Monthly Archives: luglio 2020

America, America

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IL DISPERATO ASSALTO DI TRUMP ALL’INTEGRITA’ DEMOCRATICA
di Marino de Medici*.

Fino all’ultimo, Donald Trump non smetterà di tentare di distruggere l’integrità della democrazia americana. Sono molti, certamente la maggioranza degli americani, a temere che l’integrità di quella costruzione umana e politica che il mondo ammirava negli Stati Uniti d’America sia oggi gravemente minacciata da un individuo che non porta rispetto alcuno alle istituzioni ed ai canoni di un governo democratico. La sconvolgente prova di quel che è avvenuto è nel fatto che oggi l’integrità della America manca un senso di responsabilità sociale, e che la nazione sia spaccata dal rigetto di norme sanitarie che dovrebbero essere rispettate, e magari imposte, per tutelare la salute pubblica e l’esistenza dei cittadini poveri e compromessi dall’età e dalle malattie.
L’ultimo sviluppo in ordine di tempo che conferma la dissennata offensiva della presidenza Trump all’integrità democratica è il tweet che lancia la proposta di rinviare l’elezione presidenziale del 3 novembre, facendo scempio del dettato costituzionale secondo cui tale elezione avviene nel primo martedì di Novembre successivo al primo lunedì. Persino un portavoce della catena Fox, che ha abilitato Trump sin dal primo giorno, ha espresso il parere che la sparata del presidente sia “una flagrante espressione della sua presente debolezza”. Non a caso, il tweet del presidente è giunto subito dopo l’annuncio che l’economia nazionale aveva registrato il peggiore trimestre nella storia americana. Lungi dall’avere alla Casa Bianca un leader sensibile alle conseguenze del disastro economico, che proprio alla fine di luglio ha privato i disoccupati del sussidi decretati dal Congresso, gli americani sono i destinatari di un’arringa presidenziale contro il voto espresso per posta, che Trump definisce “il più impreciso e fraudolento nella storia”.
[segue]

Oggi venerdì 31 luglio 2020

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—————————Opinioni, Commenti e Riflessioni, Appuntamenti————–——–
Attacco alla libertà sindacale della Giunta regionale e del Coran
31 Luglio 2020
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
In questi giorni la Regione e il Coran, il soggetto deputato alle trattative sindacali, stanno ponendo in essere una condotta gravemente discriminatrice nei riguardi delle associazioni sindacali maggiormente rappresentative dei dipendenti di Forestas nella trattativa in corso sull’inquadramento del personale.
Ecco in sintesi i fatti. La presidenza del Coran – Comitato per la Rappresentanza Negoziale […]
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cdq-31-7-20OGGI DALLE ORE 18:30 ALLE 21:00
Presentazione di: “La storia di Cagliari nel dopoguerra, tra processi urbanistici e conflitti sociali”
Via Limbara, 27, 09134 Cagliari.
La pagina fb dell’evento.
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Costituente Terra

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una Terra
un popolo
una Costituzione
una scuola

