Oggi martedì 4 maggio 2021

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2aladin-logonge-cover-1lampadadialadmicromicro13democraziaoggi-loghettogf-02
asvis-oghetto55aed52a-36f9-4c94-9310-f83709079d6dsard-2030schermata-2021-02-17-alle-14-48-00license_by_nc_sapatto-nge-2021-01-28-alle-12-21-48logo76
——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni—————————
Da Palamara ad Amara, l’ennesima tempesta sul CSM pone l’urgenza di riportare il governo della magistratura alla normalità democratica
4 Maggio 2021
Tonino Dessì su Democraziaoggi.
Non c’è quasi nulla delle vicende e dei modi di funzionamento interni dei poteri dello Stato, che metta più paura di quel vero e proprio “lato oscuro della forza” della cui esistenza periodicamente apprendiamo nell’ambito della magistratura.
Se “i mostri” descritti da Luigi Pintor erano le toghe e gli […]
———————————oggi—————-
4-mag-21-manifAmbulanti, giostrai, torronai… ancora in strada, Manifestazione a Cagliari, in via Roma: “Sostegni e ripartenza di sagre e fiere”. Il sostegno della CSS e di Ambulantando/CSS.

4-mag-21-manif

One Response to Oggi martedì 4 maggio 2021

  1. Aladin scrive:

    I mostri
    di Luigi Pintor
    Spesso ossuti e avvizziti, più spesso obesi e flaccidi, col viso marcato dalle nefandezze del loro mestiere, ogni anno ci appaiono vestiti da pagliacci, come non osano neppure gli alti prelati. Chi sono? Sono gli alti magistrati che inaugurano l’anno giudiziario, per dirci che bisogna mettere più gente in galera e tenercela, e quale gente e perchè. Leggete altrove l’elenco minuto dei morti ammazzati in una industria di Stato in una sola città meridionale. Questi sono omicidi di cui è intessuto il progresso nazionale. Sono delitti di classe, dietro cui c’è lo sfruttamento quotidiano di milioni di uomini ma c’è anche la violazione di innumerevoli leggi. Eppure c’è un uomo che si permette, vestito di ermellino, con un grottesco cappuccio in testa, di infischiarsene totalmente. Può chiamarsi Guarnera, se parla a Roma con a fianco il presidente della repubblica; o in altro modo, se parla altrove col presidente del consiglio come sacrestano. Esistono i reati contro il patrimonio, per questi supercarabinieri pagati come quindici operai, ed anche quelli contro la persona ma solo se un operaio schiaffeggia un padrone, non se un padrone lo deruba e lo ammazza. Questi personaggi sono l’immagine stessa del privilegio e dell’arbitrio. Dispongono del più illecito dei poteri, quello sulla libertà altrui. Ma sono intoccabili, ancora in un tempo in cui non c’è gerarchia che in qualche modo non debba render conto di sè. Dispongono di armi micidiali, leggi inique e meccanismi incontrollabili. E le maneggiano come e contro chi vogliono. Sono l’incarnazione dell’ipocrisia dell’ordine borghese. La commissione di giustizia del partito socialista ha ieri espresso in un suo documento una comprensibile indignazione per i toni di questa inaugurazione dell’anno giudiziario, protestando contro la società dei consumi e i suoi effetti, contro i suoi disvalori, contro i delitti di classe impuniti, contro la rapina della speculazione, contro l’ideologia di destra e repressiva del Guarnera, e difendendo quei magistrati che cercano di fare della toga un altro uso. Ma non c’è terreno che in questo dopoguerra sia rimasto, proteste o no, più impermeabile all’azione, di governo o di opposizione, delle forze democratiche. Nulla conferma, meglio della giustizia e delle sue oscenità, le invettive di Marx contro l’ordine capitalistico e l’analisi leninista dello stato. Ma non è bastato, in questi anni, un terzo del parlamento in mano ai partiti di tradizione operaia per applicare al sistema legislativo penale e all’ordine giudiziario neppure le conquiste più elementari della rivoluzione borghese di due secoli fa. Capitalismo e feudalesimo formano un solo impasto. E non basterebbe neppure la metà del parlamento: non ci vuol nulla a capire che senza una organizzazione intransigente della lotta operaia gli omicidi bianchi continueranno ad essere la proiezione estrema dello sfruttamento, e che senza una contestazione permanente delle istituzioni non c’è riforma legislativa che passi. Nell’attesa, l’anno giudiziario se lo inaugurino ai quarti piani, con finestre aperte. Avrà un valore di simbolo, ed eviterà il tanfo.

    11 gennaio 1972

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>