa seria e instancabile per unire le forze sane, prima di tutto quelle del lavoro, per rimettere nei binari giusti il Paese. Si è fatto così in tanti alri momenti difficili della vita nazionale. Sarebbe stato battuto il terrorismo delle BR senza una unità di fondo delle forze democratiche? Sarebbero state le BR isolate senza la mobilitazione ferma e capillare dei sindacati e dei lavoratori a partire dalle fabbriche? O non è vero che è lì che gli si è fatta terra bruciata? I pesci sono rimasti senza acqua. La sconfitta del terrorismo è stata politica, non militare. Bene, ora l’emergenza è diversa, ma è altrettanto grave, i pericoli per la democrazia sono perfino più seri perché l’attacco è meno rozzo e grossolano, le forze della reazione sono ampie e occupano gran parte delle istituzioni e degli organi di informazione. Ed allora la difesa della democrazia passa anzitutto per il rilancio dei diritti del lavoro, parte dalla piazza romana della CGIL e dalla lotta dei lavoratori di Terni. La Leopolda e i reparti antisommossa sono la controparte. Prima lo si capisce, meglio è.
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Celerini Scelba
di Nicolò Migheli *

La storia non è mai stata maestra di nessuno. Tanto meno per questi giovani rottamatori che hanno scalato il PD come se fosse una qualsiasi azienda quotata in borsa, e di storia a scuola ne hanno studiato poca. Tutti i giorni ci dimostrano la non conoscenza dei fatti. Non sanno ad esempio che lo Statuto dei lavoratori venne scritto e portato in parlamento dal Partito Socialista Italiano, partito di sinistra fino a prova contraria.

Ieri i celerini del ministro di polizia Alfano -prossimo ad entrare nel PD – hanno manganellato duramente gli operai ternani che manifestavano per la chiusura di una delle più antiche fabbriche d’Italia. Dopo gli insulti che l’on. Picierno ha rivolto a Susanna Camusso, lo scrittore Giulio Cavalli ha definito la politica di Renzi come neopaninara. Cambiano gli oggetti caratterizzanti. Ieri piumini e scarpe da barca di note marche, oggi aggeggi telematici di moda. Il mutamento antropologico dell’ex partito della sinistra è compiuto.

Lo descrive molto bene Luciano Gallino sulla Repubblica dove contrappone la Leopolda a Piazza San Giovanni. I giovani di ceto medio alto che si beano delle parole antisciopero del finanziere di riferimento Serra e il popolo sempre più precario e disperato delle fabbriche chiuse, dei contratti di un giorno. Renzi annuncia che vuole la “disintermediazione di un corpo intermedio”, tradotta in parole povere la distruzione dei sindacati. È vero che in questi anni i sindacati confederali hanno fatto molti errori, ma se dovessero sparire ogni lavoratore si troverà a contrattare individualmente la propria posizione. È quel che accade già oggi a milioni di precari.

Invece però di agire perché questa stortura venga eliminata, ci si augura che così sia per tutti. Renzi annuncia che l’epoca del posto fisso è finita, lo dice con un sorriso compiaciuto, senza rendersi conto che un politico di sinistra non può dire cose che portano con sé carichi di angosce profonde senza proporre soluzioni. Un mio caro amico mi chiama e mi confessa di essere disorientato. “Come è – si chiede- che le uniche cose di sinistra ormai le dicano Le Pen in Francia e la Lega e i Fratelli d’Italia qui da noi? Non è che mi sia spostato a destra a mia insaputa?”

Oggi una gran parte di elettori che si definiscono di sinistra non trovano più rappresentanza politica. Una realtà che si annuncia molto pericolosa per l’Italia. Abbandonare i ceti deboli, i colpiti dalla globalizzazione, significa in realtà ridurli a neo servi della gleba. Qualcosa di più: un regime schiavista senza diritto di vitto e alloggio. In politica non esistono vuoti, qualcuno li riempirà. È stato così nel 1919 con la nascita del fascismo. È così in Francia con Le Pen che dà risposte ai ceti popolari abbandonati dalla sinistra tradizionale.

