Monthly Archives: marzo 2016

Il presente ha un cuore antico. Vale anche per Cagliari

panorama-castello-da-bonariaUna rivoluzione urbana per Cagliari*
di Francesco Cocco
Ca 18 3 16 compendioCredo siano maturi i tempi per pensare realisticamente ad un programma che miri a rendere il capoluogo sardo una città più efficiente, ordinata e civile. E’ questo un obiettivo al quale pensare in una prospettiva non campanilistica perché riguarda tutta l’Isola.
Per comprendere su quali linee occorre muoversi, bisogna risalire alla città a cavallo tra ottocento e novecento, quando si attua una vera rivoluzione antropologica. Nasce una borghesia mercantile ed industriale. E’ la Cagliari di Salvatore Rossi, impegnato negli interventi edilizi, in un embrionale industria tessile e nella fondazione di istituti di credito. E’ la Cagliari dove s’impiantano le prime aziende metallurgiche: le fonderie dei Chicca-Savolini, dei Doglio che consentono di soddisfare ampiamente il mercato sardo. In questo periodo nasce l’industria molitoria con la filiera dei pastifici che Luigi Merello ftproducono sia per il mercato isolano che per l’esportazione. Sono le industrie molitorie dei Merello, dei Costa, dei Fagioli.
La borghesia a cavallo tra Ottocento e Novecento si era posta il problema del ruolo della città proiettata verso l’Africa con una forte presenza sarda in Tunisia ed Algeria. E’ significativo che a Cagliari, agli inizi del Novecento, si pubblichi un periodico in lingua araba. Anche la forma urbana della città è nelle preoccupazioni della borghesia cagliaritana. Ottone Bacaredda, al di là di certa vulgata che schematicamente lo pone su posizioni antipopolari, proietta la città verso il mare (nuovo municipio), le dà decoro urbano (la Cagliari monumentale del centro storico), pensa a soluzioni allora avveniristiche (il tunnel sotto Castello).
I moti del maggio 1906 sono il fatto storico che, accanto al conquistato ruolo mercantile ed industriale, sanziona la funzione-guida della città agli inizi del Novecento. Essa è diventata un centro urbano con una significativa presenza operaia, soprattutto nel settore metalmeccanico con oltre 500 addetti. Al censimento del 1911, oltre il 25% della popolazione attiva risulta addetto ad attività industriali. Stiamo parlando di una popolazione complessiva di 40.000 abitanti.
Nel Secondo dopoguerra muta profondamente lo spirito della borghesia cagliaritana. Sbaglieremmo a pensare semplicisticamente che il degrado della classe economica e politica cagliaritana cambi per un fatto meramente di ordine politico e culturale. Certo c’è anche questo, ma soprattutto agisce il nascere della grande industria che azzera lentamente i possibili e talvolta floridi mercati regionali. - segue -

Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Sud Sardegna: «…Le associazioni di categoria, che per legge concorrono alla gestione del sistema camerale, devono – tutte e auspicabilmente insieme – farsi un esame di coscienza per capire cosa non ha funzionato e perché non si è riusciti ad impedire il deterioramento di un ente che appartiene a tutta la Sardegna»

Fiera Sardegna panoramalampada aladin micromicroCome non essere d’accordo! E’ una dichiarazione fortemente autocritica, dalla quale è giusto partire. Le Associazione di categoria non possono che prendere in mano la situazione subentrando con immediatezza nella gestione della Camera di Commercio, attraverso il nuovo Consiglio camerale. Per questa finalità occorre che il presidente della regione proceda alla decretazione di sua competenza, fissando nel medesimo atto la data di convocazione del nuovo organismo che dovrà procedere all’elezione del presidente e della giunta camerale. Attenzione: la soppressione dell’Azienda speciale Fiera non chiude automaticamente la Fiera impedendo la manifestazione di aprile/maggio e le altre eventuali. Semplicemente (si fa per dire!) tutta la gestione dell’attività dell’azienda disciolta passa direttamente alla Camera di Commercio, compreso il personale dell’ex Azienda Fiera, contrattualizzato con rapporto di lavoro a tempo indeterminato di natura privatistica. Peraltro detto personale è indispensabile per la continuità dell’attività fieristica, così come stabilito nella stessa determinazione commissariale del 23 marzo 2016.
——————————————–
Monumento-al-tubo-300x225Da L’Unione Sarda
Confartigianato: «Giusto chiudere la Fiera»
Il presidente Murgianu sferra un duro attacco alla gestione dell’ente