LA MEMORIA E IL FUTURO

La Lettera n.20 del 30 luglio 2020.
Care Amiche ed Amici,
La richiesta di Costituente Terra di convocare una Conferenza Mondiale sulla Sanità sull’esempio di quello che fecero nel 1945 le Nazioni Unite a San Francisco dopo la prova devastante della seconda guerra mondiale, comincia a fare il suo cammino. La novità della proposta, avanzata nell’ultima Newsletter di Costituente Terra e ora pubblicata sul nostro sito, sta nell’avvio di un costituzionalismo che porti intanto alla creazione della prima istituzione globale di garanzia, volta alla tutela del diritto umano universale alla salute.
Al di là di questa iniziativa è andata avanti in questi mesi da parte nostra nonostante la difficoltà della situazione, la messa in opera del sito www.costituenteterra.it, costruito con grande maestria e genialità da Edmondo Crestini, che ne curerà anche la gestione e l’arricchimento informatico e tecnico. A tale sito abbiamo affiancato anche, come avevamo promesso, un sito chiamato “labibliotecadialessandria.costituenteterra.it” a cui si può accedere direttamente dal primo, cliccando sulla relativa icona sul fondo della home page (accanto alle categorie), o anche direttamente dal web. La Biblioteca è infatti aperta a tutti e crescerà con l’apporto di tutti, in modo che il processo costituente sia sorretto dalla memoria e proteso al pensiero del futuro.
La Biblioteca attraverso le sue varie “Sale” offrirà libri e testi durevoli che possano servire all’avanzamento delle nuove frontiere del diritto e alla costruzione del nuovo pensiero dell’unità umana e della continuazione della storia.
Quasi a offrirvi una sommaria mappa dei siti e dei lavori in corso vi segnaliamo che in Costituente Terra nella sezione “Il processo costituente” abbiamo pubblicato una video-lezione del prof. Ferrajoli all’Università di Roma Tor Vergata dal titolo “Una sfera pubblica globale e una Costituzione della Terra”; nella sezione “Si salvano insieme” un grido d’allarme del domenicano brasiliano Frei Betto sul presidente Bolsonaro come di “Un assassino al governo”; nella sezione “Disimparare l’arte della guerra” la notizia di una sentenza della Corte europea dei diritti umani che afferma la legittimità del boicottaggio politico di Israele per la sua intenzione di annettersi gran parte dei territori occupati della Palestina; nella sezione “L’unità umana” abbiamo pubblicato uno scritto di Raniero La Valle, “L’unigenita”, che allude alla comune origine e destino della famiglia umana, e un altro su “Unità ed eguaglianza umana”, oltre a un appello che viene dall’Etiopia per la salute come bene umano universale, cui pure fa riferimento, nella sezione “I due sovrani”, un articolo del prof. Francesco Domenico Capizzi sulla situazione catastrofica negli Stati Uniti; nella sezione “Il principio femminile” abbiamo messo una sintesi da un testo di Italo Mancini su una alternativa alla cultura patriarcale nel diritto. Questa sezione è introdotta da una foto di Marianella Garcia Villas, la martire salvadoregna trentatreenne, avvocata dei poveri, uccisa dal regime militare, mentre la Sala corrispondente della Biblioteca è contrassegnata da un’immagine dell’indiano Taj Mahal, il più bell’edificio mai costruito in onore di una donna.
Altre sezioni del sito che via via saranno curate sono “La conversione del pensiero”, “Le frontiere del diritto”, “L’ecologia integrale e la Laudato Sì’” (l’enciclica di papa Francesco si trova nella Biblioteca di Alessandria), “Il lavoro e il Sabato”, “Dimenticare Teodosio” (ovvero l’uscita dall’età costantiniana), “La resistibile ascesa dei Führer artificiali”.
Nel sito “La Biblioteca di Alessandria”, che nelle sue diverse Sale riecheggia analoghe tematiche, abbiamo raccolto finora due testi fondativi di Luigi Ferrajoli, il Manifesto per l’eguaglianza e Il costituzionalismo oltre lo Stato, e poi un libro che esprime l’eredità politica ed umana di Claudio Napoleoni, “Cercate ancora”, due conversazioni di impronta antropologica di Raniero La Valle, ” Non c’è più né Giudeo né Greco” e “Chi è dunque l’uomo?”, con una “Nota lunga e bigia” di Giovanni Benzoni.

Vi è poi la Costituzione italiana (altre ve ne saranno), la Convenzione contro il genocidio, e, tra i precedenti del nuovo costituzionalismo, “da Ur ad Abu Dhabi”, c’è la Dichiarazione di Nuova Delhi di Mikhail Gorbaciov e Rajiv Gandhi del 27 dicembre 1986, nonché (in varie lingue) il katékon, l’Appello a resistere per un mondo non genocida patria di tutti, patria dei poveri.

Ne avete da leggere! D’altronde non si può mai smettere di farlo.
Con i più cordiali saluti

www.costituenteterra.it
Newsletter n.20 del 30 luglio 2020

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COSTITUENTE TERRA CHIEDE UNA CONFERENZA MONDIALE DELIBERATIVA SULLA SANITÀ
26 LUGLIO 2020 / COSTITUENTE TERRA / IL PROCESSO COSTITUENTE /
Costituente Terra ha avanzato ai leaders mondiali la proposta della convocazione di una Conferenza mondiale della Sanità. Il modello è quello delle delle Nazioni che nel 1945 si riunirono a San Franciisco dopo la grande prova della guerra mondiale. La Conferenza dovrebbe istituire la prima grande istituzione mondiale di garanzia per l’attuazione del diritto umano universale alla salute. Secondo il filosofo del diritto prof. Ferrajoli che è tra i maggiori ispiratori di questa iniziativa con ciò si verrebbe a realizzare il primo sprazzo di un vero costituzionalismo mondiale.

