Che succede?

29c6c4d9-c5a2-4dff-9e16-4a016e78b82fc3dem_banner_04CAPIRE LA DEMOCRAZIA. E DIFENDERLA
19 Maggio 2022 su C3dem
Gianfranco Pasquino spiega perché Putin piace alla destra e a certa sinistra: “Lo Zar piace a una destra che non capisce la democrazia” (Domani). Tema ripreso da Moises Naim nella sua riflessione su “La crisi della democrazia” (Repubblica) e da Angelo Panebianco: “L’Europa a un bivio” (Corriere della sera). POLITICA ESTERA E 5 STELLE: Antonio Polito commenta il voto nella Commissione Esteri del Senato: “Gli effetti collaterali” (Corriere della sera). Federico Capurso, “La sconfitta di Conte” (La Stampa). Emanuele Buzzi, “Conte: una bassa manovra. Avevo avvisato Draghi…” (Corriere). Lina Palmerini, “Una sconfitta e due passaggi ad alto rischio per l’unità M5S” (Sole 24 ore). Carlo Bertini, “Uscita dei 5S e voto a ottobre, i timori di Draghi e Letta” (La Stampa). Stefano Folli, “Ambiguità sull’Ucraina. Il governo è più debole” (Repubblica). Claudio Cerasa, “Meloni-Letta contro Salvini-Conte” (Foglio). NORD EUROPA E NATO: Danna Marin (premier finlandese), “Vogliamo un futuro sicuro. Putin deve essere fermato, da solo non lo farà mai” (intervista al Corriere della sera). Giovanna Vitale, “Sanna Marin a pranzo vede Letta e Conte: ‘Votate in fretta sull’Alleanza’” (Repubblica). PD: Daniela Preziosi, “Per Letta l’alleanza con M5S dovrà reggere. Sul referendum 5 No, ma senza litigare” (Domani). IDEE: Matteo Maria Zuppi, “Il buio della guerra e la fede da fitness” (intervento a Torino su Bonhoeffer – Il Fatto). Ferruccio De Bortoli, “La libertà è fatta di relazioni” (sul libro di Giaccardi e Magatti – Corriere). Cristina Dell’Acqua, “Le lezioni eterne sulla guerra dei Persiani di Eschilo” (Corriere della sera).
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DISSIDENTI RUSSI, GRANO UCRAINO, PROGETTI DI PACE
19 Maggio 2022 su C3dem
Anna Zafesova, “Slogan e rivolte anticensura. Gli Urali, patria dei dissidenti” (La Stampa). Francesco Semprini, “Un maxi corridoio umanitario per liberare il grano di Kiev” (La Stampa). Gianluca De Feo, “Lo stallo al fronte giova alle trattative” (Repubblica). Tommaso Ciriaco, “La pace in 4 tappe. Il piano del governo italiano inviato all’Onu” (Repubblica). Mario Giro, “Guerra in Ucraina, solo la cultura può fermare l’odio” (Domani). Daniela Fassini, “Nonviolenza. ‘Saremo a Kiev l’11 luglio, san Benedetto patrono d’Europa” (Avvenire). Enrico Lenzi, “Mons. Gallagher in Ucraina” (Avvenire). IL DIBATTITO SULLA GUERRA E LA PACE: Marco Minniti, “Il Mediterraneo per la pace” (Repubblica). Giovanni Maria Flick, “Non va oltrepassata la legittima difesa” (intervista a Avvenire). Roberto Gressi, “Le troppe scuse per giustificare lo Zar” (Corriere). Marco Bascetta, “Torna la logica dei blocchi e dei ricatti” (Manifesto). Gianni Cuperlo, “La sconfitta di Putin è davvero una possibilità?” (Domani). Dialogo tra quattro