in giro con la lampada di aladin…
Cinema sotto le stelle e storie di ordinaria burocrazia
di Amsicora su Democraziaoggi
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Patto di stabilità, la Sardegna potrà spendere ogni anno 1,4 miliardi in più
Alessandra Carta su SardiniaPost
- Firmato il nuovo Patto di stabilità per l’Isola. Su L’Unione Sarda on line
Cinema sotto le stelle e storie di ordinaria burocrazia
22 Luglio 2014
di Amsicora su Democraziaoggi
La mia passione nella bella stagione è il cinema all’aperto. Cosa c’è di meglio, d’estate, di un bel film sotto le stelle. Quest’anno però a Villa Muscas quelli dell’Odissea hanno aperto in ritardo, per via dei mondiali di calcio, ho pensato. In quelle notti magiche tra gol e campioni, chi sarebbe andato al cinema? Ma le notti tutto son state fuorché magiche e forse qualche bel film avrebbe tenuto testa a una mediocre partita. L’Italia, poi, ha fatto viaggio d’andata e ritorno senza avere neppure il tempo di acclimatasi. Ma poi ho scoperto che con le notti mondiali il ritardo nelle proiezioni non c’entra. Sapete cos’è stato? La burocrazia della Giunta baby. Prima, Floris imperante, l’autorizzazione veniva in breve tempo. Siccome la rassegna all’aperto si svolge da anni, la proroga era quasi automatica. Oggi no. Zedda e la sua baby giunta lasciano fare alla burocrazia comunale. Divisione dei poteri, signori! All’esecutivo e al sindaco le grandi idee, gli atti d’indirizzo, ai burocrati l’esecuzione. Ma siccome nell’apertura di un cinema sotto le stelle, per di più sempre nello stesso luogo, non c’è nulla da ideare o progettare, tutto viene lasciato alla burocrazia. Massimo, vola alto, non si può occupare della minutaglia amministrativa. E qui poiché tutti vogliono l’indennità di carica, ma non la responsabilità di decidere, via al trionfo degli adempimenti amministrativi: una perizia sull’antincendio, una sull’impianto elettrico con debita messa a terra, e non poteva mancare quella sul suono anche se il cinema finisce poco dopo le 11, pardon! le 23. Tre perizie, tre ingegneri, tre parcelle. Quanti biglietti a cinque euro!
Il mio amico mi dà tutte queste notizie amareggiato. E’ un elettore del centro sinistra e si sente tradito da questa amministrazione. Io non so che dirgli e aspetto con ansia che si spengano le luci, attendo di sentire il proiettore girare. Taglio corto: ci voleva una proroga alle stesse condizioni dell’anno precedente e di quello precedente ancora e così all’indietro per dieci volte o poco più. In realtà, era complicato dirgli che per me questa non è giunta di sinistra e neppure di centro-sinistra. Il nulla per me non è né l’uno né l’altro. Per me, vecchio settario di sinistra estrema, il nulla è solo di destra, ma dati i tempi non son tanto sicuro neppure di questo. In fondo Emilio Floris l’autorizzazione gliela dava subito e a poco prezzo.
La gente entra, chiacchiera e si siede. Le luci non si spengono e allora per fare ora narro al mio amico una storiella. L’aula della facoltà dove tenevo lezione è chiusa da due o tre anni, dopo aver ospitato studenti per una decina, senza problemi. Talora era straccolma, sopratutto alle lezioni iniziali, prima che la noia prevalesse e li tenesse lontani e ne decimasse la frequenza. Non la noia, ma la durezza dell’impegno, m’illudo io. Ma perché è chiusa? Mi chiede l’amico. Semplice, l’aula non è a pian terreno, ma al primo. E allora un bel giorno si doveva pur fare una nuova prova di carico, con tanti ingegneri, uno dell’Università, uno dei vigili del fuoco, se non ricordo male, e uno del Comune. L’esito? Inagibile, chiusa per sempre, nonostante la carenza di spazi. Mi lamento col bidello, oggi manager o operatore non so di che cosa, e lui con un sorriso che è tutto un programma, mi dice: “professore, le dico io com’è andata”. “Com’è andata?”, faccio, io sorpreso. “La prova di carico avrà dato esito negativo”. “No”, dice lui, sempre col sorriso sotto i baffi. “Ha dato esito positivo”. ”Positivo?”, replico, sorpreso e incredulo. “Sissignore”, insiste lui. E siccome è un comunista non pentito come me, gli credo. Lui bugie non ne dice, tanto meno a me, che ho sempre pensato che lui avrebbe dovuto gestire la facoltà in luogo dei presidi che si sono succeduti alla carica e che l’hanno distrutta. E allora com’è andata? Semplice. I tre ingegneri hanno accertato che la prova di carico dava esito positivo, ma nessuno ha firmato l’agibilità. Conflitto di competenza. C’è quello positivo, quando tutti la rivendicano, e quello negativo, quando tutti la scansano. E qui, manco a dirlo, il conflitto era negativo. E mentre i tre tecnici si rimpallavano la competenza. Il bidello ha scritto un cartello: “aula inagibile”. Giro di chiave e quello spazio è ancora chiuso, perso.
