America, America

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TRUMP E FRANCESCO
di Raniero La Valle.

Care Amiche ed Amici,
ora che Trump se n’è andato e Francesco invece è rimasto, si può valutare la portata della simultanea presenza di questi due grandi leader sulla scena mondiale. Sotto il velo di un rapporto politicamente corretto (non tanto però se Bannon è venuto a insidiare la Chiesa fin sotto il soglio di Pietro) si è trattato di un grande conflitto tra un potere temporale e un potere spirituale, come ai bei tempi delle Investiture. La differenza rispetto a quel precedente era che l’uno non era capo dell’Impero e l’altro non aveva una “Cristianità” di cui pretendesse di essere il capo.
Ci sono stati dei momenti e delle partite in cui il conflitto si è manifestato con particolare potenza. Uno è stato il conflitto sul Medio Oriente e sulla Siria, che il papa ha difeso con particolare calore (fin dal momento, nel settembre 2013, in cui impedì con la forza della grande veglia in piazza san Pietro la guerra alla Siria) e che Trump voleva invece assoggettare e insanguinare fino a ordinare, come lui stesso ha rivelato nel settembre scorso, di uccidere Assad.
Un’altra contrapposizione frontale c’è stata sulla cura della Terra e del clima, quando Trump ha scelto il business e l’abuso di risorse ed ha ritirato la firma dagli accordi di Parigi, e Francesco con la Laudato Sì ha fatto appello a tutti gli abitanti del pianeta perché si facessero responsabili della Terra e non la facessero depredare.
L’altra epocale rappresentazione del contrasto si è avuta con la reazione alla pandemia, quando Trump ha preso la guida dei negazionisti, causando 400.000 morti solo in America, tanti quanti sono stati gli americani morti nella II guerra mondiale, mentre papa Francesco ha preso su di sé tutto il dolore del mondo nella solitudine di piazza san Pietro, e ha legittimato le restrizioni anche più severe e i comandi delle autorità civili, obbedendo ad essi per primo, e con lui tutta la Chiesa.
Ancora il conflitto si è manifestato sull’immigrazione, quando papa Francesco è salito a predicare fin sul muro che separa gli Stati Uniti dal Sud dell’America e del mondo, prima che Trump lo alzasse fino al cielo.
Su tutti i fronti le cause di Trump sono state sconfitte. Il Medio Oriente martoriato è ancora in cerca d’autore, e ora il papa va in Iraq fino a Ninive, la proverbiale città che Dio salvò dalla distruzione annunciata, per consegnare al mondo un messaggio antiapocalittico. Gli Stati Uniti rientrano nell’accordo sul clima. La costruzione del muro al confine col Messico è bloccata, è avviato il ricongiungimento delle famiglie, promessa l’integrazione degli immigrati, abolito il divieto di ingresso in America dai Paesi a maggioranza musulmana.
Ma soprattutto ha vinto la grande parola d’ordine della cura, la cura del creato, la cura del prossimo come fratello, che papa Francesco ha messo nel cuore delle sue due encicliche e del suo ministero, e che ha rilanciato al sorgere di questo nuovo anno: “tutto comincia da qui, dal prendersi cura degli altri, del mondo, del creato. Oltre al vaccino del corpo serve il vaccino per il cuore: e questo vaccino è la cura. Sarà un buon anno se ci prenderemo cura degli altri…” Ed ecco che negli Stati Uniti, il Paese in cui la sanità pubblica era osteggiata dai ricchi e scartava i poveri, vengono ora pianificati entro i prossimi 100 giorni 100 milioni di vaccini, il che vuol dire che conservare in vita ogni singola persona diventa una priorità della politica; ci vorrà una mobilitazione e una pianificazione della produzione pari a quelle richieste da una guerra, tanto che si farà ricorso al Defence Production Act, la legge varata per la guerra di Corea; si scambia la guerra con la cura. E per quanto possano sopravvivere le nefaste pulsioni al razzismo, alle discriminazioni e agli scarti è chiaro che saranno vaccinati i neri come i bianchi, nonché portoricani, ispano-americani, immigrati, stranieri e cittadini, senza distinzioni.
Sarebbe sciocco attribuire a papa Francesco ogni merito di tutto ciò, e di ciò che di positivo si va affacciando nel mondo. Ma quanti, anche tra i cattolici scontenti e desiderosi di riforme, hanno raggiunto Ernesto Galli della Loggia nel giudizio sulla irrilevanza cui sarebbe pervenuta la Chiesa e sul diversivo che sarebbe rappresentato dall’impegno universalistico del papa per il mondo, dovrebbero guardare a quello che sta succedendo, interrogare i segni dei tempi e vedere come invece proprio questa parola inerme che giudica il mondo, sta vincendo il mondo. Anzi proprio qui sta la vera riforma della Chiesa. E dovremmo prepararci a resistere; perché di sicuro è in agguato la controriforma, c’è chi non sopporta la Chiesa che annunzia il Vangelo ed esorcizza l’apocalisse, la Chiesa ripartita da Bangui, invisa ai signori del centro del mondo. La vera partita per impedire che la Chiesa cada nell’irrilevanza sarà giocata su questa capacità di resistenza, sulla forza di questo “katékon” opposto ai dottori della legge che ne vogliono la restaurazione. E perché non ci faccia difetto la memoria, pubblichiamo un documento delle organizzazioni cattoliche americane di base in cui si deplora l’appoggio che una parte della Chiesa cattolica americana, “controriformista”, appunto, ha dato alle politiche di Trump.
Nel nostro sito www.chiesaditittichiesadeipoveri.it pubblichiamo anche la seconda parte delle storie di ordinario sfruttamento dei lavoratori agricoli immigrati vittime del caporalato e delle mafie, registrate questa volta in Toscana e in Campania e una nota sul calvario dei profughi sulla rotta balcanica.

