Che succede?

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Sardine e rappresentanza politica

Alfiero Grandi, su Democraziaoggi.

Il movimento delle sardine è iniziato a Bologna – a sorpresa – con ironia e determinazione per contrastare la crescita della Lega e la sua presunta vittoria politica, data troppo per scontata da gruppi dirigenti frastornati dai sondaggi e indeboliti dal distacco da settori decisivi della società. Questo movimento si sta diffondendo, confermando che settori importanti della società sono decisi a farsi sentire per bloccare la resistibile ascesa della Lega. Vedremo dove arriverà e quanto si estenderà, speriamo molto.
La prima riflessione che si può fare è che fino a poco tempo fa il Movimento 5 Stelle raccoglieva settori importanti di insoddisfazione, ma il governo giallo verde ha dato un colpo decisivo alla rappresentanza politica “né di destra né di sinistra”, perchè è apparso chiaro che sotto questa formula ha dominato di fatto una svolta a destra, culturale, sociale e politica in tanti campi, segnatamente su migranti e sicurezza, argomenti in cui Salvini ha fatto il bello e il cattivo tempo per tutto il Conte 1.
La seconda riflessione è che “né di destra né di sinistra” è una formula politica ormai logora e che non ha più la forza di indicare un percorso politico convincente. Le prove concrete di questa formula dal marzo 2018 ad oggi hanno dimostrato che così in realtà si dà spazio alla crescita dei valori e del peso della destra. Per di più una destra estremista che mette in serio imbarazzo perfino i moderati che avevano contribuito a dare vita al vecchio centrodestra. Salvini sta cercando strumentalmente di stemperare a fini elettorali alcuni comportamenti ma la sostanza non cambia.
La terza riflessione è che c’è un’area di persone, giovani ma non solo, che non ha il timore (tutto ideologico) di apparire solo contro. Perché essere contro le ingiustizie, contro il razzismo, contro il rifiuto degli stranieri, contro il fascismo è del tutto motivato, anche se non basta, ma questo è un altro discorso. Riuscire a bloccare le derive peggiori vuol dire darsi il tempo per creare le condizioni per elaborare proposte e trovare soluzioni. Del resto fermare la crescita della Lega è oggi la premessa per riaprire la possibilità per l’Italia di non precipitare nel buco nero, di diventare un paese cattivo, egoista, chiuso in sé stesso, reazionario, perfino sanfedista, tentazioni ben visibili e che la Lega spande a piene mani.
La quarta riflessione è che non si può rispondere ad un movimento come questo solo rivendicando risultati e buon governo. Non bastano solo i risultati del buon governo, sottovalutando l’impatto dell’attacco politico generale che sta cercando di fare la Lega. I risultati sono importanti ma non bastano, anche perché l’Emilia ha sempre dato una particolare torsione all’iniziativa locale, con orizzonti di solidarietà oltre quello regionale, con l’ambizione di creare un modello sociale nuovo, più avanzato, di fare crescere l’insieme, di impostare legami forti attraverso l’estensione dello stato sociale e in una dialettica forte ma regolata nella società e nell’economia. In sostanza con ambizioni di costituire un modello a respiro nazionale. Come si fa ad esercitare un ruolo nazionale se l’orizzonte coincide con quello regionale? È evidente che l’ambizione deve essere di parlare al paese e oltre, cioè essere un esempio, anche se non un universo compiuto ed appagato. Altrimenti il movimento delle sardine non ha ruolo perché il suo no parte da altre motivazioni che si aggiungono ai risultati del governo locale.
La quinta riflessione è che valutare la società dell’Emilia Romagna come un insieme di obiettivi raggiunti, appagata, porta a sottovalutare le contraddizioni, i problemi che esistono anche in questa regione. Non a caso il movimento dei raider è partito da Bologna, non a caso molti intervistati alle manifestazioni di Salvini hanno motivato il loro cambio di campo con problemi irrisolti nella sanità, nel sociale, nel sentirsi soli. Certo votare per la destra sarebbe la soluzione peggiore ma le motivazioni del disagio vanno ascoltate e rappresentate perché indicano che non tutto è risolto, anzi. Di più, ci sono scelte importanti da compiere per garantire il futuro economico, produttivo, ecc. e non dipendono solo dall’ambito regionale, altrimenti si rischia di sentirsi appagati e questo non consente di capire i problemi da affrontare.
La sesta riflessione è che senza abbandonare la valutazione proposta agli elettori sui risultati dell’amministrazione regionale resta il problema di uscire dalla difensiva, altrimenti il contesto politico rischia di rimanere appannaggio di Salvini e della destra. Il movimento delle sardine ha il merito di avere sollevato il problema, anche se non lo risolve, almeno per ora, e quindi è necessario che senza mettere in secondo piano il confronto sul governo della regione venga posta con chiarezza in campo anche l’alternativa politica alla destra. Ad esempio sui migranti e l’accoglienza, oppure sull’ambiente. Contro la destra per un’alternativa politica e con una discussione sui risvolti nazionali ed europei che ne derivano perché deve riemergere lo schema del confronto tra alternative politiche.
La settima riflessione riguarda le nuove modalità per diffondere una posizione politica. Già all’epoca di Berlusconi si crearono movimenti di contrasto come i girotondi. È evidente che il movimento appena iniziato è diverso e oggi il perno è la convinzione che occorre fare diga contro una destra inaccettabile, reazionaria, sanfedista, usando lo strumento della rete per mobilitare. La rete è la novità che ha consentito a Salvini di lanciare un’opa sul governo del paese, facendo crescere l’incubo della sua vittoria, da troppi data per scontata, ma la rete è anche lo strumento che può essere usato contro, confermando che esiste una domanda politica che oggi non trova risposta. Si caratterizza con un contro perchè l’alternativa è confusa e per ora non è disponibile. Se la risposta a questa domanda di politica alternativa alla destra non trovasse risposta si potrebbe verificare un ripiegamento oppure una proiezione politica diretta, un po’ come è avvenuto con il M5Stelle.