Ho detto al bidello, pardon! operatore di non so cosa, che avrei firmato io, pur non essendo ingegnere, avevo fatto lezione lì per oltre dieci anni. Potevo dichiarare l’agibilità, per esperienza, fondandomi sul metodo sperimentale. Niente e poi niente. Conflitto di competenza negativo. E l’aula è li chiusa per sempre, nonostante la penuria di spazi.
Ma ecco che il proiettore finalmente prende a girare col suo inconfondibile rumore. Si spengono le luci e la magia del cinema inizia. Finalmente, penso, la mia mente può vagare sgombra in altri mondi. Ma che rottura! Il film parla di una moglie insoddisfatta, che scopre l’immancabile tradimento del marito, e fantastica di rendergli la pariglia, non per vendetta, ma per un nuovo amore. Ma, vaffa!, neanche l’amore vince!
Torno a casa con terrore. Non so che fare. Se accendo la TV o ci sono film con tanto sangue o vedo al TG il sangue vero dei palestinesi (gli israeliani fanno saltare anche gli ospedali!) o vedo il lavori del senato e sento Renzi o la Boschi. No questo no, proprio no! Bevo un bicchiere d’acqua e vado a letto. Spero di fare un bel sogno, ma non dormo. Domani – penso – vado da Francesco, a bermi con lui un birroncino nel suo bel cortile.
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Economia
Patto di stabilità, la Sardegna potrà spendere ogni anno 1,4 miliardi in più
Articolo pubblicato il 21 luglio 2014 su SardiniaPost
Dal 2015 la Sardegna potrà spendere ogni anno tra 1,2 e 1,4 miliardi in più. Sarà questo il primo effetto – strettamente numerico – dell‘accordo firmato oggi a Roma da Francesco Pigliaru. L’appuntamento era in XX Settembre, sede del dicastero dell’Economia, dove ad attendere il presidente della Regione c’era il ministro Pier Carlo Padoan.
I conti sulle maggiori spese garantite alla Sardegna li ha fatti l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, nel corso di una conferenza stampa convocata nel palazzo di viale Trento alle 18 e alla quale un’ora più tardi si è unito anche il governatore, arrivato proprio dalla Capitale. Questo il quadro attuale delle finanze isolane: a fronte di un bilancio da 6,8 miliardi, la Sardegna ne usa 3,2 per coprire i costi della Sanità, seppure tecnicamente siano fuori dal Patto. Avanzano comunque 3,8 miliardi, ma a causa dei vincoli di spesa la Regione ne può investire solo 2,4. “Di fatto – ha sottolineato l’assessore – siamo obbligati a un risparmio forzato”. Pari a 1,4 miliardi che corrispondono appunto alle maggiori spese riconosciute con l’accordo di oggi.
Insomma, impasse superata da 2015 a chiudere una trattativa cominciata con l’intesa politica del 29 maggio scorso, attraverso la quale venne stabilito per l’Isola il solo pareggio di bilancio, per la prima volta nell’Italia dell’euro. “Vuol dire – ha chiarito Paci – che spenderemo quando incasseremo e potremo distribuire meglio anche le risorse. Il centrodestra ha provato per anni a ottenere un qualche risultato, noi ce l’abbiamo fatta in quattro mesi di legislatura”. L’assessore ha fatto poi un esempio: “Dall’anno prossimo nulla ci vieterà di dirottare su altri settori i soldi risparmiati razionalizzando la sanità, che vale oggi il 50 per cento del bilancio”. Ancora: “Nel caso in cui la Regione, superata la fase più dura della crisi economica, dovesse aumentare le proprie entrate, e noi puntiamo a superare i 7 miliardi, saremo liberi di investire anche quelle”.
È contento Pigliaru che parla “di grande responsabilità: la Giunta – sottolinea il presidente – è chiamata a riorganizzare la spesa e la programmazione con l’obiettivo di rilanciare finalmente l’economia della Sardegna”. Il governatore passa quindi al secondo risultato della giornata, ovvero l’accordo definitivamente chiuso sulle maggiori spese concesse all’Isola per quest’anno: “Noi avevano chiesto 500 milioni, Roma ci ha dato l’ok su 360. Certo, ci aspettavamo qualcosa in più, ma abbiamo ottenuto il massimo risultato dal 2015, ci sta una trattativa al ribasso sul 2014”.
Su come verranno utilizzati i 360 milioni aggiuntivi, è ancora tutto da decidere. Pigliaru dice: “Definito il quadro complessivo dei maggiori spazi finanziari che ci sono stati riconosciuti, ci prendiamo qualche giorno per mettere insieme le priorità e anche le aspettative maturate in questi mesi”. Di sicuro il maxi investimento sull’edilizia scolastica è in cima alla priorità, così come “la nuova ripartizione del Fondo unico per gli enti locali”. Un fondo, questo, messo fuori dal Patto nel 2013 dal centrodestra di Ugo Cappellacci. Tanto che la Regione rischiava il blocco della spesa, previsto per legge, ma Pigliaru ha strappato a Padoan l’eliminazione della sanzione.
