Monthly Archives: luglio 2017

Ondate di caldo, i consigli della Protezione civile.

frida-kalorNei prossimi giorni sono previste eccezionali ondate di caldo con temperature oltre la media stagionale. I soggetti maggiormente a rischio sono le persone anziane o non autosufficienti, chi assume regolarmente farmaci, i neonati e i bambini piccoli, chi fa esercizio fisico o svolge un lavoro intenso all’aria aperta. Per questo, durante i prossimi giorni, il Dipartimento nazionale della Protezione civile invita, nei limiti del possibile, a non uscire nelle ore più calde, dalle 12 alle 18, soprattutto gli anziani, bambini molto piccoli, persone non autosufficienti o convalescenti; in casa, a proteggersi dal calore del sole con tende o persiane e mantenere il climatizzatore a 25-27 gradi. Per chi usa un ventilatore, si consiglia di non indirizzarlo direttamente sul corpo. In generale, bere e mangiare molta frutta ed evitare bevande alcoliche e caffeina e consumare pasti leggeri. Indossare abiti e cappelli leggeri e di colore chiaro all’aperto evitando le fibre sintetiche. Se è con voi una persona in casa malata, fate attenzione che non sia troppo coperta. Infine, si raccomanda ai proprietari di cani di portarli a passeggio la mattina presto o la sera all’imbrunire: l’eccessivo calore accumulato dall’asfalto potrebbe danneggiare loro le zampe.

La Sardegna si mobilita al fianco dei pastori. Il Movimento Pastori Sardi in piazza a Cagliari mercoledì 2 Agosto. Pubblichiamo il documento del MPS invitando i nostri lettori ad aderire alla manifestazione. Concentramento a Cagliari in Piazza Marco Polo alle ore 9.

65251_113969351998233_758825_npstori-sardi MOVIMENTO PASTORI SARDI
Pastori, Agricoltori, Cittadini, la situazione che il mondo delle campagne sta vivendo è drammatica, nell’arco di due anni abbiamo perso circa il 50% del valore del latte e il 40% dal valore delle carni e come se non bastasse, da due anni subiamo le conseguenze di una delle più gravi siccità. Come Pastori, con il latte a 50/60 centesimi, non siamo più in grado di continuare a soddisfare il fabbisogno dei nostri animali. Come Agricoltori, con il crollo dei prezzi e delle produzioni, siamo allo stremo e ormai impossibilitati ad affrontare l’inizio di una nuova campagna agraria. COSì NON SI PUO’ ANDARE AVANTI. E’ necessario che l’Amministrazione Regionale intervenga immediatamente per salvare il patrimonio zootecnico, destinando risorse immediate pari ad un quintale di mangime per capo e nel contempo, attivi tutte le procedure per il ristoro dei danni causati dalla calamità naturale, compreso il blocco delle cambiali agrarie, l’azzeramento dei pagamenti INPS e il blocco dei procedimenti di Equitalia. La Regione Sardegna dovrebbe, inoltre, in maniera urgente liquidare tutte le vecchie pratiche di PSR (Piano Sviluppo Rurale) ed anticipare al mese di Settembre-Ottobre il pagamento delle nuove pratiche PAC (Politica Agricola Comunitaria) e PSR come già fatto in passato da altre regioni più virtuose. Ma non ci basta! Chiederemo alla politica Regionale dove sono finite le promesse del 2014 in materia di infrastrutture come l’energia elettrica, la viabilità aziendale, l’acqua potabile e la creazione di centri di raccolta e refrigerazione latte diffusi nel territorio regionale. Chiederemmo una riforma radicale del sistema dell’Amministrazione Agricola. Su questi argomenti il Movimento Pastori Sardi ha convocato una Manifestazione con corteo Cagliari mercoledì 2 Agosto 2017 concentramento Piazza Marco Polo (antistante fiera Campionaria ) alle ore 9:00 conclusione Via Roma davanti al Consiglio Regionale. Siliqua, 19/07/2017.
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CSS loghettoSolidarietà e pieno sostegno al Movimento Pastori Sardi è stata espressa dalla Confederazione Sindacale Sarda (CSS).
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LA CONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA – CSS
CON I PASTORI E GLI AGRICOLTORI DELLA SARDEGNA.

La CSS scende in piazza insieme ai pastori e agli agricoltori della Sardegna, condividendo il documento/appello dell’Assemblea del 19 luglio 2017 con cui è stata indetta la grande manifestazione di mercoledì 2 agosto 2017. I termini della vertenza sono chiari:con la perdita del valore del latte del 50% oggi deprezzato a 0,60 centesimi al litro ed il valore delle carni sceso del 40%, non è possibile assicurare la sopravvivenza del settore; né va meglio per il comparto agricolo colpito anch’esso da una delle più gravi siccità, dal conseguente crollo delle produzioni e dei prezzi che rendono impossibile una nuova campagna agraria. - segue -

Il coraggio della partecipazione

mappamundi
logobig2L’importante è partecipare, ma consapevolmente
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Social Innovation TIXE, maggio 23, 2017
di Marco Serra,
AboutMe.