studiosi americani: “Come si ferma Putin” (Foglio). SANZIONI ED ECONOMIA: David Carretta, “Ue, come si esce dall’empass dell’energia” (Foglio). Beda Romano, “L’Ue mobilita 300 miliardi per dire addio all’energia russa” (Sole 24 ore). Federico Fubini, “Pil e inflazione. I dati pessimi delle dittature” (Corriere della sera). Renato Brunetta, “L’Europa si regge soltanto su un patto Roma-Parigi-Berlino” (Milano Finanza). Innocenzo Cipolletta, “La crescita preoccupa più dell’inflazione” (Domani).
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ESEMPI DI UN PARLAMENTO INADEGUATO
17 Maggio 2022 su C3dem
Mauro Calise, “La guerra con i partiti fragili” (Mattino). Sabino Cassese, “La Camera e il Senato possono fare molto di più (e meno peggio). Quattro esempi” (Corriere della sera). Salvatore Vassallo, “I partiti che usano i sondaggi dovrebbero prima capirli” (Domani). Marco Zatterin, “Crescita dimezzata, l’Italia sotto esame” (La Stampa). Alessandro Campi, “I politici improvvisati un danno per il Sud” (Mattino). Stefano Folli, “Perché Letta e Di Maio escluderanno Conte” (Repubblica). Andrea Carugati, “No di M5s, Sinistra, Lega: sulle armi non c’è più maggioranza” (Manifesto). Aldo Torchiaro, “Giustizia, il Pd si spacca sui referendum” (Il Riformista). Stefano Ceccanti, Enrico Morando: “Caro Letta, ripensaci. Il No al referendum sulla giustizia è un guaio” (Foglio). Gaetano Azzariti, “Onida, ci mancherà il suo pragmatismo militante” (Manifesto). UCRAINA/RUSSIA/NATO: Francesco Semprini, “L’Ucraina non vuole la tregua: permetterebbe ai russi di riposizionarsi” (Corriere della sera). Tonia Mastrobuoni, “Sì svedese all’Alleanza. Stoltenberg: l’Ucraina può vincere la guerra” (Repubblica). Claudio Cerasa, “Armare ancora Kiev per avere la pace” (Foglio). Nathalie Tocci, “Uno scudo europeo per gli scandinavi” (La Stampa). Stefano Stefanini, “Il gioco pericoloso di Ankara nell’Alleanza: minaccia il veto per Svezia e Finlandia” (La Stampa). Domenico Quirico, “Impossibile restare neutrali” (La Stampa). Vincenzo Camporini, “La Nato troppo forte? No, se anche l’Europa è più forte” (intervista a Il Riformista). Ivan Kristev, “Scompare la zona grigia. L’unica responsabile è Mosca” (intervista a La Stampa). Luigi Ferrajoli, “Guerra ucraina, il sogno oppure l’incubo?” (Manifesto). Robert Kaplan, “Xi è in difficoltà, ora non può aumentare il suo sostegno a Putin” (intervista a Repubblica). EUROPA/MONDO: Sergio Fabbrini, “Davanti alla sfida sovranista e alla crisi l’Europa deve darsi una nuova identità” (prefazione a un libro di G. Armillei – Il Quotidiano). Andrea Bonanni, “Il ricatto di Orban e il vincolo dell’unanimità” (Repubblica). Stefano Montefiori, “Donna, ‘veterana’ e di sinistra. Macron sceglie Borne come premier” (Corriere della sera). Maurizio Ambrosini, “Suprematismo mala pianta” (Avvenire).
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Matteo Maria Zuppi, “