Questo l’appello di Costituente Terra:

L’epidemia del Coronavirus con il suo carico quotidiano di morti e di contagiati, ha svelato l’insensatezza delle politiche dei tagli alla spesa sanitaria e di privatizzazione della sanità pubblica. Dopo anni di svalutazione liberista, essa ha mostrato il valore inestimabile della sanità pubblica e del suo carattere universalistico e gratuito, in attuazione del diritto costituzionale alla salute. Non solo. Il coronavirus ha colto tutti i governi impreparati, svelandone la totale imprevidenza. Benché il pericolo di una pandemia fosse stato previsto fin dal settembre 2019 da un rapporto della Banca Mondiale e fosse comunque prevedibile per l’intensificarsi delle epidemie in questi ultimi anni (Ebola, Hiv1, Hendra, Sars, Mers, influenza aviaria), nulla è stato fatto per fronteggiarlo. In vista delle guerre si fanno esercitazioni militari, si costruiscono bunker, si mettono in atto simulazioni di attacchi e tecniche di difesa. Contro il pericolo annunciato di una pandemia non è stato fatto assolutamente nulla. Giacché la prevenzione costa e per la Sanità privata non è immediatamente redditizia.

Il paradosso è stato raggiunto con le attrezzature sanitarie. In previsione delle guerre si accumulano armi, carri armati e missili nucleari. Il coronavirus ci ha fatto scoprire l’incredibile mancanza delle misure più elementari per fronteggiare il contagio: dalla scarsità dei posti letto e dei reparti di terapia intensiva a quella di respiratori, tamponi e mascherine, fino all’assurda insufficienza di medici e infermieri e all’assenza di un’adeguata organizzazione per l’assistenza territoriale e domiciliare. Naturalmente questa imprevidenza si è rivelata nella maniera più drammatica nei Paesi, come gli Stati Uniti, che difettano di una Sanità pubblica. In questi Paesi chi non ha un’assicurazione adeguata non può curarsi e decine di milioni di poveri sono abbandonati a se stessi. Impreparazione e imprevidenza sono inevitabili nei Paesi poveri. Ma sono solo il segno di un’incredibile follia quando riguardano le grandi Potenze, debolissime quanto alla difesa della vita e della salute dei loro cittadini. Negli Stati Uniti il presidente Trump ha in gran parte smantellato la modesta riforma sanitaria di Obama, lasciando milioni di poveri senza la possibilità di curarsi. La più grande potenza del mondo continua a produrre armi sempre più micidiali contro nemici inesistenti, ma si è trovata sprovvista di respiratori e tamponi e ha così provocato centinaia di migliaia di morti tra i suoi cittadini.

Di qui la sollecitazione sul nostro futuro sollecitata da questa assurda imprevidenza. Le pandemie sono fenomeni globali, peraltro sempre più frequenti nei nostri tempi a causa del nostro rapporto malsano con l’ambiente. Quella del coronavirus si è rivelata un effetto collaterale delle tante catastrofi ecologiche – delle deforestazioni, dell’inquinamento dell’aria, del riscaldamento climatico, della perdita della biodiversità – ed ha perciò svelato i nessi che legano la salute delle persone alla salute del pianeta. Ha inoltre mostrato la nostra profonda interdipendenza, in forza della quale la salute di ciascuno dipende dalla salute degli altri e comporta perciò la responsabilità di tutti nel far fonte al virus.

