“Transatlantic Trade and Investment Partnership”

TTIP aladinCos’è il “Transatlantic Trade and Investment Partnership” e perché dobbiamo occuparcene.
sedia di Vannitoladi Vanni Tola

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A parere di Greenpeace, il TTIP rappresenta una grave minaccia per la nostra democrazia e l’ambiente ed è necessario mobilitarsi per fermarne l’approvazione sulla base della convinzione che i diritti, la natura e i beni comuni non sono delle merci e non sono in vendita. Il Parlamento Eu si sta occupando in questi mesi della stipula di un accordo internazionale di primaria importanza e dovrà assumere delle decisioni nel merito. Greenpace lancia una campagna a sostegno di una petizione da inviare ai Parlamentari europei per invitarli a chiedere di bloccare il negoziato relativo al TTIP (questo il link per sottoscrivere la petizione http://www.greenpeace.org/italy/it/Cosa-puoi-fare-tu/partecipa/stop-ttip/?utm_source=GPita&utm_medium=TTIP&utm_campaign=share_FB). Per comprendere meglio l’importanza e la portata del negoziato in corso realizzeremo alcuni articoli di approfondimento ricostruendo, nel miglior modo possibile l’intera vicenda. Stati Uniti e Unione Europea stanno negoziando un gigantesco accordo commerciale indicato con l’acronimo TTIP, trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti. In pratica un nuovo accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziazione tra Stati Uniti ed Europa che andrà a sostituire accordi simili stabiliti in passato (es. TAFTA, NAFTA ecc). Il confronto in atto sull’argomento vede sostanzialmente contrapposte due differenti valutazioni sul progetto di accordo internazionale. Per alcuni il trattato prevederebbe che le legislazioni di Stati Uniti ed Europa si pieghino alle regole del libero scambio stabilite da e per le grandi aziende europee e statunitensi. Per altri invece, l’intera operazione sarebbe destinata a facilitare i rapporti commerciali tra Europa e Stati Uniti portando opportunità economiche, sviluppo, un aumento delle esportazioni e anche dell’occupazione. Tra gli elementi che richiamano l’attenzione sul negoziato in corso, il principale è rappresentato dalla vastità dell’area che la realizzazione del trattato coinvolgerebbe. Si parla di 50 stati degli Stati Uniti e 28 nazioni dell’Unione Europea, un’area sulla quale gravitano 820 milioni di abitanti che concorrono a produrre il 45 % del PIL mondiale. Come si sta procedendo? Nel 2013 Obama e l’allora presidente della Commissione europea Barroso hanno avviato ufficialmente i negoziati che dovrebbero concludersi entro il 2015. Una particolarità di non poco conto è rappresentata dal fatto che le diverse fasi della negoziazione sono segrete, soltanto i tecnici delle parti a confronto hanno conoscenza diretta dei contenuti oggetto della negoziazione. Questo della segretezza delle trattative è uno di punti che maggiormente preoccupa i gruppi di opinione e le organizzazioni che, in America e in Europa, si oppongono alla realizzazione dell’accordo. Naturalmente si tratta di segretezza relativa, alcuni dei temi in discussione sono noti e sono stati pubblicati, per grandi linee, dalla stampa internazionale. Si riferiscono a settori commerciali di grande importanza quali il settore dei servizi e dell’e-commerce, l’energia e il settore chimico. Proviamo dunque a ricostruire, sulla base delle pubblicazioni disponibili, i temi fondamentali della trattativa intercontinentale per comprendere meglio la portata del TTIP. Il proponimento principale del TTIP sarebbe quello di realizzare un accordo commerciale e per gli investimenti per aumentare gli scambi e gli investimenti tra l’UE e gli Stati Uniti esaltando le potenzialità di un mercato molto vasto e generando nuove opportunità economiche per creare posti di lavoro e migliori opportunità di crescita come conseguenza di un migliore accesso al mercato e di una omogeneizzazione delle normative dei diversi paesi. In pratica si tratterebbe di aprire una zona di libero scambio tra Europa e Stati Uniti, di uniformare e semplificare le normative tra i due continenti abbattendo le differenze relative ai dazi, migliorare le normative vigenti. Per quanto concerne l’accesso al mercato, le trattative in corso si concentrano sostanzialmente su quattro settori: merci, servizi, investimenti e appalti pubblici. Si pensa all’eliminazione dei dazi sugli scambi bilaterali di merci per raggiungere una sostanziale eliminazione degli stessi al momento dell’entrata in vigore del trattato. Si prevede una azione antidumping per evitare la vendita di un prodotto sul mercato estero a un prezzo inferiore rispetto a quello di vendita dello stesso prodotto sul mercato d’origine e alcune misure di salvaguardia che consentirebbero a un paese di rimuovere, totalmente o in parte, quelle importazioni di prodotti il cui arrivo comporti una minaccia o un danno alla propria economia nazionale. Liberalizzazione che riguarda anche i servizi assicurando un trattamento e agevolazioni paritarie tra le imprese locali e quelle provenienti dagli altri paesi dell’area oggetto dell’accordo. Per quanto concerne gli appalti pubblici invece l’obiettivo sarebbe quello di rafforzare l’accesso reciproco ai mercati degli appalti pubblici a ogni livello amministrativo (nazionale, regionale e locale) e quello dei servizi pubblici, in modo da applicarsi alle attività pertinenti delle imprese operanti in tale campo e garantire un trattamento non meno favorevole di quello riconosciuto ai fornitori stabiliti in loco. In pratica significa che aziende europee potranno partecipare a gare d’appalto statunitensi e viceversa. Un’ultima, ma non meno importante, questione riguarda il capitolo degli investimenti e la loro tutela. Il negoziato analizza la possibilità che sia assicurato lo strumento dell’arbitrato internazionale Stato-imprese (il cosiddetto ISDS, Investor-to-State Dispute Settlement) che prevederebbe, in caso di controversie, la possibilità per gli investitori di citare in giudizio i governi presso corti arbitrali internazionali. Si insiste molto nelle trattative in corso sulla necessità di «rimuovere gli inutili ostacoli agli scambi e agli investimenti compresi gli ostacoli non tariffari esistenti, mediante meccanismi efficaci ed efficienti, raggiungendo un livello ambizioso di compatibilità normativa in materia di beni e servizi, anche mediante il riconoscimento reciproco, l’armonizzazione e il miglioramento della cooperazione tra autorità di regolamentazione». Non sembrano essere in discussione, al momento i dazi che ciascun paese applica nei confronti delle merci provenienti da latri paesi quanto di eliminare limiti di altro tipo: limiti quantitativi, per esempio, come i contingentamenti (che consistono nel fissare quantitativi massimi di determinati beni che possono essere importati) o barriere tecniche e di standard (cioè di regolamento). Un esempio tra quelli più citati dai critici: negli Stati Uniti è permesso somministrare ai bovini sostanze ormonali, nell’UE è vietato e, infatti, la carne agli ormoni non ha accesso a causa di una barriera non tariffaria al mercato europeo. Terminerei questa prima parte, volutamente limitata alla presentazione degli argomenti principali oggetto della trattativa riguardante il TTIP, con il riferimento alle questioni normative. A tale proposito l’obiettivo dichiarato fra le parti a confronto è quello di migliorare la compatibilità normativa tra i singoli stati per creare le basi per nuove regole globali. Non si sa molto di più su questo capitolo della trattativa se non il fatto che il confronto comprenderebbe anche i diritti di proprietà intellettuale, l’esigenza di favorire gli scambi «di merci rispettose dell’ambiente e a basse emissioni di carbonio» con «controlli efficaci, misure antifrode», «disposizioni su antitrust, fusioni e aiuti di Stato». L’accordo dovrebbe occuparsi anche della questione «dei monopoli di stato, delle imprese di proprietà dello stato e delle imprese cui sono stati concessi diritti speciali o esclusivi», e le questioni «dell’energia e delle materie prime connesse al commercio». Si prevede pure l’inclusione di «disposizioni sugli aspetti connessi al commercio che interessano le piccole e medie imprese» e la presentazione di disposizioni sulla liberalizzazione totale dei pagamenti correnti e dei movimenti di capitali.
Fin qui gli aspetti caratterizzanti la trattativa in corso per la realizzazione del TTIP. Esamineremo in un successivo articolo le posizioni favorevoli e quelle contrarie alla realizzazione del trattato. (segue)

