Scelte energetiche per la Sardegna

lampadadialadmicromicroÈ giunto il momento delle scelte energetiche per la Sardegna. In grande misura sono già state effettuate. I vincoli del Recovery Plan hanno molto pesato. Per fortuna o nostro malgrado tali scelte sono a favore delle rinnovabili: il dado sembra proprio tratto! Noi siamo d’accordo a due condizioni: 1) che si salvaguardi e tuteli il paesaggio, nostra fonte primaria di ricchezza, 2) che nella gestione dell’intera partita trovi un ruolo il governo regionale, in rappresentanza di tutti i sardi. Si tratta di alzare la posta in gioco in favore delle popolazioni sarde e disporre di strumenti efficaci di vigilanza e controllo delle attività. Per una volta (auspicabilmente ma senza confonderci) tutti uniti insieme con i padroni del vapore? Mettiamola pure così, ma alle viste non sembrano esserci alternative. Il dibattito è serio e noi siamo impegnati a tenerlo vivo.
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294f7eb6-67ee-406a-9442-0058c855972c60356c1f-6cfc-4915-b3c9-332ea249ee08tutti-uniti Tutti uniti. Tutti insieme! Ma scusa, quello non è il padrone?
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sardegna-rinnovabile-loghettoSardegna Rinnovabile: positiva la discesa in campo di Enel per la decarbonizzazione accelerata dell’Isola e il salto dell’inutile e costoso passaggio dalla metanizzazione
Luglio 12, 2021 – News
L’alleanza delle associazioni ambientaliste riunite in “Sardegna Rinnovabile” (formata da WWF Italia, Legambiente, Greenpeace Italia e Kyoto Club) valuta molto positivamente il ruolo attivo che Enel, con il suo massimo esponente, l’A.D. Francesco Starace, ha dichiarato di voler giocare per la decarbonizzazione accelerata dell’isola, saltando il passaggio del gas. In attesa di approfondire i particolari, in vista della prossima uscita dal carbone, è senza dubbio un bene che si mettano in luce le potenzialità dell’elettrificazione e i vantaggi del salto tecnologico. Sardegna Rinnovabile si augura anche che le dichiarazioni del ministro Cingolani possano preludere a una spinta da parte del governo in questo senso, anche per coagulare le necessarie risorse pubbliche e private, come già assicurato nei mesi scorsi dalla viceministra allo Sviluppo Economico Alessandra Todde.
Portare il gas in Sardegna adesso sarebbe davvero uno spreco di risorse pubbliche e di soldi dei cittadini (in bolletta), dal momento che le alternative tecnologiche a carbonio zero sono già disponibili. Inoltre, fare della Sardegna la prima grande isola a carbonio zero sarebbe un formidabile volano economico che esalterebbe tutta la ricchezza e le potenzialità dell’isola.
Ci auguriamo che le forze vive della Sardegna, dai Comuni agli agricoltori alle piccole e medie imprese, con molte delle quali la nostra alleanza ha già svolto iniziative e condiviso proposte, colgano questa come un’opportunità per mettere in campo ulteriori iniziative e realizzare la visione alla base di “Sardegna Rinnovabile”.
I cittadini sardi lo hanno già capito da tempo, come ha dimostrato il nostro sondaggio dell’ ottobre scorso dal quale emergeva che una maggioranza schiacciante (84%) dei cittadini sardi auspica che, dopo la chiusura delle centrali a carbone, l’energia in Sardegna vada prodotta con fonti rinnovabili e che nel confronto tra metano e fonti rinnovabili, sono queste ultime a vincere nettamente la sfida: sono preferite da oltre otto sardi su dieci (86% per le rinnovabili, 9% per il gas).
Le polemiche con cui alcuni esponenti politici, industriali e sindacali hanno accolto l’ipotesi dell’elettrificazione e di 100% energie rinnovabili, peraltro dimostrano invece che una parte della classe dirigente sarda è assai più indietro dei cittadini e delle imprese che dovrebbero rappresentare.
Negli approfondimenti politici, peraltro, va anche posta una visione del futuro possibile sviluppo dell’isola, non ancorandosi ad alcune realtà fortemente assistite, ma capendo come può svilupparsi in modo avanzato e davvero sostenibile il ruolo anche manifatturiero dell’isola.
Insieme alla necessaria accelerazione dei lavori per la rete di trasmissione elettrica (volto a garantire la sicurezza energetica dell’isola in un contesto anche europeo), l’accelerazione dell’elettrificazione, delle rinnovabili e, sottolineiamo, dell’efficienza energetica costituiscono una formidabile opportunità di sviluppo dell’isola. Il 2025 può e deve segnare la data dell’uscita della Sardegna non solo dal carbone, ma dal carbonio, in linea con le tendenze a livello mondiale.
[seguono ulteriori aggiornamenti e approfondimenti]

Approfondimenti
- Su La Nuova Sardegna: https://www.lanuovasardegna.it/ricerca?sort=data-a&query=rinnovabili
Regione, sindacati e ambientalisti di nuovo divisi sul no al gas in Sardegna
Redazione QualEnergia.it
La giunta Solinas chiede che le scelte del governo sul futuro energetico isolano siano condivise, mentre Sardegna Rinnovabile approva il piano “tutto elettrico” di Enel.

Le dichiarazioni del ministro Cingolani sul “polo green” non hanno convinto la Regione Sardegna, così come non l’ha convinta il piano “tutto elettrico” rilanciato da Enel.

L’assessore regionale all’industria, Anita Pili, in una nota (neretti nostri nelle citazioni) chiede infatti al governo di rimettere nelle mani della presidenza della Regione “il coordinamento di un tavolo nazionale che eventualmente aggiorni gli accordi nazionali in tema di energia in un’ottica di condivisione delle scelte e non di imposizione“.

