Monthly Archives: agosto 2015

TTIP: una micidiale operazione contro la democrazia a favore dei potentati economici planetari

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di Vanni Tola

Mobilitarsi per fermare il trattato transatlantico di paternariato USA – UE. Petizione on line.

Ci siamo occupati recentemente del trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico finalizzato all’abbattimento di dazi e barriere non tariffarie tra Europa e Stati Uniti (TTIP) per la gran parte dei settori economici, rendendo il commercio più fluido tra le due sponde dell’oceano. (v. art. VTola in Aladinpensiero del 24 aprile 2015). Il TTIP sta per diventare realtà nella pressoché totale indifferenza di forze politiche e mezzi di comunicazione. La quasi totalità dei cittadini ignora completamente i contenuti di questo mega accordo commerciale anche se tra poco dovrà subire le conseguenze dirette ed indirette nella vita di tutti i giorno. Esiste in Europa ed in America una forte opposizione che tenta di imporre il totale rifiuto o la radicale trasformazione del piano TTIP ma tutto porta a pensare che tra poche settimane il progetto sarà definitivamente approvato. Ottobre potrebbe essere il mese cruciale che vedrà chiudersi le trattative in corso per la definizione del Trattato. In TTIP è un trattato molto particolare e delicato che è stato finora negoziato tra il Governo americano e la Commissione UE praticamente in segreto, almeno fino a qualche tempo fa, quando la mobilitazione di diversi gruppi di opposizione ha preteso che venissero rese pubbliche le finalità e gli obiettivi della trattativa. E’ difficile sintetizzare in poche righe gli scopi e le finalità del TTIP, diciamo che si tratta del tentativo di costruire, tra UE e USA un mercato unico le cui regole, caratteristiche e priorità saranno fortemente condizionate da organismi tecnici sovranazionali che potranno essere, a loro volta, orientati da gruppi transnazionali esautorando, di fatto , il potere decisionale dei Governi in una materia cosi delicata quale quella dei commerci intercontinentali.
 Per quanto filtra tra le maglie della riservatezza dei negoziatori il Trattato TTIP prevederebbe l’introduzione di organismi tecnici potenzialmente molto potenti e scarsamente controllabili dagli Stati e dai cittadini. Si parla di un meccanismo di protezione degli investimenti (ISDS , Investor- State Dispute Settlement ) che consentirebbe alle imprese europee e americane di chiedere compensazioni economiche agli opposti governi nel caso questi ultimi introducessero normative importanti per i cittadini che possano ledere i loro interessi passati, presenti e futuri. In pratica una evidente limitazione della sovranità di ciascuno Stato. In aggiunta a questo si predisporrebbe una definizione degli standard per il commercio meno vincolante di quella attuale. L’idea è quella di rendere centrale il ruolo di organismi quali il Codex Alimentarius, l’organismo che stabilisce gli standard di qualità alimentare, dei residui di pesticidi nei piatti, dell’impiego degli OGM. Naturalmente a tutto discapito delle scelte dei Governi dei singoli Stati che da sempre applicano criteri di prudenzialità alle loro decisioni (vedi vicenda OGM e altre analoghe). E’ noto che i criteri finora adottati dal Codes Alimentarius sono stati finora molto più permissivi di quelli dei paesi europei, più propensi a significative limitazioni in questo campo. Tale scelta degli Stati (finora più che legittima) in futuro potrebbe essere considerata “ distorsiva del mercato” e, in quanto tale essere perfino oggetto di sanzione da parte della nuova autorità che il TTIP determinerebbe.
Un’altra novità del Trattato è il Regulatory Cooperation Council, un organismo all’interno del quale gli esperti nominati dalla Commissione UE e dai corrispondenti ministeri Usa dovranno valutare l’impatto commerciale di regolamentazione nazionale, federale o comunitaria dopo aver consultato le imprese, i sindacati e la società civile. Tale organismo stabilirebbe, in pratica e a sua totale discrezione, il rapporto costi/benefici di ciascuna misura adottata dagli Stati contraenti il patto, il livello di conciliazione e uniformità tra Usa e Ue da raggiungere e quindi la effettiva introduzione o il mantenimento delle misure adottate dagli Stati. Una assurda limitazione della sovranità e democrazia dei diversi paesi in nome del “Dio mercato”.
 Quelli indicati sono soltanto alcuni aspetti del nascente trattato TTIP, una formidabile operazione contro la democrazia in nome di una concezione del mercato tutta sbilanciata a favore dei potentati economici che lo animano (pensiamo soltanto alla questione degli OGM, alla presenza di sostanze potenzialmente nocive negli alimenti, alla questione energetica, alle tecnologie per la comunicazione). L’interesse delle multinazionali del commercio contro la prudente tutela degli interessi e della salute dei cittadini. Chi pensate che possa esercitare maggiore pressione e, alla lunga, vincere la battaglia?
stop TTIP logoChe fare quindi? Occorre mobilitarsi con urgenza per ribadire ai governanti dei singoli Stati e agli europarlamentari la necessità di bloccare tale Trattato o, quantomeno, quella di rimettere in discussione proposte ed obiettivi in maniera democratica e senza trattative riservate o segrete. Ma è altrettanto necessario e urgente dare massima diffusione alle analisi ed alle proposte dei gruppi contrari al TTIP per informare i cittadini. Dal 10 al 16 Ottobre si svolgerà in tutta Europa e negli Stati Uniti una mobilitazione internazionale con centinaia di manifestazioni in molte città. Ciascuno di noi dovrebbe impegnarsi nel proprio territorio per concorrere alla riuscita della mobilitazione. E’ in corso anche una petizione contro l’approvazione del Trattato. E’ possibile firmare online nel sito https://stop-ttip.org/it/firma/ dal quale è pure possibile scaricare il modello cartaceo di raccolta firme da stampare e utilizzare.
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stop a TTIP PER CORRELAZIONE
- Documentazione su iniziative sull’TTIP (Comune di Cagliari e Regione) sul sito di Enrico Lobina.
- Iniziative di Sardegna Sostenibile e Sovrana.