La chiusura dell’ente Fiera: «Decisione giusta, oltre che obbligata. Abbiamo asstistito a uno spettacolo penoso». Il sistema della Camera di commercio: «Da riformare». Le associazioni di categoria: «Devono farsi un esame di coscienza».
Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Sud Sardegna, non ha perso tempo a cercare giri di parole per dire la sua sugli ultimi avvenimenti che stanno scuotendo il mondo imprenditoriale cagliaritano e la gestione della galassia di potere intorno all’ente commissariato, ora guidato da Paola Piras. Murgianu non risparmia critiche nei confronti dei colleghi al vertice delle associazioni che rappresentano le attività produttive: «I nodi che stanno emergendo in queste settimane, ultimo quello che riguarda il Laboratorio Merceologico, con sette licenziamenti, li avrebbero dovuti affrontare per tempo le associazioni di categoria, assumendosi la responsabilità di anni in cui gli organi amministrativi e gestionali, composti da dirigenti da esse stesse designati, accumulavano quei disavanzi che non sarebbero stati tollerati in nessuna impresa privata».
È il caso dell’azienda speciale Fiera, appena cancellata, con un buco di oltre un milione previsto per il 2016. «Un atto non concordato con la nostra associazione», attacca Murgianu, «ma è stata presa una decisione giusta, oltre che obbligata. Era infatti risaputo che fosse da anni un ente in grande difficoltà, gestito senza una minima strategia di rilancio. Possiamo parlare», continua, «di incapacità di gestione e mancanza di visione da parte di chi ha sempre dato per scontato che poi, alla fine, a ripianare le perdite, elemento certo ogni anno, dovesse essere la Camera». – segue –

Com’è difficile l’unità, soprattutto a sinistra!

Cagliari oggi 8 mar 16lampada aladin micromicroIl quadro della contesa sembra comporsi con la semplificazione delle forze in campo: il centro destra cerca credibilmente di unificarsi intorno a Massidda e il centro sinistra lo è già intorno a Zedda. L’unica area dispersa è quella del terzo polo, all’inseguimento di un posto o forse due (i sondaggi sono incerti sulle piccole formazioni) in Consiglio comunale, incapace, allo stato, di porsi come alternativa vera ai due blocchi (sostanzialmente identici). L’appello che noi vogliamo fare – come cittadini che non ci stanno al teatrino della politica (il centro destra e il centro sinistra sono come ladri di Pisa) – è per l’unificazione del terzo polo, formato dalle liste di Enrico Lobina, Paolo Matta e Paolo Casu. Altra lista omogenea è quella del movimento 5 stelle – candidata sindaca Antonietta Martinez – con il quale è difficile stabilire alleanze per l’impostazione (vincolante?) data da Grillo. Tuttavia occorre insistere: un’unica coalizione con un unico candidato sindaco del terzo polo andrebbe attendibilmente al ballottaggio con uno dei due contendenti dei blocchi tradizionali. Questo è veramente un sogno, ma i sogni a volte si avverano. Non lo è invece l’aggregazione dei tre (Casu, Lobina, Matta) che potrebbe essere realisticamente percorribile, con sicuro significativo successo elettorale, sempre che a pressare per questa soluzione siano i cittadini interessati, dato per scontato le naturali e perfino legittime resistenze dei rispettivi “direttivi”. Per una volta si faccia Politica!

