con gli occhiali di Piero…

Simone-Weil-e1394732094790-150x150GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413SIMONE WEIL
Il 3 febbraio 1909 nasce a Parigi Simone Adolphine Weil, straordinaria figura di filosofa, la cui biografia è stretta parente dei suoi pensieri, fino al limite di farla sembrare folle.
Teorizza la ricomposizione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, unità spezzata dall’organizzazione capitalistica del lavoro; lascia il lavoro di insegnante e si impiega come operaia in una fabbrica metallurgica, ma è inesperta e si fa male lavorando. Favorevole a una rivoluzione che dia da mangiare a tutti, è accusata di comunismo perchè dstribuisce il suo stipendio di insegnante a operai e disoccupati e tine per sè solo una somma pari al sussidio di disoccupazione, ma non aderisce al partito comunista, anzi ha un violento alterco con Troski, che pure ospita in casa sua; si considera cattolica in qualche misura, ma accusa il cattolicesimo di aver scelto il potere temporale, creando uno Stato che fa da modello agli stati totalitari,
Vicina all’anarchia partecipa alla guerra civile in Spagna, ma incapace di usare le armi è destinata alle cucine, dove si fa male, bruciandosi con l’olio bollente; poi lascia la Spagna, persuasa dell’inutilità di una lotta che non è più “una guerra tra contadini affamati contro i proprietari terrieri e un clero complice dei proprietari, ma una guerra tra Russia, Germania e Italia”.
In Italia, chiesa di Santa Maria degli Angeli, inizia il suo percorso spirituale, mistico e francescano, ma non aderisce alla Chiesa Cattolica.
Durante l’occupazione tedesca della Francia distribuisce volantini contro il governo di Vichy, arrestata e minacciata di essere rinchiusa in carcere con le prostitute, dice al giudice che ha sempre desiderato di conoscere quell’ambiente: liberata perchè il giudice la crede pazza.
Si sottopone a dure privazioni, fino all’estremo che all’indomani della sua morte, il 24 agosto 1943 ad Ashford (Londra), a un giornale sembrò giusto titolare così: “French professor starves herself to death”, si lascia morire di fame.

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