La contemporaneità si presenta nella forma di una epoca estremamente originale, caratterizzata da una complessità inedita in continuo mutamento che pare procedere con moto accelerato continuo. Ci troviamo a vivere una persistente escalation di fenomeni sociali, economici, culturali che proiettano scenari locali e globali sempre più difficili da prevedere, comprendere e governare.

Se nell’economia preindustriale erano necessarie intere generazioni per produrre mutamenti sostanziali, ora miliardi di individui condividono la percezione di un nulla sarà mai come prima quotidiano che attinge la dimensione lavorativa, familiare, relazionale di ciascuno.

Siamo nel mezzo di un salto antropologico che come rileva il sociologo Domenico De Masi, nel suo recente testo Mappamundi, si caratterizza per un persistente senso di spaesamento diffuso ovunque nel mondo, causato dell’assenza di modelli di riferimento stabili capaci di orientare la progettazione di futuro. Tale smarrimento coinvolge evidentemente anche le Istituzioni, il mondo dell’impresa, l’associazionismo, riguarda le modalità di intendere e gestire la cosa pubblica, creare valore economico, sociale e culturale, altera lo stesso significato di concetti quali vita, morte, sessualità, pace, guerra, lavoro, verità e giustizia.

È un contesto mobile e sconosciuto che il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman chiama società liquida, in cui si realizza la decomposizione di tutte le strutture e le relazioni tradizionali. L’incertezza che ne deriva è enorme su scala globale e si infila attraverso la voce dei nuovi e vecchi media direttamente nel quotidiano delle persone nutrendone timori e paure non potendo più fornire certezze.

Lala Deheinzelin, la futurista brasiliana considerata dalla P2P Foundation una delle cento donne più influenti dell’America Latina, considera esaurito il tempo in cui potevamo ricercare soluzioni ai problemi della modernità attingendo ai futuri probabili, basando cioè le nostre scelte esclusivamente sulle categorie della tradizione, della previsione, della probabilità statistica e della ricorrenza storica. Tali elementi che hanno dominato fino a pochi decenni orsono la scena si sono fatti deboli a favore dell’inatteso, dell’irregolare e del nuovo, intanto il ciclo di vita del presente si è drammaticamente ridotto.

Dobbiamo piuttosto concentrarci sulla generazione di futuri desiderabili, quelli che sono capaci di produrre felicità per un numero maggiore di persone. Oggi la dimensione del noi ha assunto nuova centralità fecondata dal digitale consentendo ad una massa di persone distribuita, ovvero che non condivide necessariamente una territorialità, l’esercizio collettivo di un qualche potere, sotto la guida di nuova forma di intelligenza connettiva.

Contemporaneamente si assiste a livello locale al fiorire di iniziative di ogni genere sotto il segno della collaborazione e della partecipazione, si creano piccole e grandi reti urbane, rurali, stabili, occasionali e di scopo che coinvolgono ed abilitano le persone in gran parte del mondo nella definizione concreta degli scenari che li riguardano diffondendo, attraverso il web e i social esperienze, progetti, idee e visioni. È un movimento globale in crescita, contemporaneamente prodotto e antidoto di quel disorientamento delle persone causato dai processi globali sui quali non riescono ad incidere.

Attraverso questo nuovo paradigma del noi le persone si sono riappropriate della loro fisicità senza rinunciare ai vantaggi della virtualità producendo una cultura digitale positiva, animando come mai prima eventi territoriali, sessioni di co-progettazione di quartiere, meeting internazionali, conferenze tematiche, dando senso alla dimensione liquida del lavoro popolando i coworking, generando risposte alla percepita polverizzazione dei rapporti sociali ad esempio con progetti di co-living, nuove forme di condivisione degli spazi di vita.

Il tema della partecipazione civica non è una novità post moderna, è piuttosto il frutto di un percorso che unisce idealmente forme moderne di codesign civico a decenni di esperienze e riflessioni in Italia e nel mondo, che riguardano ad esempio i temi dell’inclusione e della capacitazione delle comunità locali di Danilo Dolci in Sicilia, o al pensiero del pedagogista brasiliano Paulo Freire che sosteneva la necessità di una presa di coscienza collettiva e dell’attivazione di una educazione problematizzante nelle comunità. I metodi della partecipazione si intrecciano irrimediabilmente con il pensiero sulla democrazia deliberativa, fornendo strumenti concreti per quella democratizzazione della democrazia di cui parla il sociologo e politologo britannico Anthony Giddens.

La partecipazione è una prospettiva politica basata sulla promozione di processi dialogici e dinamiche di ascolto attivo; una scelta culturale che implica un metodo basato sull’approfondimento, la riflessione e la ricerca di un consenso condiviso, sostenibile e responsabile; un tema educativo che obbliga le scuole, le università, le istituzioni centrali ad adoperarsi per lo sviluppo di competenze per l’esercizio di una cittadinanza consapevole.

