La Chiesa di Cagliari contro la localizzazione in Sardegna del Deposito di rifiuti radioattivi.

bidoni-gialli
logo-ufficio-pastorale-lavoro-cagliariCOMUNICATO
circa l’ipotesi di deposito di rifiuti radioattivi in Sardegna

L’Ufficio per la Pastorale Sociale e Lavoro, Pace e Salvaguardia del Creato della Diocesi di Cagliari, d’intesa con l’Arcivescovo, esprime profonda preoccupazione per l’individuazione, tra le aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito dei rifiuti radioattivi di tutta Italia, anche di 14 siti in Sardegna comprendenti, tra gli altri, territori ricadenti nella Diocesi di Cagliari (Nurri, Gergei, Villamar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila e Ortacesus).
Si tratta di comunità locali già pesantemente colpite da annose criticità derivanti dalla condizione di insularità, dal crescente spopolamento e dalla mancanza di investimenti strutturali orientati alla ripresa e allo sviluppo socio-economico dei territori.
[segue]
Nella “Laudato si’” papa Francesco ha esaltato il valore del creato e della sua salvaguardia, come condizione per il “bene-essere” della persona. Con la “Fratelli tutti” il pontefice ha richiamato il principio della partecipazione alla vita sociale, politica ed economica delle comunità interessate.

Giova dunque ricordare la vigente legge regionale del 2003 che vieta anche solo il transito di scorie radioattive sul territorio dell’Isola e dichiara la Sardegna denuclearizzata e ancor più il plebiscitario “no” all’energia nucleare e al deposito di scorie espresso dal 97% dei sardi nel referendum del 2011.

In un territorio già ampiamente interessato dalla presenza di servitù militari e dalla mancanza di infrastrutture e trasporti, penalizzato dalla mancanza di lavoro e di prospettive, a rischio – se non sismico – certamente di inondazioni e alluvioni, anche solo l’ipotesi di trasferire e stoccare scorie nucleari appare al momento miope e inconsistente.

La Pastorale Sociale e Lavoro, Pace e Salvaguardia del Creato della Diocesi di Cagliari si prepara a contribuire attivamente alla prossima Settimana Sociale di Taranto (21-24 ottobre 2021) il cui tema “Ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso” emerge in tutta la sua drammatica attualità. Ciò impone una riflessione e una azione politica forte di contrasto a scelte opposte al benessere individuale e sociale, alla qualità della vita, occupazione, formazione e partecipazione, tutela dell’ambiente e sviluppo locale, servizi sociali e socio-sanitari per la cura della persona e della “casa comune”.

La Pastorale Sociale e Lavoro, Pace e Salvaguardia del Creato della Diocesi di Cagliari, con il contributo di pensiero e azione di tante donne e tanti uomini di buona volontà che in essa operano, intende vigilare sull’evoluzione delle prossime azioni governative e si dichiara pronta a promuovere tutte le attività possibili di informazione e sensibilizzazione e ad attuare iniziative a scongiurare il prospettato stoccaggio di scorie nucleari in Sardegna.
Cagliari, 7 gennaio 2021
Il direttore Ignazio Boi
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LE PRECEDENTI PRESE DI POSIZIONE DELLA CHIESA SARDA
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cesConferenza Episcopale Sarda

Comunicato stampa

Nel corso della riunione tenutasi a Cagliari nei giorni 23-24 febbraio u.s, presso il Seminario Regionale, la Conferenza Episcopale Regionale al completo, presieduta da Monsignor Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari, oltre alle questioni più propriamente inerenti alla Chiesa in Sardegna e ai suoi organismi regionali, in particolare il Seminario Regionale e la Pontificia Facoltà Teologica, ha dedicato ampio tempo e attenzione ad alcune tematiche relative al contesto socio-economico della Sardegna, come già aveva fatto nel recente passato con la Lettera pastorale del marzo 2014.

Pur comprendendo le difficoltà dello Stato e della Regione a risolvere i molteplici e gravi problemi che nel tempo si sono andati accumulando, i Vescovi ritengono doveroso far sentire la propria voce su alcune questioni che rendono pesante il presente e denso di ulteriori nubi il futuro del popolo sardo.

Del drammatico problema della disoccupazione e della crescente povertà di fasce sempre più larghe di popolazione si era ampiamente parlato nella su citata Lettera pastorale.

A tale fenomeno si associa il progressivo spopolamento delle zone interne e dei piccoli centri, con l’arretramento dei tradizionali presidi dello Stato,dalle scuole alle caserme, e con l’allontanamento di servizi essenziali. Senza che risulti chiaro all’opinione pubblica quali reali alternative si vogliano mettere in atto per arrestare il fenomeno e invertire il pauroso impoverimento economico e demografico dei piccoli paesi, tale spopolamento rappresenta oltre che un decadimento in termini economici anche una grave frustrazione sul piano psicologico e di speranza per il futuro.