Aeroporto di Olbia Costa… costa e basta!

areoporto Olbia costa smeralda_2sedias di vanniareoporto costa... height=Io ci sono cascato, voi, ora che lo sapete, stateci attenti. Aeroporto di Olbia, tre bar in funzione. Due con una lunga fila alla cassa, uno con poca gente. Mio, ci vado. Chiedo due caffè e due paste e mi rispondono che non prendono ordinazioni al banco ma soltanto al tavolino. Poi ho capito perché. Il caffè costa due euro, la pasta pure due euro, il bombolone uno e cinquanta e, naturalmente, non poteva mancare un euro e cinquanta di servizio. Totale colazione per due nove euro. Dei cinque euro pagati nel parcheggio a pagamento per meno di tre quarti d’ora ne parliamo un’altra volta. Fate girare.

PROGRAMMA PER LA CITTA’. Cosa fare per le periferie urbane? Ce lo dice l’Unione Europea attraverso la Regione.

Ma il Comune di Cagliari e la stessa Regione recepiscono le linee programmatiche in un progetto riduttivo, scritto senza ascoltare la gente e rispondere alle sue esigenze
quartiere-di-is-mirrionis-stefanocontiGabriele Mura Is Mirrionis
(a cura dell’Unione Europea)*

L’azione che si intende sostenere è incardinata nell’ambito della Strategia per le Aree urbane ed è finalizzata a sperimentare, in stretta sinergia con le altre azioni (…) un approccio multidisciplinare alle problematiche della legalità orientato alla vita della comunità promuovendo la sperimentazione di progetti innovativi improntati su politiche di prevenzione.

scuolapopolareismirrionis
Si intende, quindi, favorire il recupero funzionale e il riuso di vecchi immobili pubblici da destinare a spazi di relazione per il quartiere e l’intera comunità locale, nella piena convinzione che la rifunzionalizzazione di spazi pubblici dismessi o sottoutilizzati in stretto collegamento con attività di animazione sociale e partecipazione attiva, possa rispondere a una duplice finalità: da un lato evitare l’ulteriore degrado dell’area, dall’altro rappresentare una leva di coesione sociale.