I processi partecipativi sono atti coraggiosi che spesso coinvolgono parti in causa aventi interessi apparentemente contrapposti con i quali occorre costruire soluzioni sul filo sottile del bene comune.
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Quali sono dunque le questioni centrali di cui è necessario tener conto nella pratica delle esperienze partecipative? La partecipazione coinvolge una comunità di persone orientate ad uno scopo che deve essere dichiarato in maniera chiara ed esplicita. I temi affrontati possono essere i più disparati: dalle scelte di carattere urbanistico che riguardano gli abitanti di un quartiere, al miglioramento delle relazioni con i cittadini che riguardano la riorganizzazione di un servizio pubblico. Qualunque sia la chiamata, le persone devono poter lavorare in un contesto cooperativo caratterizzato da relazioni eque e orizzontali in cui le competenze specialistiche sono al servizio dell’attività partecipativa e non costituiscono un motivo di esclusione dai processi deliberativi. La Carta per la Partecipazione (il manifesto aperto promosso nel 2014 dall’INU, Istituto Nazionale per l’Urbanistica) che contiene utili indicazione di ordine pratico, sancisce la necessità di fornire ai cittadini coinvolti in un processo partecipativo l’accesso e la trasparenza a conoscenze, dati e informazioni necessarie ad un’equa valutazione e l’obbligo di restituire alle comunità quanto hanno prodotto in termini di scelte, conversazioni e opinioni. La partecipazione presuppone infine l’utilizzo di una metodologia che garantisca il controllo del processo e la cristallizzazione di un risultato orientato al bene comune.

L’Italia ospita una fitta rete di soggetti grandi e piccoli intensamente impegnati giorno dopo giorno nella progettazione di futuri desiderabili. Con l’Associazione Open Hub promuoviamo dal 2013 un network di laboratori di innovazione sociale (LIS) che si concretizzano nel coinvolgimento di studenti, ricercatori e insegnanti di percorsi laboratoriali all’interno delle università e nelle scuole in Italia e all’estero con l’obiettivo di favorire uno scambio fra le esperienze presenti sui territori e l’acquisizione di competenze per l’innovazione sociale.
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mappamundi
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Oggi lunedì 31 luglio 2017

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eddyburgSOCIETÀ E POLITICA » EVENTI » 2015-ESODOXXI
Il virus che contagia la sinistra
di TONINO PERNA
Un grido d’indignazione per la cecità di chi, anche a “sinistra”, dimentica che chi fugge oggi lo fa perché, per raggiungere il nostro benessere, abbiamo razziato le loro risorse, creando i deserti dove vogliamo respingerli. il manifesto, ripreso da aladinews e da eddyburg, 29 luglio 2017.
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democraziaoggiSolidarietà. Un’utopia necessaria – Ricordando Rodotà
31 Luglio 2017, su il manifesto, ripreso da Democraziaoggi.
Stefano Rodotà, recentemente scomparso, ha scritto su molti temi caldi del nostro tempo. Riflessioni sempre fini, coinvolgenti e volte ad aprire nuovi spazi di libertà. Uno di questi è lo scritto sulla solidarietà. E’ un modo per ricordarlo, riportando una sua intervista al Manifesto.
Solidarietà. Un’utopia necessaria
di Stefano Rodotà
[...] Il reddito universale può essere considerato uno strumento per affermare la solidarietà a livello europeo?
Ne sono convinto. Molti sostengono che entra in contraddizione con l’articolo 1 della nostra costituzione. C’è un’altra obiezione: il riconoscimento del reddito affievolisce la lotta per il lavoro. In queste prospettive vedo un errore. Si considera che la disoccupazione sia sempre una fase transitoria e la piena occupazione resta un obiettivo a portata di mano. Ma questi discorsi oggi sono lontanissimi. Del reddito universale è possibile fornire varie gradazioni: da quello minimo a quello di base. Tutte possono essere usata per liberare i singoli dal ricatto del lavoro precario o non pagato; a condurre un’esistenza libera e dignitosa; a eliminare la competizione tra i poveri. Montesquieu diceva che abbiamo bisogno di istituzioni, non di promesse né di carità. Il reddito universale dimostra che la solidarietà è un’utopia profondamente piantata nella realtà.
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eddyburgEDDYBURG » SOS » SARDEGNA
Cemento e lottizzazioni Sardegna, il piano casa che piace al Qatar
di MAURO LISSIA
«La storia.La giunta di centrosinistra dà il via libera a costruzioni nella fascia costiera: spiagge, oasi verdi e pinete a meno di 300 metri dal mare». la Repubblica, ripreso da eddyburg e da aladinews, 31 luglio 2017, con postilla.
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logo-officinadeisaperi-defQuale lavoro per quale produzione di beni e servizi?
di Giorgio Nebbia, su L’Officina dei Saperi.
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Proposta di legge urbanistica della Sardegna

———————————————-IL DIBATTITO—————————————
Chidecideraperlasardegna1Gli obiettivi di cementificazione della giunta Cappellacci erano dichiarati; criptici quelli della Giunta Pigliaru ma sono sostanzialmente i medesimi
di Paolo Numerico
By sardegnasoprattutto/ 28 luglio 2017/ Società & Politica/ .
Osserva Mauro Gargiulo, su Sardegna Soprattutto in uno dei suoi articoli, che il DDL. regionale sul governo del territorio sardo (DDL Erriu), ormai conosciuto come “Legge urbanistica” è un magnifico esempio per spiegare cos’è un ossimoro, cioè la presenza di una contraddizione intrinseca in un testo o in una frase.[...]
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Per capire meglio: Perequazione e Compensazione nella legislazione urbanistica
di Alan Batzella