“Non si può pensare di escludere chi quel territorio e quella comunità la amministra a tutti i livelli e chi, soprattutto, la vive ogni giorno”, ha aggiunto l’esponente della Giunta Solinas.

Il futuro energetico dell’isola, ricordiamo, è stato al centro delle recenti interviste pubblicate dalla Nuova Sardegna a Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, e Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica.

Starace ha affermato che Enel per la Sardegna punta esclusivamente su rinnovabili e accumuli, con l’obiettivo di uscire dal carbone entro il 2025 senza realizzare nuove centrali a gas.

Nel suo intervento, Starace ha parlato molto del Tyrrhenian Link di Terna, il collegamento sottomarino HVDC in alta tensione a 500 kV in corrente continua, con una capacità di 1.000 MW, che collegherà la Sardegna alla Sicilia e quest’ultima alla Campania, grazie a un investimento di circa 3,7 miliardi di euro (articolo qui sul nuovo Piano di sviluppo Terna 2021).

Sarà proprio questo collegamento a consentire alla Sardegna, secondo Enel, di sviluppare un mix energetico incentrato sulle rinnovabili.

Mentre Cingolani ha sostanzialmente bocciato il progetto della dorsale sud del gas, definendolo “abbastanza antitetico a quello che Parlamento e Governo stanno sviluppando insieme”.

Pure i sindacati hanno espresso i loro timori dopo le dichiarazioni di Cingolani e Starace.

Secondo Pierluigi Loi, segretario regionale Uiltec Sardegna, lo scenario tracciato dal governo e dal gruppo Enel avrebbe una serie di conseguenze negative per la Regione, tra cui “pregiudicare definitivamente l’arrivo del gas metano previsto dal Dpcm Sardegna, annunciato come di imminente uscita, la cui bozza stabilisce tre punti di alimentazione attraverso nave nel Sulcis”, oltre a “salutare definitivamente la ripartenza di aziende come Eurallumina e Alcoa che hanno scommesso la loro ripresa produttiva con l’arrivo del gas”.

La Uiltec poi sostiene che “il futuro energetico della Sardegna non può rimanere appeso a un cavo” che “se tutto va bene dovrebbe andare in esercizio a fine 2027”.

Si chiede pertanto “al presidente Solinas e alla Giunta regionale sarda di aprire un tavolo di concertazione col governo perché vengano stabilite le regole del gioco e delineati in maniera certa gli scenari del futuro energetico della Sardegna”.

Le associazioni ambientaliste, al contrario, sono favorevoli al piano di decarbonizzazione annunciato da Enel.

L’alleanza “Sardegna Rinnovabile” formata da WWF Italia, Legambiente, Greenpeace Italia e Kyoto Club, infatti, in una nota afferma che “portare il gas in Sardegna adesso sarebbe davvero uno spreco di risorse pubbliche e di soldi dei cittadini (in bolletta), dal momento che le alternative tecnologiche a carbonio zero sono già disponibili. Inoltre, fare della Sardegna la prima grande isola a carbonio zero sarebbe un formidabile volano economico che esalterebbe tutta la ricchezza e le potenzialità dell’isola”.

I cittadini sardi, aggiungono gli ambientalisti, “lo hanno già capito da tempo, come ha dimostrato il nostro sondaggio dell’ottobre scorso dal quale emergeva che una maggioranza schiacciante (84%) dei cittadini sardi auspica che, dopo la chiusura delle centrali a carbone, l’energia in Sardegna vada prodotta con fonti rinnovabili […]”.

Le polemiche, termina la nota, “con cui alcuni esponenti politici, industriali e sindacali hanno accolto l’ipotesi dell’elettrificazione e di 100% energie rinnovabili, peraltro dimostrano invece che una parte della classe dirigente sarda è assai più indietro dei cittadini e delle imprese che dovrebbero rappresentare”.

Ricordiamo, infine, che il Tyrrhenian Link non si può conciliare con lo sblocco della dorsale gas per il tratto nord, dopo che il tratto sud (da Oristano a Cagliari) ha già ricevuto il via libera dal ministero dell’Ambiente.

Come spiegato più volte da Qualenergia.it (ad esempio qui), il progetto di Terna è in contrasto con la metanizzazione della regione, anche in una prospettiva di crescita delle rinnovabili e dei sistemi di accumulo, soprattutto in forma di generazione distribuita.
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Un commento di Tonino Dessì su fb.
Energia, ambiente, sviluppo, autonomia, indipendenza.
La Giunta regionale sui temi energetici è inconsistente.
Le minoranze rappresentate in Consiglio regionale non esistono.
I commentatori mediatici a me paiono tutti sospetti di lobbismo a favore di operazioni una più sbagliata dell’altra, mantenute o messe in campo e ancora assemblate senza senso alcuno a livello regionale.
Il dibattito in sede indipendentista palesa ignoranze abissali, a mia percezione incolmabili, roba da far paura.
Io constato che speranze ce ne siano sempre meno e mi rassegnerei persino a non scrivere più neanche su questo.
A cosa serve (e del resto, anche in passato, a cosa è servito?) studiare, cercare di capire e di spiegare, provare a seminare qualcosa?
A nulla, già a suo tempo.
Giusto a guadagnarci conflitti oltre ogni personale convenienza anche ideale e qualche stigma incrociato.
Infine proprio a nulla, ormai, su questo scoglio assolato e desolato.
A un certo punto laissez faire, laissez passer.
Almeno direttamente, in vita, a me cambia poco.
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