Se ne può trarre un insegnamento: il carattere globale del contagio richiede una risposta a sua volta globale, e non soltanto locale. La pandemia sarebbe stata fronteggiata con maggior successo se fossero state adottate misure decise sulla base di strategie unitarie e coordinate, quali solo possono provenire da un’istituzione globale di garanzia. E’ infatti accaduto che ciascuno Stato ha adottato contro il virus, in tempi diversi, misure diverse ed eterogenee da regione a regione, talora del tutto insufficienti perché condizionate dalle pressioni dei mercati e, in tutti i casi, fonti di incertezze, confusioni e conflitti tra i diversi livelli decisionali, provocando il dilagare dei contagi. Il nostro ordinamento internazionale dispone già di un’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma questa istituzione non è neppure lontanamente all’altezza delle funzioni di garanzia affidatele, a causa degli scarsissimi mezzi – 4 miliardi e 800 milioni ogni 2 anni, in gran parte provenienti da privati – e della mancanza di effettivi poteri. Per di più ha dato prova, in questa occasione, di una vistosa inefficienza. Occorrerebbe perciò riformarla e rafforzarla, quanto ai finanziamenti e quanto ai poteri, per porla in grado in primo luogo di prevenire le pandemie e di bloccarne sul nascere il contagio; in secondo luogo, di rispondere ad esse con misure affidate ai diversi livelli dell’ordinamento sulla base di un principio di sussidiarietà che assegni ai livelli normativi superiori l’adozione di principi guida di portata generale e ai diversi livelli inferiori il loro adattamento alle diverse situazioni territoriali; in terzo luogo di portare i necessari soccorsi medici ai Paesi più poveri e più sforniti di servizi sanitari. Se ci fosse stata una simile gestione unitaria e tempestiva multi-livello, coordinata da una vera istituzione globale di garanzia indipendente, oggi non piangeremmo centinaia di migliaia di morti.

Per queste ragioni chiediamo che sia promossa una Conferenza mondiale sulla sanità in grado di affrontare i problemi drammatici dei milioni di morti ogni anno per malattie non curate e di riformare l’Organizzazione Mondiale della Sanità per trasformarla in una vera istituzione globale di garanzia della salute. Si pensi che l’OMS non è oggi in grado, per la scarsità dei mezzi, neppure di distribuire i “farmaci essenziali” che essa stessa stabilì, 40 anni fa, che “soddisfano i bisogni sanitari della maggior parte della popolazione e devono quindi essere disponibili in ogni momento in quantità sufficiente e nella forma farmaceutica appropriata”.

Siamo perciò in presenza di una gigantesca omissione di soccorso, in violazione del diritto alla salute proclamato in tante Carte internazionali. L’insensatezza di questa vistosa assenza di garanzie è resa evidente dalla facilità con cui questa lacuna di garanzie e la povertà estrema di masse sterminate di esseri umani potrebbero essere superate con vantaggio di tutti, inclusi i Paesi ricchi. La maggior parte dei farmaci essenziali o salvavita, come i vaccini contro la poliomelite, il morbillo e la difterite, che provocano ogni anno più di un milione di morti, non costano quasi nulla.

La garanzia dei diritti alla salute e all’istruzione sarebbe d’altro canto un sicuro fattore di sviluppo dei Paesi poveri, con conseguente beneficio – la pace, la stabilità politica, la riduzione e la sdrammatizzazione delle migrazioni, una crescita economica equilibrata – anche per i Paesi ricchi. Nei Paesi avanzati la salute e l’istruzione di massa sono stati il grande motore dello straordinario sviluppo, senza precedenti nella storia, non solo della scienza e del progresso tecnologico, ma anche della produzione economica e del miglioramento delle condizioni di vita delle persone. Per questo la proposta di sviluppare questo frammento di costituzionalismo globale che è la garanzia mondiale del diritto alla vita e alla salute ci sembra il primo in direzione della realizzazione di una Costituzione della Terra e delle sue garanzie.