By sardegnasoprattutto/ 29 luglio 2017/ Città & Campagna
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Legge Urbanistica della Sardegna: le proposte di Legambiente

Legambientesard loghettoCONFERENZA STAMPA SULLA PROPOSTA DI NUOVA LEGGE URBANISTICA
La proposta di nuova Legge Urbanistica della Regione Sardegna costituisce un passaggio importante a 30 anni dalla LR 45/89 ed avviene nel corso di un cambiamento epocale nella visione del ruolo della fascia costiera, ambito strategico nelle prospettive di sviluppo dei territori e nei processi di adattamento ai cambiamenti climatici.
LEGAMBIENTE PRESENTERÀ LA PROPRIA PROPOSTA NEL CORSO DI UNA CONFERENZA STAMPA LUNEDÌ 31 LUGLIO ALLE ORE 10.30 PRESSO LA SEDE DI VIA NUORO 43 CAGLIARI
Vincenzo Tiana, presidente Comitato Scientifico Legambiente Sardegna
e
Edoardo Zanchini, Vicepresidente Nazionale di Legambiente
ESPORRANNO UN DOCUMENTO ARTICOLATO PER PROPORRE UN’AMPIA REVISIONE AL DDL DELLA NUOVA LEGGE URBANISTICA ED AUSPICARE L’APPROVAZIONE DI UN TESTO DI LEGGE CHE TUTELI GLI EQUILIBRI ED ESALTI I VALORI NATURALISTICI E PAESAGGISTICI DELLA FASCIA COSTIERA NEL RISPETTO E RAFFORZAMENTO DEL PPR. - segue –

Oggi domenica 30 luglio 2017

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—————————————–Dibattito—————————————-
unknownCostituzione e peso della solidarietà. Il principio tradito
Il principio tradito
Giuseppe Dalla Torre, su Avvenire.it
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venerdì 28 luglio 2017
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unknown-av-loghetto«Cattolicesimo sociale dove sei finito?» Domanda grave e seria, ma non l’unica
Marco Tarquinio
venerdì 28 luglio 2017, su Avvvenire.it
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——————————-Riflessione e Letture————————————-
democraziaoggiAleida, la figlia del Che, al Siotto fra gli studenti
30 Luglio 2017
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Chiede Aleida ai ragazzi chi ha letto i libri del Che, non sono in tanti a rispondere, e poi chi ha letto o visto I diari della motocicletta, qualcuno dice di sì. ‘Parliamo un pò del Che’ prosegue, mentre appaiono sullo schermo dell’Aula Magna le prime immagini di un bambino piccolo piccolo e […]
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Pil, lavoro e politica:
una relazione complicata

Dopo molti anni l’economia italiana torna a crescere, ma le stime positive sul Prodotto interno lordo non devono farci illudere che siano sufficienti a far superare le tensioni che attraversano il nostro Paese
di Mauro Magatti su Corriere della Sera online.
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La Sardegna si mobilita al fianco dei pastori. Il Movimento Pastori Sardi in piazza a Cagliari mercoledì 2 Agosto. Pubblichiamo il documento del MPS invitando i nostri lettori ad aderire alla manifestazione. Concentramento a Cagliari in Piazza Marco Polo alle ore 9.

pstori-sardisedia di VannitolaLa sedia
di Vanni Tola
65251_113969351998233_758825_nMOVIMENTO PASTORI SARDI
Pastori, Agricoltori, Cittadini, la situazione che il mondo delle campagne sta vivendo è drammatica, nell’arco di due anni abbiamo perso circa il 50% del valore del latte e il 40% dal valore delle carni e come se non bastasse, da due anni subiamo le conseguenze di una delle più gravi siccità. Come Pastori, con il latte a 50/60 centesimi, non siamo più in grado di continuare a soddisfare il fabbisogno dei nostri animali. Come Agricoltori, con il crollo dei prezzi e delle produzioni, siamo allo stremo e ormai impossibilitati ad affrontare l’inizio di una nuova campagna agraria. COSì NON SI PUO’ ANDARE AVANTI. E’ necessario che l’Amministrazione Regionale intervenga immediatamente per salvare il patrimonio zootecnico, destinando risorse immediate pari ad un quintale di mangime per capo e nel contempo, attivi tutte le procedure per il ristoro dei danni causati dalla calamità naturale, compreso il blocco delle cambiali agrarie, l’azzeramento dei pagamenti INPS e il blocco dei procedimenti di Equitalia. La Regione Sardegna dovrebbe, inoltre, in maniera urgente liquidare tutte le vecchie pratiche di PSR (Piano Sviluppo Rurale) ed anticipare al mese di Settembre-Ottobre il pagamento delle nuove pratiche PAC (Politica Agricola Comunitaria) e PSR come già fatto in passato da altre regioni più virtuose. Ma non ci basta! Chiederemo alla politica Regionale dove sono finite le promesse del 2014 in materia di infrastrutture come l’energia elettrica, la viabilità aziendale, l’acqua potabile e la creazione di centri di raccolta e refrigerazione latte diffusi nel territorio regionale. Chiederemmo una riforma radicale del sistema dell’Amministrazione Agricola. Su questi argomenti il Movimento Pastori Sardi ha convocato una Manifestazione con corteo Cagliari mercoledì 2 Agosto 2017 concentramento Piazza Marco Polo (antistante fiera Campionaria ) alle ore 9:00 conclusione Via Roma davanti al Consiglio Regionale. Siliqua, 19/07/2017.
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CSS loghettoSolidarietà e pieno sostegno al Movimento Pastori Sardi è stata espressa dalla Confederazione Sindacale Sarda (CSS).
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COMUNITA’ DI ACCOGLIENZA PER DETENUTI DELLA SARDEGNA. L’Assessorato alla Sanità ha disatteso e ritardato tutte le esigenze poste dal terzo settore sardo impegnato nel welfare locale, e sembra lontano anni luce dalle esigenze di chi giorno per giorno gestisce i bisogni delle persone fragili e deboli… eppure basterebbe poco e c’è sempre tempo per rimediare, ma può scadere il tempo per continuare a tenere vive tante esperienze decennali.