Verso le elezioni comunali di Cagliari

AladinDibattito-CA_2_2-300x130Zedda, SEL, PD: a Cagliari è tempo di bilanci

democraziaoggi loghettodi Andrea Pubusa, su Democraziaoggi

Di solito a fine mandato si fanno i bilanci sulle amministrazionI e sui governI. Su Zedda, oltre a quello specifico sulle promesse non mantenute, se ne può fare uno più a monte, sul quadro generale esistente cinque anni fa rispetto a quello attuale. Perché già questo è importante, forse dirimente. E allora proviamoci. Anzitutto, cinque anni fa, era altra cosa Sel e anche il Pd. Sel giocava all’alternativa nei riguardi del suo alleato maggiore. In realtà, non si trattava di una vera alternativa, ma, pur nello stesso orizzonte, Vendola formulava una versione piu di sinistra rispetto alla proposta del PD sui temi del lavoro, della pace, dei diritti. Il Pd di Bersani stava al gioco e, con le primarie di coalizione, lasciava al popolo di centrosinistra la possibilità di scegliere tra candidati d’apparato e candidati (almeno apparentemente) di movimento. Insomma, il buon Bersani lasciava che venissero esclusi dalla candidatura i personaggi meno presentabili del proprio partito, nell’ottica che ciò che contava era allargare l’area del consenso e assicurare la vittoria della coalizione. Per ricordare i casi più noti, è successo, grazie a questa intesa, che Vendola abbia stravinto due volte in Puglia e che Pisapia abbia prevalso a Milano. E cosi in tanti altri luoghi, come anche a Cagliari, con Zedda, presentato come candidato di rinnovamento, anche generazionale. Personalmente, non ho mai creduto all’alternativitá di Massimo perchè l’ho visto all’opera all’interno di Sinistra democratica e sono rimasto sconcertato non solo per la sua capacità tattica, insolita in una persona di quell’età, ma per la sua visione esclusivamente e assolutamente manovriera della politica, con l’uso strumentale degli argomenti, degli slogan, degli obiettivi. Il gruppo giovanile che lui capeggiava e che aveva sede, in prevalenza, alla sezione Pasolini dei DS si è rivelato ai miei occhi quanto di più deteriormente orientato mi sia capitato di vedere all’interno della sinistra nella mia ormai non breve esperienza politica. Ma a Cagliari il popolo della sinistra ci ha creduto e ha bevuto, speranzoso, lo slogan “Ora tocca a noi”. In questo è stato aiutato dal PD, che ha montato primarie truccate, candidando Antonello Cabras, del tutto estraneo a Cagliari, e sopratutto assolutamente e ostentamente disinteressato alla contesa, tant’è che durante la campagna delle primarie se ne andò negli USA.
A parte questi elementi, sta di fatto che, cinque anni or sono, SEL si presentava come soggetto del centrosinistra più permeabile alle istanze dei movimenti di quella stagione a partire dai girotondi, fino alle manifestazioni per la pace e per il lavoro.
Di tutto quello cos’è rimasto oggi? - segue -

Intanto nell’area politica del centro destra, prove di unità…Il centro sinistra è già unito. Cosa aspetta il terzo polo a unirsi per dare un’alternativa ai cagliaritani?

AladinDibattito-CA_2_2-300x130L’Unione Sarda di giovedì 31 marzo 2016
Vargiu sprona Massidda: uniti possiamo battere Zedda

VOTO 2016. Verso l’intesa tra i candidati-sindaci di #CA_mbia e Cagliari 2016
- segue –

Oggi giovedì 31 marzo 2016

Logo_Aladin_Pensieroaladin-lampada-di-aladinews312sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413. .
———————————————————————————————————–

Felice compleanno al commendator Paolo Fadda!

Paolo-Fadda-commPer fare gli auguri al commendator Paolo Fadda, utilizziamo volentieri l’elogio che di lui ha fatto Gianfranco Murtas sul sito web della Fondazione Sardegna. Felice compleanno commendatore, cun saludi e trigu!
- Paolo Fadda, l’86° compleanno di un patriarca civico, di Gianfranco Murtas, sul sito web della Fondazione Sardinia.

