News

costituente-terra-logologo77
una Terra
un popolo
una Costituzione
una scuola

Costituente Terra Newsletter n. 78 dell’11 maggio 2022
Chiesadituttichiesadeipoveri Newsletter n. 262 del 11 maggio 2022

IL MONDO PROSSIMO VENTURO

Cari Amici,
Non c’è bisogno di aspettare l’Apocalisse. Il libro si sta aprendo in questi giorni, in queste ore. Lo dice la NATO: la guerra sarà lunga. Ha dichiarato infatti Jens Stoltenberg che ne è il segretario generale: “I membri della NATO non accetteranno mai (il corsivo è nostro) l’annessione illegale della Crimea e il controllo russo su parti dell’Ucraina orientale” (ovvero i due territori del Donbass). Ha commentato il Corriere della Sera: “L’abbraccio troppo caloroso degli alleati potrebbe alla fine rivelarsi imbarazzante per Zelensky”. Pochi giorni prima, il 26 aprile, nella base americana di Ramstein, su invito degli Stati Uniti i ministri della Difesa di 40 Stati di tutto il mondo (fino alla Nuova Zelanda e all’Australia) avevano stipulato una sorta di Santa Alleanza (come l’ha chiamata Domenico Gallo) “per aiutare l’Ucraina a vincere la battaglia contro la Russia”.
Ancora prima, all’inizio della guerra, Biden annunciando sanzioni contro la Russia quali mai si erano viste prima, le aveva assegnato un futuro da “paria”, che vuol dire di esclusione e di umiliazione, come è in India la condizione degli ultimi che sono ultimi non solo in senso sociale, ma metafisico. A sua volta l’inglese Johnson aveva incoraggiato l’Ucraina a usare l’intelligence e le armi americane, inglesi, polacche, italiane e turche della NATO per ritorcere la guerra di Putin contro di lui e colpire i russi in profondità nel loro stesso territorio, dunque non più solo sul mare. Forse proprio per sfuggire a questo abbraccio mortale dello zelo inglese, Zelensky, stremato per la rovina del suo popolo, parlando in un momento di lucidità, naturalmente per televisione, al pubblico inglese attraverso il Reale Istituto “Chatam House” di Londra, aveva avanzato la disponibilità ad uscire dalla guerra se i russi si fossero ritirati sulle posizioni oltre frontiera del 23 febbraio, anche a dover pagare per questo obiettivo il costo della rinunzia a rivendicare la Crimea (ormai entrata col referendum sotto la sovranità russa) e di non parlare del Donbass; notizia questa che in Occidente veniva dichiarata falsa benché tanto vera da aver suscitato la citata reazione di Stoltenberg; questi, mettendo di traverso la NATO aveva chiarito chi fosse il vero signore della guerra, disponendo dell’Ucraina come se questa già appartenesse alla NATO. E la guerra, secondo il dirigente atlantico, poteva durare anche “per mesi e per anni”, fin quando Zelensky avesse deciso di continuarla; in tal modo egli metteva in mano al presidente ucraino il potere di pace e di guerra, nel momento stesso in cui gli negava il diritto di porre fine al conflitto rinunziando alla Crimea e magari promettendo un’Ucraina inoffensiva e non inclusa nella NATO.
Da questa rapida cronaca risulta che lo scenario allestito o ipotizzato dall’Occidente è quello di una guerra di lunga durata. Ma non è uno scenario improvvisato. In sede di analisi esso era stato descritto già un anno prima, il 12 aprile 2021, in un articolo di Lucio Caracciolo che aveva così illustrato la programmazione in corso in America volta a “liquidare la Russia e isolare la Cina”: “Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale – aveva scritto il direttore di Limes – gli americani si trovano a fronteggiare due grandi potenze, la seconda e la terza del pianeta, in una partita che segue ormai la logica di guerra. Somma zero”. In questo schema triangolare, spiegava, l’America ha “un’opzione che comincia a circolare a Washington. E che Biden sta illustrando ai soci atlantici ed asiatici, perché certo da sola l’America non ce la può fare”; “per i cugini britannici” e per i Paesi della NATO baltica e russofoba, come per gli americani, questa opzione significava “la disintegrazione della Russia. Sulle orme del collasso sovietico del 1991”.
Descrivendo lo stato di avanzamento di questi lavori l’articolo riferiva poi che sul fronte del Mar Nero gli ucraini stavano spostando armi e truppe verso il Donbass, mentre i russi stavano facendo lo stesso in direzione opposta e contraria. “La tensione attorno alla Crimea ma anche nell’area di Odessa sta salendo”. E aggiungeva: “Per terra e/o per mare potrebbero accadere ‘incidenti’ dagli effetti imprevedibili…”
E la Russia? si chiedeva Caracciolo. “Non va troppo per il sottile. In caso fosse alle strette, Mosca sarebbe pronta alla guerra. Perché ne andrebbe della sua stessa sopravvivenza”. E concludeva: “I prossimi mesi ci diranno se questa crescente pressione americana, via Nato, sulla Russia, sarà contenuta o se, magari inavvertitamente, produrrà la scintilla di un conflitto dalle imponderabili conseguenze”