Il buio della guerra e la fede da fitness


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L’arma dell’ascolto
Marianella Sclavi su Sbilanciamoci
Maggio 2022 | Sezione: Europa, primo piano
Non è facile il dialogo tra “noi” pacifisti italiani arrivati in Ucraina a portare aiuti e “loro”, gli ucraini sotto l’attacco della Russia. Lo potremmo sintetizzare in questo scambio, che insegna molto sull’arte di ascoltare.

NOI: “Noi sentiamo l’esigenza di non limitarci a mandarvi armi, ma di esserci, qui con voi, accanto a voi. Vogliamo sapere cosa ne pensate dell’idea di organizzare una grande presenza nonviolenta a Kiev, di cittadini di tutti i paesi europei che vengono a mettere in gioco il proprio corpo, la propria vita, accanto alla vostra, a sfidare accanto a voi l’aggressore, con l’arma della nonviolenza”.

LORO (dubitativi e allarmati): “Se questo fosse accaduto il secondo giorno dall’aggressione, quando gli abitanti delle prime città invase dai carri armati sono scesi in strada urlando loro di andarsene, riuscendo a farli arretrare, avrebbe avuto senso. Adesso è troppo tardi. Adesso una tale azione rischia di mettere in secondo piano quella che è in assoluto la nostra più vitale priorità: bloccare la loro invasione sul piano militare”.

NOI: “D’accordo con voi che le uniche ragioni che Putin capisce sono quelle della forza. Non è tipo col quale sedersi al tavolo a ragionare. Ma anche la nonviolenza è una forza, quando si manifesta nella presenza di migliaia di persone che hanno il coraggio di mettersi personalmente in gioco. Di fronte a cinquemila persone (come minimo) che dentro il territorio bellico manifestano pacificamente e coraggiosamente solidarietà con la resistenza del popolo ucraino, non credete che la minaccia di usare l’arma nucleare risulterebbe ridicola? I dittatori hanno più paura del ridicolo che delle armi e dei giudizi morali dei benpensanti”.

LORO: “Presenterebbe la vostra manifestazione come una ennesima “manipolazione occidentale”, un’altra “Piazza Maidan” organizzata dal governo Usa. E la stragrande maggioranza dei russi gli crederebbe. Il regalo che Putin ci ha fatto è stato di far di noi un popolo unito come non mai, unito e determinato anche a morire pur di non sottomettersi. Questa è la nostra forza attuale che ci fa sentire invincibili. Al negoziato si arriva unicamente con più armi e più sanzioni”,

NOI: “Ma se ai negoziati si arriva unicamente come esito del conflitto bellico, saranno solo i capi di governo e i signori della guerra a sedersi a quel tavolo e sappiamo già quale saranno i suoi contenuti e i suoi esiti, ovvero il perpetuarsi delle ostilità e la possibile ripresa della guerra ad ogni momento (vedi gli Accordi di Dayton che misero fine alla guerra nell’ex Jugoslavia). Invece all’ordine del giorno bisogna mettere come europei proprio l’idea di cambiare radicalmente il contesto politico, sociale, economico, che ha reso possibile l’aggressione. A quel tavolo deve esserci la presenza della società civile nonviolenta”.

LORO: “Siamo d’accordo, ma non è la nostra priorità in questo momento. E’ la vostra. Cambiate l’assetto dell’Europa nel senso che dite e noi siamo d’accordo”.

NOI: “Va bene. Mettiamola così: noi riteniamo fondamentale già oggi costruire gli Stati Uniti d’Europa che in futuro comprendano anche la Russia, dotati di un esercito difensivo e di Corpi civili di pace in grado di intervenire efficacemente nei conflitti al loro nascere. La Nato va superata, va eliminata come è successo al Patto di Varsavia. Sono espressioni della guerra fredda e non fanno che perpetuarla. Ma per fare questo non basta raccogliere firme e neppure partecipare a convegni o reclamare una nuova Conferenza di Helsinki, che nel 1975 aveva già deciso tutte le cose giuste rimaste sulla carta”.

LORO: “Noi siamo nonviolenti, amanti della pace costretti a difenderci con la violenza. Manifestate in massa perché i vostri governi ci diano più armi, mettano in atto più sanzioni e usino questo per arrivare ai negoziati al più presto possibile”.

NOI: “Per trasformazioni così radicali, per vincere le resistenze, perché la forza delle armi non annulli quella della nonviolenza, sono necessari atti clamorosi di coraggio messi in atto là dove è richiesto coraggio. Siamo convinti che una grande manifestazione a Kiev può avere delle ripercussioni molto più potenti che non decine di manifestazioni a Bruxelles”.

LORO: “Sì, forse sulle società e governi europei”.

NOI: “Non sopportiamo di sentirci come il popolo romano al Colosseo che guarda i gladiatori che lottano contro le bestie inferocite e si limitano ad alzare il pollice. Voi adesso siete i gladiatori d’Europa. Non è giusto, ci fa sentire dei vigliacchi. L’idea resta quella della grande manifestazione dei 5000 a Kiev”.

LORO (finalmente benevolenti). “Se lo fate, vi diamo una mano”.
NOI: “Oltre alle armi per la difesa violenta, anche le armi per abbracciarci: More arms for more hugs” è un possibile slogan”.

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