SCIENZA E FANTASCIENZA tra CONOSCENZA INQUIETUDINE e MERAVIGLIA

Unica aula magna Prometeo FigariPensare la natura ed essere “pensati” dalla natura, quando la natura diventa il Prometeo principale
Giovedì 31 marzo alle ore 18 quinto appuntamento della rassegna culturale promossa dalla Biblioteca Provinciale nell’ambito dei programmi di promozione della lettura. L’incontro-dibattito si terrà presso la sala conferenze della Biblioteca Provinciale, parco di Monte Claro, ingresso da via Mattei in auto e a piedi.segue

Oggi mercoledì 30 marzo 2016

Logo_Aladin_Pensieroaladin-lampada-di-aladinews312sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413. .
———————————————————————————————————–
I GUAI NON FINISCONO MAI. UN’ALTRA MAZZATA ALL’OCCUPAZIONE.
US 30 03 2016
- Da L’Unione Sarda di mercoledì 30 marzo 2016. – Aladinews ne aveva parlato.

FIERA: la transizione non deve prevedere licenziamenti, verso un piano industriale portatore di nuova occupazione

CANELLES55 FIERA CA
di Franco Meloni
“Il poeta Arrigo Heine, passeggiando una notte, non ricordo per quale città del Reno, immaginava di essere continuamente seguito da una specie di genio che si incaricava di tradurre in atti le idee e i propositi germogliati nel suo cervello, e quando egli pensava che bene sarebbe stato l’abbattere dalla facciata di una cattedrale non so più quali immagini regali, ciò subito veniva eseguito, e così via. Anche noi abbiamo a nostra disposizione un genio di questa natura. Esso è la nostra organizzazione. Tracciata la linea politica, indicati gli obiettivi da raggiungere, l’organizzazione interviene per darci la capacità di attuare la prima e raggiungere i secondi. Essa dispone gli uomini nel modo più adeguato al lavoro che debbono compiere e in questo modo raddoppia le loro capacità di lavoro, il loro rendimento”.
* tratto dalla prefazione al volume “Il Partito – Togliatti” di Romano Ledda, Ed Riuniti Roma, 1972
lampada aladin micromicroLa citazione di Palmiro Togliatti sul passaggio dal pensiero all’azione per il tramite dell’organizzazione, che altre volte abbiamo ripreso, mi è tornata in mente con riferimento alla vicenda della Fiera e, specificamente, sulla volontà di mantenere la celebrazione della 68a edizione della Campionaria, ribadita con la determinazione commissariale del 24 marzo. Con i seguenti adattamenti: Paola Piras, commissaria della Camera di Commercio al posto del poeta Arrigo Heine e l’organizzazione della Fiera come genio realizzatore del suo pensiero, perlomeno per quanto precisamente scritto nel richiamato atto: “mantenere le manifestazioni fieristiche per le quali sono stati ad oggi assunti gli impegni dell’Azienda Speciale, di avviare contestualmente un piano di rilancio delle attività in un contesto di riorganizzazione delle Aziende Speciali della Camera a garanzia dell’interesse pubblico già sottostante all’istituzione della Fiera Internazionale della Sardegna”. In verità questa seconda trasposizione stante la formulazione della determinazione risulterebbe una “stonatura”, almeno rispetto all’attuale composizione dell’assetto organizzativo dell’Azienda speciale Fiera, che la Commissaria sembra non avvertire, considerato che assume su di sé, come rappresentante pro tempore della Camera, “tutti i rapporti attivi e passivi (…) fatta eccezione per quelli relativi al personale.
Ma proprio qui sta la palese contraddizione nella determinazione e la sua illegittimità per quanto riguarda il personale dipendente, laddove ne esclude la presa in carico alla Camera. E no! signora Commissaria, se vuoi essere credibile nell’affermare che mantieni tutti gli impegni attuali delle manifestazioni fieristiche (tra cui la 68a edizione di aprile/maggio) e che intendi “avviare contestualmente un piano di rilancio delle attività”, non puoi che farti carico del personale in servizio presso l’Azienda speciale Fiera, che, stante la sua soppressione, non può che passare alle dipendenze della Camera di Commercio, sia pur mantenendo il rapporto contrattuale privatistico, come consente la legge. A detto personale dovrai continuare a fare affidamento per la continuità di una Fiera che vogliamo tutti ripensata, riqualificata, ridefinita nella sua missione e dotata di un nuovo competente management.
Occorre pertanto rapidamente sanare tale situazione sia per un fatto di legittimità sia per garantire l’operatività delle attività fieristiche.
Infine un’osservazione, anzi una pressante richiesta: da questo punto in poi sarebbe giusto e opportuno che ogni ulteriore iniziativa fosse svolta dalla nuova dirigenza politica camerale – della quale auspichiamo l’immediato insediamento – che alla legittimità formale aggiungerà quella politica propria delle rappresentanze democratiche.