Gli interventi infrastrutturali saranno funzionali alle attività di animazione sociale che sul territorio si intenderà promuovere, per diventare dei luoghi fisici di partecipazione attiva dei cittadini, degli spazi in cui sviluppare un lavoro di prossimità. Tali iniziative dovranno fungere da catalizzatore per la costruzione di nuove reti di relazione e rappresentare dei luoghi in cui si potranno intercettare i problemi sociali della famiglia, degli anziani, delle persone inoccupate e disoccupate in cerca di lavoro, e diventare delle vere e proprie “case di quartiere”, in grado di offrire servizi alla collettività (supporto alla genitorialità, sostegno alla legalità, prevenzione di fenomeni di devianza giovanile e/o abbandono scolastico).

Particolare attenzione verrà data alla sostenibilità di gestione nel medio-lungo periodo dei servizi realizzati, garantendo adeguate analisi di fattibilità ex ante, l’individuazione di risorse per lo start-up e l’avvio immediato delle procedure di selezione degli eventuali soggetti gestori, anche contestuale alla progettazione, così da incorporare l’effettivo fabbisogno del gestore.

Infine, le azioni afferenti le aree urbane saranno realizzate, secondo quanto previsto nell’ambito della strategia regionale su Agenda Urbana, attraverso il ricorso allo strumento degli Investimenti Territoriali Integrati nelle tre maggiori aree urbane (Cagliari, Sassari e Olbia), con l’affidamento della responsabilità di attuazione alle Autorità Urbane. Con riferimento all’area di Cagliari e agli interventi previsti nell’ambito del PON Metro, la demarcazione avverrà su base territoriale, con l’individuazione di un quartiere target per il POR e il sostegno a iniziative anche di scala metropolitana nei diversi settori di intervento del PON METRO.

Contributo atteso al perseguimento dell’obiettivo specifico

Si ritiene che attraverso tali azioni si possa migliorare la legalità di aree degradate delle principali città attraverso il recupero funzionale e riuso di vecchi immobili in collegamento con attività di animazione sociale e partecipazione attiva della comunità locale.

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*Por FESR Sardegna 2014-2020 Parte ITI Investimenti Territoriali Integrati
Azione 9.6.6. Interventi di recupero funzionale e riuso di vecchi immobili in collegamento con attività di animazione sociale e partecipazione collettiva, inclusi interventi per il riuso e la rifunzionalizzazione dei beni confiscati alle mafie
Descrizione della tipologia e degli esempi di azioni da sostenere.
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- La foto è di Gabriele Mura. Si riferisce al quartiere di Is Mirrionis negli anni Settanta (ai tempi della Scuola Popolare)
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TTIP: una micidiale operazione contro la democrazia a favore dei potentati economici planetari.
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Oggi lunedì 31 ultimo giorno del mese di agosto 2015

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Una mattina al museo… Non solo Soprintendenze, le responsabilità in capo anche ad altri soggetti pubblici: la Regione, il Comune, l’Università

museo cagliari 30 8 15Museo archeologico 30 8 15
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Il museo sotto tiro