Ora i mesi che sono passati da allora ce l’hanno detto. Ma se Lucio Caracciolo sapeva tutte queste cose è difficile che non le sapesse anche Putin: ciò spiega l’affermazione da lui fatta il 9 maggio sulla piazza Rossa che “il pericolo cresceva ogni giorno” e che perciò quella della Russia era stata una reazione preventiva all’aggressione, “una decisione forzata, tempestiva e l’unica giusta di un Paese sovrano”. Una decisione che è stata però un errore e un crimine.
Tutto questo dice che la guerra sarà lunga. Ma quanto lunga? Secondo Limes il futuro sarà tutto un “percorso di tregue interrotte, non certo di vera pace”; secondo l’analista militare Nicola Cristadori sarà una guerra perpetua perché “la guerra, nostro malgrado, è connaturata all’uomo, ragione per cui non ci si può adagiare sui prolungati periodi di pace”: Lo aveva detto anche Eraclito, ai primordi della nostra cultura che la guerra è “padre di tutte le cose, di tutte re, e gli uni disvela come dèi, gli altri come uomini”. Per questa ragione “show must go on” come canta il quartetto rock dei Queen, cioè lo spettacolo deve andare avanti. La guerra è questo spettacolo, non più solo guerra ma warshow; tale ormai è diventata sui nostri schermi televisivi e tale ormai sempre sarà, tolte le guerre dimenticate e locali, fino all’ultima che, se sarà atomica, non potrà essere filmata da nessuno. né potrà essere interrotta dalla pubblicità in alcuna maratona o talk show televisivo. Del resto oggi tutta la realtà, non solo la guerra, è diventata spettacolo; spectaculum facti sumus, aveva detto profeticamente san Paolo.
Con la parata del 9 maggio sulla piazza Rossa, lo spettacolo doveva raggiungere il suo culmine. Per settimane era stata preannunciata come l’evento del secolo, quando Putin avrebbe esibito la sua forza, svelato le sue mire sui Paesi vicini, annunciato la guerra mondiale, minacciato quella atomica, o celebrato la conquista dell’Ucraina e la vittoria della sua guerra. Qualcosa però ha guastato questo spettacolo, il loggione di quasi tutti i nostri giornali l’hanno fischiato, i titoli di prima pagina hanno giocato con “la malaparata”, che magari era la loro, hanno detto “la festa non c’è”, hanno raccontato di un Putin malato e sconfitto, che aveva abbassato la cresta, che aveva ammesso le perdite, che aveva detto no alla guerra totale, che aveva escluso l’atomica. In effetti Putin non aveva mostrato la forza, non aveva fatto volare gli aerei, la sfilata più imponente era stata quella di un milione di persone che recavano milioni di fotografie dei morti nella seconda guerra mondiale, la “guerra patriottica” contro il nazismo che così veniva celebrata.
E a guastare la festa e interrompere lo spettacolo ci si è messo anche Macron, che ha mandato a dire all’America: “Non siamo in guerra contro la Russia. Abbiamo una pace da costruire con Ucraina e Russia attorno al tavolo, ma non si farà né con l’esclusione né con l’umiliazione’”, ed ha aggiunto che l’Europa è più ampia dell’Unione Europea, che non deve cedere ai revanscismi e alle vendette, che deve diventare una vera comunità politica.
Dunque è posta l’alternativa. La guerra oggi in corso è cominciata con la sfida americana alla Russia (l’abbaiare della NATO al suo confine, evocato anche dal Papa) è continuata con la catastrofica e genocida risposta di Putin. Essa contempla un mondo senza la Russia e contro la Cina. Secondo la previsione di “Limes”, “se l’America vincerà questa semifinale sbarazzandosi di Putin – fors’anche della Russia – potrà concentrarsi sulla partita del secolo contro la Cina privata dello scudo russo , circondata per terra e per mare”.
Questo è il futuro che ci viene prospettato, che spiega le posizioni che sulla guerra abbiamo preso fin qui. Ma noi possiamo accettare questo? Possiamo accettare che la guerra accada non per un artificio della nostra cultura ancora così primitiva, ma per una necessità di natura? Possiamo rinunciare al ripudio della guerra? Possiamo adattarci a un mondo dove, come dicono i cinesi, l’Europa obbedisce alla pulsione che la spinge a volere un solo vincitore definitivo e despota del mondo intero? Possiamo desiderare un mondo senza la Russia e in lotta contro la Cina? Se non lo vogliamo dobbiamo inserirci nel varco aperto da Macron, forse anche dalla Germania di Scholz e della Merkel, e immaginare e lottare per un progetto alternativo. È questo il compito che ci resta da assolvere.
Nel sito pubblichiamo l’articolo di Domenico Gallo sulla “Santa alleanza di Ramstein”, uno di Raniero La Valle “Liberare gli altri per salvare sé stessi”, un appello del premio Nobel per la pace Adolfo Perez Ezquivel “Disarmare la ragione armata”, un articolo di Roberta De Monticelli “La Russia confina con Dio” e la lettera al papa per un’ambasceria da mandare a Biden e Putin integrata con le ultime firme (non coincidenti con quelle registrate da Change.org).
Cordiali saluti,

