Documentazione. Convegno dell’Ucsi in occasione del X anniversario della visita in Sardegna di Papa Francesco

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PONTIFICIA FACOLTÀ TEOLOGICA DELLA SARDEGNA
Incontro UCSI
X Anniversario della visita di Papa Francesco in Sardegna
Aula Magna – 21 settembre 2023
Saluto del Preside Prof. Don Mario Farci

A nome di tutta la Comunità accademica do il benvenuto a tutti i presenti, in modo particolare, ai relatori di questo pomeriggio – Andrea Tornielli, Nicola Pirina, alla vicepresidente dell’UCSI Sardegna Stella Locci, che modererà l’incontro, e a tutti i membri dell’UCSI della nostra Isola con il loro Presidente il dott. Andrea Pala.
Da tempo la nostra Facoltà intrattiene con l’UCSI relazioni cordiali di amicizia e collaborazione. L’appuntamento di oggi è l’occasione per ribadire la nostra disponibilità a “camminare insieme”: la Facoltà Teologica è di tutta l’Isola, della Chiesa Sarda, quindi anche dei giornalisti cattolici; è aperta a chiunque voglia entrare relazione con questa Istituzione accademica.
Dieci anni fa, il 22 settembre 2013, in quest’Aula Magna si realizzava l’incontro di Papa Francesco con il mondo della cultura isolano. Non credo di esagerare se dico che è stato in un evento “storico”, non solo per la Sardegna. La visita a Cagliari, infatti, corrisponde al secondo viaggio apostolico del Papa in Italia (dopo quello a Lampedusa dell’8/07/13) e al terzo viaggio in assoluto (dopo Lampedusa, infatti, il Papa volò a Rio de Janeiro per la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, che si tenne nei giorni 22-29/07/2013); qui, però, si è realizzata la prima visita di Papa Francesco a una comunità accademica. Nel suo discorso, che – sono sicuro – tutti noi abbiamo riletto in preparazione dell’incontro di oggi, Papa Francesco coniuga la riflessione sulla missione della Teologia e dell’Università in generale con alcuni temi classici del suo pontificato. Nelle sue parole, si trovano anticipati, per esempio, alcuni spunti della Evangelii gaudium – l’Esortazione Apostolica che costituisce la Magna Charta della missione della Chiesa in questi anni e che il Papa pubblicherà due mesi dopo –, della Veritatis gaudium (soprattutto del suo Proemio) – Esortazione Apostolica circa le Università e le Facoltà ecclesiastiche che il Papa pubblicherà cinque anni dopo) – , ma anche – sorprendentemente! – del cammino sinodale che la Chiesa sta compiendo in questi anni (non mi soffermo su questo punto, perché vorrei farne cenno nella Prolusione in occasione dell’apertura del prossimo Anno Accademico che si terrà il 23 del mese prossimo, alla quale vi invito già da ora!). Si tratta quindi di un discorso fondamentale, per la Teologia e per la Storia! Un collega, che insegna in un’altra Facoltà teologica italiana, mi ha detto che nel corso di Introduzione alla Teologia, per spiegare agli studenti che iniziano il loro cammino cosa sia la Teologia oggi, fa riferimento proprio alle parole che il Papa ha pronunciato in questa Aula Magna.
Del resto, credo si tratti di proposte quanto mai attuali. Senza riprendere nei particolari tutti i contenuti, basta dare uno sguardo allo schema seguito dal Papa per rendercene conto: l’Università come “luogo del discernimento”, in cui si apprende la sapienza, si impara a vivere, si costruisce un mondo più umano; così l’Università diviene il “luogo della prossimità”, in cui lo studio serve ad aprire orizzonti, a costruire incontri, a insegnare l’autentico dialogo; l’Università come “luogo di formazione alla solidarietà”, perché a questo in fondo deve condurre il nostro studio. Non si tratta di slogan o di parole vuote: queste erano e rimangono le sfide da affrontare. Particolarmente importanti – permettetemi di dirlo – nella nostra terra. Noi sardi, infatti, per un verso ci troviamo al centro del Mediterraneo, crocevia di popoli e di culture; per altro verso, vivendo in un’Isola – e forse anche a causa di un’eredità culturale – corriamo il rischio della chiusura. Le parole del Papa allora suonano davvero come una sfida; personalmente le sento come un’ispirazione e uno stimolo a elaborare un pensiero nuovo, a ripensare categorie di interpretazione e di azione.
Davanti alla situazione attuale – ci ricordava ancora il Papa – corriamo il rischio della rassegnazione e della disillusione come i discepoli di Emmaus, di lasciarci ingabbiare dal pessimismo, di considerare davanti alla crisi solo l’aspetto del pericolo e non quello di opportunità, oppure di procedere per inerzia, ripetendo clichés consolidati per non smuoverci al di là di quello che noi sardi chiamiamo “su connottu”. Invece c’è solo una via da percorrere: “Cercare e trovare vie di speranza, che aprano orizzonti nuovi alla nostra società”, ci ha detto il Papa. Questo è anche l’augurio che faccio anzitutto alla Facoltà, che ho l’onore di rappresentare, e a tutti voi qui convenuti: l’incontro di questo pomeriggio non ci serva solo a ripercorrere un evento passato, ma – considerato nei suoi aspetti profetici – ci aiuti a rinnovare la nostra opera e il nostro ministero, per “cercare e trovare nuove vie di speranza”.

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