COSTITUENTE TERRA

Verso l’inaugurazione della nuova sede della Scuola di Cultura Politica Francesco Cocco di Cagliari.

c3421c7c-2990-431c-93fe-b9e041e28053Com’è noto, con un accordo tra la Confederazione Sindacale Sarda e la Scuola di Cultura Politica Francesco Cocco di Cagliari si sta realizzando (ormai in via di completamento) in città, nella via Marche, una nuova struttura (attraverso ristrutturazione edilizia), che va oltre la realizzazione delle sedi delle due distinte organizzazioni, per porsi al servizio dello sviluppo della partecipazione civica democratica della città e della regione. All’impresa ha aderito anche l’Anpi provinciale, che disporrà di adeguati spazi in virtù di un’apposita convenzione con la Scuola. Per tutti è stata una scelta coraggiosa, stante la necessità di un notevole impegno finanziario, fino ad oggi affrontato con la generosa contribuzione di molte persone, amici e compagni. [segue]

OGGI giovedì 30 luglio 2020

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Lettera aperta al premier Conte e al ministro Azzolina
30 Luglio 2020
Simonetta Fasoli, Caterina Gammaldi, Rosamaria Maggio. Su Democraziaoggi.
La politica si affida ai “saggi” per risolvere i tanti problemi della scuola italiana, ma questo è un mondo ricco di associazioni, di persone che nella scuola hanno insegnato e combattuto una vita. Si deve dunque pensare ad una “saggezza collettiva” più che a pochi personaggi, che per quanto colti […]
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Che succede?

c3dem_banner_04RAGIONI E TORTI DELLO STATO DI EMERGENZA. IL PD E L’IMMIGRAZIONE
29 Luglio 2020 by Giampiero Forcesi | su C3dem.

Un saluto a Giorgio Todde, un grande Sardo che ci ha lasciato

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Gianni Garrucciu presenta il suo libro sulla fame nel mondo

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Che succede?

c3dem_banner_04IL FUTURO DEL LAVORO, DEL MEZZOGIORNO, DELLA SCUOLA…
28 Luglio 2020 by Giampiero Forcesi | su C3dem.
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MIGRANTI DIMENTICATI DALLA MAGGIORANZA GIALLO-ROSSA
28 Luglio 2020 by Giampiero Forcesi | su C3dem.
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Oggi mercoledì 29 luglio 2020

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Gli apprendisti stregoni del taglio dei parlamentari e la deriva verso il centralismo autoritario
29 Luglio 2020
Alfiero Grandi su Democraziaoggi.
Le cronache parlamentari sulla nuova legge elettorale dicono che la discussione è ancora ferma. Forse il gruppo dirigente del Pd inizia a comprendere l’errore fatto di avere capovolto la posizione precedente (contraria) sul taglio del Parlamento pur di fare l’accordo di governo con il M5Stelle, ottenendo la contropartita di ulteriori modifiche della Costituzione e […]
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L’acqua è un diritto, non un bene privato
28-07-2020 –
di Riccardo Petrella su Volerelaluna.
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Il Comitato Riconversione Rwm ha lanciato la petizione “Riconvertire la Rwm per fermare lo scempio e generare futuro”

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La fabbrica della Rwm a Domusnovas-Iglesias ha annunciato il fermo produttivo a causa del divieto di esportare armamenti verso paesi in guerra e chiede al governo di aiutarla a superare la crisi. [segue]

Aladinpensiero News Comunicazioni di servizio

aladin-lampada-logoNota dell’Editore sulla regolamentazione delle collaborazioni alla News.

Rimane poco tempo per salvare il Pianeta

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La Terra inabitabile e il probabile futuro dell’umanità.
di Gianfranco Sabattini*.

Il libro di David Wallace-Wells “La terra inabitabile. Una storia del futuro” narra con efficacia cosa dice la scienza sullo stato di salute del pianeta e qual è il futuro che il crescente deficit ambientale riserverà all’umanità, nel caso in cui non si provvederà, a livello globale, ad interrompere il processo di deterioramento del clima. Anche al netto delle molte incertezze che caratterizzano lo stato attuale della conoscenza del fenomeno, “le ricerche scientifiche – afferma Wallace-Wells – parlano molto chiaro, e con chiarezza francamente terrificante”.

Al presente, secondo l’autore, le più affidabili valutazioni dello stato del clima e della sua probabile evoluzione sono quelle formulate in un recente “Report”, curato dal “Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite”, secondo il quale se non saranno assunte decisioni immediate per la soluzione del problema delle emissioni di gas serra nell’atmosfera (rispondendo agli impegni assunti nel 2015 con l’accordo di Parigi, rimasti sinora inosservati) è probabile che, nel corso di questo secolo, la temperatura media del pianeta aumenti di 3,2 gradi, pari a tre volte l’innalzamento registrato dopo l’avvio della Rivoluzione industriale. Anche se l’incremento della temperatura fosse contenuto nei limiti di 2 gradi, l’umanità sarebbe afflitta da un’atmosfera con un eccesso di monossido di carbonio, che ridurrebbe l’apporto di ossigeno ai muscoli e al sistema nervoso delle persone.

