Oggi sabato 18 novembre 2023

img_3099 Il piano non troppo segreto di Soru e Zedda per sostituire Todde con…
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di Vito Biolchini
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Graziano Milia, sindaco di Quartu Sant’Elena
Nel caso di primarie del centrosinistra ti candideresti?
No. Chi parla di primarie sta pensando a un campo, sta pensando alle esigenze politiche di uno schieramento, con lo scopo di dirigerlo politicamente. Io mi sto occupando di Sardegna, quindi che c’entro io con le primarie?

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Non vi siete ancora ripresi, vero? Il fallimento del vertice Todde–Soru (o Soru–Todde, fate voi) vi ha gettato in un tale stato di terribile prostrazione e sconforto abissale che in queste notti avete fatto fatica a prendere sonno, immaginandovi altri cinque anni di governo regionale di centrodestra o, peggio ancora, con Christian Solinas presidente? Ma siete veramente degli ingenui! Ma sul serio, non avete capito cosa succederà nelle prossime settimane?

La situazione sembra essere senza sbocchi solo a voi, cari elettori di centrosinistra; perché in realtà, is grandus ciorbeddus della politica sarda, Soru in primis, stanno lavorando per il bene della nostra beneamata patria sarda. E sentite cosa si stanno immaginando.

Sì, lo so: a voi sembra che fra il centrosinistra ufficiale e la cricca degli scissionisti guidata da Soru non ci sia più nessun contatto. Ma il piano sercheto è coendi, roba che se lo venisse a scoprire Mauro Pili, tra una bufala e l’altra, lo sparerebbe sul suo giornale con grande profusione di “blitz”, “carte segrete”, “terra dei nuraghi”, “Signori del vento”, Signori del mare”, “Signori delle bombole scambiate per bombe a Cala Cipolla” e financo “Signori delle ruspe a Mont’e Prama sciusciandone tutto ma anche no”.

Dunque, veniamo a noi. E torniamo seri.

Vi invito a risentire l’ultima parte della conferenza stampa di Soru di avant’ieri: dopo aver attaccato Todde, parla di una “nuova Autonomia” e di un “secondo piano di Rinascita”. Posto che sulla sua lettura di quel periodo storico vorrei sentire il parere disinteressato dei suoi compagni di strada di Liberu, è evidente che tra le posizioni di Soru e quelle del sindaco di Quartu Graziano Milia si sta realizzando una curiosa convergenza.

Certo, in una situazione normale questo particolare vi avrebbe fatto dire: “Ma stai scherzando? Ma se lo sappiamo tutti che uno dei motivi per cui Soru all’inizio ha avanzato la sua candidatura è stato proprio quello di contrastare quella di Milia, ritenendola frutto della volontà di Antonello Cabras!”. Ma voi ora dovete uscire da questi schemi obsoleti. Avreste mai pensato che Soru avrebbe fato pace con Paolo Maninchedda (e viceversa)? E che sarebbe finito a casa di Peru? E che avrebbe provato a mettere in piedi una coalizione con Progressisti, Liberu e + Europa? E che per miracolo sarebbe risorto anche Progetto Sardegna, chi lo avrebbe mai detto? No, tutto ciò non lo avreste mai ritenuto credibile. Invece sta accadendo.

Dunque, Soru e Milia si avvicinano: ma con quale piano?

Soru non può essere facilmente candidato alla presidenza della Regione. Il motivo è semplice: anche se non ama che vengano rievocate le sue disavventure giudiziarie passate, non può impedirci di parlare di quelle presenti, ovvero il processo per il crac de l’Unità che lo vedrà in tribunale, rinviato a giudizio per bancarotta per distrazione e dissipazione (ecco il lancio Ansa), il prossimo 13 febbraio. Noi siamo tutti sicuri che la sua innocenza verrà ancora una volta riconosciuta, ma questo processo a pochi giorni dal ritorno alle urne non giova certamente alla sua causa.

Il piano di Soru è però soprattutto quello di far perdere il centrosinistra e di delegittimare il Pd sardo, accusato di avere ceduto su tutta la linea al Movimento Cinquestelle. Dunque, l’obiettivo è quello di far cadere Alessandra Todde. Difficile, ma non impossibile.

Il piano è infatti quelli di replicare ciò che è avvenuto nel 2013 con Francesca Barracciu. Eletta alle primarie, fu poi costretta a fare un passo indietro per via del suo rinvio a giudizio nel processo dei fondi ai gruppi, venendo sostituita (senza primarie ma con una decisione tutta partitica) da Francesco Pigliaru. Che poi vinse le elezioni del 2014.

Insomma, la soluzione è lì, sotto gli occhi di tutti.

Ancora per un mese Soru bombarderà la candidatura di Alessandra Todde. Poi, a ridosso di Natale, quando ormai il tempo sarà agli sgoccioli, proporrà al Pd il seguente accordo: “Io mi faccio da parte ma anche la Todde fa un passo indietro. A quel punto possiamo presentarci uniti, candidando alla presidenza Graziano Milia”. Al Pd potrebbe convenire lasciare i Cinquestelle al loro destino e convergere sul sindaco di Quartu. O almeno, così sperano Renato Soru e Massimo Zedda (che in questo modo vedrebbe salva la sua possibile rielezione a Cagliari). Geniale, no?

Ieri il sindaco di Quartu Graziano Milia ha concesso a Sardinia Post una intervista in puro stile democristiano: dicendo e non dicendo, piena di allusioni, di ammiccamenti, di messaggi in codice e clamorosi dietrofront. Un esempio?

Lei ha escluso di volersi candidare alle Regionali, però l’uscita del libro prima e la nascita del movimento poi potrebbero far pensare a quello. Specie se consideriamo che siamo a pochi mesi dalle elezioni.
Io non ho escluso niente, ho solo detto che non ho mai avuto l’ambizione di candidarmi a presidente della Regione.

Incredibile, vero? La differenza è sottile ma sostanziale. Perché Graziano Milia, come Sergio Zuncheddu a destra, ha sempre detto che non si sarebbe candidato ma chiaramente accetterebbe di buon grado una candidatura proposta da altri.

E allora se questo piano neanche troppo segreto venisse a compiersi, assisteremmo ad un miracolo: di un gruppo di partiti che escono da una coalizione perché non ci sono state le primarie, e che poi impongono come candidato chi alle primarie negli ultimi mesi si è sempre detto contrario.

Perché, di chi credevate che fosse la frase che ho messo all’inizio di questo post se non di Graziano Milia, tratta dal suo libro “Non mi giro dall’altra parte”? È a pagina 95, se qualcuno volesse verificare.

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