serieta-signoriCOMUNITA’ DI ACCOGLIENZA PER DETENUTI DELLA SARDEGNA.
SONO PURTROPPO NECESSARIE DELLE PRECISAZIONI IN QUANTO LA DICHIARAZIONE DELL’ASSESSORATO ALLA SANITA’ CONSEGUENTE ALLE RICHIESTE DELLE COMUNITA’ NON E’ ESATTA.
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DIBATTITO. LavoroCheFare? «Dove sta scritto che l’unica attività di produzione, cioè di creazione di valore, è quella rivolta al mercato?»

giacomo-balla-forze-di-paesaggio-cocomero_m-638x425Famiglia e lavoro: è tutto da rifare. In azienda e a casa
di Stefano Zamagni*
LocandinaSettimanaSociale2017
Verso le Settimane Sociali dei cattolici. Non sono i figli a impedire la genitorialità, ma il modo arcaico e incivile in cui continua a essere gestito il personale.
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Un tema che la 48° Settimana Sociale di Cagliari (26-29 ottobre) non potrà non affrontare è quello del rapporto tra lavoro e famiglia. Per secoli i termini famiglia e lavoro hanno rappresentato le due facce della stessa medaglia. L’attività produttiva, sia quella dei campi sia quella delle botteghe artigianali, ruotava attorno alla famiglia, tanto che tra moglie e marito si realizzava un’autentica intercambiabilità di funzioni sia pure con ruoli diversi. L’avvento della Rivoluzione industriale muta radicalmente il quadro, introducendo per la prima volta quel principio di separazione tra luoghi di vita familiare e luoghi di vita lavorativa che rimarrà sostanzialmente immutato per oltre due secoli. Nefasta la conseguenza che è scaturita dall’accettazione supina di tale principio. Essa ha a che vedere con una particolare applicazione della logica della divisione del lavoro quale venne applicata entro la manifattura. Tale logica esige che ognuno si specializzi in quella mansione nella quale gode di un vantaggio comparato rispetto ad altri, così che la produttività del sistema possa risultare massimizzata. Ebbene, una tale logica, una volta trasferita dalla fabbrica alla famiglia, porta al risultato che la moglie ‘si specializza’ nello svolgimento dei lavori domestici (perché dimostra di avere un vantaggio comparato rispetto al marito) e il marito ‘si specializza’ nel lavoro extradomestico. La specializzazione delle funzioni finisce così con il vanificare il principio di complementarità tra uomo e donna.

Non solo, ma l’accoglimento del principio di separazione ha finito con l’avvalorare l’idea secondo cui la famiglia sarebbe il luogo del consumo, mentre l’impresa quello della produzione. Ancor’oggi i nostri sistemi di contabilità nazionale rappresentano la famiglia come un ente che consuma quanto altri hanno concorso a produrre. Eppure, non v’è chi non veda come questa rappresentazione sia profondamente falsa.

È bensì vero, infatti, che la famiglia non produce merci, ma dove sta scritto che l’unica attività di produzione, cioè di creazione di valore, è quella rivolta al mercato? Si badi che è proprio da questa nefasta concettualizzazione che è derivata l’implicazione per cui la decisione dei coniugi di generare figli viene assimilata a quella di acquisto di un bene durevole o di un bene di lusso – col risultato che il sistema fiscale ‘non vede’ i figli in quanto tali. La buona notizia dell’oggi è che con il passaggio dalla società industriale a quella postindustriale, tale visione del mondo è entrata irrimediabilmente in crisi. Il superamento del sistema tayloristico, da un lato, e i movimenti emancipatori delle donne, dall’altro, hanno riportato al centro del dibattito, in forme affatto nuove, la vexata quaestio del work-life balance.