ape-innovativa2 di Franco Meloni

Ha cominciato Vito Biolchini sul suo blog, poi seguito da un caustico intervento-denuncia di Maria Antonietta Mongiu su L’Unione Sarda (ripubblicato in versione integrale su SardegnaSoprattutto) e, ancora, da una lettera allo stesso blog (di Vito) di Antonello Gregorini. Il pretesto è stato il servizio apparso su L’Espresso su “gli orrori dei musei italiani”, individuati anche nel Museo archeologico di Cagliari. Il discorso, come era prevedibile, si è allargato e sotto accusa è finita la politica culturale della Giunta comunale di Cagliari e, ovviamente, di quella regionale. Tale “allargamento” caratterizza tutti gli interventi, soprattutto quello di Vito, che inserisce le specifiche problematiche nella sua consueta (lodevole) fustigazione dei comportamenti (e delle politiche) dei nostri amministratori regionali e comunali. Il soprintendente archeologo Marco Minoja ha replicato per la parte in cui è stato chiamato in causa (il Museo) sia a Maria Antonietta (su L’Unione Sarda di oggi 30 agosto), sia alle testate nazionali. Di tutto questo diamo informazione e documentazione, ripubblicando gli interventi sulla nostra news e/o linkandoli nei siti in cui sono apparsi. Al di la delle asperità polemiche, che comunque ci stanno bene, non possiamo che gioire di questo dibattito, perché segnalare quanto va male non fa che contribuire a migliorare le situazioni. E anche per quanto riguarda la cultura ne abbiamo veramente bisogno. Ovviamente questa funzione positiva della critica e del dibattito funziona quando gli interlocutori che hanno potere di intervenire, ascoltano e lo fanno per correggere e superare le criticità. Non sempre questo accade, anzi.
Restando sullo specifico della situazione del nostro Museo archeologico, con uno sguardo fuggente all’adiacente Pinacoteca e agli altri spazi della “Cittadella Giovanni Lilliu” (sì, perché al nostro Sardus Pater è stata opportunamente intitolata, ma pochi lo sanno), ho voluto dedicare la mattinata domenicale a una gratis ai musei 30 8 2015visita, quasi un’ispezione, breve ma sufficiente per consentirmi alcune considerazioni che riporto più avanti. Devo dire che il fatto di essere giornalista mi ha consentito di non preoccuparmi del costo dei biglietti rispetto al tempo breve delle visite, in quanto per i giornalisti l’ingresso è gratuito. E questo è bene solo se commisurato ad un’effettiva prestazione professionale, che è giusto rendere anche quando a carattere volontario.
La mia visita-lampo è cominciata con una delusione: constatare che la mostra “La memoria ritrovata” (Van Gogh, Raffaello, … ) la domenica è aperta solo dalle 14 alle 19 e che negli altri giorni chiude comunque alle 19. Assurdo! Ne ha parlato di recente Giorgio Pisano sulla sua rubrica “Non ci sto” nell’Unione Sarda. Condivido quanto ha scritto… e vado oltre. Vado fisicamente al punto più alto della Cittadella dove ti riconcili con la tua città anche per quanto ne avresti di che lamentarti.
ca
retablo sanBernardinoQuindi, così rinfrancato entro a visitare la Pinacoteca. Da sempre mi incantano i retabli, che sostengo siano pochissimo conosciuti (ai cagliaritani perfino). La funzionaria di turno mi segnala tre dipinti in prestito temporaneo da parte di un Museo di Firenze e pubblicizza la pagina fb della Pinacoteca (di cui volentieri riporto il link).
E ora l’ispezione al Museo.