Alain Soral uno dei pensatori di punta della destra francese teorizza il movimento lepenista come “Sinistra del lavoro e destra dei valori.” Il loro programma è improntato alla difesa dello stato sociale, dell’intervento pubblico in economia, del posto fisso. Tutti temi cari alla sinistra di un tempo. Il tutto però accompagnato ad una visione di destra nei valori, unita alla retorica della politica sprecona. Il ritorno di Dio, Patria e Famiglia, da cui sono esclusi i migranti.

Le Monde diplomatique, già un anno fa la definiva una “confusione rosso-bruna” visto che l’FN può contare sull’ingresso nelle sue file di ex militanti del Front de gauche. “Confusione” che ricorda cose tragiche, politiche nazional-socialiste. Non solo la Francia, tutta l’Europa è percorsa da movimenti simili. In Italia la Lega di Salvini, superando il recinto padano si offre come rappresentante del disagio e delle paure dei non garantiti, di chi perde lavoro e status. La Lega non è sola, sente la concorrenza di Fratelli d’Italia e dei partitini di estrema destra come Fronte Nazionale.

Il PD vuole essere l’autore di un simile smottamento? Vuole ancora rincorrere politiche di austerità che si tradurranno in una crisi fortissima della coesione sociale? Non credo, anche perché in quel partito esistono ancora persone con il senso della storia e delle conseguenze del proprio agire. Quanto contino oggi non si sa. Certo però che passare da Gramsci – a proposito chi era costui?- al finanziere Serra un certo effetto lo fa. Alla fine ci si potrebbe chiedere: l’unico leader di sinistra rimasto a Roma è papa Francesco?
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* anche su Sardegnasoprattutto

con gli occhiali di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413ANNIVERSARI. Un anno fa, il 31 ottobre 2013, su Aladinpensiero.
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FUEDDA SARDU
DICIUS
Su cavuru narendi mali de s’aligusta:
Tenit is cambas trotas
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Oggi venerdì 31 ottobre 2014

ape-innovativaLogo_Aladin_Pensieroaladin-lampada-di-aladinews312sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413

in giro con la lampada di aladin…

unnamed-1unnamedlampada aladin micromicro- Presentato il RAPPORTO UNAR. La Sardegna resta una terra di emigranti. Il numero di chi parte in cerca di lavoro supera quello di chi sbarca. Gli immigrati residenti sono 42mila. Felice Testa su La Nuova Sardegna on line. Unar logo
- Il sito Unar.
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- Torniamo a parlare di spazi e di patrimonio pubblico al Comune di Cagliari? Una proposta di deliberazione. Informazione tratta dal sito del consigliere comunale Enrico Lobina.

con gli occhiali di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501419ANNIVERSARI. Luigi Einaudi, Alessandro Galante Garrone, Giaime Pintor, il piano Sulcis… Un anno fa, il 30 ottobre 2013, su Aladinpensiero.
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FUEDDA SARDU
DICIUS
In su bucconi sparziu s’angelu s’inci sezzit.

Renzi consegnerà i ceti deboli all’estrema destra

Celerini Scelba
di Nicolò Migheli *

La storia non è mai stata maestra di nessuno. Tanto meno per questi giovani rottamatori che hanno scalato il PD come se fosse una qualsiasi azienda quotata in borsa, e di storia a scuola ne hanno studiato poca. Tutti i giorni ci dimostrano la non conoscenza dei fatti. Non sanno ad esempio che lo Statuto dei lavoratori venne scritto e portato in parlamento dal Partito Socialista Italiano, partito di sinistra fino a prova contraria.

