Cagliari amore mio. Progetto innovativo per la città e il territorio (II).

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Cagliari da (ri)scoprire: la foresta urbana
di Carla Deplano stallatico-carla-666ce588-a063-4bac-8c0c-013a66c2d3f4

Tra viale Trieste e le linee ferroviarie, a ridosso della laguna di Santa Gilla, si nasconde un’area selvaggia di 14.000 metri quadrati ricoperta da una vegetazione spontanea costituita da alberi di fico e lentisco, orchidee e immensi cespugli di rose, accanto a dei Ficus che si sono fatti largo tra i ruderi inglobandoli in “architetture verdi” con una chioma foltissima estesa 900 metri quadrati che restituisce scorci suggestivi da giungla cambogiana.

Quella che oggi si presenta come una “foresta urbana” nell’Ottocento ospitava lo Stallaggio Meloni: un deposito di carri merci collegato al porto. Negli anni Venti, invece, si giocavano le partite nel primo campo di calcio della squadra cittadina nota come Football Club Cagliari. Dal 1936, nell’area ormai requisita dall’Aeronautica, fu edificata la Caserma Trieste con officine dell’Aviazione Legionaria che funsero di supporto per la dittatura franchista. Dopo la conclusione della Seconda Guerra mondiale la Caserma fu convertita come Alloggio Ufficiali dal Ministero della Difesa, per essere quindi dismessa nel 1968. Dai primi anni Settanta passò alla Regione Autonoma della Sardegna e successivamente al Comune di Cagliari, che la destinò ai Vigili Urbani.

Fa male vedere quest’area – che potrebbe rappresentare un suggestivo polmone verde in una zona molto trafficata – abbandonata al suo destino e in uno stato di grave degrado contrassegnato da un uso improprio dei locali superstiti dopo anni di abusivismo e spaccio di droga. Urgerebbe quantomeno una bonifica.

Due anni fa la Regione aveva manifestato l’intenzione di estendere i propri uffici invadendo con nuovi palazzi l’area, che nel frattempo è stata fortunatamente vincolata e dichiarata bene di interesse culturale dal Mibact per la presenza di memorie storiche e dei singolari esemplari di Ficus Retusa.

Al riguardo, sarebbe auspicabile la concretizzazione del mirabile progetto di recupero e riqualificazione elaborato dalla illuminata collega Beatrice Artizzu, architetto e docente del Liceo Foiso Fois, insieme ai suoi alunni dell’indirizzo di Architettura e Ambiente. Il progetto, approvato all’unanimità dal Consiglio comunale, prevede il recupero sostenibile delle preesistenze, la messa in sicurezza dei Ficus e la creazione di un Centro culturale, un punto ristoro con infopoint, un orto urbano, bagni pubblici, un labirinto ed un’area giochi con accessi wireless, pannelli solari e fitodepurazione.

L’idea c’è, la volontà politica pure: cosa aspettiamo?

[segue Reportage fotografico a cura di Carla Deplano]

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