DIBATTITO POSTELETTORALE. Lista Tsipras: dopo il successo il consolidamento come nuovo soggetto politico della sinistra

Barbara-Spinelli lista TsiprasCredibilità e opportunismo
Gian Nicola Marras, su il manifesto sardo
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Ricostruire l’integrazione europea
Gianfranca Fois, su il manifesto sardo

Credibilità e opportunismo
1 giugno 2014
Gian Nicola Marras, su il manifesto sardo

Quella che si è appena conclusa è una campagna elettorale quasi esclusivamente polarizzata sulle figure di Grillo e Renzi in cui i temi europei sono rimasti ai margini del dibattito elettorale.

Nonostante ciò il PD matura un indiscutibile successo, con oltre undici milioni di voti suggella il suo record storico del 40,81%. Le formazioni euroscettiche (Lega, Fdi) hanno totalizzato complessivamente un 10%. La sinistra italiana riesce a superare, seppur al fotofinish, lo sbarramento del 4% e manda tre deputati all’europarlamento. Con molti ostacoli ed errori in fase embrionale, senza un solido radicamento sociale, senza finanziamenti, senza struttura né organizzazione, la lista L’Altra Europa ha fatto l’impresa.

Questo è stato possibile per merito dell’entusiasmo spassionato dei militanti e dei comitati locali, del lavoro dei garanti, PRC, ALBA e tanti altri movimenti, e per merito di una corrente di SEL, quella guidata da Nicola Fratoianni, uscita vincitrice del Congresso di febbraio con la mozione pro-Tsipras. La corrente del neo coordinatore auspicava un’apertura del partito, un orientamento inclusivo a sinistra, antagonista rispetto al PD e che in Europa vorrebbe confluire nel Gue, la Sinistra Unitaria europea spazio naturale per gli eletti all’europarlamento con la lista Tsipras.

Il progetto è stato premiato alle urne perché è emersa la lucidità della linea politica portata avanti da Alexis Tsipras, dapprima come esempio sostenibile sul piano nazionale, per la fermezza contro le politiche di austerity e per la capacità di farsi portatore di un’identità europeista e autenticamente di sinistra. I cittadini che si sono avvicinati al progetto vedevano in esso non solo la drammatica attualità, ma anche la speranza di edificare un soggetto politico nuovo in grado di fare sintesi tra le tante anime della sinistra italiana oggi più che mai frammentata.

SEL ha giovato di questa stagione, non solo per il positivo riscontro elettorale (se la sinistra italiana si fosse presentata divisa non avrebbe messo alcun parlamentare italiano al parlamento europeo) ma anche perché si è alimentato un forte entusiasmo e coinvolgimento delle reti e delle nuove relazioni sociali che si sono costituite all’interno della sinistra italiana. I partiti che partecipavano al progetto hanno visto i loro circoli e le loro sedi riempirsi di nuovi militanti, talvolta cittadini scettici verso gli atteggiamenti e le pratiche dei partiti tradizionali, ma estremamente coinvolti e animati dal desiderio di costruire una sinistra italiana dell’alternativa.

Sarebbe veramente un peccato non cogliere questa opportunità, salutata positivamente sia dall’esito del congresso di SEL che dal riscontro delle urne. Talvolta crediamo di aver a che fare con un elettorato poco attento alla politica, disinteressato e annoiato. In realtà i cittadini sono particolarmente attenti, si informano e seguono con attenzione i virtuosismi, gli spostamenti (e riposizionamenti) e le alleanze degli esponenti delle classi dirigenti. Sono i percorsi biografici dei politici, la coerenza e la trasparenza a costituire la credibilità dei partiti politici tradizionali. Non solo, anche l’apertura ai movimenti, e alla cosiddetta “società civile” garantisce nuova linfa ai partiti, una vitalità data dall’apertura e dal confronto tra i cittadini. L’Altra Europa con Tsipras ha dimostrato di possedere una qualità fondamentale: la capacità di trasmettere la sostenibilità di un progetto politico estremamente difforme dalle precedenti e sfortunate esperienze, rivelatesi poi meri cartelli elettorali e agglomerati di micropartiti frazionisti.

