Auguri di buona Pasqua di Resurrezione con l’ottimismo della volontà

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di Franco Meloni
Piova, grandini, nevichi o splenda il sole, faccia freddo o caldo… Auguri! In situazioni di tremenda guerra perché finisca o nella serenità della Pace perché continui… Auguri! Comunque Auguri di Pasqua di Resurrezione! Che per tutti possa essere Resurrezione! Che il Cristo risorto possa portare a tutti la Pace! In certa misura dipende da ciascuno di noi. Almeno per un momento in questa Santa Pasqua troviamo gioia e conforto nel sentirci fratelli e sorelle, in sintonia nella Terra nostra patria.
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Sappiamo bene quanto questo comune anelito di Pace contrasti con le situazioni di conflittualità diffuse nel Pianeta. Non solo quindi nell’Ucraina, sconvolta da un’inutile sanguinosa guerra cominciata formalmente un anno fa con l’aggressione russa. Tra tutti i conflitti soffermiamoci di quello in atto in Israele e Palestina.
Tutti gli osservatori internazionali da tempo sostengono che sarà sempre peggio. E così è! L’ultimo attentato terroristico di venerdì, dove è rimasto vittima il nostro connazionale, con almeno sette feriti, lo conferma. Condanna senza attenuanti dell’atto terroristico, di quanti lo hanno attuato e provocato. E insieme richiesta pressante perché cessino i comportamenti di quanti determinano i presupposti della situazione conflittuale. In modo particolare evidentemente ci riferiamo alle politiche del governo israeliano, che vanno in direzione contraria alla ricerca della pacifica convivenza dei popoli di Israele e Palestina. Per quanto ci riguarda, come italiani, chiediamo che il nostro governo si attivi in tal senso, quello virtuoso, del rispetto dei diritti democratici, unitamente agli altri governi europei. Ieri il nostro ministro degli Esteri ha dichiarato: “Fino a quando Hamas continua a soffiare sul fuoco c’è il rischio di una impennata” rimarcando che “bisogna lavorare affinché ciò non accada” e “fare di tutto perché la situazione sia meno tesa”. Ma non si tratta solo di Hamas. Considerando le forze in campo, il primo che deve assumersi tale responsabilità è appunto il governo israeliano! In questa direzione anche noi ci esprimiamo in sintonia con i movimenti pacifisti israeliani e palestinesi. E di tutto il mondo. In argomento vogliano ancora una volta fare nostre le parole di mons. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, nel messaggio inviato di recente a una comunità ecumenica di Bergamo, impegnata a sostegno della Pace in Israele e Palestina.

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“Voglio unirmi a voi qui da Gerusalemme per la vostra preghiera per la pace in Terrasanta. Una pace molto attesa e voluta, non so se sempre da tutti ricercata, e che comunque resta il bene più prezioso che ci manca e di cui abbiamo estremo bisogno. La vostra preghiera è un momento di grande solidarietà che apprezziamo, di cui abbiamo bisogno e che forse è l’unica risorsa che in questo momento abbiamo.

Divisioni e violenza
Stiamo vivendo momenti difficili dal punto di vista politico e sociale: si va verso un deterioramento delle già quasi inesistenti relazioni tra i due popoli e soprattutto a una frammentazione della vita sociale.

Abbiamo da un lato – ed è la cosa che più preoccupa – una sempre più profonda sfiducia tra le due popolazioni, quella israeliana e palestinese. Ormai, è molto difficile parlare di pace, prospettive, speranza. Sono cose necessarie ma è difficile essere credibili quando si parla di questo proprio a causa della profonda sfiducia che è frutto di tanti fallimenti, tradimenti anche, dei cosiddetti accordi di pace.

I due popoli sono divisi e divise sono al loro interno la comunità israeliana e quella palestinese
Preoccupa anche la divisione all’interno delle due società: di quella israeliana spaccata in due, tra religiosi e laici, non soltanto per motivi partitici ma soprattutto per la divisione sull’idea stessa della identità che lo Stato d’Israele deve avere. Ma anche nella società palestinese: la frammentazione ormai è sempre più evidente non solo fra Gaza e la Cisgiordania ma anche all’interno della Cisgiordania.