SEGUE DOCUMENTAZIONE PERTINENTE

Letture per i cittadini, ma soprattutto per i candidati sindaci e consiglieri della città

AladinDibattito-CA_2_2-300x130Un’altra idea di città
di Ilaria Agostini

PERUNALTTRACITTà 29 3 16By sardegnasoprattutto/ 29 marzo 2016/ Città & Campagna/

Eddyburg.it 25 Marzo 2016. La succosa introduzione a un libro collettaneo che racconta come nelle città italiane (non a caso l’esempio scelto è Firenze, cavia dello stregone Renzi) i declina l’idea di città del neoliberismo e come un pugno di urbanisti può animare una molteplice attività di resistenza.

Urbanistica resistente nella Firenze neoliberista, perUnaltracittà 2004-2014, a cura di Ilaria Agostini, AIÒN edizioni 2016, €18,00.

Un’altra idea di città. L’urbanistica neoliberista provoca resistenza popolare. Alla rappresentazione ufficiale delle politiche urbane si contrappone, in queste pagine, il racconto corale e antagonista di cittadine e cittadini, comitati ed esperti critici, uniti a Firenze nel “Gruppo Urbanistica” che ha fornito il sostegno tecnico alla lista di cittadinanza “perUnaltracittà”[1], per due legislature all’opposizione in Consiglio comunale.

Due legislature, dal 2004 al 2014: anni in cui, a livello planetario, si accresce per poi deflagrare, la “bolla” edilizia. Favorita, in Italia, dalla diminuzione dei trasferimenti statali ai comuni e dall’opera demolitoria di Franco Bassanini che, a cavallo del millennio, da una parte incrementava a dismisura il potere nelle mani dei sindaci, mentre dall’altra rendeva possibile riversare gli oneri di fabbricazione nella spesa ordinaria dei comuni. Lo scivolamento progressivo dal welfare state al real estate si traduce in una nuova fase di cementificazione, interpretata a livello nazionale come unica risposta alla penuria di cassa dai comuni sempre più poveri. In epoca di dismissione industriale conclamata, l’economia peninsulare si orienta francamente sul mattone. La città diventa un grosso affare economico, i valori immobiliari aumentano e sulla loro crescita si fonda il consenso politico.