Ma quale è stata, finora, la via battuta per raccogliere le nuove sfide? Quella delle politiche di conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa. Si tratta di un’espressione infelice. Il termine conciliazione, infatti, postula l’esistenza di un conflitto, quanto meno potenziale, tra questi due fondamentali ambiti di vita. Ritengo invece che non vi siano ragioni di principio che possano far parlare di due polarità tra cui è necessario stabilire pratiche conciliative, perché se è vero che quello del lavoro è anche un tempo di vita, del pari vero è che la vita familiare include una specifica attività lavorativa, anche se questa non transita per il mercato. Si tratta dunque, per un verso, di andare oltre una concezione puramente strumentalista del lavoro, secondo cui quest’ultimo sarebbe solo pena e alienazione e, per l’altro verso, di smetterla di concepire la famiglia come luogo di solo consumo e non anche un soggetto produttivo per eccellenza, generatore soprattutto di quei beni immateriali (fiducia, reciprocità, beni relazionali, dono come gratuità) senza i quali una società non sarebbe capace di futuro. È il dualismo famiglia-lavoro ad aver veicolato l’idea che le politiche di conciliazione, di cui tanto si va parlando anche nel nostro paese da ormai diversi anni, dovrebbero limitarsi a mirare, da un lato, a migliorare la produttività delle imprese e, dall’altro, ad accelerare il processo verso la piena liberazione della donna dalla segregazione occupazionale.

Ecco perché al termine conciliazione va preferito – come papa Benedetto XVI bene ha chiarito – quello di armonizzazione responsabile. Nel greco antico, armonia era l’intercapedine che occorreva frapporre fra due corpi metallici perché, sfregandosi, non producessero attrito e quindi scintille pericolose. Duplice, allora, il fine da attribuire alle politiche di armonizzazione tra famiglia e lavoro di mercato: superare la diffusa femminilizzazione della questione conciliativa a favore di un approccio reciprocitario tra famiglia e lavoro, per un verso; provocare un ripensamento radicale circa il modo in cui avviene l’organizzazione del lavoro nell’impresa di oggi, per l’altro verso. Per dirla in altri termini, non è condivisibile la posizione di chi ritiene che i molteplici strumenti di conciliazione finora messi in pratica (congedi parentali; lavoro part-time; asili nido; banche delle ore; flessibilità degli orari; programmi di ‘buon rientro’ in azienda; mentoring, etc.) debbano essere pensati unicamente per consentire soprattutto alla donna che ha figli di adattarsi al meglio alle esigenze dell’impresa e tutto ciò al fine ultimo di accrescere il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro. Al contrario, le politiche di armonizzazione devono essere declinate a livello di coppia, perché la famiglia non è un affare solo femminile. L’educazione dei figli esige infatti in egual misura il carisma paterno e materno. D’altro canto, il rapporto equilibrato di coppia è essenziale se si vuole garantire la stabilità del legame matrimoniale. Insomma, se l’obiettivo è quello di accrescere il reddito monetario della famiglia attraverso l’inserimento lavorativo della donna, ma un tale obiettivo, di per sé sacrosanto, viene perseguito in modo da peggiorare la qualità della vita intrafamiliare soprattutto per quanto attiene la dimensione relazionale e quella spirituale, occorre dire chiaramente che non è questa la prospettiva di sguardo dalla quale ci si deve lasciare guidare nel policy-making.

È noto che non v’è scelta imprenditoriale che non influenzi la famiglia (si pensi alle politiche dei prezzi e dei salari; agli investimenti; alle scelte localizzative degli impianti; alla pubblicità), né viceversa v’è alcuna problematica della famiglia che non abbia ricadute sull’impresa. Ne discende che non è accettabile la distinzione tra ‘lavoro come spazio non familiare’ e ‘famiglia come spazio del non lavoro’. E pertanto che non è accettabile una logica meramente ‘ripartitiva’. Ecco perché l’approccio da privilegiare è quello che nelle condizioni storiche attuali cerca di combinare, facendole marciare insieme, le esigenze della vita familiare e quelle dell’organizzazione del lavoro, così da esaltare le potenzialità di entrambi gli ambiti di vita. Il che comporta che sia l’impresa sia la famiglia devono cambiare in qualche modo e misura il loro modus agendi. La prima, nel senso di andare oltre l’ormai obsoleto modello di organizzazione taylorista. (Già la Gaudium et Spes – 1964, n.67 – aveva anticipato: «Occorre dunque adattare tutto il processo produttivo alle esigenze della persona e delle sue forme di vita». E non viceversa). La seconda, nel senso di superare quel modello di conduzione familiare con rigidi ruoli specializzati, fondato sul principio del vantaggio comparato.

La famiglia è in armonia, e quindi luogo di felicità, quando la differenza dei generi diventa occasione di arricchimento reciproco e non giustificazione di discriminazioni di varia natura. La donna che desidera diventare madre e che intende conservare il proprio lavoro extradomestico sa bene che non sono i figli a impedire il suo avanzamento di carriera, quanto piuttosto il modo arcaico e incivile in cui continuano ad essere gestiti nelle imprese i cicli di carriera del personale. Nel concreto, si tratta di passare dal gender mainstreaming – improvvidamente accolto nel Trattato di Amsterdam del 1997 – al family mainstreaming, secondo cui è alle relazioni intrafamiliari che si deve prestare attenzione nel momento in cui si pone mano agli interventi legislativi in materia di lavoro. È veramente preoccupante che coloro che con competenza e onestà intellettuale si occupano di disoccupazione, sottoccupazione, Neet ecc., raramente riescono a percepire che la questione lavoro e la questione famiglia non possono non essere affrontate in modo congiunto – se si vuol far presa sulla realtà. Ho motivo di ritenere che dalla prossima Settimana Sociale giungerà un pensiero forte e una proposta articolata in tale direzione.

