NE’ GIOIA NE’ PENA

Gli OCCHIALI special di PIERO
BERLUSCONI CONDANNATO A 7 ANNI – PROCESSO RUBY (24 Giugno 201
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di Piero Marcialis

Confusione, dei tempi che corrono, su come si pensa ai poteri dello Stato, che la filosofia classica vuole divisi: legislativo, esecutivo, giudiziario.
Senti dire da una parte: se il mio leader viene condannato me ne vado dal Parlamento; dall’altra: preferisco batterlo politicamente.
Confusione simmetrica: in entrambi i casi si guarda al potere giudiziario come se entrasse in gioco per “battere” qualcuno e, di conseguenza, si vorrebbe che il potere esecutivo e quello legislativo “battessero” il potere giudiziario. Da una parte si dice: hanno condannato 9 milioni di elettori… perchè? dall’altra: lasciamo che partecipi alla politica… perchè?
Facciamo che due pugili debbano incontrarsi sul ring, ma uno di essi venga arrestato e condannato per truffa e per abuso su minore; avrebbe senso se l’altro dicesse: “avrei preferito batterlo sul ring”? Avrebbe senso se l’associazione sportiva chiedesse l’immunità per i campioni dello sport? avrebbe senso se un tifoso dicesse: “hanno condannato milioni di tifosi”?
Ci sono stati in passato molti casi di politici incappati nelle maglie della giustizia, mai è successo che si dicessero le cose che si sentono oggi.
Non gioisco se uno finisce in galera (se ci finisce, poi), ma non provo nessuna pena, specie quando si trovava nell’eccellente posizione di non finirci. La pena è per il povero cristo che finisce sulla croce, soltanto.

PER PIANGERE CI VOGLIONO LE CIPOLLE

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