Elezioni

img_6300Alessandra Todde: la resurrezione della politica

img_6225Migliaia di persone stanno riscoprendo in Sardegna la passione per la politica e la voglia di partecipazione. Da Sassari, a Nuoro, a Cagliari sta accadendo quello che si pensava non esistesse più: che la televisione avesse definitivamente soppiantato la piazza, i luoghi di incontro per ascoltare e parlare, per confrontarsi su progetti e programmi.
La chiarezza, la trasparenza e la determinazione di Alessandra Todde hanno resuscitato la presenza attiva dei cittadini, superando la passività degli ultimi anni. E con questa nuova partecipazione si è riaccesa la speranza che non tutto è uguale e immutabile, che un futuro di lavoro, rispetto dell’ambiente, assistenza sanitaria degna di questo nome, trasporti efficienti – veloci e a prezzi contenuti -, energia pulita che non deturpi il territorio, può essere realizzato.
La coalizione Campo Largo che si è aggregata ha saputo proporre ai sardi una candidata che sta catalizzando interesse e fiducia perché i suoi non sono sproloqui fatti di promesse, ma parole assennate capaci di approfondite analisi da cui far nascere programmi credibili.
E lei, Alessandra, non si limita ai bagni di folla che la stanno accogliendo in ogni angolo della Sardegna, riesce anche a ritagliarsi spazi per incontri meno clamorosi ma altrettanto importanti. Come ha fatto sabato scorso raggiungendo, insieme con l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la Comunità La Collina di Serdiana animata instancabilmente da don Ettore Cannavera.
Nessuna fanfara, nessuna televisione ad immortalare un incontro tra uno dei più importanti operatori sociali sardi e il possibile prossimo presidente della Regione, che per la prima volta potrebbe essere una donna. Immediati gli approcci senza alcuna formalità.
Il primo ad arrivare è Conte, accolto da don Ettore e dal sindaco di Serdiana Maurizio Cuccu, che presiede anche l’unione dei cinque comuni dell’area intorno a Serdiana. Unione dei Comuni che ha aiutato don Ettore nella realizzazione della struttura che sovrasta una bella vallata ricca di vigneti e uliveti. Struttura definita ‘bellissima’ da Conte che si è detto sorpreso dall’eleganza e dal progetto architettonico dell’edificio centrale, al contrario di quel che si attendeva sentendo parlare di ‘comunità d’accoglienza’: una struttura in qualche modo rimediata. Poi la stretta di mano a tutti i presenti, operatori, collaboratori, carabinieri, senza distinzione.
Altra sorpresa di fronte alla bellezza paesaggistica del luogo, ai filari di ulivi e viti dai quali – ha detto don Ettore – la Comunità ricava un’importante fonte di reddito grazie il lavoro che vi svolgono i giovani che hanno lasciato il carcere per essere trasferiti nella Comunità.
Nel frattempo è arrivata la Todde. Anche lei baci e abbracci come tra vecchi amici. Quindi una visita guidata degli ambienti, dalla biblioteca, con i grandi scaffali pieni di libri, agli alloggi, alla cucina – luoghi che la Todde conosceva già- , sui quali ancora una volta Conte ha espresso il proprio meravigliato apprezzamento.
Quindi, tutti convogliati nella grande sala riunioni dove l’introduzione è stata svolta da don Ettore. Piena condivisione della Costituzione, in particolare nel rispetto della dignità dell’uomo che viene offerta dal lavoro. Lavoro sempre più difficile da trovare e che induce tanti giovani a delinquere, così che dopo essere estati esclusi dalla possibilità di una vita degna viene tolta loro anche la libertà.
“Grazie alla natura e al lavoro, in funzione dell’umanità, qui si riesce ad ottenere recuperi che altrove vengono negati. A voi chiedo di non dimenticare mai l’umanità, neppure verso chi sbaglia. E sappiate che, se oggi vi sostengo, domani sarò il più severo controllore delle vostre scelte. Noi non siamo volontari, non siamo la Caritas. Noi crediamo fermamente che spetti allo Stato, alle Istituzioni, come scritto nella Costituzione, l’azione di recupero di chi sbaglia. E noi non ci sostituiamo alla Costituzione”.
Giuseppe Conte, dopo essere ritornato sulla sua convinzione dell’importanza della bellezza nella vita dell’uomo ha definito la struttura bella, ben tenuta ed intrigante. Poi si è soffermato sul concetto di dignità che bisogna riconoscere all’uomo in quanto tale e di dignità sociale che viene all’uomo dal lavoro. Quindi l’impegno in tutte e due le direzioni: la tutela dell’umanità e la promozione del lavoro.
Poi sia Conte, sia Alessandra Todde hanno riconosciuto a don Ettore e alla sua Comunità l’importanza dell’esperienza fin qui condotta ed hanno assunto l’impegno di lavorare per la costruzione di un sistema pubblico di accoglienza e coinvolgimento.
Dopo un ultimo saluto a operatori, ospiti, collaboratori, l’abbraccio con don Ettore e successivamente una nuova immersione nel bagno di folla alla Fiera di Cagliari.

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