*da Avvenire.it di giovedì 27 luglio 2017, ripreso da Vita e da Aladinews.
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Nella foto di testa (abbinamento arbitrario): Giacomo Balla, Forze di paesaggio + giardino n. 2, 1917, olio su tela. © Giacomo Balla, by SIAE 2015

Oggi sabato 29 luglio 2017

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CITTÀ E TERRITORIO » CITTÀ OGGI » ROMA
A Roma la lotta contro la gentrificazione dei quartieri parte dai ragazzi (e non dalla politica)
di ANDREA MANZELLA
«Organizzazioni come Il Piccolo Cinema America Occupato, e artisti come Carl Brave e Franco126 sono l’ultima difesa all’identità storica degli storici rioni capitolini, rimpiazzando la politica (che da tempo manca)». Linkiesta online, ripreso da eddyburg e da aladinews, 27 luglio 2017 (c.m.c.) .
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democraziaoggiVelocità dei cambiamenti e riflessi socio-economici
29 Luglio 2017
Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi ripreso da Aladinews.
In “Grazie per essere arrivato tardi. Un ottimista nell’epoca delle accelerazioni”, Thomas Friedman, saggista ed editorialista del “New York Time” (NYT), illustra le cause che stanno accelerando il cambiamento dello stato del mondo e gli effetti che esso determina sul piano economico e su quello sociale. Friedman è del parere che non sia possibile […]
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testataregioni
italiav5ae- Rapporto Svimez: nel 2016 il Sud cresce più del Nord.
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lampada aladin micromicroGli Editoriali di Aladinews. DIBATTITO. LavoroCheFare? «Il lavoro va considerato come un esercizio di libertà e auto-determinazione. Conta più il diritto alla scelta del lavoro che il diritto al lavoro qualunque sia. Il reddito di base e senza condizioni è la premessa di questa libertà»
SOCIETÀ E POLITICA » TEMI E PRINCIPI » LAVORO
Il lavoro è un esercizio di libertà, reddito di base senza condizioni».
Roberto Ceccarelli intervista Andrea Fumagalli, economista all’università di Pavia, sul senso antropologico del lavoro, una merce sempre più disprezzata dal capitalismo. il manifesto, ripreso da eddyburg e da aladinews, 26 luglio 2017.
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La Sardegna si mobilita al fianco dei pastori. Il Movimento Pastori Sardi in piazza a Cagliari mercoledì 2 Agosto. Pubblichiamo il documento del MPS invitando i nostri lettori ad aderire alla manifestazione. Concentramento a Cagliari in Piazza Marco Polo alle ore 9.

pstori-sardisedia di VannitolaLa sedia
di Vanni Tola

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Pastori, Agricoltori, Cittadini, la situazione che il mondo delle campagne sta vivendo è drammatica, nell’arco di due anni abbiamo perso circa il 50% del valore del latte e il 40% dal valore delle carni e come se non bastasse, da due anni subiamo le conseguenze di una delle più gravi siccità. Come Pastori, con il latte a 50/60 centesimi, non siamo più in grado di continuare a soddisfare il fabbisogno dei nostri animali. Come Agricoltori, con il crollo dei prezzi e delle produzioni, siamo allo stremo e ormai impossibilitati ad affrontare l’inizio di una nuova campagna agraria. COSì NON SI PUO’ ANDARE AVANTI. E’ necessario che l’Amministrazione Regionale intervenga immediatamente per salvare il patrimonio zootecnico, destinando risorse immediate pari ad un quintale di mangime per capo e nel contempo, attivi tutte le procedure per il ristoro dei danni causati dalla calamità naturale, compreso il blocco delle cambiali agrarie, l’azzeramento dei pagamenti INPS e il blocco dei procedimenti di Equitalia. La Regione Sardegna dovrebbe, inoltre, in maniera urgente liquidare tutte le vecchie pratiche di PSR (Piano Sviluppo Rurale) ed anticipare al mese di Settembre-Ottobre il pagamento delle nuove pratiche PAC (Politica Agricola Comunitaria) e PSR come già fatto in passato da altre regioni più virtuose. Ma non ci basta! Chiederemo alla politica Regionale dove sono finite le promesse del 2014 in materia di infrastrutture come l’energia elettrica, la viabilità aziendale, l’acqua potabile e la creazione di centri di raccolta e refrigerazione latte diffusi nel territorio regionale. Chiederemmo una riforma radicale del sistema dell’Amministrazione Agricola. Su questi argomenti il Movimento Pastori Sardi ha convocato una Manifestazione con corteo Cagliari mercoledì 2 Agosto 2017 concentramento Piazza Marco Polo (antistante fiera Campionaria ) alle ore 9:00 conclusione Via Roma davanti al Consiglio Regionale. Siliqua, 19/07/2017.
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RICERCHE e DIBATTITO (tra esperti) sul “Reddito di base universale”

forumpa il pensatoreA che punto è la questione del reddito di base universale (e chi ci rimette)

di Silvia Merler, sul blog del think tank europeo Bruegel.