Alcune ricadute del deterioramento climatico potranno sembrare di piccola entità, ma le loro conseguenze avranno una dimensione globale e saranno di vasta portata; anche se limitato, il surriscaldamento del pianeta porterà, ad esempio, allo scioglimento del permafrost, dove – ricorda Wallace-Wells – sono immagazzinate miliardi di tonnellate di carbonio (più del doppio di quello che si trova attualmente in sospensione nell’atmosfera terrestre); carbonio che, con il disgelo, sarà in parte rilasciata come metano. Un pianeta con temperatura più elevata, oltre che per le persone, e la vita animale in generale, sarà ostile alla vita del mondo vegetale, perché darà luogo a quello che viene chiamato “deperimento forestale”, ovvero al declino e all’arretramento di foreste e di boschi la cui estensione sarà pari a quella di intere nazioni.

La convinzione della quale il genere umano è stato portatore – sostiene Wallace-Wells – è che il clima “possa essere governato o gestito in maniera sensata da qualsiasi istituzione o strumento umano attualmente in essere”. Si tratta di un’illusione, se si considera che l’umanità, per gran parte della sua storia, è stata caratterizzata dall’assenza di una propensione alla collaborazione; solo di recente, dopo i conflitti distruttivi del XIX secolo, essa “ha cominciato a costruire qualcosa di simile a una struttura cooperativa”, aperta anche alla considerazione dei problemi connessi alle conseguenza del riscaldamento climatico. L’avvento dell’ideologia neoliberista, però, è valso ad affievolire la tendenza alla collaborazione transnazionale per la cura dello stato di salute del globo, in quanto quell’ideologia ha concorso a ridurre lo sfruttamento della Terra a un gioco distributivo a somma positiva.

E’ accaduto così che, proprio nel momento in cui la collaborazione internazionale per la soluzione dei problemi connessi all’emissione dei gas serra, decisiva per la sopravvivenza del mondo, l’ideologia neoliberista abbia favorito un processo di mondializzazione delle economie nazionali affrancato dai rapporti di collaborazione sopranazionale, il cui potenziamento sarebbe stato invece necessario per provvedere a contrastare l’impatto sull’ambiente e sul clima degli alti ritmi di produzione dell’economia globale. Al contrario, la riduzione dello sfruttamento della Terra a gioco distributivo a somma positiva ha promosso la propensione delle nazioni a rinchiudersi nelle “anguste nicchie del nazionalismo”, che le ha sottratte alla responsabilità di pensare ad una possibile risposta globale alle sfide del deterioramento climatico.

In questo modo, l’adattamento dell’umanità al cambiamento climatico è stato considerato in termini di scambi commerciali, basati su compromessi tra “riduzioni delle emissioni e crescita economica”; nei prossimi decenni, però, in conseguenza degli effetti a cascata del riscaldamento climatico, il mercato è destinato ad andare in direzione opposta, nel senso che una relativa prosperità economica potrà essere semmai “un benefit di un’azione più decisa sulla riduzione delle emissioni”, considerato che, com’è stato stimato, ogni grado di riscaldamento in più costi “a un Paese a clima temperato […] un punto percentuale di PIL”.

Ci sono speranze si chiede Wallace-Wells, che le nazioni rinforzino la loro collaborazione per contrastare gli esiti negativi sulle condizioni di vita dell’umanità causati dal riscaldamento del clima? In linea di principio non dovrebbero esistere ostacoli nell’inaugurazione di decisioni volte a fronteggiare il riscaldamento globale, considerato che esso “non è un delitto del passato”; sono invece le nazioni attuali che, perseverando nel conservare i loro alti livelli di produzione alimentati dall’uso di combustibili fossili, concorrono a distruggere il pianeta, anche se, a volte, esse sono propense ad assumere l’impegno a ricostruirlo. Però, considerate le condizioni di sopravvivenza alle quali si è oramai giunti, è inevitabile che si affronti la necessità, senza ulteriori ritardi, di affrontare il problema del come dare attuazione al progetto di sganciare l’intera attività produttiva dalla dipendenza dai combustibili fossili, decidendo in tempi brevi di optare per una delle possibili vie che lo stato di conoscenza dei fenomeni consente di percorrere.