Altro tema caldo appare quello della sanità. Non si conoscono i dettagli delle ipotesi di riforma regionale. I Vescovi sentono tuttavia il bisogno di affermare che accanto alla qualità del servizio nei confronti di tutti e ad un’equa distribuzione delle prestazioni essenziali nei territori, data l’endemica inadeguatezza delle vie di comunicazione interna, occorre grande decisione nell’eliminare gli sprechi e le spese inutili, soprattutto al fine di evitare il più possibile le scomode e dispendiose trasferte nei centri specializzati della Penisola.

Che dire, poi, del triste e diffuso fenomeno degli attentati ai Sindaci e ad altri Amministratori pubblici? Ne è sicuramente causa un degrado morale e culturale generale, ma anche l’isolamento in cui essi spesso vengono lasciati di fronte ai mille problemi che quotidianamente e con esigue risorse debbono affrontare, senza adeguata tutela della loro sicurezza personale e familiare.

Non minore preoccupazione desta la ventilata ipotesi che la Sardegna possa diventare, sul piano nazionale, un deposito di scorie radioattive. Oltre che una servitù insopportabile sotto il profilo ambientale, per la fragilità del sistema geologico e morfologico dell’Isola, sarebbe un colpo mortale alla sua naturale e indispensabile economia agro-pastorale e turistica. La Regione ha già dato tanto in termini di servitù militari, senza averne avuto in cambio concreti ed efficaci riscontri.

Un’ultima considerazione la Conferenza Episcopale ha ritenuto opportuno esprimere sulle scuole paritarie pubbliche, cattoliche e non, che svolgono un importante servizio sociale. Esse, oltre che rappresentare un diritto delle famiglia circa la libera scelte dei percorsi formativi per i figli, costituiscono anche un notevole risparmio di risorse per lo Stato e per la Regione. Se infatti fossero in capo a questi, i costi per l’istruzione pubblica sarebbero di gran lunga maggiori. I Vescovi lamentano il fatto che le scuole paritarie vivono un momento di grande difficoltà: vengono ridotti ogni anno i già scarsi contributi pubblici, e quelli assegnati arrivano con notevole ritardo, ponendo molte di esse nel serio imbarazzo di dover chiudere per l’impossibilità di far fronte alle spese.

Tempio Pausania, 27 febbraio 2015

+ Sebastiano Sanguinettti
segretario
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scorie In argomento. Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Comunicato della Delegazione regionale dei direttori degli Uffici diocesani di pastorale sociale e del lavoro in vista della pubblicazione dell’elenco dei siti in cui si intenderebbe realizzare il deposito unico nazionale per i rifiuti nucleari.
CONFERENZA EPISCOPALE SARDA UFFICIO REGIONALE PER LA PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO
c/o Curia arcivescovile – Via mons. G. Cogoni, 9, 09121 Cagliari

COMUNICATO

Cagliari, 25 marzo 2015

La Delegazione regionale dei direttori degli Uffici diocesani di pastorale sociale e del lavoro, riunitasi a Oristano il 23 marzo scorso, ha dedicato la propria attenzione ai problemi ambientali che caratterizzano la nostra Regione, con particolare riferimento alla prossima pubblicazione dell’elenco dei siti in cui si intenderebbe realizzare il deposito unico nazionale per i rifiuti nucleari.
Si ribadisce, innanzitutto, un no deciso all’ipotesi che la Sardegna sia sottoposta a quella che i Vescovi sardi, poco meno di un mese fa, hanno definito «una servitù insopportabile» che rischia di infliggere all’Isola «un colpo mortale alla sua naturale e indispensabile economia agro-pastorale e turistica». Si eleverebbe, infatti, un’ulteriore barriera alla creazione di quel futuro più dignitoso e sicuro che la società sarda attende ormai da tempi troppo lunghi.
Preoccupa, inoltre, la costatazione di alcuni inspiegabili silenzi su questo delicatissimo tema. Ci si attende che una presa di posizione chiara e decisa non sia riconducibile solo ad alcune componenti partitiche, sindacali e associative, ma goda della partecipazione consapevole e attiva di ogni compagine impegnata nell’animazione culturale, politica e sociale. I problemi relativi all’ambiente sono di tutti e non solo di alcuni.
Le stesse comunità cristiane sono sollecitate, soprattutto in questi giorni che precedono la Santa Pasqua, a favorire la riflessione, l’azione e la preghiera affinché in ciascuno si sviluppi il senso di responsabilità nella custodia del creato e nel realizzare i presupposti per un’esistenza salubre e serena da assicurare alle future generazioni.

+ mons. Giovanni Paolo Zedda
VESCOVO DELEGATO

Don Giulio Madeddu
DIRETTORE UFFICIO REGIONALE
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miglio al comitato
La visita dell’arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio al Comitato No Scorie, Palazzo del Consiglio regionale mercoledì 1 aprile 2015
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Pigliaru No scorie in Sardegna
Pigliaru promette: niente scorie in Sardegna (Palazzo del Consiglio regionale mercoledì 2 aprile 2015)
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Ganau e Pigliaru: no scorie!
Ganau e Pigliaru noscorie
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PRESE DI POSIZIONE 7 GENNAIO 2021
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assotziu
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comitato-no-scorue

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