In Italia è davvero dura per le piccole imprese. C’è possibilità di cambiamento o meglio lasciar perdere?

BOMELUZO MUNCH
Oltre la battaglia per le SSRL, incombono problemi di ogni tipo sulla piccola imprenditoria italiana. Che fare?
Ci scrive Gabriele MontenegroSpett.le redazione di Aladin Pensiero,
Vi faccio i complimenti per quanto riguarda la battaglia che state portando avanti contro i tempi bradipiani della burocrazia italiana. Faccio ovviamente riferimento all’ormai celebre decreto interministeriale che dovrebbe contenere il modello standard per le ssrl ( o srls).
Seguo anche io con attenzione l’evolversi di tale vicenda, ma quello che voglio chiedervi è…
basta una norma in tal senso? Non sarebbe necessario anche un sistema di agevolazioni per quanto riguarda i contributi fiscali e ancor peggio previdenziali?
Poniamo l’esempio di una nuova ssrl che sia costituita da sole 2 persone, che decidano di mettere come capitale una cifra complessiva di 5.000.
Con le norme attuali soltanto di contributi inps ( 2.800 a testa annui) si supererebbe l’intera quota di capitale sociale!!!!
E questo è un’assurdità. I contributi previdenziali maggiori di quanto l’intera società riesca a manovrare nell’arco dell’esercizio.
Non sarebbe il caso di mettere sotto la lente d’ingrandimento le attuali leggi contributive, che di fatto non permetterebbero la sopravvavinze delle tante sperate ssrl?
A voi la risposta.
Con stima,
Gabriele Montenegro
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La risposta del direttore
Caro Gabriele, condivido totalmente ciò che affermi, ma, evidentemente, la mia posizione non può essere solo di solidarietà. La situazione, anche riferendomi alla vicenda delle SSRL, non può che fare indurre a un crescente pessimismo. Tuttavia sul piano emotivo e della volontà, come diceva Gramsci,  bisogna essere ottimisti e impegnarci, partendo dal ragionare su cosa si può realisticamente fare. Innanzitutto dobbiamo però capire come mai in Italia a fronte di  un grande consenso sulla necessità di favorire lo sviluppo (ma ora dobbiamo parlare di sopravvivenza) dell’impresa, si faccia invece così poco. E tra quel “poco” siamo impegnati a scovare ciò che di buono si fa (vedi iniziativa delle associazioni dei giovani imprenditori del Lazio). Forse dovremmo indagare sulla effettiva capacità del sistema rappresentativo delle imprese di difendere gli interessi di quanti rappresentano o dovrebbero rappresentare. Al riguardo, per esempio, ho dovuto constare che nessuna delle centrali associative delle imprese sia intervenuta per la battaglia sulle SSRL. Certo è che occorre una seria politica di sostegno allo sviluppo delle imprese che si basi su alcuni punti chiari. Provo ad elencarne alcuni, senza perciò la pretesa di essere esaustivi. 1) Occorre semplificare al massimo le procedure burocratiche che riguardano le imprese (e i cittadini). Ecco e su questo punto insisto: le inutili complicazioni e i troppi adempimenti burocratici non sono da addebitare solo alle pubbliche amministrazioni. Sulle complicazioni sono sorti precisi interessi di categorie professionali che lucrano a svantaggio dei cittadini e delle imprese. Semplificare può significare togliere soldi e qualche volta potere a categorie come i notai, gli avvocati, i commercialisti, i consulenti di ogni tipo. Lungi da me attaccare queste categorie e disconoscerne l’utilità, piuttosto occorre impiegarle in altre più importanti attività. 2) Occorre ridurre drasticamente la pressione fiscale sulle imprese, anche quella previdenziale, stando però attenti a salvaguardare le scelte per il futuro, E quindi è giusto il mantenimento di contribuzione Inps ed Inail, ovviamente con misura alla portata delle piccole aziende. 3) Occorre fare una vera politica di sostegno creditizio delle piccole imprese. 4) Modernizzare, adeguandoli, i servizi reali alla piccola impresa in tema di  formazione, internazionalizzazione, innovazione…
Ecco sono alcuni titoli di grandi questioni  che come Aladinpensiero metteremo al centro del nostro impegno fornendo spazi e intelligenze per discuterne. Ma quello che serve è soprattutto attivare strumenti di associazionismo tra le piccole imprese, dentro o fuori le tradizionali “centrali” storicamente consolidate.
Non so come siamo messi precisamente. Come dice la canzone: lo scopriremo solo vivendo.

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