Ieri i celerini del ministro di polizia Alfano -prossimo ad entrare nel PD – hanno manganellato duramente gli operai ternani che manifestavano per la chiusura di una delle più antiche fabbriche d’Italia. Dopo gli insulti che l’on. Picierno ha rivolto a Susanna Camusso, lo scrittore Giulio Cavalli ha definito la politica di Renzi come neopaninara. Cambiano gli oggetti caratterizzanti. Ieri piumini e scarpe da barca di note marche, oggi aggeggi telematici di moda. Il mutamento antropologico dell’ex partito della sinistra è compiuto.

Lo descrive molto bene Luciano Gallino sulla Repubblica dove contrappone la Leopolda a Piazza San Giovanni. I giovani di ceto medio alto che si beano delle parole antisciopero del finanziere di riferimento Serra e il popolo sempre più precario e disperato delle fabbriche chiuse, dei contratti di un giorno. Renzi annuncia che vuole la “disintermediazione di un corpo intermedio”, tradotta in parole povere la distruzione dei sindacati. È vero che in questi anni i sindacati confederali hanno fatto molti errori, ma se dovessero sparire ogni lavoratore si troverà a contrattare individualmente la propria posizione. È quel che accade già oggi a milioni di precari.

Invece però di agire perché questa stortura venga eliminata, ci si augura che così sia per tutti. Renzi annuncia che l’epoca del posto fisso è finita, lo dice con un sorriso compiaciuto, senza rendersi conto che un politico di sinistra non può dire cose che portano con sé carichi di angosce profonde senza proporre soluzioni. Un mio caro amico mi chiama e mi confessa di essere disorientato. “Come è – si chiede- che le uniche cose di sinistra ormai le dicano Le Pen in Francia e la Lega e i Fratelli d’Italia qui da noi? Non è che mi sia spostato a destra a mia insaputa?”

Oggi una gran parte di elettori che si definiscono di sinistra non trovano più rappresentanza politica. Una realtà che si annuncia molto pericolosa per l’Italia. Abbandonare i ceti deboli, i colpiti dalla globalizzazione, significa in realtà ridurli a neo servi della gleba. Qualcosa di più: un regime schiavista senza diritto di vitto e alloggio. In politica non esistono vuoti, qualcuno li riempirà. È stato così nel 1919 con la nascita del fascismo. È così in Francia con Le Pen che dà risposte ai ceti popolari abbandonati dalla sinistra tradizionale.

Alain Soral uno dei pensatori di punta della destra francese teorizza il movimento lepenista come “Sinistra del lavoro e destra dei valori.” Il loro programma è improntato alla difesa dello stato sociale, dell’intervento pubblico in economia, del posto fisso. Tutti temi cari alla sinistra di un tempo. Il tutto però accompagnato ad una visione di destra nei valori, unita alla retorica della politica sprecona. Il ritorno di Dio, Patria e Famiglia, da cui sono esclusi i migranti.

Le Monde diplomatique, già un anno fa la definiva una “confusione rosso-bruna” visto che l’FN può contare sull’ingresso nelle sue file di ex militanti del Front de gauche. “Confusione” che ricorda cose tragiche, politiche nazional-socialiste. Non solo la Francia, tutta l’Europa è percorsa da movimenti simili. In Italia la Lega di Salvini, superando il recinto padano si offre come rappresentante del disagio e delle paure dei non garantiti, di chi perde lavoro e status. La Lega non è sola, sente la concorrenza di Fratelli d’Italia e dei partitini di estrema destra come Fronte Nazionale.

Il PD vuole essere l’autore di un simile smottamento? Vuole ancora rincorrere politiche di austerità che si tradurranno in una crisi fortissima della coesione sociale? Non credo, anche perché in quel partito esistono ancora persone con il senso della storia e delle conseguenze del proprio agire. Quanto contino oggi non si sa. Certo però che passare da Gramsci – a proposito chi era costui?- al finanziere Serra un certo effetto lo fa. Alla fine ci si potrebbe chiedere: l’unico leader di sinistra rimasto a Roma è papa Francesco?
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* anche su Sardegnasoprattutto

