Contro la guerra. Qui e ora. Il compito di noi disarmati.

31164aa3-d269-4cda-afb3-2aa0142c9843Tonino Dessì su fb.
Disgusto, disgusto, disgusto.
Ci tengo a ricordare una cosa.
Che salvo cancellarci dal consorzio web, tutte le cose che scriviamo resteranno a lungo agli atti.
Ci sarà sempre qualcuno che ce le ricorderà.
Io non ho alcuna remora a scrivere qui, ora, che credo fermamente, sulla scorta di quello che tutti i servizi giornalistici indipendenti stanno via via documentando, che siano i militari e le truppe speciali russe che stanno massacrando il popolo ucraino, da quaranta giorni.
Non l’hanno voluta chiamare “guerra”, la chiamano “operazione militare speciale”. [segue]
Perciò il massacro non esiste, è “una fake ucraina e occidentale”.
Fa bene il governo ucraino, intanto, a svolgere la propria indagine autonoma sui fatti, prima che qualsiasi cosa “alteri la scena del delitto”.
L’Ucraina è ancora uno Stato, ha le sue strutture, ha una sua magistratura.
Al fronte, salvo che nelle retrovie russe, ci sono tanti giornalisti coraggiosi e seri, di tutti i Paesi del mondo: fanno oggi e faranno negli anni futuri il loro mestiere.
Nulla dovrebbe ostare nemmeno a un’indagine esterna indipendente: vedremo cosa finirà per ostacolarla o per rallentarla o per tentare di impedirla. Ma a qualcosa del genere prima o poi si arriverà.
Trovo immorale che vi sia chi giustifica questa aggressione, trovo inconcepibile che vi sia chi quasi con soddisfazione scrive “e allora, le guerre e le stragi NATO”?, considero fuori da ogni ragione politica chi abbia visto e veda in Vladimir Putin la nemesi contro quell’Occidente che noi, i grandi movimenti alternativi, non siamo riusciti a cambiare.
Putin ha sostenuto tutti i principali partiti e movimenti di destra anche estrema europei e questi hanno simpatizzato costantemente per lui, fino a quando il crimine di questa guerra non li ha indotti a minimizzare e a mimetizzare quel legame politico e culturale.
Che ce ne si possa dimenticare è già sintomo di una rarefazione della memoria e dell’intelligenza, quando non dell’onestà.
Mi fa paura la percezione che l’orrore di questi morti non scuota le coscienze narcotizzate da quella forma di corruzione della rappresentazione della realtà che la tecnologia televisiva e ora web pratica sistematicamente ormai da mezzo secolo.
Nessuno sembra volersi tirare fuori da questa corruzione cognitiva.
Il Mondo è ridotto tutto, nella fiction come nella realtà, a un mattatoio globale, a una spaventosa fossa comune.
Quanta banalità, in chi scrive “ma è la guerra: è sempre stato così”. E scrolla le spalle, relativizza fatti, moventi, responsabilità.
Non solo i resti della sinistra, ma un mondo progressista, un’intera cultura democratica stanno rischiando di fare definitivo naufragio, trascinando con se quel che resta dello storico, generoso sedimento del pacifismo.
Io sono stato sempre attivamente impegnato contro tutte le guerre.
Ma non scenderei in piazza oggi “contro tutte le guerre”, indistintamente.
Oggi bisogna essere contro “questa” guerra, qui e ora.
E bisogna dire all’aggressore: “Sei tu, che devi fermarti”, subito, senza condizioni.
Lo dobbiamo fare noi che siamo disarmati, perché altrimenti consegnamo definitivamente il compito di farlo a soggetti armati, che agiranno sempre più prescindendo da noi.
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