L’ottava riflessione riguarda il problema politico che emerge. Da un lato c’è una consapevolezza politica probabilmente con motivazioni diverse tra loro, un orientamento democratico e di sinistra che sembrava scomparso da questa stagione, dall’altra un interfaccia politico che non è in grado per ora di candidarsi a diventarne l’interlocutore, di tradurre questa spinta in progresso politico, purtroppo questo avviene senza distinzioni interne sostanziali.
La nona riflessione riguarda l’individuazione di una modalità per rispondere all’esigenza di una alternativa politica netta. Potrebbe venire un contributo da parte dell’intellettualità e dell’associazionismo democratico e di sinistra che potrebbero aiutare a raccordare positivamente questi due mondi oggi sostanzialmente paralleli. La questione non è tanto di evitare di mettere il cappello sulle sardine, per la semplice ragione che non se lo farebbero mettere, quanto di raccoglierne il messaggio politico e la spinta, ammettere l’incredibile caduta di credibilità dell’interfaccia politico di sinistra e tentare di risalire con l’aiuto delle energie disponibili che sono tante e hanno statura intellettuale sufficiente, a patto che ci sia disponibilità all’ascolto e alla traduzione politica delle richieste, scuotendosi di dosso subalternità e giorno per giorno. C’è da augurarsi che le elezioni regionali in Emilia Romagna abbiano offerto l’occasione non solo per respingere l’offensiva della Lega ma per avviare la ricostruzione politica e sociale di un’alternativa credibile alla destra in Italia. Limitarsi a ritardarne la vittoria non basta e le sardine chiedono di più.
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Benvenuti in mare aperto: è la pagina ufficiale nata in seguito al flash mob di Bologna organizzato da Giulia, Andrea, Roberto e Mattia per coordinare e promuovere tutti gli eventi sul territorio nazionale. Noi di Aladinpensiero siamo impegnati ad appoggiare questa iniziativa dandone massima diffusione, per quanto possiamo fare con i nostri mezzi. Intanto il movimento prende piede anche in Sardegna. Evviva, noi ci siamo!
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Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita.
Per troppo tempo avete tirato la corda dei nostri sentimenti. L’avete tesa troppo, e si è spezzata. Per anni avete rovesciato bugie e odio su noi e i nostri concittadini: avete unito verità e menzogne, rappresentando il loro mondo nel modo che più vi faceva comodo. Avete approfittato della nostra buona fede, delle nostre paure e difficoltà per rapire la nostra attenzione. Avete scelto di affogare i vostri contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota. Di quei contenuti non è rimasto più nulla.
Per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare.
Per troppo tempo avete ridicolizzato argomenti serissimi per proteggervi buttando tutto in caciara.
Per troppo tempo avete spinto i vostri più fedeli seguaci a insultare e distruggere la vita delle persone sulla rete.
Per troppo tempo vi abbiamo lasciato campo libero, perché eravamo stupiti, storditi, inorriditi da quanto in basso poteste arrivare.
Adesso ci avete risvegliato. E siete gli unici a dover avere paura. Siamo scesi in una piazza, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo contati. E’ stata energia pura. Lo sapete cosa abbiamo capito? Che basta guardarsi attorno per scoprire che siamo tanti, e molto più forti di voi.
Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età: amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto.
Crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola. In quelli che pur sbagliando ci provano, che pensano al proprio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri. Sono rimasti in pochi, ma ci sono. E torneremo a dargli coraggio, dicendogli grazie.
Non c’è niente da cui ci dovete liberare, siamo noi che dobbiamo liberarci della vostra onnipresenza opprimente, a partire dalla rete. E lo stiamo già facendo. Perché grazie ai nostri padri e nonni avete il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare.
Siamo già centinaia di migliaia, e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo nelle nostre case, nelle nostre piazze, e sui social network. Condivideremo questo messaggio fino a farvi venire il mal di mare. Perché siamo le persone che si sacrificheranno per convincere i nostri vicini, i parenti, gli amici, i conoscenti che per troppo tempo gli avete mentito. E state certi che li convinceremo.
Vi siete spinti troppo lontani dalle vostre acque torbide e dal vostro porto sicuro. Noi siamo le sardine, e adesso ci troverete ovunque. Benvenuti in mare aperto.
“E’ chiaro che il pensiero da fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce. Anzi, è un pesce. E come pesce è difficile da bloccare, perché lo protegge il mare. Com’è profondo il mare”.

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- Il movimento delle sardine.
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Chi sono i promotori del movimento delle sardine?
Insieme a Mattia Santori, laureato in economia e diritto e ambientalista, tra i promotori del movimento delle sardine troviamo suoi amici di lunga data:
Roberto Morotti, ingegnere e ambientalista
Giulia Trappoloni, fisioterapista originaria di Sansepolcro
Andrea Garreffa, laureato in scienze della comunicazione.

Lucio Dalla – Come è profondo il mare

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