Negli ultimi giorni alcune disordinate dichiarazioni rilasciate da alcuni esponenti di spicco di SEL, gettano confusione e incertezza sull’entusiasmo appena alimentato dai buoni risultati emersi dallo spoglio. Sarebbe estremamente rischioso tradire le aspettative del popolo della lista Tsipras, un popolo di elettori slegati dalle dinamiche della politica tradizionale che hanno espresso la loro preferenza nei confronti di un progetto che potenzialmente era ed è dotato delle vesti e dell’armamentario ideologico in grado di configurarsi come alternativa di autentica sinistra. Gli attivisti si stanno già mobilitando. ( http://goo.gl/T6NDPR )

Chi ha seguito dall’inizio e con attenzione il progetto dell’Altra Europa sapeva dell’ambiguità iniziale di SEL nel momento in cui il partito uscì dal congresso di febbraio con la sintesi vendoliana de “con Tsipras ma non contro Schultz” e le sue conseguenze presentatesi a seguito dello spoglio. ( http://www.eunews.it/2014/05/24/eletti-de-laltra-europa-a-strasburgo-con-tsipras-ma-non-necessariamente-con-la-gue/16358.— http://www.eunews.it/2014/05/22/sel-blocca-per-ora-ladesione-della-lista-tsipras-al-gruppo-della-sinistra-unita-a-strasburgo/16193 )

Ma il taxi dell’opportunismo passa spesso e la politica della ricerca delle poltrone si ritaglia un fisiologico spazio nella discussione a sinistra. Mercoledì 28 maggio, Gennaro Migliore, animatore della mozione uscita sconfitta dal congresso di febbraio, esce allo scoperto. Convinto della necessità di andare oltre l’ipotesi di una federazione con il Pd, lancia l’idea di un partito unico, in cui SEL confluirebbe all’interno del partito di Renzi. Il PD si dimostra quindi, in quanto forza liquida pigliatutto l’unica che sta portando avanti la costruzione di una classe dirigente, una classe dirigente certo non ascrivibile all’universo ideologico e politico della sinistra. ( http://goo.gl/tlM7sU )

Se si dovesse verificare una ricomposizione gassosa di SEL in commistione con una forza politica neo- liberista come il PD, esisterebbe il forte rischio che la lotta alle politiche di austerity, punto centrale del programma dell’Altra Europa, subirebbe un forte ridimensionamento, dato che esiste già un’accordo formale tra PPE e PSE. ( http://goo.gl/4bYH4e )

Giustamente la mozione vincitrice del congresso di SEL (mozione Fratoianni) vuole mandare avanti il progetto inaugurato negli ultimi mesi, progetto che peraltro si è rivelato vincente sia alle consultazioni del congresso che alle consultazioni elettorali. Tale scelta allontanerebbe i cittadini che in questi mesi hanno partecipato con al progetto dell’Altra Europa, e l’immagine stessa del partito di Vendola non apparirebbe certo la stessa.

La politica delle poltrone è il metodo delle cicale, la politica del radicamento nella società e nei suoi problemi è la politica delle formiche. Seguire le poltrone e disinteressarsi dei progetti politici non paga e non rende giustizia al progetto de L’altra Europa, né tantomeno rende onore alla persona di Tsipras e ai compagni di Syriza.

Bisogna favorire la nascita di un soggetto politico nuovo, il tempo stringe e la credibilità della sinistra rischia la completa erosione come evidenziato da Gilioli nell’analisi dei dati.

“Numeri: nel 2008 la Sinistra Arcobaleno (considerata da queste parti la madre di tutti i fallimenti) aveva preso 100 mila voti in più della lista Tsipras; e la somma di Rivoluzione Civile e Sel alle politiche del 2013 era superiore tanto per consensi (1.850.000 voti) quanto in percentuale (5,4) al risultato di domenica. A voler essere ancora più puntuti, i voti ottenuti da “L’Altra Europa” sono solo ventimila in più di quelli presi dal marchio Sel autonomamente l’anno scorso.” ( http://goo.gl/73jFpt )

Questo eventuale nuovo soggetto non sarà una Syriza italiana, ma da esso bisognerà prendere esempio. Prima di avvicinarsi ai modelli strutturali di partito, bisogna ereditare la coerenza, principio morale che edifica la credibilità di un soggetto politico.

Un progetto politico di sinistra d’alternativa per essere sostenibile, deve in primo luogo essere credibile. Le classi dirigenti devono avere il coraggio di affondare le mani nella società vera con i suoi problemi e le sue contraddizioni. Al di là dell’indiscutibile successo di Renzi e del suo PD, dall’esito delle urne emerge un altro importante dato: se si confrontano gli esiti delle amministrative con gli esiti delle europee, è facile dimostrare che in Sardegna come in Italia, se i partiti di sinistra si alleano con forze della cosiddetta “società civile” ottengono maggiori risultati (il 4%) rispetto a quando si alleano con le forze di centro in alleanze sul territorio locale dove superano di poco l’1%.

