Il difficile rapporto tra Comunicazione e Regione Sarda. Consigli non richiesti.
Di recente criticando l’attività di comunicazione della Regione (si trattava delle informazioni sul Covid-19 e dintorni) mi chiedevo: chi in Regione è responsabile della comunicazione (dirigenti e professionisti) e chi assume davvero le decisioni finali sulle relative campagne (livello politico)? [segue] Per non metterla sul piano della polemica, a volte più che giustificato e opportuno, ho svolto alcune considerazioni a mo’ di consigli, seppure non richiesti, ma secondo me utili. Ecco quanto. Ricordo, qualche decennio fa, a un corso di formazione per dirigenti pubblici presso la Scuola superiore di pubblica amministrazione, ci fece una lezione sul “piano di comunicazione” il bravissimo prof. Stefano Rolando, grande esperto in materia, allora dirigente generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ci disse: “Volete fare un buon piano di comunicazione per il vostro Ente? Non è difficile: seguite le esigenze della signora Maria”. In che senso? Chiedemmo noi corsisti. “Vi faccio un esempio per il settore sanità. La signora Maria abita in un paese lontano dalla città e deve assistere il marito ricoverato presso l’ospedale cittadino? Che problemi ha la signora Maria? Deve visitare il marito alcune volte la settimana e quindi deve risolvere problemi di trasporto? Deve rimanere vicino al marito per il periodo di un’operazione e quindi ha necessità di un alloggio a prezzi controllati? E via analizzando [nell’elencazione delle esigenze della signora Maria]”. Ecco, concluse Rolando “costruite con questo metodo il vostro piano di comunicazione”. Ovviamente le informazioni devono basarsi sulla presenza dei servizi necessari. Ma questo è un altro discorso, certo il più importante. Sullo stesso campo, quello della comunicazione, questa volta di un servizio regionale intervengo per segnalare come la Regione comunichi in forma complicata e alla fine incomprensibile un suo buon provvedimento a favore dei “lavoratori addetti al lavoro domestico e di cura”. Da ex burocrate posso capire la necessità che un provvedimento richieda l’elencazione di fonti e motivazioni, dispositivi, etc., ma in fine dei conti è necessario che il cittadino destinatario e beneficiario capisca tutto e nel più breve tempo possibile. E che soprattutto venga messo nelle condizioni di operare. Come fare? Beh, se fossi l’assessore o il direttore generale chiamarei il funzionario responsabile del procedimento e lo inviterei a redigere, pubblicare, diffondere mezza paginetta di “istruzioni per l’uso”, segnalando anche uffici interni e esterni all’amministrazione (Caf, centri servizi), raggiungibili di persona, telefonicamente e telematicamente, che gratuitamente dessero consulenza e aiuto per sbrigare efficacemente e rapidamente la pratica a vantaggio del cittadino.
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In Regione potrebbero accogliere questi semplici (si fa per dire) consigli? Domando. Sperando di avere risposta.
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DOCUMENTAZIONE
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Oggetto: Interventi straordinari in favore dei lavoratori addetti al lavoro domestico e di cura
appartenenti alla categoria d) di cui all’art. 9, comma 1, della Legge Regionale 23 luglio
2020, n. 22 “Legge quadro sulle azioni di sostegno al sistema economico della
Sardegna e a salvaguardia del lavoro a seguito dell’emergenza epidemiologica da
Covid-19″Identificativo web: 92913 Pubblicazione online: 29/03/2021
Determinazione 953 del 29.03.2021 Approvazione Avviso
Avviso Pubblico
Determinazione 964 del 29.03.2021 RETTIFICA
Avviso Pubblico rettificato [14 pagine]
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