Non la faccio lunga. Complessivamente dico che non siamo mica messi male, almeno non quanto sembra emergere dalle note polemiche. Altri che hanno titolo più di me hanno mosso osservazioni pertinenti, per esempio sulla distribuzione delle opere rispetto alle datazioni, concordando con le critiche di Maria Antonietta. A mia volta non posso che concordare. Per tutti mi piace condividere un commento – cortese ma senza sconti – del signor Nicola Minasi, riportato oggi nella pagina fb del Museo: “Caro Soprintendente, congratulazioni per la bellissima collezione del Museo Nazionale di Cagliari, che ho appena visitato. Capisco la sua risposta e apprezzo il suo impegno, come pure quello del personale, ma oggettivamente alcune cose sono urgenti e non posso che ripetere quanto appena scritto sul libro dei visitatori: a parte ripensare il percorso espositivo, che mescola siti ed epoche (senza indicazioni lungo la visita), dovrebbero sparire subito le didascalie corrette a mano, quelle attaccate col nastro adesivo e riposizionate quelle che ora stanno in posizioni illeggibili. Servono traduzioni in inglese per tutte le indicazioni (oltre che una revisione di quelle attuali, non sempre corrette e impreziosite da varie perle). Molti reperti sono senza didascalia e i pezzi più importanti (come la prima iscrizione che cita la Sardegna) non sono per nulla valorizzati. La sala fenicio-romana grida vendetta. Il prezzo del biglietto è irrisorio e avrei pagato volentieri di più per un’esposizione migliore. I commenti degli stranieri sono giustamente entusiasti, ma si può e si deve fare di più. Non ci sarebbe bisogno di direttori stranieri per i musei italiani, se cominciassimo a fare almeno quello che risulta evidente. Con i più sinceri auguri di buon lavoro”. Ecco, non aggiungo altro, salvo lamentarmi per i vetusti servizi igienici (ma il Soprintendente ci ha detto che a breve inizieranno i lavori di rifacimento, già finanziati dalla Regione) e per l’assoluta mancanza di centri di ristoro (credo che in questo caso la responsabilità sia in buona parte attribuibile all’Università che ha la proprietà dei locali da adibire allo scopo, come peraltro lo erano in tempi recenti, seppure con standard da aggiornare rispetto al passato). Quest’ultimo problema ci porta a evidenziarne un altro tra i più importanti: quello del coordinamento MuseumShop Cagliari logotra i diversi soggetti pubblici che operano nella Cittadella: lo Stato, la Regione, il Comune e l’Università. E’ necessaria una migliore intesa e l’esercizio di capacità gestionali comuni, di cui si sente la necessità, per ragioni di economicità, efficienza ed efficacia della stessa gestione. Un’ultima considerazione riguarda lo shop del museo. Quantunque relegato in uno spazio angusto, mi è parso dignitoso e senza dubbio utile, apprezzato dai turisti che ho visto personalmente utilizzarlo. Giacomo, socio della cooperativa che gestisce il servizio, si è lamentato del fatto che Maria Antonietta Mongiu non abbia sentito il parere della sua organizzazione prima di scrivere l’articolo su L’Unione. In parte rimediamo noi di Aldinews con il presente richiamo. Chiudo auspicando che il dibattito prosegua e che i sardi (i cagliaritani in primis) si preoccupino dei loro Musei, sollecitando con puntigliosità alle Istituzioni interessate il miglioramento dei servizi relativi. Al riguardo sarebbe bene disporre di una ricerca (scientifica) che ci mostrasse, dati alla mano, quel’è la conoscenza dei loro musei dei cittadini sardi (i cagliaritani in primis) e non solo, quanto li frequentano… e così via. Anche da lì si possono trarre informazioni per migliorare il servizio culturale indispensabile rappresentato dai musei. Attenzione: questa è una proposta alla nostra Università.
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- Di seguito la documentazione citata.