Secondo molti scienziati, tale decisione dovrebbe essere presa entro il 2040, sebbene non si possa escludere che le nazioni arrivino a creare una sorta di “deus ex machina” tecnologico che consenta di catturare il carbonio immesso nell’atmosfera; ma anche se ciò accadesse – a parere di Wallace-Wells – il “marchingegno tecnologico” si staglierebbe “su un orizzonte cupo, oscurato dalle nostre emissioni, come un occhio da un glaucoma”, che renderà la vita dell’umanità caratterizzata da carestie e siccità diffuse, da economie al collasso e dalla crisi del modo tradizionale di produrre.

Con, riferimento ai cereali, la regola del mondo vegetale è che a ogni grado di riscaldamento la produzione cala di circa il 10%; il che significa che, se la temperatura dovesse aumentare di 5 gradi alla fine del secolo (quando, stando alle previsioni, la popolazione mondiale aumenterebbe del 50%), il pianeta potrebbe trovarsi con il 50% in meno di cereali da destinare all’alimentazione. L’ottimismo della cultura occidentale ha di solito respinto le previsioni malthusiane circa il diverso andamento della produzione cerealicola rispetto a quello della popolazione, accettando l’idea di una crescita continua della produzione di nuove risorse nel lungo periodo, per cui la produzione sarebbe stata sempre in grado di provvedere al fabbisogni di una popolazione crescente; un ottimismo che pare fuori luogo, se si pensa che la siccità contribuirà a peggiorare le conseguenze dell’aumento della temperatura sulle produzioni cerealicole, dal momento che molte terre dell’area temperata del globo si trasformeranno in deserti.

Riguardo al fabbisogno idrico, per quanto il 71% del pianeta sia ricoperto dall’acqua, quella dolce rappresenta appena il 2% dell’intera massa liquida e solo l’1% è accessibile all’uomo. Il resto è racchiuso nei ghiacciai; il che significa, come ha avuto modo di stimare il “National Geographic”, che di tutta l’acqua presente sulla terra solo una minima parte è a disposizione dei circa sette miliardi di abitanti per usi domestici e alimentari. Oltre agli usi domestici ed alimentari, si deve però tener conto che circa il 70-80 per cento dell’acqua dolce è impegnato per usi irrigui e che un ulteriore 10-20 per cento è assorbito dalle attività industriali. Non diversamente dalla crisi alimentare, anche quella idrica è per il momento ancora risolvibile; ma se mancheranno risposte globali per una soluzione dei problemi, l’esigua quantità di acqua dolce disponibile non lascia molti margini di manovra, anche perché essa sarà intaccata dal crescente cambiamento climatico.

Sin da quando si è cominciato a dibattere il problema del riscaldamento della Terra, esso è stato affrontato – sottolinea Wallace-Wells – sotto il profilo dell’acqua salata, focalizzando il problema sullo scioglimento dei ghiacciai artici e sull’innalzamento del livello dei mari, che avrebbero causato l’inondazione di vaste proporzioni delle zone costiere; la questione della disponibilità di acqua dolce è stata invece costantemente sottovalutata. La crisi che riguarda l’acqua dolce creerà difficoltà ben più significative di quelle appena accennate; nei prossimi trent’anni – sottolinea Wallace-Wells – si prevede una domanda aggiuntiva di acqua dolce da parte del sistema alimentare mondiale di circa il 50%, il 50-70 per cento in più lo chiederanno le città e le attività industriali. Tutto ciò si verificherà, mentre il cambiamento climatico, con l’aumento della siccità, concorrerà a diminuire l’offerta: dal punto di vista del fabbisogno idrico globale, gli esperti della Banca mondiale, in assenza di significativi interventi immediati per porre un limite alla diminuzione dell’offerta, prevedono che il PIL di numerose aree del pianeta sia destinato a ridursi, combinando i suoi effetti negativi col collasso delle economie di tutto il mondo.