www.costituenteterra.it
———————-
68c521c6-7933-4dbb-9e94-807b986cabc6
El mundo en manos de irresponsables?
DISARMARE LA RAGIONE ARMATA

11 MAGGIO 2022 / EDITORE / DICONO LA LORO /
La humanidad vive tiempos de incertidumbre, los avances tecnológicos y científicos han acelerado el tiempo que cambia la realidad, donde el presente condiciona el futuro y tener conciencia que lo que sembramos recogemos. La carrera armamentista desgraciadamente es una realidad, buscan seguridad, cada día más insegura.

Vuelve a desatarse la tragedia de Caín y Abel a través del tiempo sin tiempo. Las sagradas escrituras nos muestran el camino que Dios dio al ser humano, “la libertad” y es éste quien decide el camino a seguir entre luces y sombras. La humanidad sufre 25 guerras en diversas partes del mundo, como la de Ucrania y Rusia en una escalada cada vez más peligrosa y cruenta, con peligro que se desate una guerra nuclear.

La II Guerra Mundial marcó para siempre la vida planetaria, las bombas atómicas arrojadas sobre Hiroshima y Nagasaki fueron determinante para el mundo que dejo de ser lo que era y aún con las heridas sangrantes se sumaron otras guerras y conflictos con total desprecio a la vida humana.

¿Olvidaron lo vivido y sufrido?- es como un espejo roto en mil pedazos – ¿Olvidaron el Holocausto, los campos de concentración, los millones de muertos?-¿Olvidaron la Guerra de Vietnam, la guerra entre Israel y Palestina, como otras más que se sumaron a la tragedia de la humanidad?. Es urgente oír el clamor de los pueblos y llamar a la memoria de las nuevas generaciones.

Hay que optar entre la “bomba o la Vida”, para optar por la Vida los pueblos deben rebelarse y no permitir que los sometan y dominen, asumirse como protagonistas de sus propias vidas y constructores de su historia.

Se apagó el faro de la misericordia y la dignidad, sumergieron la humanidad en el oscurantismo, la incertidumbre y el dolor violando los derechos de la persona y de los pueblos.

Los irresponsables tienen rostros y llevan el sello de la bestia 666 en sus frentes y almas, van destrozando vidas, pueblos, se niegan a ver los rostros de hombres, mujeres, niños/as que cuestionan e interpelan y reclaman un lugar digno para vivir en Paz. Están ciegos por la soberbia del poder y el odio y buscan justificar lo injustificable.