con gli occhiali di Piero…

san Pancrazio acquaforteF-Francioni-condaghes-194x300GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x15014131- Su Aladinpensiero un 30 di agosto… Dove si racconta della atroce morte del patriota cagliaritano Francesco Cilocco, a 33 anni, il 30 agosto 1802.
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- Su Cilocco uno scritto di Francesco Casula.

Oggi domenica 30 agosto 2015

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Is Mirrionis ai tempi della SP (71-76)…ai tempi della Scuola popolare di Is Mirrionis.

La locomotiva Sardegna ferma al binario morto…

La locomotiva sul binario morto (metafora della Giunta regionale).
IL TRENO E’ FERMO DA 400 GIORNI.

I treni veloci restano al palo: a rischio un investimento da 80 milioni di euro

Oggi su L’Unione Sarda on line

Il giorno della presentazione del nuovo treno: era il luglio del 2014 (foto L’Unione Sarda) - La notizia su Aladinews del 25 luglio 2014. - Informazioni sul sito RAS.
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Che fine hanno fatto gli otto treni veloci in Sardegna? Sono parcheggiati in attesa che la situazione, arenata ormai da 400 giorni, si sblocchi. Quasi ottanta milioni di euro di investimento da parte della Regione che rischiano di portare a un nulla di fatto. I sindacati denunciano una condizione al limite del paradosso che corre su due questioni distinte. Da un lato ancora non è stato firmato il contratto di servizio con Trenitalia per la gestione del trasporto su rotaia. Dall’altro si aggiunge una condizione della linea che non permette l’abbattimento dei tempi di percorrenza da Cagliari a Sassari perché in alcune zone non ci sono le condizioni di sicurezza (Matteo Sau su L’unione Sarda).
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- Il treno veloce Cagliari-Sassari-Cagliari su Aladinews.

LE FERIE SONO FINITE. Punt’e billettu per riprendere i progetti ITI (Investimenti Territoriali Integrati)

via Is Mirrionis segue numerazioneScuola Popolare Is Mirrionis IL RUDERE- Protocollo d’intesa Regione-Comune di Cagliari.
- La documentazione sul sito del Comune di Cagliari: cominciamo a studiarla.
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- La notizia sul sito della RAS.
lampada aladin micromicro————————————
- Informazioni sugli ITI (Investimenti Territoriali Integrati)
- http://www.antonioladu.it/le-aree-urbane-nella-programmazione-regionale-2014-2020/

Oggi sabato 29 agosto 2015

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I giacimenti sardi: è gas o gazzosa?

gassosa2- Bufale&Cammelli (ovvero Saraceni, gas, gazzosa e qualche significativa memoria).
(Antonio Dessì.)
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- Per stabilire il grande giacimento di gas metano il Qatar, non essendoci stati sondaggi o perforazioni, avrà usato la bacchetta del rabdomante per far lanciare dal suo sistema di propaganda la notizia del gas per 300 anni.
(Mario Carboni)

La frontera

173730918migranti macedoinia-46d04595-05c8-460c-8046-6211f234584csedia di Vannitola
di Vanni Tola
Lhasa la fronteraLe frontiere non esistono per gli animali, per gli uccelli, per le spore delle piante, per la sabbia dei deserti, per i pesci. Sono una convenzione tra gli stati che si materializzano sotto forma di muri, fili spinati, posti di controllo con guardie armate, ma restano pur sempre una stupida convenzione che l’egoismo di una parte dell’umanità tiene in piedi. Chi nasce sul pianeta terra è cittadino del mondo, ha diritto naturale di vivere dove desidera ma soprattutto dove le condizioni di vita sono migliori e più favorevoli per le proprie necessità. Nel mondo civile invece c’è ancora chi pensa che ciascuno deve starsene obbligatoriamente a casa propria. Può abbandonare il suo pezzo di pianeta eccezionalmente, in presenza di guerre e persecuzioni. Ma se ha “soltanto” fame, se scappa da miseria e carestie è, per alcuni, un clandestino, un individuo che non ha alcun diritto di vivere in un luogo differente dall’inferno dal quale scappa e, se ci prova, deve essere rimandato con navi e aerei nel luogo dal quale proviene. La follia dell’uomo sapiens. Lhasa De Sela ha descritto con grande sensibilità artistica il mondo della frontiera, il migrante che si muove per attraversarla perché è il vento che lo manda trasformandolo in un punto nero che avanza “A las orillas de la suerte”.

Lhasa 2Paroles La Frontera

Artiste : Lhasa De Sela

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Hoy vuelvo a la frontera
Otra vez he de atravesar
Es el viento que me manda
Que me empuja a la frontera
Y que borra el camino
Que detras desaparece
Me arrastro bajo el cielo
Y las nubes del invierno
Es el viento que las manda
Y no hay nadie que las pare
A veces combater despiadado
A veces baile
Y a veces…nada
Hoy cruzo la frontera
Bajo el cielo
Bajo el cielo
Es el viento que me manda
Bajo el cielo de acero
Soy el punto negro que anda
A las orillas de la suerte