Tra la fine della Guerra fredda e la Grande Recessione del 2007/2008, il convincimento prevalso nella cultura di gran parte del mondo è consistito nel credere che la crescita economica avrebbe posto rimedio a tutti i problemi sollevati dalla crisi ambientale, e da quella climatica in particolare. Dopo il 2008, però, molti economisti ed ecologisti, studiosi di quello da loro stessi chiamato “capitalismo fossile”, hanno iniziato a sostenere – osserva Wallace-Wells – “che l’intera storia della rapida crescita economica che ha preso il via, un po’ all’improvviso, nel XVIII secolo non sia [stato] il risultato dell’innovazione o della dinamica del libero scambio, ma semplicemente il frutto della […] scoperta dei combustibili fossili e di tutta la loro selvaggia potenza”; una scoperta che ha rivoluzionato l’organizzazione del sistema economico globale, sino ad allora basato sulla sussistenza.

Per quanto non sia largamente condivisa, questa tesi esprime una convincente sintetica prospettiva di interpretazione della storia economica del mondo. Prima della scoperta dei combustibili fossili, nessuno viveva in condizioni migliori di quelle dei propri ascendenti; successivamente, soprattutto nelle società occidentali, si è creduto di aver trovato la “via d’uscita” dal problema della scarsità delle risorse necessarie per il miglioramento delle condizioni esistenziali. L’aver imboccato quella via d’uscita, però, ha condotto al riscaldamento del pianeta, che ora ha un costo diretto per la crescita e per lo stato di salute delle persone.

Ciò sta avvenendo attraverso due tendenze che il riscaldamento del pianeta contribuisce ad accelerare: da un lato, spingendo l’economia globale verso una stagnazione permanente; dall’altro lato, creando condizioni ambientali tanto negative da compromettere lo stato di salute della popolazione globale. In un futuro economico doppiamente deteriorato da queste tendenze, conclude Wallace-Wells, dovrà pur essere presa, in tempi brevi, una decisione volta a contrastare le brutali previsioni degli esperti circa gli effetti del riscaldamento della Terra.

Su questo punto, si può solo osservare che la decisione necessaria, senza alternative, non può che essere fondata sull’urgenza di porre un limite alla logica della crescita economica continua, sinora assunta come mantra salvifico dell’umanità. Al riguardo, ciò che più preoccupa è il fatto che, nella lotta per la sopravvivenza del pianeta, siano stati privilegiati gli appelli per un’azione coordinata volta al contenimento del riscaldamento e non la discussione sul come organizzare il funzionamento dell’economia globale, una volta affrancata dalla dipendenza dei combustibili fossili e dalla logica della crescita economica senza limiti.

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* Pubblicato su “il manifesto sardo” del 16 luglio 2020.
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Su il manifesto in rete
Il neoliberismo sta uccidendo la Terra
24 Luglio 2020/ Ambiente, Politica
di Lelio de Michelis
La pandemia doveva essere occasione per comprendere l’importanza di una “riconversione ecologica e sociale” del sistema tecnico ed economico. Ma il mondo spinge per ripartire come prima. Senza una riflessione profonda sulle inefficienze e le irrazionalità strutturali dell’attuale capitalismo

Oggi martedì 28 luglio 2020

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—————————Opinioni, Commenti e Riflessioni, Appuntamenti————–——–
unnamedLettera aperta alla Magnifica Rettora: l’Università dopo il covid
28 Luglio 2020
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Dopo quasi 50 anni di milizia nell’Ateneo calaritano, le cose universitarie mi interessano ancora, come cittadino preoccupato per le sorti del nostro Paese. Sento voci per nulla rassicuranti. Sento parlare di sistemi a distanza, di lavoro veloce e di tante altre cose, cui il covid ci ha costretto per non cessare attività formative essenziali. […]
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c3dem_banner_04CHI E COME FARÀ IL PIANO DELLE RIFORME? E LA POLITICA NE AVRÀ LA FORZA?
27 Luglio 2020 by Giampiero Forcesi |su C3dem.
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Referendum: Le ragioni del NO! Oggi lunedì 27 luglio 2020

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- La diretta si potrà seguire da questo link su YouTube:
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