Ecco, questa situazione alimenta una sempre maggiore violenza. In questo periodo abbiamo avuto un numero di morti che ci riporta ai tempi della seconda Intifada e purtroppo temo che la violenza continuerà e aumenterà di molto. Non sarà una nuova Intifada come l’abbiamo vista nelle due precedenti ma sarà comunque una violenza organizzata dai diversi gruppi a causa proprio della frammentazione di cui parlavo e della mancanza di una leadership unitaria da entrambi i lati.

In questa situazione, i cristiani
Tutto questo è preoccupante e pone alla nostra piccola comunità cristiana tanti problemi e domande: come stare dentro queste situazioni? Cosa deve dire come Chiesa? Abbiamo già parlato tanto ma possiamo ripetere sempre le stesse cose contro l’occupazione, a favore della sicurezza e così via? Siamo in una fase in cui un po’ tutti sentiamo il bisogno di ripensare il linguaggio e ripensare anche il nostro atteggiamento dentro queste vicende molto gravi e difficili. Però non disperiamo.

Ho visto e continuo a vedere – visitando le parrocchie e le realtà del territorio – tantissime associazioni, movimenti, persone che hanno voglia di mettersi in gioco, che non rinunciano a voler credere che si possa fare qualcosa, nei quali la sfiducia non ha attecchito. La preoccupazione principale è proprio questa, che la sfiducia, che la violenza entri dentro il cuore delle persone e diventi un modo di pensare.

Bisogna mantenere una piccola rete di anticorpi nel territorio
Credo che la prima cosa che dobbiamo fare sia lavorare con tutte le persone possibili – cristiani, ebrei, musulmani – perché si possa mantenere una piccola rete di anticorpi nel territorio che, nonostante tutto, lavorano non per costruire barriere ideologiche o fisiche ma per dare vita a relazioni e in futuro serviranno a ricostruire le prospettive di questo Paese, in modo diverso da quelle del passato. Un futuro con l’idea di due popoli, quello ebraico e palestinese, che non sono destinati ma chiamati dalla Provvidenza a vivere l’uno accanto all’altro nel modo più pacifico e sereno possibile.

La vostra preghiera è dunque molto importante. Celebriamo quest’anno i sessant’anni della Pacem in Terris, che è stato il documento che ha cambiato il modo della Chiesa di stare nel mondo e di parlare della pace e noi oggi, a distanza di allora, dobbiamo essere figli credibili di quel documento, che è stato così importante e che ancora oggi accompagna la vita di molte comunità. Sono sicuro che anche da Bergamo potremo ricevere contributi nella riflessione e soprattutto nella preghiera, perché questa piccola comunità di Terrasanta possa continuare a dare la sua piccola ma bella testimonianza di fede ma soprattutto di speranza.
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Buona Pasqua a tutte e tutti con i *14 GRAZIE* con cui Papa Francesco ha voluto concludere la via Crucis del venerdi santo:
*Grazie*, Signore Gesù, per la mitezza che confonde la prepotenza.
*Grazie*, per il coraggio con cui hai abbracciato la croce.
*Grazie*, per la pace che sgorga dalle tue ferite.
*Grazie*, per averci donato come nostra Madre la tua santa Madre.
*Grazie*, per l’amore mostrato davanti al tradimento.
*Grazie*, per aver mutato le lacrime in sorriso.
*Grazie*, per aver amato tutti senza escludere nessuno.
*Grazie*, per la speranza che infondi nell’ora della prova.
*Grazie*, per la misericordia che risana le miserie.
*Grazie*, per esserti spogliato di tutto per arricchirci.
*Grazie*, per aver mutato la croce in albero di vita.
*Grazie*, per il perdono che hai offerto ai tuoi uccisori.
*Grazie*, per avere sconfitto la morte.
*Grazie*, Signore Gesù, per la luce che hai acceso nelle nostre notti e riconciliando ogni divisione ci ha reso
tutti fratelli, figli dello stesso Padre che sta nei cieli.