Quienes son los responsables de la guerra entre Ucrania y Rusia? Putin, Zelinsky?-Es necesario ver más profundo y poner al descubierto el manejo siniestro del poder dominación mundial de los EEUU, la UE y la OTAN que en forma directa e indirecta ya están involucrados en la guerra.

Los pueblos de Europa deben despertar y no ser satélite de los EEUU y la OTAN que los arrastra al desastre.

Rusia debe parar la guerra, establecer una tregua conjuntamente con la ONU nombrar una comisión de mediación internacional para lograr fronteras seguras y no ser devorado. Esa decisión no puede ser unilateral, debe ser compartida por las potencias involucradas en la guerra y generar espacios de diálogo y soluciones justas para las partes.

El Orden Mundial actual es el mayor desorden mundial.

Ucrania es el peón en el tablero del poder de las grandes potencias, su pueblo es víctima de la guerra, no les interesa los muertos, los refugiados, la destrucción de las ciudades, hay que alimentar la guerra con más armas y dinero, la Bestia no se sacia con la sangre derramada, exige más y más.

Los EEUU y la OTAN en su voracidad de dominar el mundo buscan imponer su política, económica y militar y destruir a sus oponentes, la realidad enseña que las grandes potencias no tienen amigo ni aliados, tienen intereses, basta ver su accionar en el mundo.

Europa ha perdido identidad y valores y depositado en la OTAN su destino. Los pueblos deben saber que ningún ejército es garante de la Paz.

En esta confrontación las amenazas y peligros crecientes de una guerra nuclear afecta a todos los países grandes y pequeños, ricos y pobres, las distancias no cuentan y ponen al mundo en el límite de la existencia planetaria. Todas las potencias involucradas poseen armas nucleares y están dispuestas a utilizarlas sin medir las consecuencias.

Es un grave error considerar a “Rusia, un Oso con rugido de ratón“ y a China un “Tigre de papel”.

El faro de la ONU permanece apagado, hay que ayudarle a despertar y volver a encenderlo para que ilumine a la humanidad antes que sea tarde. En otras notas señale que: “todos saben cómo comienzan las guerras, nadie sabe cómo terminan”. No es posible que los gobiernos gasten recursos en enviar armas a Ucrania para incrementar el conflicto y no tengan el coraje de presentar alternativas para poner fin a la guerra y que todo dependa de las decisiones de los EEUU.

La Paz no se regala se construye, se necesita mucho coraje y sabiduría para alcanzarla. Es urgente “desarmar la razón armada”, hacer posible lo imposible, “transformar las armas en arados”- (Isaias)

Muchas voces en el mundo reclaman el fin de las guerras que afectan a la humanidad y la urgencia de sumar esfuerzos y recursos para combatir el hambre, la pobreza y la desigualdad social. Voces que no son escuchadas por gobiernos irresponsables y por los medios hegemónicos de comunicación .

La solución es política. Los pueblos sufren la violencia de gobiernos que los arrastra a la guerra. Es urgente la unidad en la diversidad y ser protagonistas, levantar y hacer suyo la proclama de la ONU en 1945: “Nosotros los pueblos del mundo” A preservar a las generaciones venideras del flagelo de la guerra que dos veces durante nuestra vida ha infligido a la humanidad sufrimientos indecibles…”

Es un error acorralar a Rusia con sanciones comerciales , censurar su cultura y a los deportistas y suspender a Rusia en la Comisión de Derechos Humanos de la ONU y guardar silencio de las atrocidades y violaciones de los DDHH y de los pueblos cometidas por quienes votaron las sanciones contra Rusia. El Evangelio dice: Aquel que esté libre de culpa que arroje la primera piedra “

Es necesario que los gobiernos tengan valores éticos y coraje para no degradarse y caer en la hipocrecía.

Los pueblos no pueden ser indiferentes y espectadores de la tragedia que vive la humanidad. Es necesaria la rebeldía para evitar ser arrastrados a otro holocausto.

Como dice el antiguo proverbio- “La noche más oscura es cuando comienza el amanecer”

Adolfo Pérez Esquivel

3-5-22
—————-

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>