Il «lucido disegno derogatorio» perseguito dagli anni Novanta[2], corrobora l’attività speculativa nell’edilizia. La contrattazione pubblico-privato nel decennio è prassi consolidata che immediatamente si trasforma in arbitrio e che sistematicamente – e legalmente – piega l’interesse comune a quello dei particolari. Il mestiere dell’urbanista, puntualizzava recentemente Edoardo Salzano, si trasforma in «facilitatore delle operazioni immobiliari». Dal canto loro, strette nella morsa del sistema finanziario, le imprese edili – che accedono al credito sulla base del capitale fisso (ossia del costruito) – costruiscono per poter continuare a costruire: è un circolo vizioso. Con un milione di nuovi alloggi invenduti[3], il consumo di suolo in Italia doppia generosamente la media europea. Lo scenario muta quando nel 2008, facendo seguito alla crisi dei mutui subprime, il mercato immobiliare crolla e i prezzi al metro quadro arrivati alle stelle, cadono in picchiata.
- segue –

Oggi martedì 29 marzo 2016

Logo_Aladin_Pensieroaladin-lampada-di-aladinews312sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413. .
———————————————————————————————————–

La Fiera e non solo

castigat mores ridendo 1lampada aladin micromicro NON E’ TEMPO DI SILENZIO! Siamo giunti al redde rationem. Con la dichiarazione di Alberto Bertolotti, presidente della Confcommercio e esponente di spicco della prossima nuova dirigenza politica camerale, si apre lo scenario del post-commissario, anche se restano non definiti i tempi. Che potrebbero comunque accorciarsi nella misura in cui la Commissaria Paola Piras si rifiutasse di ricoprire ulteriormente il ruolo del Cireneo. Le Associazioni di categoria saranno capaci di assumersi con immediatezza le responsabilità che loro spettano nella gestione politica della Camera di Commercio? In questo scenario è determinante il presidente della Regione Francesco Pigliaru, al quale compete l’adozione del decreto di costituzione del nuovo Consiglio camerale. Il cronoprogramma stilato dalla Commissaria prevedeva per tale adempimento la data, ormai scaduta, del 9 marzo 2016. Non conosciamo il perché del ritardo accumulato, forse dovuto al protrarsi di riscontri di regolarità amministrativa, che peraltro non possono durare all’infinito. Tanto da legittimare il sospetto che il ritardo sia perlomeno tollerato dai futuri nuovi gestori politici della Camera, ai quali farebbe comodo traguardare il periodo di svolgimento della Fiera (dal 23 aprile al 2 maggio 2016), lasciando la “patata bollente” nelle mani della Commissaria. Ma queste sono solo supposizioni. Una certezza va comunque segnalata: perdura l’assordante silenzio dell’Amministrazione comunale di Cagliari sulla vicenda della Fiera della Sardegna, quasi che non la riguardasse!

Fiera licenziata

Si faccia un pubblico dibattito! Fiera licenziata
——————-

In principio fu “Se puede”

musici a cortedi Raffaele Deidda

Congedandosi dai cubani, Barack Obama ha ribadito la volonta degli Usa di riprendere relazioni con Cuba, rimuovendo l’embargo voluto da John Kennedy nel 1961: “Possiamo fare questo viaggio insieme, da amici, da vicini, da famiglie”, e in spagnolo “Si, se puede” traduzione di “Yes we can”, slogan nelle sue campagne presidenziali. La versione spagnola ebbe il compito di conquistare il voto dei “latinos” con la promessa della Riforma Migratoria.

Non era originale. “Si, Se Puede” era il motto della lotta degli anni ‘70 condotta dall’United Farm Worker, sindacato dei braccianti “latinos” fondato da Dolores Huerta, insignita da Obama della Presidential Medal of Freedom. Obama a Cuba ha detto che bisogna dimenticare il passato e guardare al futuro con speranza. Volentieri – hanno commentato i cubani- purchè non si cerchi di cancellare la memoria storica e, soprattutto, lo sostengono le madri della Plaza de Mayo in Argentina, seconda tappa del viaggio di Obama in America Latina: no all’oblio, si alla giustizia.