Oggi giovedì 30 ottobre 2014

- Oggi 30 ottobre San Saturnino Patrono della città di Cagliari.
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RAPPORTO SVIMEZ. Avanti spopolo. Più case che abitanti

disperazioneEDITORIALE de
il manifesto

Più case che abitanti

di Paolo Berdini

Belpaese?. Il rapporto Svimez sullo spopolamento del Mezzogiorno e i dati Istat sull’abnorme quantità di case inutilizzate raccontano di un inarrestabile declino e di un modello sbagliato. Lo stesso del decreto Sblocca Italia, che in realtà sblocca solo le speculazioni finanziarie e la cementificazione selvaggia

La let­tura com­pa­rata del rap­porto della Svi­mez sulle con­di­zioni del Mez­zo­giorno d’Italia e l’analisi dei primi dati di det­ta­glio Istat sulle abi­ta­zioni degli ita­liani svolta da Alberto Ziparo defi­ni­sce un qua­dro scon­vol­gente. Viene fuori un paese che versa in una crisi sem­pre più pre­oc­cu­pante che dovrebbe riem­pire l’agenda di qual­siasi governo degno di que­sto nome.

Dice la Svi­mez che nel 2013 sono emi­grati ancora 116 mila lavo­ra­tori; che le fami­glie povere sono aumen­tate del 40%; che – ancora una volta – il numero dei decessi supera quello dei nati: un evi­dente segnale di un inar­re­sta­bile declino. Nella Cam­pa­nia del quarto con­dono edi­li­zio ci sono 65 mila appar­ta­menti vuoti. In Cala­bria ce ne sono 90 mila e dice sem­pre Ziparo in alcuni paesi dell’Appennino interno ci sono più case vuote che abi­tanti. Il deserto.

Il qua­dro si com­pleta in modo ancora più dram­ma­tico se si leg­gono le dina­mi­che dei valori immo­bi­liari. A parte alcune città mag­giori e i pochi luo­ghi di turi­smo di qua­lità, dall’inizio della crisi del 2008 i valori delle case delle fami­glie sono dimi­nuiti nella misura com­presa tra il 30 e il 50%.

Ci sono fami­glie che si sono inde­bi­tate per com­prare un allog­gio che oggi vale meno di quanto è stato pagato. Una popo­la­zione che diventa sem­pre più povera, senza lavoro e sem­pre più priva della rete del wel­fare, vede sva­nire anche il rispar­mio rap­pre­sen­tato dalla pro­pria abitazione.

Per com­ple­tare il qua­dro del declino del paese aggiun­giamo le due prin­ci­pali linee di azione con cui il governo Renzi intende dare ripo­sta a que­sta scon­vol­gente realtà. Al primo posto tro­viamo le poli­ti­che di pre­ca­riz­za­zione del lavoro dipen­dente del Jobs act. Dice la Svi­mez che gli inve­sti­menti pro­dut­tivi nel sud sono crol­lati del 53% e il dato va letto insieme alla deser­ti­fi­ca­zione umana. Chi mai inve­sti­rebbe nel sud se la mano­do­pera gio­vane emigra?

Non c’entrano dun­que nulla i diritti dei lavo­ra­tori: occor­re­rebbe defi­nire poli­ti­che indu­striali soste­nute da risorse pub­bli­che per rea­liz­zare infra­strut­ture imma­te­riali e ser­vizi alle imprese. Ma di que­sto il governo non parla. È fermo all’articolo 18.

Del resto uno dei più ascol­tati con­si­glieri di Renzi è il pia­gnu­co­loso espo­nente della finanza crea­tiva che si lamen­tava di aver per­duto sei ore per arri­vare da Lon­dra alla Leo­polda. Cono­sco pen­do­lari che ogni giorno per­dono 4 ore della pro­pria vita negli spo­sta­menti per recarsi al lavoro, ma la cul­tura libe­ri­sta ignora que­sti dati con­creti dipin­gendo un mondo che non esi­ste. Peral­tro, la finanza d’assalto non crea posti di lavoro ma solo immense for­tune da rein­ve­stire nella rou­lette finan­zia­ria. Con le poli­ti­che del governo non si cree­ranno posti di lavoro e con­ti­nuerà il declino del sud.