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La frontera

Racconto semi (o tremendamente) serio

necropoli_di_tuvixeddu__sito comuneCA“La Necropoli di Tuvixeddu”
SardusPaterBabai 2di Sardus Pater

Era li a due passi, seminascosta. Tutti nella zona la conoscevano e se ne approfittavano. Lei era impotente. Nessuna protezione le era stata affidata. Quando il Comune pensò di porre riparo a questa anomalia incominciarono a insidiarla ancor di più eliminando sistematicamente tutto ciò che si frapponeva tra la sua bellezza e le altre persone. Alla fine però in quartiere dovette cedere e lei per l’occasione si rifece il look. Ormai però aveva subito troppe violenze e molti dei suoi oggetti preziosi erano andati perduti. Molti degli uomini ed amici che erano venuti da lei per riposare avevano subito la stessa sorte. Eppure le cose più preziose erano state nascoste bene, talvolta sepolte cercando di scavare quella roccia abbastanza compatta da fungere da riparo. Quando la sua dimora fu insidiata dall’impresa locale che utilizzava la roccia di quelle parti per la produzione di calce ed altri materiali, le venne a mancare il sostegno. Depredata di diversi spazi, accusò il colpo. Era conosciuta in tutto il Mediterraneo e considerata tra le più importanti. Insomma, non riusciva a riposare in pace. Anche i romani ci si misero quando assettati vollero rifornire le loro acque passando le loro condotte nei suoi terreni e senza alcun risarcimento. Che rabbia. Quando poi l’impresa abbandonò la zona, il calvario non ebbe termine. Si pensò di cementificare quei pochi terreni che ancora le appartenevano e le transenne adiacenti alla propria “dimora” non lasciavano riposare il suo corpo in pace. La comunità ad un certo punto pensò di venirle incontro. Bloccò gli altri progetti non ancora attuati, come la costruzione di una strada scavata sulla roccia che doveva poi attraversare un bellissimo canyon artificiale, spesso Villa Mulas Mameli Tuvixeddufrequentato dai rapaci. Il suo dirimpettaio, di nobili origini, possedeva una bellissima villa che dominava tutta la collina circostante con uno stupendo colpo d’occhio sulla laguna di Santa Gilla. Era sorvegliata da un guardiano che solerte impediva ai ragazzini di avventurarsi in quel territorio quasi selvaggio. Ancora oggi la gente si ricorda di me e viene a trovarmi sapendo che la ospito volentieri. Non ho però più spazio per far passare la notte ai viandanti. Soffro ancora la solitudine ma almeno la mia zona è silenziosa non essendo un luogo di passaggio obbligato. Il mio è diventato un caso internazionale di cui si discute e si discuterà a lungo. Nonostante la mia vasta cultura non ho più libri che mi aiutino a passare le fredde notti invernali. Anche far legna è diventato impossibile. Dovrò cedere piano piano tutti i miei ori che metteranno in un museo. Penso però che ormai l’amministrazione abbia imparato la lezione e prima di mettersi di nuovo contro di me ci penseranno due volte. E allora a tutti i miei attuali concittadini dico… LASCIATEMI IN PACE.
Monili Tuv1Ori Tuv1

Oggi venerdì 28 agosto 2015

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Cagliari skyland 27ago15

A proposito di Macroregioni, Euroregioni, Gect…

Mediterraneo ArchimedArchimed loghetto1Archimed questo sconosciuto. Aggiornamento del 27 agosto 2015 anche con riferimento all’editoriale in home page.
A proposito di Archimed visitando il suo scarno sito web in data odierna abbiamo appreso che l’organismo ha un nuovo presidente. Si tratta di Spyros Elenodorou – President Larnaca District Development Agency (CIPRO). Non abbiamo trovato traccia della riunione assembleare che lo ha eletto. Dal sito risulta invece la composizione dell’assemblea: per la Sardegna, oltre a Francesco Pigliaru ne fa parte l’assessore Cristiano Erriu. Chiederemo a lui qualche ulteriore informazione.Per ora Archimed rimane un oggetto misterioso.
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- Archimed su Aladinews