In Giunta è ormai chiarito anche il contrasto scoppiato questa mattina, quando l’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, aveva bollato il pareggio di bilancio come “puzza di fregatura contabile e fiscale”. Maninchedda si riferiva al decreto legislativo 118 del 2011 sull’armonizzazione dei bilanci. Secondo una tabella allegata a quel dl, la Sardegna avrebbe potuto spendere appena il 50 per cento delle entrate nel 2015, per arrivare al 75 nel 2016 e ottenere il 100 per cento solo nel 2017. Ma nell’intesa firmata da Pigliaru a Roma il problema non si pone: nell’accordo Stato-Regione è prevista la correzione del decreto, quindi da subito la Sardegna dovrà rispettare il pareggio del bilancio sulla totalità delle risorse e non su una parte.
Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)
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Firmato il nuovo Patto di stabilità per l’Isola
Pigliaru: “Ora lavoreremo per gli investimenti”
Pili: accordo suicida, Sardegna svenduta a Renzi.
Maninchedda: “Il pareggio di bilancio? Una fregatura”
GIUNTA PIGLIARU: “FIRMATO ACCORDO STORICO”. Su L’Unione Sarda on line.
Firmato il nuovo Patto di stabilità per la Sardegna. Per il 2014 la Regione potrà contare su ulteriori 364 milioni di euro di spazi finanziari aggiuntivi da poter spendere con gli attuali vincoli, che dal 2015 non esisteranno più.
“Firmato il nuovo Patto di stabilità con il ministro Padoan”. Lo scrive il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, sul suo profilo Facebook, dopo la conclusione di un incontro a Roma con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. “Molto positivo dal 2015 in poi: siamo la prima Regione che passa alla regola dell’equilibrio di bilancio, un risultato che risponde perfettamente e rapidamente a quanto riconosciuto dalla Corte Costituzionale – ha sottolineato Pigliaru -. Lo spazio finanziario a nostra disposizione per le politiche pubbliche non è più vincolato da un assurdo e arbitrario limite di spesa imposto unilateralmente dallo Stato, ma dal livello delle nostre entrate. Questo dal 2015. Per il 2014 il risultato, nel contesto di ciò che avverrà dal 2015, è accettabile. Ora lavoreremo per investire queste muove risorse nel migliore dei modi, evitando ogni possibile spreco”.
La Regione Sardegna potrà contare su ulteriori 364 milioni di euro di spazi finanziari aggiuntivi da poter spendere con gli attuali vincoli del Patto di stabilità, che dal 2015 non esisteranno più, perché all’Isola non si applicano più i limiti di spesa e la stessa Regione si impegna a garantire il pareggio di bilancio: complessivamente si tratta di aumentare la capacità di spesa di 1,4 miliardi circa per il 2015. Novità anche per il 2013: la Regione non sarà sanzionata dalla Ragioneria generale dello Stato per avere sforato i vincoli mettendo fuori patto il fondo unico per gli enti locali (circa 560 mln). Restano da verificare ancora gli 80 milioni di euro per i giochi e l’Ires, che lo Stato non ha ancora riconosciuto all’Isola. E’ quanto emerge dall’accordo siglato oggi a Roma. “Dei 364 mln spendibili in più, 320 mln non sono vincolati, 44 mln sono, invece, finalizzati alla stipula del contratto di servizio con Trenitalia – ha detto questa sera in una conferenza stampa l’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci -. Avremmo sperato di più, ma gli accordi si chiudono in una visione complessiva Lo Stato ha tante regioni che sono in difficoltà e ci è sembrato comunque importante chiudere l’accordo anche per le prospettive che si sono aperte. Ci sarà ancora da fare sacrifici per il 2014 e le categorie dovranno rinunciare a qualcosa”. Secondo quanto spiegato dall’assessore Paci, la contrattazione con la Ragioneria dello Stato era partita dalla proposta della Regione Sardegna di avere uno spazio finanziario per il 2014 di 500 milioni di euro e della Ragioneria di 200 mln, con la Sardegna che chiedeva, a regime, di poter spendere 1,2 miliardi di euro. “Ragioneremo con la nostra maggioranza e non solo quelle che sono le priorità di spesa per l’utilizzo di questo spazio finanziario e abbiamo la necessità di mettere in fila tutte le aspettative e decidere le priorità – ha osservato il presidente della Regione, Francesco Pigliaru appena rientrato da Roma – Quando si chiudono gli accordi ci sono cose scritte e cose non scritte che si basano anche sulla fiducia tra governi nuovi come quelli regionale e nazionale ed è giusto vigilare sulle regole scritte”.
Martedì 22 luglio 2014 07:43, L’Unione Sarda on line
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