Al secondo posto delle prio­rità del governo Renzi è, come noto, lo Sblocca Ita­lia, che con­tiene gra­zie alla stre­nua azione del mini­stro Lupi e dei poteri che lo sosten­gono, una ulte­riore faci­li­ta­zione alla costru­zione di nuove case. Dai dati Istat viene invece fuori anche un altro numero scon­vol­gente: nel nostro paese ci sono 31 milioni di alloggi di cui 7 milioni vuoti. Ci sono 24 milioni di fami­glie e se anche si con­si­dera la quota delle seconde case (pari circa a 4 milioni) esi­ste una quota inven­duta loca­liz­zata in tutte le aree urbane ita­liane pari ad almeno 3 milioni di alloggi.

Anche nel caso dello Sblocca Ita­lia è stata la finanza spe­cu­la­tiva a pre­ten­dere l’approvazione di alcuni arti­coli. Quello per esem­pio che con­sente di age­vo­lare l’azione delle Società di inve­sti­mento immo­bi­liare quo­tate (Siiq, art 26) e quella che for­ni­sce ampie pos­si­bi­lità di inter­vento alla Cassa depo­siti e pre­stiti di Franco Bas­sa­nini nel poter met­tere le mani nel pre­zioso patri­mo­nio immo­bi­liare pub­blico (art. 10). Siamo pieni di alloggi vuoti? Costruia­mone altri. I valori immo­bi­liari sono ai valori minimi? Sven­diamo alla finanza spe­cu­la­tiva inter­na­zio­nale il patri­mo­nio pubblico.

Il primo mini­stro Renzi diverte spesso il volgo con bat­tute ful­mi­nanti, come quella sui get­toni tele­fo­nici che non pos­sono essere uti­liz­zati per far fun­zio­nare le attuali tec­no­lo­gie. Diver­tente. Provi allora a met­tere in fila i dati Svi­mez e Istat con le poli­ti­che che sta por­tando avanti con tanta deter­mi­na­zione. Se si impe­gna capirà che sta asse­stando l’ultimo deci­sivo colpo all’intero paese men­tre la festa della spe­cu­la­zione finan­zia­ria con­ti­nua senza fine.

Ritiri allora Jobs act e Sblocca Ita­lia e si con­cen­tri nelle azioni ragio­ne­voli pro­po­sta dalla Svi­mez per il sud e, soprat­tutto avvii la messa in sicu­rezza del paese con soldi veri. Non con numeri pro­pa­gan­di­stici senza coper­ture reali.

- Da il manifesto on line, 28.10.2014
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Svimez  rapporto_2014

Rapporto Svimez: Sud a rischio desertificazione umana e industriale, dove si continua a emigrare. La Sardegna inesorabilmente verso lo spopolamento? Che fare?

Svimez  rapporto_2014Rilancio degli investimenti, una politica industriale nazionale specifica per il Sud, fiscalità di compensazione, Sono alcune delle proposte di policy che la SVIMEZ avanza nel Rapporto 2014 sull’economia del Mezzogiorno presentato ieri 28 ottobre a Roma.
Di fronte all’emergenza sociale con il crollo occupazionale e a quella produttiva, con il rischio di desertificazione industriale, serve una strategia di sviluppo nazionale centrata sul Mezzogiorno con una “logica di sistema” e un’azione strutturale di medio-lungo periodo fondata su quattro drivers di sviluppo tra loro strettamente connessi in un piano di “primo intervento”: rigenerazione urbana, rilancio delle aree interne, creazione di una rete logistica in un’ottica mediterranea, valorizzazione del patrimonio culturale.