Con i più cordiali saluti.

www.chiesadituttichiesadeipoveri.it
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Papa e organismi americani di base
LA CHIESA, L’AMERICA E L’ASSEDIO AL CONGRESSO
19 GENNAIO 2021 / EDMINXTRATOR / DICONO I DISCEPOLI / 0 COMMENT
Trump ormai se n’è andato, ma è bene ricordare che nell’Angelus del 10 gennaio 2021 il papa Francesco ha condannato la violenza che si è manifestata nell’ “assedio” al Congresso degli Stati Uniti il 6 gennaio ed ha esortato i responsabili e il popolo a promuovere la riconciliazione e a tutelare i valori democratici. Da notare il riferimento alla “cura” per tutti quelli “che abitano” negli Stati Uniti, implicita critica alla mancanza dell’assistenza sanitaria per milioni di poveri di immigrati e di stranieri.

A loro volta le organizzazioni cattoliche di base degli Stati Uniti riunite in un coordinamento nazionale, hanno denunciato e criticato le responsabilità che molta parte della Chiesa americana ha avuto nel sostegno all’azione e alle ideologie di Donald Trump. Pubblichiamo ambedue i documenti.

Il Papa all’Angelus del 10 gennaio:

Rivolgo un affettuoso saluto al popolo degli Stati Uniti d’America, scosso dal recente assedio al Congresso. Prego per coloro che hanno perso la vita – cinque –, l’hanno persa in quei drammatici momenti. Ribadisco che la violenza è autodistruttiva sempre. Nulla si guadagna con la violenza e tanto si perde. Esorto le Autorità dello Stato e l’intera popolazione a mantenere un alto senso di responsabilità, al fine di rasserenare gli animi, promuovere la riconciliazione nazionale e tutelare i valori democratici radicati nella società americana. La Vergine Immacolata, Patrona degli Stati Uniti d’America, aiuti a tenere viva la cultura dell’incontro, la cultura della cura, come via maestra per costruire insieme il bene comune; e lo faccia con tutti coloro che abitano in quella terra.

Le organizzazioni cattoliche americane facenti parte del COR (Catholics Organisations for Renewal):

Noi, Organizzazioni Cattoliche per il Rinnovamento della Chiesa siamo indignati e condanniamo inequivocabilmente il violento assalto al Campidoglio degli Stati Uniti d’America a cui abbiamo assistito il 6 gennaio 2021. Nello stesso tempo, come cattolici dall’interno della nostra Chiesa, deploriamo la complicità e la partecipazione della comunità cattolica statunitense nel promuovere il clima che ha incoraggiato e reso possibile tale violenza.

Per essere chiari, il caos e la violenza che hanno terrorizzato la nostra nazione mercoledì 6 gennaio è stato il risultato diretto e prevedibile di oltre quattro anni di retorica violenta, razzista, xenofoba e misogina del presidente Trump – retorica che molti vescovi statunitensi hanno ripetutamente omesso di nominare e di condannare sia individualmente che collettivamente. Ancora oggi, il presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) ha rilasciato una tiepida dichiarazione che condanna la violenza, ma non riconosce il ruolo del presidente Trump nell’incoraggiarla o la loro specifica complicità in essa.

Constatiamo anche che molti nostri confratelli cattolici hanno sostenuto con fermezza Donald J. Trump durante i suoi quattro anni di presidenza. Alcuni hanno anche partecipato alla sua amministrazione. E quasi la metà degli elettori cattolici ha sostenuto la sua rielezione nel 2020.

Non possiamo ignorare che molti cattolici hanno votato perché influenzati – in parte – da dichiarazioni, lettere e omelie del clero che sono state presentate come insegnamento cattolico. In contrasto con Papa Francesco, la dichiarazione ufficiale dell’USCCB, “Forming Consciences for Faithful Citizenship”, ha posto il contrasto all’accesso all’aborto e ai diritti LGBTQ ben prima della difesa della vita e della dignità dei più poveri e dei più vulnerabili, inoltre non contrastando gli effetti disastrosi del generale cambiamento climatico e le ideologie oppressive fondate sulla supremazia dei bianchi e sul nazionalismo.

Come popolo di Dio, riaffermiamo il nostro impegno per i valori evangelici della nonviolenza e dell’amore per il prossimo e preghiamo perché la violenza che abbiamo visto davanti a noi nella Festa dell’Epifania produca una nuova epifania: noi, come membri della comunità cattolica, lavoreremo con sempre maggiore impegno per essere parte di una comunità che costruisce quella pace a cui ci chiama il nostro battesimo. Preghiamo anche per il presidente eletto Joseph R. Biden (un fedele cattolico), per la vicepresidente eletta Kamala Harris e per tutti i senatori e deputati, che abbiamo eletto perché inizino il loro impegno per guidare la nostra nazione verso la pacificazione e la giustizia.

Firmatari: Call To Action – Catholics for Choice – CORPUS – DignityUSA – FutureChurch – New Ways Ministry – Quixote Center – RAPPORT – Roman Catholic Womenpriests USA – Southeastern Pennsylvania Women’s Ordination Conference – Women’s Ordination Conference

Washington, 8 gennaio 2021
[segue]
Il COR (Catholics Organisations for the Renewall) è una rete delle organizzazioni statunitensi per la riforma della Chiesa. Lo scopo è quello di riformare e rinnovare la Chiesa Cattolica Romana, di costruire una Chiesa inclusiva, di portare un mondo di giustizia e pace e di riflettere sulla sacralità di tutto il creato. Il COR lavora in collaborazione per fornire un’autentica voce cattolica, moralmente ispirata su questi temi e coordina progetti che promuovono questi obiettivi.

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