3 Responses to “Transatlantic Trade and Investment Partnership”

  1. […] articoli di Vanni Tola che riproponiamo per chi volesse conoscere meglio i termini della vicenda. – http://www.aladinpensiero.it/?p=40855. – […]

  2. […] Cos’è il “Transatlantic Trade and Investment Partnership” e perché dobbiamo occuparcene (seconda parte).Completiamo la presentazione della trattativa in corso per la realizzazione dell’accordo commerciale internazionale tra gli Stati Uniti e i Paesi Europei meglio noto come TTIP. Nei giorni scorsi in alcune delle principali città europee e negli Stati Uniti si sono svolte diverse manifestazioni per chiedere il blocco o la soppressione “tout court” del trattato TTIP. Al momento ci interessa principalmente completare il quadro d’insieme relativo alla trattativa in corso introdotto col precedente articolo pubblicato su Aladinpensiero. […]

  3. […] Cos’è il “Transatlantic Trade and Investment Partnership” e perché dobbiamo occuparcene (seconda parte).Completiamo la presentazione della trattativa in corso per la realizzazione dell’accordo commerciale internazionale tra gli Stati Uniti e i Paesi Europei meglio noto come TTIP. Nei giorni scorsi in alcune delle principali città europee e negli Stati Uniti si sono svolte diverse manifestazioni per chiedere il blocco o la soppressione “tout court” del trattato TTIP. Al momento ci interessa principalmente completare il quadro d’insieme relativo alla trattativa in corso introdotto col precedente articolo pubblicato su Aladinpensiero. […]

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