Giornata mondiale delle comunicazioni sociale in Cammino Sinodale

ea19d8e7-5942-4f98-bae0-8afe5998ffb5img_3122img_3196img_3206 di Franco Meloni.
Un’iniziativa davvero interessante, direi giusta! Ne colgo solo alcuni aspetti, sicuramente in misura riduttiva rispetto alla ricchezza dei contenuti trattati. Innanzitutto mi è piaciuto che “per esplicito desiderio dell’Arcivescovo” sia stata inserita nel “Cammino sinodale” promosso dalla Chiesa, particolarmente nel percorso rivolto agli operatori della comunicazione. Non è un fatto ovvio, purtroppo non lo è, in considerazione che il Sinodo da troppe persone, tra di esse anche molti presbiteri, è considerato un “adempimento” come un altro, negandone così l’importanza fondamentale per la missione della Chiesa. Giova al riguardo riportare le parole di Papa Francesco: “il cammino della sinodalita’ è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”. Grazie al Vescovo Giuseppe Baturi per questa giustaimg_3183 impostazione e Grazie a don Giulio Madeddu (a Maria Luisa Sechi, Andrea Pala e a tutti i collaboratori dell’ufficio diocesano della comunicazione) per averla concretizzata. Lascio ad altri le opportune riflessioni che a partire dalla relazione di Vincenzo Corrado e dai numerosi e interessanti successivi interventi proseguiranno ulteriormente il dibattito. Spero che tutto il materiale venga messo a disposizione, confidando come consuetudine nel prezioso lavoro di Maria Chiara Cugusi. In un post successivo lascio un’altra riflessione, anch’essa parziale” che mi ha stimolato nella partecipazione all’odierna iniziativa.

La Chiesa della nostra Diocesi vuole migliorare la sua capacità di comunicazione, con le persone e col mondo. A questi fini chiede ai giornalisti: come superare l’ecclesialese? I giornalisti sono a loro volta in ambasce perché anch’essi trovano difficoltà a trovare linguaggi comprensivi nel mondo attuale. Va bene un confronto continuo, un comune impegno di ASCOLTO proprio come prevede il CAMMINO SINODALE. A proposito del linguaggio mi è venuto alla mente quanto raccomandava Luigi Pintor ai redattori del Manifesto: “un linguaggio piano, come quello di Gesù, che ha fatto intravedere il Regno dei Cieli parlando di senape e di lievito, di pesci e di reti”. Pintor faceva riferimento al Vangelo come “manuale su cui misurare la prosa”. È un insegnamento davvero quanto mai attuale. Saludos da Franco Meloni.

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