Il compito della Sinistra italiana è ora quello di avviare un progetto costituente per un soggetto politico di sinistra nuovo e plurale. Prima di guardare al modello greco di Syriza bisogna abbracciare lo spirito di Syriza. Fare della coerenza il vero totem attorno al quale costruire la nuova sinistra italiana. Nel recente reportage di Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena, “Tsipras chi?”, l’intervista al sindacalista e membro di Syriza Nikos Karadillion, ci offre un importante spunto di riflessione:

“Eravamo un piccolo partito ma volevamo davvero cambiare mentalità. il nostro obiettivo era arrivare al potere senza mai rompere il rapporto tra cittadini e lotte sociali [...] La storia ci ha dato ragione. La nostra coerenza ha pagato. La credibilità in politica è un fattore importante se hai una strategia devi mantenerla anche quando sul momento non porta i frutti sperati”. (pag. 34)

La credibilità in politica è un bene raro che si costruisce col tempo e a seguito un lungo e paziente processo di radicamento sociale. Viviamo in un epoca di recessione economica che fomenta rancori e sempre nuove tensioni sociali, il disinteresse e l’antipolitica vengono alimentati in parte anche dall’autoreferenzialità degli stessi partiti politici tradizionali. Bisogna ridiscutere tutto e i partiti devono aprirsi alla società civile. Non perdiamo il treno della credibilità.

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Ricostruire l’integrazione europea
1 giugno 2014
Gianfranca Fois, su il manifesto sardo

La lista Tsipras ce l’ha fatta. Anche in Italia, nonostante il quasi totale oscuramento da parte di giornali, radio, televisioni, nonostante l’imperversare continuo, in Tv, di Renzi, Grillo, Berlusconi e, in maniera minore, Alfano.
Si pensava non fosse possibile, la lista è nata in questi mesi, i suoi candidati o i suoi aderenti di primo piano sono stati subito stigmatizzati come “professoroni” perché in Italia, soprattutto a partire dal fascismo, avere cultura e competenze è considerato negativo, meglio chi non ne ha, è più facilmente manovrabile, non mette in crisi stereotipi e pregiudizi, non costringe a pensare in modo critico.
Sicuramente il movimento, almeno per il momento, non ha i legami col territorio che ha in Grecia, dove è in prima linea per trovare soluzioni che aiutino i cittadini a fronteggiare la crisi devastante e lo fa in modo ben diverso dal gruppo violento neonazista Alba dorada che tende a creare consensi tramite la distribuzione di generi di prima necessità e tramite il richiamo all’odio contro lo straniero. Ma comunque in Italia grazie al lavoro di tanti comuni cittadini, di ogni età, che si sono impegnati sino allo spasimo ha superato la soglia di sbarramento.
All’interno dell’Unione europea esistono diverse soglie di sbarramento o non ne esistono affatto. Alcune corti europee hanno dichiarato incostituzionale la presenza delle soglie in quanto, a differenza dei parlamenti nazionali, il parlamento europeo è privo di funzioni di indirizzo politico nei confronti del potere esecutivo, nel senso che non dà la fiducia o la sfiducia al governo e non è determinante nella funzione legislativa, anche se in effetti in quest’ultimo periodo le funzioni e i poteri del parlamento europeo sono aumentati e, secondo il Trattato di Lisbona, dovrebbe essere il parlamento a eleggere il Presidente della Commissione europea.
In Sardegna la lista Tsipras ha, nel complesso, ottenuto una percentuale in linea con i risultati nazionali, ha però raggiunto una percentuale più alta a Cagliari, oltre che a Bologna, Firenze. Molto probabilmente questo risultato è dovuto anche al fatto che in città sono ormai numerosi i giovani che hanno scambi con i loro coetanei europei grazie ad Erasmus, al master and back, a progetti internazionali, a dottorati di ricerca. Possono quindi fare confronti con altre realtà, con innovazioni, con idee nuove che purtroppo sono quasi assenti in Italia, ingessata in concetti e modi di operare vecchi, in apparati di potere arcaici e clientelari anche quando si presentano come il nuovo che avanza.
Fa inoltre riflettere il dato riportato da alcuni siti (ad esempio Blasting.News) che mostrerebbe che nel voto dall’estero la lista Tsipras avrebbe raggiunto l’8,22 per cento, se fosse così sarebbe un’ulteriore dimostrazione che per i nostri giovani che lavorano fuori e hanno sviluppato esperienze lavorative e sociali aperte e meno provinciali
Tsipras incarnerebbe quelle idee di sinistra, moderna e solidale, che in Italia non trova rappresentanza. Non è forse un caso che comunque la lista e la sua affiliata spagnola abbiano ottenuto un numero elevato di consensi nei paesi più stremati dalla crisi, Grecia e Spagna, che non hanno ceduto al populismo e/o al razzismo.
Uno degli obbiettivi principali, se l’Europa vuole avere un futuro, sarà pertanto riuscire con strumenti democratici a ridurre sempre più la lontananza dalle istituzioni europee, troppo ligie a politiche di austerità e agli interessi finanziari, di una gran massa di giovani abituati ormai a vivere e lavorare insieme, partecipare della stessa cultura, nonostante lingue e costumi diversi.

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- Aggiornamenti sul dibattito nazionale postelettorale della Lista Tsipras

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