L’idea di un reddito di base universale (Rbu), un trasferimento incondizionato versato a ciascun cittadino, è salita alla ribalta nei primi mesi di quest’anno, quando la Finlandia ha annunciato il varo di un progetto pilota. Ed è tornata al centro del dibattito dopo che l’Ocse, recentemente, ha pubblicato un policy brief e una nota metodologica con cui sviscera costi e benefici dell’adozione di un Rbu.

Il modo più semplice di introdurre un Rbu sarebbe prendere le indennità in denaro versate a persone in età da lavoro e spalmare la spesa totale relativa a queste indennità in parti uguali fra tutti quelli più giovani dell’età di pensionamento standard. Il Rbu risultante sarebbe molto più basso della soglia di povertà per un singolo individuo. Pertanto, senza nuove tasse, un Rbu a impatto zero sui conti pubblici resterebbe ben lontano dall’obbiettivo di sradicare la povertà.
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Oggi venerdì 28 luglio 2017

democraziaoggisardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2
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eddyburgSOCIETÀ E POLITICA » TEMI E PRINCIPI » DE HOMINE
Un rinascimento per l’Europa inaridita
di SALVATORE SETTIS
«Nel cuore della miglior tradizione europea non c’è nessuna millanteria delle origini, c’è la ricerca della verità, l’incessante indagine conoscitiva. C’è il dubbio ed è da questo cuore che partono le istanze di dignità umana e di giustizia che percorrono la storia europea». Il Fatto Quotidiano online, ripreso da eddyburg e da aladinews, 26 luglio 2017 (c.m.c.).
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lampada aladin micromicroGli Editoriali di aladinews. Migranti. L’integrazione è al lavoro.
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SOCIETÀ E POLITICA » TEMI E PRINCIPI » DIFENDERE LA COSTITUZIONE
Una legge elettorale a difesa della Carta
di ALFIERO GRANDI
La vittoria del referendum del 4 dicembre ha bloccato solo una delle strade tentate per stravolgere la Costituzione. Altre manovre sono in corso, a partire dalla legge elettorale. il Fatto quotidiano, ripreso da eddyburg e da aladinews, 27 luglio 2017, con postilla
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democraziaoggiPeppino Impastato un compagno presente
28 Luglio 2017
Red su Democraziaoggi.
Oggi a Ploaghe e Domenica a S. Gavino viene presentato il libro di Giovanni Impastato “Oltre i cento passi“.
E’ uscito il 2 maggio per la casa editrice Piemme il libro di Giovanni Impastato “Oltre i cento passi”.
L’eredità di Peppino Impastato e il racconto di quarant’anni trascorsi in prima linea nella lotta […]

Luigi Ferrajoli: «Contro le diseguaglianze ci vuole il reddito universale»

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di Roberto Ciccarelli, il manifesto.
Rapporto Istat sulla povertà 2016. Intervista al filosofo e giurista Luigi Ferrajoli: «La povertà dilagante è uno degli effetti delle diseguaglianze create da politiche che hanno soppresso i vincoli del mercato». «240 miliardi di euro trasferiti dal lavoro al capitale, ora è giunto il momento di restituire il maltolto».
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Luigi Ferrajoli, in dieci anni la povertà in Italia è raddoppiata. Quali sono state le politiche che hanno generato questo fenomeno?

Nasce da politiche che hanno soppresso i vincoli ai poteri del mercato che sono diventati poteri assoluti e selvaggi, hanno provocato in tutto il mondo, e non solo in Italia, un trasferimento di quote di Pil dal lavoro al capitale, dai poveri ai ricchi. Luciano Gallino calcolò nel suo ultimo libro che negli ultimi anni 240 miliardi di euro, il 15% del pil, sono stati trasferiti al capitale. È un fenomeno gigantesco, sintomo di un ribaltamento del rapporto tra politica e economia. Non è più la politica che governa la economia, ma è l’economia che detta regole alla politica. La politica ha favorito questo processo liberalizzando i capitali e abbattendo le garanzie del lavoro e i salari, cancellando i diritti.

Di recente è stata approvata una prima misura contro la povertà assoluta. La ritiene adeguata?
La forma più in accordo con il costituzionalismo, l’universalità dei diritti fondamentali e la dignità della persona è il reddito universale. Di fronte a disuguaglianze che concentrano nelle otto persone più ricche del pianeta la stessa ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale, una politica degna di questo nome dovrebbe redistribuire le ricchezze sterminate esistenti. Questa concentrazione è l’effetto di un ‘iniqua redistribuzione del reddito da parte del mercato. Per cambiare direzione occorrerebbe perlomeno la garanzia di un’equa retribuzione minima per chi lavora, stabilita dall’articolo 36 della Costituzione, e un reddito minimo garantito per chi non lavora previsto dall’articolo 38. Occorrerebbe insomma restituire il maltolto, non favorire una crescita delle diseguaglianze.
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