I numeri del Rapporto
Un Sud a rischio desertificazione umana e industriale, dove si continua a emigrare (116mila abitanti nel solo 2013), non fare figli (continuano nel 2013 a esserci più morti che nati), impoverirsi (+40% di famiglie povere nell’ultimo anno) perché manca il lavoro (al Sud perso l’80% dei posti di lavoro nazionali tra il primo trimestre del 2013 e del 2014); l’industria continua a soffrire di più (-53% gli investimenti in cinque anni di crisi, -20% gli addetti); i consumi delle famiglie crollano di quasi il 13% in cinque anni; gli occupati arrivano a 5,8 milioni, il valore più basso dal 1977 e la disoccupazione corretta sarebbe del 31,5% invece che il 19,7%.

- Programma della manifestazione del 28 ottobre

Intervento del Direttore Riccardo Padovani – Testo

- Intervento del Direttore Riccardo Padovani – Slides

- Indice del Rapporto

- Linee del Rapporto

- Sintesi del Rapporto

Appendice Statistica al Rapporto SVIMEZ 2014

- Schede regionali

Comunicato stampa
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disperazioneDal Programma Regionale di Sviluppo 2014-2019
Un fenomeno sottovalutato: lo spopolamento
La Sardegna si distingue per il peggiore tasso di fecondità (fertility rate) tra le regioni italiane, e con un trend negativo si colloca negli ultimi anni fra le ultime 8 entro le 465 regioni europee di livello NUTS 2 Eurostat, mentre a sua volta l’Italia è fra gli ultimi 8 Paesi della UE sotto tale aspetto. – segue –

con gli occhiali di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413ANNIVERSARI. Un anno fa, il 29 ottobre 2013, su Aladinpensiero.
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FUEDDA SARDU
DICIUS
Chini pappat e allogat ponit mesa duas bortas.

Oggi mercoledì 29 ottobre 2014

Rapporto UNAR 2014 emigrazione Rapporto Immigrazione 2014
ape-innovativaLogo_Aladin_Pensieroaladin-lampada-di-aladinews312sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413

Frequenza200: un programma da proporre in Sardegna

Frequenza200-logo-Intervita- Frequenza200, il progetto
Frequenza200 è il primo Network realizzato in Italia per contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico. Il fenomeno in Italia ha dimensioni allarmanti: i ragazzi di età compresa tra i 10 e 16 anni che abbandonano gli studi prima della conclusione del ciclo scolastico obbligatorio rappresentano il 17%. Un numero spaventoso se si pensa che parliamo di oltre 600.000 studenti a rischio. La situazione in Sardegna è ancor più allarmante: lascia il 25,5 per cento dei ragazzi.
L’isola è la regione italiana con il più alto numero di abbandoni.
Chi sono questi ragazzi? Dove abitano? Perché arrivano a questa scelta? Sono tanti gli interrogativi da porsi per poter iniziare un percorso insieme a loro, per supportarli e motivarli. Frequenza200 è un programma di azione triennale che è la risposta alla qualità della società civile che vorremmo avere: cittadini consapevoli e capaci di scegliere. Questo progetto allo stato attuale non coinvolge la Sardegna. La nostra proposta è estenderlo alla Sardegna o, se non è praticabile questa strada, costruirne uno simile.
- Approfondimenti

in giro con la lampada di aladin…

lampada aladin micromicro- La legge di instabilità. Analogie tra Italia e Sardegna. Paolo Savona su L’Unione Sarda.
- Svimez: Sardegna sempre più povera Pil a -4,4%, boom di giovani disoccupati. Su L’Unione Sarda on line.

START CUP IDEE VINCENTI. La competizione tra business plan di idee imprenditoriali innovative

startcup2014 START CUP 2014: RICERCA, IMPRESA E TERRITORIO
A Ingegneria la finale delle dieci migliori idee sarde
Innovazione e ingegno: pavimenti che producono energia, chips di zucchine, software anti frode, app per lo shopping, servizi di condivisione audio-video, rapporti impresa-ricerca, eco-turismo eccetera. Domani, mercoledì 29 ottobre, dalle 16.30, la presentazione in aula magna di Ingegneria. In palio quattordicimila euro per i primi tre business plan che conquistano anche la bellissima nazionale.