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Israele e Palestina
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Il direttore di Rocca, Mariano Borgognoni, nell’editoriale dell’ultimo numero di Rocca preannuncia, a partire dal prossimo numero, un approfondimento della questione israelo-palestinese, anticipando questo impegno con la copertina della rivista: “Abbiamo voluto dedicare la copertina a quella grande parte del popolo israeliano che, con una mobilitazione senza eguali nella storia di quel Paese, ha per ora bloccato la riforma di Netanyahu, volta ad azzerare i poteri della Corte Suprema (il Parlamento, oltre a scegliere i giudici, potrebbe annullare le decisioni della Corte). La partita tuttavia rimane drammaticamente aperta. (…) approfondiremo la questione con l’attenzione che merita per l’importanza che, da diversi punti di vista, rivestono quel Paese e quella tormentata area del mondo”. In piena sintonia con gli amici di Rocca e della Pro Civitate Christiana di Assisi, ai quali ci legano consolidati rapporti di amicizia e collaborazione, vogliamo con Aladinpensiero unirci a tale programma, sia “rimbalzando” gli articoli che Rocca proporrà, sia proponendone altri di carattere documentale, di analisi e opinioni. In questo contesto siamo anche impegnati a segnalare e sostenere le iniziative della Caritas diocesana di Cagliari che al termine di un Pellegrinaggio in Terrasanta, tenutosi tra la fine dello scorso dicembre e l’inizio del nuovo anno, ha deciso di partecipare a programmi di solidarietà con il popolo palestinese, proposti dalla Caritas di Gerusalemme, rivolti soprattutto ai giovani palestinesi e alle persone di quelle zone in situazione di particolare disagio. Non solo quindi documentazione, dibattito e confronto di idee ma anche concreta operatività, per quanto possiamo fare.
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Cominciamo questa attività con la segnalazione di un importante documento, un dossier su “Apartheid in Israele – Appello urgente alle Chiese di tutto il mondo” redatto da Kairos Palestina e Global Kairos for Justice – 2022 e così firmato:
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e, di seguito, alcuni articoli di Avvenire che danno conto di importanti iniziative di solidarietà in Palestina.
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APPELLO URGENTE
ALLE CHIESE
DI TUTTO IL MONDO

UN DOSSIER SU APARTHEID IN ISRAELE Per scaricare il testo pdf dell’Appello: https://smips.org/2023/03/24/appello-urgentealle-chiesedi-tutto-il-mondo/
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avvenire-it_logoSolidarietà. Caritas-Focsiv insieme in Terra Santa per ripartire dai giovani
Luca Geronico, inviato a Gerusalemme e Betlemme sabato 1 aprile 2023
L’accesso per tutti all’istruzione, in Cisgiordania come in Israele, è la chiave dei progetti che si sviluppano intono alle nuove generazioni. «Quello che hanno smarrito è la speranza»
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L’iniziativa. Betlemme: pane, amore e sviluppo
Luca Geronico, inviato a Betlemme martedì 4 aprile 2023
Il forno dei salesiani da più di un secolo è punto di riferimento nella città. Le Ong: «Un’impresa sociale da seguire» Martedì 4 aprile su Tv2000 e Radio InBlu la maratona di solidarietà «Insieme per gli ultimi»
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f23ce055-7b07-470f-80aa-a68917feb7f1Democrazia fragile in Israele. Speranza nei giovani
3 Aprile 2023 by Fabio | su C3dem.
La democrazia in Israele è fragile, i giovani la salveranno:
Francesca Caferri, In piazza con Grossman “La democrazia è fragile i giovani la salveranno” (la Repubblica).
- David Grossman.
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ffd713e0-6677-4082-a5ad-0478fb5c68bcEvento venerdì 21 aprile 2023.
L’incontro, dal titolo “Laicità e laicismo: una questione aperta”, si terrà venerdì 21 aprile 2023, alle ore 17.30, nell’Aula magna della Facoltà Teologica della Sardegna. Dopo i saluti del Preside della Facoltà, Mario Farci, interverrà Luca Diotallevi, docente ordinario di Sociologia all’Università Roma Tre. Modererà il giornalista Franco Siddi. L’evento è organizzato dalla Facoltà Teologica della Sardegna e dall’Associazione Suor Giuseppina Nicoli, con la collaborazione degli Amici del Cammino sinodale.
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