In Italia è recente “Yes we can” “de noantri”. Reduce dal kennediano I care l’allora segretario del Pd, Walter Veltroni lo ha fatto suo nel 2008, con la maldestra traduzione “Possiamo vincere”. Il Pd, da solo, (poi alleato con l’Italia dei Valori e con candidati dei Radicali nel Pd) contro la Casa della Libertà, per uscire da “un bipolarismo rissoso e coatto”. Con Berlusconi l’Innominato o “Il principale esponente dello schieramento a noi avverso”. Sappiamo come finì. Da primo segretario del Pd Veltroni suscitò aspettative e speranze e, alle Politiche del 2008, guadagnò il 33% dei voti. Non sufficiente. Berlusconi vinse e andò al governo con una maggioranza corposa. Furono “dolores” per chi aveva creduto nel progetto del Pd, convinto che si sarebbe comunque caratterizzato a sinistra.

Più forti dolori arrivarono dalle Regionali in Sardegna. Clamorose la vittoria di Ugo Cappellacci su Renato Soru e le dimissioni di Veltroni il 17 febbraio 2009: “Mi assumo le responsabilità mie e non. Basta farsi del male, mi dimetto per salvare il progetto al quale ho sempre creduto. Non è il partito che sognavo. Ce l’ho messa tutta ma non ce l’ho fatta. Chiedo scusa”.

Dario Franceschini, formazione e passato democristiano, divenne il nuovo segretario. Altri dolori per il “popolo della sinistra” che aveva accettato con molti mugugni il progetto politico del Pd. Il resto è attualità. A Franceschini succedette Pierluigi Bersani. Portò il Pd alle elezioni del 2013 con la coalizione Italia Bene Comune: liste del Pd, con candidati del Partito Socialista Italiano, Sel e Centro Democratico. Altri dolori. Ancora si discute in Sardegna dell’imposizione nelle liste del Pd sardo, consenzienti i dirigenti locali, del socialista pugliese Lello Di Gioia che alla Camera subito lasciò il gruppo del Pd per il Gruppo Misto. Ancora si ironizza sulle sue volontà programmatiche di lavorare per la Sardegna e prendere casa a Cagliari per seguire i problemi dell’isola.

Bersani si dimise nell’aprile 2013 e, dopo Guglielmo Epifani, il 15 dicembre arrivò alla guida del Pd Matteo Renzi che sfiduciò, nel febbraio 2014, Enrico Letta, determinandone le dimissioni con una mozione nella Direzione Nazionale del Pd e ricevendo l’incarico da Giorgio Napolitano di formare un Governo di larghe intese. L’ha formato, eccome! Con ministri e sottosegretari del PD, Nuovo Centrodestra, Unione di Centro, Scelta Civica, Centro Democratico e altri. Non bastasse, il berlusconiano Verdini oggi ritiene col gruppo “Ala” di far parte della maggioranza renziana avendo votato la fiducia sulle unioni civili.

Ma si può? Verdini condannato a due anni per corruzione e indagato per truffa. Yes we can, sostiene Renzi che ironizza: “Conosco un metodo infallibile per non avere Alfano e Verdini in maggioranza: vincere le elezioni, cosa che nel 2013 non è accaduta”. Quindi Alfano e Verdini si tengono, formano col Pd un governo eccezionale. Altro che la splendida solitudine di governo Pd ipotizzata da Veltroni nel 2008! E poi basta con gli slogan esterofili. Meglio hashtag-tormentoni che trasmettono fiducia e galvanizzano gli elettori. Quindi valanghe #lasvoltabuona, di #italiariparte, di #italiacambiaverso e mille altri nati e morti nell’arco di un soffio ma utili a comunicare l’incommensurabile premier. Che dichiara di guidare il paese con provvedimenti di sinistra, mica di destra fra cui “voler abbassare le tasse” e gli 80 euro.

La domanda cruciale è: il Pd si può considerare ancora un partito almeno di centrosinistra se non di sinistra? Ma certo che “se puede”! Lo sostiene la fedelissima corte, compresa quella sarda, mentre gli alleati di centrodestra a cui questa strana “sinistra” di Renzi non dispiace affatto sorridono.
———————-
- By sardegnasoprattutto / 26 marzo 2016 / Società & Politica/