Gli OCCHIALI di PIERO

CITAZIONE DELLA SERA
Se sono uomini liberi che cerchi,
guardati intorno, nel presente.
Il cielo, se ha sentimento, anch’esso invecchia;
per gli uomini questa è la via:
trasformare i deserti in campi di gelso.
(Mao Tse-Tung, Poesie).

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x15014134 NOVEMBRE FESTA NAZIONALE
Nel 1919 il 4 novembre fu proclamato festa nazionale e giorno festivo come “anniversario della Vittoria”. Oggi si chiama Giornata dell’Unità Nazionale (forse per mettere tra parentesi la lotta partigiana antifascista e invitare al “volemose bene” e ai governi “di scopo”) e Giornata delle Forze Armate.
GCourbet autoritrDal 1977 non è più giorno festivo: in quell’anno si abolirono alcune festività per aumentare le giornate lavorative ed evitare gli straordinari festivi, così si vide che la Vittoria passava in secondo piano rispetto al Profitto.
Sul finire degli anni ’60 e fino al ’77 (eravamo giovani) si contestava questa giornata di retorica a buon mercato, in divisa militare o senza i giovani di allora reclamavano verità, pace, obiezione di coscienza (ero soldato nel ’75 e gli obiettori finivano in prigione, scelsi di fare l’infermiere per evitare processo e galera), riduzione delle spese militari a favore del sociale.
Dal ’77 sulla giornata si spensero le luci patriottarde, trasferite alla sfilata del 2 giugno, con relativa porzione di vaniloquio su conciliazione e false missioni di pace, coi militi che muoiono, non ignoti, ma celebrati in solenni funerali prima di essere dimenticati, o sopravvivono all’uranio impoverito per scoprire, da malati, che la Patria di loro se ne frega.
Del 4 novembre è rimasta la cerimonia alla tomba del Milite Ignoto, la prima domenica di novembre. (Ma di questo più avanti).

MILITE IGNOTO
Il 4 novembre 1921 una salma viene collocata nel monumento funebre al Milite Ignoto, nel Vittoriano a Roma, Altare della Patria. Chi era il milite? (segue)
ignoto2

Ignoto doveva essere e rimanere. Il cadavere fu scelto tra 11 salme non identificabili selezionate da una Commissione del Ministero della Guerra.
La scelta fu affidata a una donna di Trieste, madre di un soldato caduto e non identificato, Maria Bergamas. Non resse alla prova e crollò davanti a una salma gridando il nome del figlio, Antonio Bergamas. Fu scelta quella salma e inviata in treno a Roma, ricevendo omaggio in tutte le stazioni.
Tuttavia un dubbio restava, non sul nome, ma sulla morte del soldato.
Era caduto in combattimento o era una delle tante vittime di fucilazioni sommarie, ordinate da ufficiali come il famoso Andrea Graziani? (vedi in proposito Aladin Pensiero, 17 settembre).
Potrebbe l’ironia del destino aver messo sull’altare, in onore dei 650mila morti per la Patria, un uomo che la Patria stessa ha fatto morire?
Il 3 novembre 1921, vigilia della cerimonia, la polizia, per ordine del Prefetto, impedì l’affissione di un manifesto della Camera del Lavoro e dei socialisti romani. Esso diceva tra l’altro:
“E’ a Roma la salma di un martire della più orrenda carneficina contemporanea. Oggi è senza nome! Ieri il nome gli serviva per essere meglio individuato dal duro duro sfruttamento del capitale. (…)
Se egli si levasse dal suo sarcofago maledirebbe la guerra per tutti i morti noti e ignoti (…) Un solo monumento, un solo onore egli pretende: che non vi siano più guerre tra popoli e popoli…”

Marino Martino Canzoneri: ti propongo di chiedere a tutti i parlamentari nostri conoscenti di tutti gli schieramenti di annullare formalmente tutte le innumerevoli condanne a morte inflitte ai poveri cristi durante la prima guerra mondiale dall’esercito italiano…che almeno venga riconosciuta loro la dignità di persone contro la codardia degli alti ufficiali che li condannarono

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